Lettera aperta alle direzioni scolastiche, agli insegnanti e ai genitori (soprattutto se architetti!)
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Vogliamo ripensare insieme il diritto di sgambettare all’aria aperta, di correre e di ricrearsi? Vogliamo ripensarlo - certo - non disgiunto dal diritto a socialità, conoscenza e studio?!
Come Lei sa meglio di noi, a settembre riapriranno le scuole dopo la lunga pausa forzata dovuta al COVID-19. Più o meno dal didentro, ormai conosciamo tutti le problematiche che si sono sviluppate nel frattempo: a causa della gravità e della novità assoluta del frangente in cui docenti e studenti si sono ritrovati a 'navigare'; ma anche - diciamocelo - in ragione di quei nodi irrisolti che questa stessa crisi ha portato allo scoperto. Anche nel microcosmo degli edifici scolastici e delle loro dinamiche, fisiche/concrete e relazionali.
Dunque, adesso, è ora di mettere a frutto l'esperienza e - con visione lungimirante - è venuto il momento di oltrepassarla. Unendo le forze per progettare una scuola migliore: sia come struttura architettonica che come struttura educativa. Sicura, inclusiva, rigorosa e all'avanguardia.
In quest'ottica, anche noi - dal nostro particolarissimo punto di vista professionale - vogliamo mettere a disposizione degli istituti che ci richiedono aiuto un know-how ultra centenario nella progettazione del verde pubblico e privato. Non solo per ripensare la porzione di paesaggio, piccolo o grande, attinente alla singola scuola; ma anche per ideare assieme eventuali distanziatori verdi (ben più auspicabili, dove si può, delle barriere in plexiglas!). E per rendere questa occasione il momento utile a far entrare di più la natura nella didattica. Per esempio, installando degli orti scolastici o progettando assieme dei micro-corsi di giardinaggio.
- Tutto ciò, necessariamente, va fatto con oculatezza: per mettere a maggior frutto possibile i budget disponibili. Investimenti ponderati in nome della sicurezza, della salute, dell'eco-sostenibilità e - ovviamente - del futuro delle nuove generazioni.
- Come abbiamo sempre sostenuto nel corso del nostro lavoro presso clienti pubblici e privati, ciò che sta fuori deve entrare dentro (e viceversa). Dunque, è ora che anche nella scuola l'ambiente esterno al complesso delle aule - finora per lo più deputato allo sport e alla ricreazione - sia in osmosi con ciò che sta all'interno: la biblioteca, il refettorio, le classi e le segreterie... Affinché, il più possibile, lo studio e le relazioni siano agevolati anche dalla presenza del verde.
Difficile? Sì, non è forse sempre facile. D'altronde noi sappiamo che molte scuole non dispongono d'un parco spazioso: per alcuni studenti e insegnanti - purtroppo - il giardino resterà solo un sogno. In tal caso ci si deve 'accontentare' di predisporre piante da interno (e darle in affido ai ragazzini? Può essere un'idea!). Oppure si può aprire l'opportunità - chissà?! - di rigenerare delle terrazze, magari anche con prati sui tetti. Le ipotesi sono tante...
- Per esempio, quando il giardino alberato non c'è, a bambini e ragazzi può comunque bastare uno spazio aperto pavimentato o un cortile; purché sia ordinato, pulito, adornato da piante fiorite ovvero da un agile pergolato.
- Esistono, d'altronde, tensostrutture - più o meno temporanee - che davvero possono aiutare a moltiplicare le ore di utilizzo diverso delle zone esterne, per lo meno nelle giornate non troppo fredde e/o piovose. Tra pareti verdi e patch vegetali.
D'altro canto gli istituti che nell'attuale fase storica si ritrovano la fortuna di poter restaurare un giardino preesistente ora hanno quasi il dovere morale di cercare di trarne il massimo dei benefici possibili, attraverso riammodernamenti e bonifiche necessarie.
- Certamente siamo consci che quest'argomento non si possa esaurire in una lettera come questa: sappiamo bene che la tematica è vasta, spesso complicata dalle normative e dalle particolarità/vetustà di ciascun edificio, nonché dall'età degli studenti cui ci si riferisce. Tuttavia...
- Tuttavia esperienza, professionalità, razionalità e creatività possono davvero rappresentare un grande punto di partenza per produrre soluzioni tecnicamente corrette, efficaci e piacevoli. All'insegna del verde.
Ci preme questo discorso, oltre tutto, perché da sempre lavoriamo anche nell'ambito della progettazione delle aree attrezzate per il gioco nei parchi pubblici. E partecipiamo alla riflessione che gli amici architetti vanno facendo sulla necessità di verde in città, soprattutto per una corretta crescita fisica e relazionale dei più piccoli.
Questo è il motivo per cui oggi ci proponiamo alla vostra scuola per valutare i migliori suggerimenti per permettere ai nostri figli non solo di giocare nel giusto clima di movimento e allegria, ma anche - perché no?! - per poter ricominciare a studiare con fiducia.
- Il lookdown ci ha messo di fronte alla tristezza di troppi 'baby-reclusi', non necessariamente residenti in megalopoli. Noi vogliamo lavorare assieme ai Comuni - assessorati alle politiche educative, scuola pubblica e privata, università, associazionismo e pari opportunità - perché le infrastrutture nel verde siano una realtà sempre più diffusa: una garanzia, nel prossimo futuro, di libertà e sport e benessere. Anche di fronte all'eventualità del ripetersi di eventi eccezionali e catastrofici come una pandemia.
In questo sforzo di predisporre nuovo verde (non solo 'passivo', ma anche 'attivo') siamo con i servizi educativi. Siamo con le famiglie. Siamo con i pedagogisti più illuminati. Siamo con la scuola che vuole funzionare bene. E restiamo a disposizione per costruire in modo intelligente, tanto da superare ogni verosimile criticità con l'aiuto degli alberi ad alto fusto ovvero degli arbusti più diversi.
- Gli psicologi che in questo momento si stanno confrontando sul tema de 'la scuola che verrà' ci dicono che bisogna mixare nel modo più opportuno lo screen time (il tempo passato davanti a uno schermo elettronico) col green time (i minuti quotidianamente trascorsi in aree verdi, non solo in contemplazione ma anche in dinamismo).
- Ciò è fondamentale per la salute mentale di tutti, ma soprattutto per i più giovani e per chi tra loro è affetto da autismo piuttosto che da Sindrome di Down o da disturbi di deficit di attenzione/iperattività (Lancet, Donovan et al., 2019). Perciò l'innovazione pedagogica è anche questo: tornare un passo indietro ma attenti alle novità, non guardando solo alla pur necessaria innovazione digitale. Tra orto e giardino.
- Già, i processi d'apprendimento hanno molto a che fare con la natura. Voi direttori didattici stessi ci insegnate che il contatto con la natura va d'accordo con i rituali del gruppo dei pari da recuperare, con lo spazio da ricercare sempre per i più timidi e silenziosi, con lo sviluppo armonico delle relazioni, con l'apprendimento scientifico (ma anche artistico ed emotivo!), con l'interdisciplinarietà che risolve i problemi del mondo, con la circolarità e con la cooperazione pedagogica. Insomma, in fondo, potrebbe quasi bastare un seme...
Ecco, restando a disposizione per valutare il caso specifico, ci auguriamo dunque di poter seriamente contribuire - anche solo con un piccolo fazzoletto di prato - alla costruzione di una qualità della vita più alta all'interno del vostro complesso didattico. Dove l'umore generale di adulti, giovani e bambini sia più positivo possibile. Dove la fatica sia percepita inferiore anche grazie alla presenza di una bella fioritura o al cadere delle foglie autunnali. Di stagione in stagione.
Cordiali saluti, buon lavoro e - sopra tutto il resto - buono studio a tutti i vostri alunni.
Linea Verde Nicolini srl
Ufficio Comunicazione
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