Architettura e Psicologia

Livelli di riflessione

by Alessandro Barciulli
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                                                                                                                                                                                                            A mio parere, ci sono due ambiti di osservazione e riflessione, uno relativo a come l'architettura influisce e condiziona le persone che ne, sia abitandola che osservandola, un secondo relativo a come l'architettura viene volutamente disegnata e realizzata con scopi precisi ed appunto voluti.

Ovviamente, questo argomento può stimolare molti livelli di riflessione, ma personalmente credo che i due proposti siano quelli più significativi.

Il primo ambito che abbiamo indicato,  riguarda il modo nel quale l'architettura ci condiziona: uno spazio urbano, una piazza, un centro commerciale, oppure un fabbricato, un appartamento, un ufficio o solo una stanza.  Tali spazi, che giornalmente utilizziamo, senza averne potuto scegliere i colori, le forme e quant'altro, li utilizziamo perché dobbiamo.   

Nel macro livello (ambito urbano) utilizziamo la città per andare al lavoro, per portare i figli a scuola, per andare a fare la spesa: se gli spazi che siamo costretti ad utilizzare (a vivere) sono armoniosi, ben progettati o storicamente ben definiti, sia nelle forme che nei colori, tutti ne avremo un certo beneficio che influirà positivamente nel nostro stato d'animo. Ovviamente, ognuno potrà avere una parte di città che preferisce e nella quale tende ad andare quando possibile, ma genericamente uno spazio "umano" rende un senso positivo a chiunque.  


Di contro, se la città è caotica, speculativamente spontanea, priva di un progetto ordinatore, con zone e fabbricati spesso privi di un progetto, dove emerge l'interesse economico del massimo sfruttamento: in questo caso, ogni volta che siamo costretti a utilizzare quell'ambito urbano subiamo una sorta di stress, di rifiuto, spesso scaricato nella giuda nervosa del nostro mezzo, nel traffico e nell'intolleranza verso gli altri. 

Nel micro livello (appartamento), succede la stessa cosa, se la nostra casa e' umana e ben progettata, il nostro viverci sarà piacevole, altrimenti se la casa è stata realizzata dall'impresa immobiliare, con appartamenti tutti ugualmente economici, con servizi standard e così via, progettata per un utente medio, cioè per nessuno,  il nostro viverci sarà alienante, nasceranno contrasti e intolleranze "condominiali", se non familiari e così via.

L'architettura, come vedete, incide anche a livello psicologico nel nostro "io" (architettura psicologica).  La città come la casa devono essere progettate e studiate per i propri abitanti; per l'architetto progettista nulla cambia, come approccio progettuale, che si tratti di una parte di città o di una casa, il modo di rapportarsi sarà lo stesso, certo a scala diversa, ma sarà lo stesso.   Il progettista deve saper analizzare il futuro abitante, deve "leggerlo", conoscerne  la storia, i desideri, le aspettative personali e sociali, deve rispettare il contesto in cui il nuovo progetto si inserisce, l'ambiente che deve accogliere l'uomo, il nuovo arrivato.

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    • Alessandro Barciulli

      Alessandro Barciulli

      Architect

      Sansepolcro / Italy

      Svolgo la libera professione nel settore dell’architettura e dell’edilizia in genere sin dal 1975, anno in cui mi sono diplomato geometra e sono entrato a far parte dello “Studio” di famiglia. L’attività professionale si è incentrata, sin da subito, nell’ambito della progettazione e della direzione dei lavori, principalmente di edilizia residenziale ed abitativa, mentre in contemporanea seguivo gli studi universitari presso la Facoltà di Architettura di Firenze, dove mi sono laureato ed abilitat)