Il nostro focus sull’anamorfosi in collaborazione con Volkswagen continua con un'altra opera esemplificativa sul tema: la galleria prospettica del Borromini del cortile di Palazzo Spada a Roma.
Costruita in un solo anno (1652-1653), la galleria rientra nel progetto di rinnovazione dell'edificio cinquecentesco, a cui partecipa anche Gian Lorenzo Bernini.
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Borromini progetta il colonnato prospettico nell'atrio del palazzo in uno spazio disponibile molto ridotto, riuscendo a rendere l’effetto di profondità tramite dei mirati accorgimenti architettonici. Quindi quella che lo spettatore percepisce come una galleria lunga 40 metri, ha in realtà una lunghezza di soli 8,82 metri.
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Utilizzando il principio della prospettiva solida accellerata – già adottata dal Bramante nella chiesa di Santa Maria presso San Satiro a Milano – i diversi piani convergono su un solo ed unico punto di fuga: le pareti laterali non sono parallele ma convergenti, così come convergono anche il pavimento e il soffitto della galleria.
Il risultato è un’opera illusionistica incredibile, un artificio dell’arte barocca che gioca con la vista dei visitatori.
Così mentre il pavimento sale, il soffitto scende e le pareti convergono. Le colonne vanno via via riducendosi e se l’altezza della galleria all’entrata è di 5,8 metri di altezza alla fine arriva a toccare i 2,45 metri.
Il muro di fondo era in origine dipinto con una finta vegetazione in trompe l’oeil, sostituita poi nel 1861 da una statuetta di guerriero romano – oggi riprodotta in calco – che diviene visivamente il punto di fuga dell’intera opera. La statua, alta appena 60 centimetri contribuisce a creare il gioco di illusioni che questa piccola galleria è in grado di produrre nello spettatore.
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L’intera illusione prospettica della galleria di Palazzo Spada è stata interpretata come volontà del committente di creare un parallelismo tra la vita terrena – in cui i sensi sono ingannati dall’illusorietà della vita – e la vita spirituale, l’unica che può portare alla Salvezza. Tema caro questo non solo a Francesco Borromini, ma anche a tutta quella scuola barocca che proprio in questi anni raggiungeva l’apice della propria espressione artistica.
Ma infondo, forse, la finta prospettiva del colonnato di Francesco Borromini nasconde un messaggio universale che trascende le epoche, ovvero quello di dire: "non guardate soltanto le apparenze, andate oltre, perchè c'è sempre una realtà nascosta."
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