RIPENSARE LA CITTA' - intervista del 21/12/2017

Fondali archeologici, proposta progettuale degli Architetti Claudio Gianuario e Giada Ustica per il Concorso nazionale di idee “Una fontana… una piazza” bandito dal Circolo Margherita con il patrocinio del Comune di Termini Imerese.

by GIADA USTICA
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Potete riassumere brevemente i punti cardine del vostro progetto?

Abbiamo cercato di immaginarci una piazza che possa divenire un’attrattiva per la comunità e per il territorio enfatizzando il ruolo di fulcro sociale e culturale della città, perciò la costruzione di un pavimento sopraelevato, rispetto all’attuale piano stradale, ci ha permesso di prevedere la messa in luce dei reperti archeologici attestati nel sottosuolo, rendendoli finalmente fruibili per mezzo di un’interfaccia vetrata e allo stesso tempo consente di vivere lo spazio pubblico senza l’interferenza del traffico veicolare confinato sul perimetro.

Inoltre il recupero della presenza dell’acqua nella piazza, arricchisce l’identità del luogo, ed è elemento di attrazione per eccellenza essa stessa nel disegno urbano storico.

Abbiamo ripensato anche all’immagine notturna del luogo ideando un sistema di illuminazione indiretta integrata agli scavi con l’obiettivo di esaltarli rendendoli palesi e allo stesso tempo interagendo in modo spettacolare con l’elemento acqua e con l’imponente copertura vegetale dei ficus.

Il vostro progetto si incentra fortemente sulla valorizzazione dei ritrovamenti archeologici presenti nel sottosuolo della Piazza, perché avete deciso di puntare su questa idea?

Uno degli obiettivi dichiarati del bando era favorire ed esaltare la funzione culturale della piazza. Nell’affrontare il progetto abbiamo pensato che il modo più efficace per rispondere a questa istanza dovesse passare necessariamente per il recupero della memoria dei ventisette secoli di storia urbana durante i quali la piazza ha sempre avuto un ruolo di fulcro. Perciò abbiamo deciso di portare allo scoperto i resti archeologici (documentati e presunti). Il tema del concorso ci ha dato lo spunto per mettere in relazione, attraverso l’acqua, gli scavi con gli elementi di spoglio e il testo dell’iscrizione dell’antica fontana seicentesca del La Barbera, ricollocati nella posizione originaria secondo le testimonianze documentali. In questo modo i segni della stratificazione, per mezzo del progetto di architettura, arricchiscono lo spazio urbano e ne accrescono la rappresentatività.

Nessuno dei progetti premiati dal concorso prevede la valorizzazione dei ritrovamenti archeologici di Piazza Duomo, secondo voi perché la commissione di giudicatrice ha ritenuto di premiare questa scelta?

Anche noi ci siamo posti la stessa domanda e una possibile spiegazione potrebbe essere legata ai costi di realizzazione dovuti ad un’indagine archeologica che riguarderebbe un’area superiore ai 2000 mq, sebbene un concorso di idee per definizione dovrebbe promuovere il più ampio confronto su un tema. Inoltre non abbiamo ritenuto che il finanziamento delle opere fosse un ostacolo poiché l’accesso ai fondi strutturali offrirebbe un ampio ventaglio di possibilità finalizzate al recupero e alla valorizzazione del patrimonio culturale e monumentale.

Un’altra ragione potrebbe essere il timore di cadere nella trappola di fare un “museo all’aria aperta” sottraendo lo spazio alla funzione sociale del sito, rischio che il nostro progetto affronta e scongiura costruendo un’interfaccia di vetro e privilegiando la continuità di superficie.

Nonostante il vostro progetto non sia stato selezionato tra i vincitori, a livello popolare è quello che più di tutti ha conquistato l’immaginario collettivo, la vostra idea è riuscita ad interpretare un sentimento di cambiamento ormai diffuso tra la popolazione. Su questa linea d’azione, in quali altri luoghi andreste ad intervenire per una piena valorizzazione del patrimonio culturale e monumentale della città?

Sarebbe interessante mettere a sistema, con il progetto architettonico, le piazze: la piazza Crispi, la piazza delle Terme, la piazza Duomo e il tessuto urbano che le connette, definiscono l’immagine della città costruendo una nuova identità ricca di storia e cultura materiale. La piazza Crispi ha una funzione naturale di “vestibolo” per chi, proveniente dalla stazione ferroviaria, arriva in città e si appresta a visitare il centro storico, è inoltre uno spazio di aggregazione di riferimento per tutte le iniziative legate alle attività commerciali: l’attuale funzione di parcheggio mortifica questa ricchezza. La piazza delle Terme, dominata dalla monumentalità del Grand Hotel, costituisce un trait d’union fra la zona commerciale, i quartieri medievali, il sistema dei giardini (la villa Aguglia, la Serpentina, il Belvedere, la villa Palmeri) e la piazza Duomo. Il progetto architettonico partecipato di questi spazi solleciterebbe lo spirito di appartenenza dei cittadini consolidando l’identità dei quartieri e garantendone la cura nel tempo.

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    • GIADA USTICA

      GIADA USTICA

      Architect

      Palermo / Italy

      Laurea specialistica in architettura nel 2003 con una tesi in Progettazione architettonica, competenze acquisite con la collaborazione con diversi studi nella progettazione architettonica, restauro e ristrutturazione, architettura degli interni, rappresentazione (partecipazione a concorsi di architettura). Con Claudio Gianuario opera a Palermo e dintorni dal 2005, si occupa di architettura, interni, allestimenti. La ricerca di un equilibrio fra nuovi interventi e la scoperta e la valorizzazione )