Open House Milano 2018

Un weekend per riscoprire le architetture più belle del capoluogo lombardo

by Rossana Vinci
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In occasione della terza edizione di Open House Milano, nel weekend tra sabato 5 e domenica 6 maggio si avrà la possibilità di (ri)scoprire una Milano inedita, visitando gratuitamente alcune tra le più belle strutture pubbliche e private del panorama architettonico del capoluogo lombardo, dal centro alle periferie.

L’immenso patrimonio milanese dei palazzi storici, moderni e contemporanei per oltre 100 siti architettonici, solitamente non accessibili, per due giorni spalancherà le sue porte al pubblico attraverso visite guidate e gratuite, tenute da volontari, da studenti, semplici cultori di architettura e talvolta dai progettisti stessi.

Per l’occasione saranno aperti anche alcuni dei protagonisti dell’appena trascorsa Design Week.

Qui abbiamo selezionato alcuni tra i più belli siti architettonici da visitare durante l'Open House milanese, buona lettura e buon Open House 2018!

 

 

Archiproducts Milano

 

Ogni Design week il progetto offline di Archiproducts.com cambia il proprio abito.

Per l’edizione 2018 il nuovo layout ha accolto ben 70 brand internazionali con le cui collezioni ha allestito i propri spazi.

Il tema di quest’anno, progettato in collaborazione con Elisa Ossino Studio, sviluppa in facciata e in parte degli interni di questo palazzo storico, il concetto di “catalogazione” che ben esprime l’anima di Archiproducts, unito ad un altro concetto, quello del “colore”, che crea insoliti contrasti cromatici e permette al visitatore di sperimentare molteplici ed eclettiche ambientazioni e possibilità di arredo.

 

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Ph. © Archiproducts 

 

 

 

Casa-Museo Boschi di Stefano (Piero Portaluppi, 1930)

 

L’elegante salotto milanese, abitazione dei coniugi Boschi Di Stefano, nacque già come casa museo nello stabile progettato da Piero Portaluppi. Ospita la collezione della famiglia, con importanti opere d’arte moderna e contemporanea, come Boccioni, Dottori, Funi, Carrà, De Chirico, Sironi e Fontana. Vagare fra le stanze della casa porta a un tuffo nel passato, scoprendo ed apprezzando un’accurata selezione di componenti d’arredo risalenti agli anni Trenta.

 

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Casa Rossi (Pietro Pestagalli, 1860)

 

Esempio di architettura risorgimentale, dal portone si accede all’eccezionale cortile ottagonale, una finestra speciale per guardare il cielo di Milano.
Il palazzo signorile di 5 piani ospita ai piani nobili un B&B di grande valore, i cui interni sono studiati in ogni dettaglio, mescolando sapientemente opere d’arte con mobili ricercati moderni e d’epoca.

 

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Chiesa di S. Maria Annunciata in Chiesa Rossa (Giovanni Muzio 1930; Dan Flavin 1996)

 

L’edificio si presenta con un aspetto monumentale privo di qualsiasi elemento superfluo: pareti spoglie e disadorne.
Nel 1996, su invito del parroco Giulio Greco, l’artista americano Dan Flavin ideò un’opera come elemento centrale del restauro e rinnovamento della chiesa. L’opera rappresenta l’ultimo lavoro dell’artista, che non vide mai la realizzazione, curata un anno dopo dalla Fondazione Prada, con la collaborazione del Dia Center for the Arts di New York e del Dan Flavin Estate. La luce verde, blu, rosa, dorata e ultravioletta permea l’intero volume della chiesa, con una suggestiva progressione naturale della luce in notte-alba-giorno.

 

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Dimore Gallery (Dimorestudio)

 

Dimore Gallery è un interno che conduce a un dialogo fra passato e presente. Ogni oggetto ha una storia e un carattere che cattura l’immaginazione nel modo unico di cui solo il design e l’arte sono capaci.

Ogni stanza offre un’emozione differente (gioia, sorpresa, nostalgia), guidando il visitatore attraverso la scoperta di colori e materiali preziosi, dove la ricerca della forma rileva la presenza di oggetti e rende questo viaggio unico ed emotivo.

 

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Grattacielo Pirelli (Gio Ponti, 1960)

 

A partire dalla seconda metà del ‘900 il Grattacielo Pirelli rappresenta una delle icone della città di Milano. Progettato da Gio Ponti, è il risultato di una riflessione in ambito architettonico in cui arte e tecnica concorrono al raggiungimento della “forma finita” lenticolare.

La chiarezza delle forme è espressione anche di un sistema strutturale complesso, progettato da Pierluigi Nervi, caratterizzato dalla presenza di pochi elementi (le punte scatolari e i grandi setti centrali) poggiati su un grande basamento destinato ad ospitare auditorium e servizi.

La totale identificazione degli elementi strutturali evidenzia il raggiungimento di un legame imprescindibile tra ingegneria e architettura, facendo del Grattacielo Pirelli uno dei massimi esempi del modernismo italiano.

La visita porterà alla scoperta del grattacielo, dall’aula consiliare al piano – 1 per poi salire fino al belvedere Jannacci al 31° piano, dove si potrà godere della vista sulla città.

 

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Ph. © Luca Rotondo

 

 

Villa Clerici (Francesco Croce, 1722-1733)

 

Villa Clerici è un luogo sorprendente che non ci si aspetta di trovare nel tessuto edificato della città di Milano. Edificata tra il 1722 ed il 1733 su probabile disegno dell’architetto Francesco Croce, fu commissionata da Giorgio Clerici per celebrare l’ascesa sociale della sua famiglia. 

Sarà possibile visitare il piano nobile della villa, con le monumentali sale con soffitti originari e pitture a cornice delle porte e delle finestre ed il parco storico con i due teatri all’aperto, normalmente non accessibili al pubblico.

 

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Collegio di Milano (Marco Zanuso, 1972)

 

All’interno di un parco di 30.000 mq sorge il Collegio di Milano, già sede del Centro assistenza ai paesi africani oggi gestito dalla Fondazione Collegio delle Università Milanesi.
Raffinato esempio di un’architettura in mattoni rossi, il riferimento architettonico più diretto al progetto sembra essere il St. Andrews Dormitory disegnato da James Stirling negli anni ’60.

La pianta dell’edificio è caratterizzata da una distribuzione a forcella. La struttura attualmente ospita studenti selezionati iscritti alle università milanesi.

 

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Chiesa di San Nicolao della Flue (Ignazio Gardella, 1970)

 

Gardella progetta un edificio sacro a forma di carena di nave rovesciata. Le pareti, color antracite, contrastano con le fasce verticali in cemento a vista e con quelle orizzontali parallele alle vetrate a nastro che percorrono longitudinalmente l’aula.

L’ossatura di cemento armato è costituita da una successione longitudinale di archi, che formano un tutt’uno con i pilastri e con archi laterali simmetrici che definiscono ai lati due navate.

La copertura è costituita da travi di cemento prefabbricate, collocate in stretta successione e con una copertura impermeabilizzante attualmente in rame. All’interno gli arredi liturgici e gli interventi artistici sono opera di Vincenzo Gasperetti, Lello Scorzelli, Costantino Ruggeri, Pino Grioni.

 

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Foto via Flickr © Arnout Fonck

 

 

 

Casa della Memoria (House of Memory, Baukuh 2015) 

 

La Casa della Memoria è il simbolo architettonico di una coscienza storica e civile caratteristica di Milano. La sua costruzione fu sostenuta dal comune per fornire sede alle principali associazioni coinvolte nel mantenere viva la memoria della Resistenza, della Liberazione e della fondazione della Repubblica Italiana.

L'edificio è interamente rivestito di immagini rappresentative della storia di Milano del dopoguerra.

L’involucro, inteso come un grande polittico, prova a dar conto con immediatezza della complessità della memoria di una intera città, senza per questo rinunciare ad immaginarne una ideale unità. La decorazione delle facciate, più che definire una memoria condivisa, espone l’esigenza di questa condivisione. Per questo le immagini rappresentate sull’involucro dell’edificio sono allo stesso tempo esplicitamente monumentali e deliberatamente fragili.

 

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Immagine di copertina: Archiproducts Milano,  Ph. © Archiproducts

 

Comments
  • Javed Rajput

    Great...! Really these are wonderful structures and symbol of Genius Architecture.

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Casa della Memoria 33

Casa della Memoria

Milan / Italy / 2015