L’estetica del neon, dall’architettura pop ai templi chic
“Abbiamo sostituito, in collaborazione con gli architetti Baldessarri e Grisotti (al soffitto decorato), un nuovo elemento entrato nell’estetica dell’uomo della strada, il neon”.
(Lucio Fontana, Gli spaziali alla IX Triennale di Milano, in “Domus” n. 254, 1951)
Neon, luci ultraviolette e vernici fluorescenti sono alcuni dei materiali che fin dalla fine degli anni ’40 entrano a far parte del linguaggio artistico di Fontana, provenienti dalla ricerca tecnico-scientifica, dal cinema e dalle sperimentazioni industriali. L’artista aveva infatti intuito le loro potenzialità per modificare la percezione dello spazio da parte dei visitatori, configurandosi come elementi fortemente innovativi nelle sue opere.
Cosa hanno in comune negozi pop, boutique di lusso, hotel a cinque stelle, entrate della metropolitana, scuole, bistrot e centri culturali?
Hotel, boutique e molte strade del mondo si accendono grazie alle insegne luminose al neon, che sono state sdogante nelle metropoli di tutto il mondo. Le sgargianti insegne al neon, davanti alla porta principale o per illuminare gli spazi interni, sono mezzi di progettazione e di comunicazione.
La storia del neon comincia il 9 Novembre 1910, quando il fisico francese Georges Claude presenta al pubblico la prima insegna luminosa che impiega il gas Neon da lui inventato. è un suo socio e collaboratore – Jaques Fonseque – ad intuire l’utilizzo pubblicitario dell’invenzione.
Lo stesso Fonseque nel 1912 vendeed installa la prima insegna luminosa commerciale: “Palais Coiffeur”, un piccolo negozio di barbiere in Boulevard Montmatre, a Parigi.
Dall’architettura pop ai templi chic, una selezione di progetti che esaltano la tecnologia espressiva del neon.
Cover: Marotta & Russo
Are You Human?
2011, neon, 134 x 170 cm, collezione privata
(ph. Irene Fanizza)
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