Une petite maison

Sulla poetica dell’abitare di Le Corbusier

by Rossana Vinci
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Villa Le Lac è un racconto fatto di immagini, segni e simboli, in poco più di sessanta metri quadrati.

Era il 1924 quando i genitori di Charles-Edouard Jeanneret-Gris, già noto come Le Corbusier, si trasferivano nella casa che il figlio aveva pensato per loro. Pensato, prima ancora che progettato. Perché una prima, fondamentale esigenza, come testimoniano i numerosi schizzi dell’architetto, consistette nel trovare un terreno in grado di offrire una vista pari a quella del paesaggio che aveva affascinato il padre nella casa di Les Châbles.

 

«Ho preso spesso il rapido Parigi-Milano — scriverà l’architetto, maestro del Movimento Moderno — e, con la planimetria in tasca, abbiamo cercato il terreno per molto tempo. Ma un giorno, dall’ alto delle montagne, abbiamo scoperto il posto adatto».

 

Il “posto adatto” si rivelò in Svizzera, sulle rive del lago Corseaux, dove verrà costruita Villa Le Lac, uno dei 17 edifici di Le Corbusier aggiunti al patrimonio dell’UNESCO. Un architettura ”a priori” in cui è il progetto a scegliere il paesaggio e non viceversa, e in cui il panorama diviene l’elemento progettuale primario.

Le Corbusier scriverà: «L’architettura si cammina», ossia: la freddezza delle planimetrie deve lasciare il posto all’esperienza dei luoghi.

 

Questo progetto si pone come chiara sintesi di alcuni dei famosi cinque punti che Le Corbusier ha indicato come centrali nell’architettura moderna: il tetto-giardino, la pianta libera, la finestra a nastro. Ma quello che più si impone in questo mini-monumento alla funzionalità è una suggestiva poetica dell’abitare, condensata nel saggio Une Petite Maison del 1923.

 

 

La petite maison di Le Corbusier è infatti l'archetipo della casa minima, la perfetta realizzazione dell’espressione corbuseriana «machine-à-habiter», ovvero una macchina per abitare.


Nel lungo fabbricato di 16x4 metri, distribuiti in modo funzionale su un unico livello, tutte le attività quotidiane di una coppia di anziani sono state pensate secondo uno spazio minimo, preciso e misurato: soggiorno, camera da letto, sala da bagno, salotto, cucina, lavanderia e guardaroba. La piccola casa sul lago Lemano sembra rispondere ai bisogni primari dell'uomo: insediarsi, delimitare, escludere, aprire, guardare, dare al paesaggio una scala umana.

 

 

La finestra a nastro di 11 metri aperta sull’ ampio panorama del lago e delle Alpi, permette al paesaggio di rimane onnipresente all'interno della villa, stabilendo una continuità con l’orizzonte.

La condizione interna è invece ribaltata all’esterno in cui sull’ alto muro che definisce uno spazio a cielo aperto c’è una sola bucatura di forma quadrata, «objet à dimensions humaines» aperta verso il lago, che invita alla contemplazione del paesaggio.

 

Riconosciuto il grande valore architettonico, la villa nel 1962 è stata dichiarata monumento storico, aperto ai visitatori, proprietà della Fondazione Le Corbusier in gestione al comune di Corseaux.

 

 

Ph. Olivier Martin-Gambier 2005
© FLC/ADAGP

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