Mi metto in viaggio: pronta, partenza, via. Alessandraf.

Trilogia di un viaggio. Parte 1.

by Alessandra Fanì
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Mi metto in viaggio prima del via.

Nulla di nuovo in vista, non è un caso unico il mio, né raro. Magari, però, la mia esperienza potrebbe offrirti qualche motivazione in più, la carica giusta per affrontare l’ultimo mese di lavoro, prima di spiccare il volo.

Tutti abbiamo il sogno di viaggiare e di farlo molto. Vivere un viaggio come l’inizio di un cambiamento che parte all’interno delle mura di casa,dove ogni giorno ti senti in qualche modo sempre uguale, è il modo più giusto per intraprendere un’imminente partenza.

 

L’esperienza inizia da noi, cambiando le prospettive e configurandoci in luoghi diversi e con persone differenti, in un nuovo spazio ed un nuovo io.

 

Questo è il viaggio che tento di raccontarvi. Fallo anche tu.

 

Comincia subito. Mentre lavori, rilassati, prenditi del tempo per emozionarti e coinvolgerti in una nuova avventura: sogna, non dire solo “partirò”.

Già lo fai? Bene, siamo in perfetta sintonia se mi dici che crei spazi immaginari,situazioni ed esperienze; se inizi a viaggiarci dentro con la mente,a sognarci su prima ancora di metterti in moto.

 

E’ un percorso dello spirito.

Tranquilli, nulla di trascendentale, né intendo qualcosa di carattere religioso o psicologico o che riguardi l’accezione scontata della spiritualità.

 


Mi riferisco ad un’esperienza emozionale e trasversale; un “modo di essere” che non si lega alle cose, ma al loro senso e all’esperienza fatta anche attraverso esse.

 


Per saperne di più leggete anche qui un mio articolo di qualche tempo fa, ma sempre valido:

“Oggi faccio un viaggio” http://www.archilovers.com/stories/7441/oggi-faccio-un-viaggio.html

Sono un tantino perplessa su quelle partenze che abbiano il solo gusto dello “staccare dal lavoro”, per mettersi in viaggio solo alla partenza. Uno spreco!

O meglio, scusate, aggiusto il tiro. In realtà non è che non abbia fiducia in questa scelta del tutto personale e legittima; mi fa pensare solo ad un sospiro di sollievo: l'interazione con i differenti contesti si riduce, troppo far nulla invece che vivere per assaporare con istinto ciò che non si conosce. Ma il tempo non cambia e a due giorni dal ritorno lo stress torna come prima.

No, l'esperienza deve essere ricca per poterla trattenere e continuare a respirarla, almeno fino alla prossima volta.

 

E qui vengo al passo 1.

Pronto? Immagina.


1. Mi piace dare vita a quella famosa freccetta a bandiera che sceglie la meta, mai casuale. Per esempio, mentre lavoro mi permetto di perdermi, “mi” viaggio per un po'. Trovo anche il tempo di fare lunghe ricerche. Alterno schermate di paesaggi a quelle del cad, a volte addirittura le affianco. Il mio stress va in cortocircuito ed entro in armonia con un nuovo contesto. Così la mente diventa più creativa e produttiva, il peso delle ripetizioni quotidiane meno greve. A casa funziona lo stesso, senza pc, guardando dalla finestra il mare.

Non seguo molto le recensioni, anzi quasi nulla; provo ad impostare diversi luoghi in ricerca e mi lascio andare alle immagini.

 

La fotografia è la migliore espressione della nostra ricerca, ma anche dei nostri bisogni. Mi affido a lei.

 

 

Per innamorarti di un luogo, non devi progettare l’itinerario. Fai il contrario: lasciati captare dal fascino dei luoghi e solo dopo indaga; scoprire, ma solo dopo aver scelto per istinto. Il come è più importante invece: aereo, nave,piedi, auto, bici.

 

Io scelgo sempre la formula più sostenibile.

 

Una volta lì, mi piace spostarmi alla giornata, anzi, al momento, per cercare isole di piaceri di gola, della vista e dell’animo. Posti nuovi, pieni di storia, o contemporanei, paesaggi mozzafiato e spazi di tranquillità. Gli spostamenti devono essere meno “dispendiosi”, possibili, perché non so quello che farò più tardi e prevengo energie perse e spese inutili. Lo stesso faccio per gli alloggi, i più sostenibili, mi adatto facilmente, possibilmente eco.

 

Più dispendioso, invece, è il mio tempo; nel tempo del viaggio mi ci perdo, e’ il tempo dell’assurdo, in cui il giorno si scambia con la notte.

 

A volte, salti i pasti o li fai quando ti ricordi, o non ti ricordi addirittura, ma ti nutri solo per esigenza di sopravvivenza, piatti semplici che ti sembrano i più buoni del mondo,

 

magari solo un cocktail fresco alla frutta.

Altre volte mangi per ore, in silenzio, di fronte ad un panorama che ti toglie il fiato. O vaghi per ore senza voler trovare la strada del ritorno.


Punto luoghi in cui i flussi di massa siano il meno possibile percepibili, per questo non seguo in maniera pedissequa le recensioni, quelle che ti portano dove davvero vanno tutti.

Questo è il senso delle recensioni, no?

Insomma tentano di confluirti spesso dove andrebbero tutti, io invece voglio fare il contrario. Anche se poi le scrivo anch’io quelle recensioni per consigliare gli altri.

I blog di viaggi invece sono diversi. Quelli vanno letti eccome. Ce ne sono alcuni davvero interessanti. Ne cito solo due che mi son piaciuti molto. Ma ce ne sono anche di altri interessanti:

 

1. viachesiva.it

2. emotionally.eu by Sara Daniele, che ho avuto il piacere di conoscere a Roma.

 

In realtà la ragione per cui solitamente non programmo tramite gli altri è che penso a dove andare quando sono sul posto, magari cambio itinerario improvvisamente; mi lascio guidare dall’istinto e quando vedo qualcosa che m’ispira mi avventuro alla scoperta; se non mi piace, nulla di perso, se mi entusiasma, ci torno. Un viaggio sull’ignoto, l’incertezza ,la sperimentazione e la scoperta del momento. L' "On the road" è il viaggio che più mi entusiasma. Non mi collego per sapere che ne pensa il tipo che sta in Canada e che c’è già passato, contenta per lui.

 

Non vorrei raccontarti l’itinerario, perché in effetti non c’è, ma parlarti di un’anima in viaggio: la mia.

 
Semplicemente un’esperienza.

 

Inizio con un viaggio senza partenza, a cui faranno seguito gli altri due, per raccontarti, più in dettaglio, i luoghi che ho visitato, le emozioni, lo stupore e la bellezza acquisita. Magari la mia esperienza ti aiuterà.

 

L’ultimo mio viaggio è stato alle Canarie, Tenerife.

Prima di mettermi in viaggio, come moltissimi fanno, ho sentito la sensazione che l’andare in una terra totalmente sconosciuta mi avrebbe aperto scenari di vita insoliti ed affascinanti.

Avrei camminato sulla terra e sulla sabbia.

 

Dall’immaginazione alla realtà cambia tutto; e per fortuna.

E’ stato ancora più di bello. La realtà ha superato l’immaginazione.

Ho immaginato come fossero le spiagge selvagge, la natura,la diversità del paesaggio, le persone, il clima addosso. Starò bene, sentirò quel senso raro di appartenenza, le mie domande. Ma la prima curiosità era quella di sapere cosa avrei provato stando in aeroporto prima di mettere le ali.

 
Avrei messo le ali in senso vero e metaforico, scegliendo la libertà incosciente di andare, piuttosto che la coscienza di rimanere.

Come mi sarei sentita?

Davvero libera, come non mi accadeva da parecchio. La mia vita tra le mani. Partivo per conquistare ed essere conquistata. In quello status in cui non hai paura di nulla, hai la carica per far tutto, perché sai che se vuoi puoi tutto. Puoi scegliere anche per nuove prospettive e vi dico perché.

Qui vengo alle 2 ragioni del mio spostamento,quelle grandi motivazioni che rendono, secondo me, un viaggio speciale ed unico, non semplicemente una vacanza.

 

1. Contatto con la realtà: magari lavoro e socialità.

Viaggiare lavorando è un po' l’aspirazione di tutti, ma un regalo solo dei più coraggiosi. Io sono andata a prendere il mio. Coraggiosa? Non so, ma determinata.

A volte, la spinta di partire arriva in un momento di vita in cui cerchi di affermare di più la tua persona nel luogo dove stai, ma

Jhon Lennon dice che “la vita è quella cosa che ci accade mentre siamo occupati a fare altri progetti” ed io ci credo.

All’improvviso arrivano le volontà e le scelte che molte volte non hai il coraggio di fare perché procedi a passo lento. Un giorno le cogli al volo, di petto e scopri che finalmente hai le tue forze, che le tue fragilità rimangono solo belle e non più limitanti. In uno stato di serenità e grande energia ti butti per ricominciare a riprovarci a stare meglio di prima, meglio di tutti.

 

2. Scoperta e comunicazione: contatto con l’ignoto.

 
Godersi un percorso per arrivare ed una meta, piuttosto che vivere a pieno solo l’idea di un obiettivo, è sacrosanto.

Conoscere lungo il cammino, aprire il cuore per accogliere. Tracciare i propri passi e lasciare che altri segnino l’impronta su di te.

Partivo per visitare luoghi a me sconosciuti, comunicare con essi , condividere esperienze, fare conoscenze, parlare, incontrare, vivere gli spazi e le dimensioni, i flussi urbani e gli spazi vuoti della costa e dell’interno, il contatto con l’Oceano, i panorami, i suoi suoni e messaggi. Le sensazioni del silenzio e del riposo, quelle della tranquillità e della lentezza. Le emozioni della bellezza.

Allo stesso tempo la partenza prevedeva un obiettivo: conoscere davvero dove fossi, vivere nel quotidiano le dinamiche sociali,gli andamenti della vita, la comunicazione tra le persone.

 
Qui vengo al passo 2.

Partenza? Organizzazione.

2. Il mio progetto era di muovermi anche per aprirmi a nuovi orizzonti professionali nel mio campo. Incontrare professionisti disposti ad ascoltare ed intendere le mie intenzioni. Ho letto un’infinità di articoli su come muovermi. Qualcosa è andato in porto.

Ho anche scoperto che cercando specifiche di un altro Paese, nel tuo Paese, non trovi tutto ciò che vorresti trovare. La completezza ce l’hai solo quando cerchi nel luogo che ti interessa.


Quindi l’idea è stata un po' quella di non programmare tutto prima, tranne qualche appuntamento, ma di vivere un’esperienza dopo l’altra con occhi curiosi è vincenti.

 
Questa premessa ha cambiato, già prima di mettermi in viaggio, le caratteristiche della mia nuova avventura.

Appuntarsi soltanto poche e brevi cose sul taccuino di viaggio e partire per approfondirle.


Acquisto il minimo necessario perché il mio viaggio sia in sicurezza, fantasia e semplicità, insieme a tutti quegli oggetti irrinunciabili.

Gli oggetti irrinunciabili, quelli che occupano poco spazio ma tanto spazio dentro.

 
La prima tappa una farmacia: creme, solari, medicinali e quant’altro mi possa assicurare di non perdere tempo a cercare lì. Si, lo so che lì c’è tutto, ma io non voglio spendere il mio tempo in centri commerciali.

La seconda tappa, libreria e cartolibreria: le mie mete preferite. Nella valigia non possono mancare: un nuovo block-notes per gli appunti, un vecchio diario iniziato, un simpatico libro da leggere, una matita per sottolineare, il blocco schizzi in cui disegno col matitone/carboncino.

Poi gli oggetti a cui non rinuncio mai: occhiali, cappello, foulard, pochette da trucco, solare viso, deodorante e profumo da borsetta.

Il materiale tecnico: i-pod,macchina fotografica, telefono, navigatore aggiornato, cannocchiale, pc.

La compagnia: un’amica inseparabile, io!

Ecco fatto, ho tutto. Così comincia la mia avventura.

In questo articolo voglio iniziare con un breve accenno a come tutto abbia avuto il via:la prima emozione è viva. Mi ero ripromessa di scrivere e documentare i luoghi durante la mia permanenza, ma non l’ho fatto, ero troppo occupata a vivere ed essere felice.

 
Sono quindi a scrivere solo il semplice ricordo, per quanto dettagliato o meno. Il resto ce l’ho nella pelle.

 
Sentirsi felice è la prima circostanza e se quando viaggi non ti senti così perché ti porti dietro tutte le ansie, frustrazioni e magari giudizi e pregiudizi della terra che lasci e di quella in cui vai, è inutile mettersi in viaggio,torneresti la stessa persona di prima.

 
Qui accenno al terzo passo.

Il Via!

 
Eccomi giunta al volo. Ero in coda per il check-in, cappello ed occhiali in testa, emozioni dentro. La sensazione che cercavo era con me: la mia vita tra le mani dopo tanto tempo, io dentro ed il resto tutto fuori.


Si sa ormai “viaggio” è anche metafora di “viaggio interiore”.

Andavo per cercare i miei spazi, i miei luoghi da ristrutturare, per ritrovare le sensazioni più vere, i limiti e gli orizzonti, per scegliere di essere e non subire, decidere, non solo accettare.

 
Si sceglie sempre il luogo perfetto per far questo, il solo compatibile con il proprio essere. Io ho scelto quello più lento e cadenzato,in cui le tre componenti: natura, clima e ritmo si amalgamassero a rispecchiare ciò che voglio faccia parte della mia vita e sia affine alla mia natura.

Avevo tutto ciò che mi serviva per partire!

“Una partenza che percorro con le scarpe ai piedi, la testa sotto al cappello, la cartina in mano ed una finestra aperta nel cuore” . Il mio primo appunto.

La mia prima foto, assonnata ma felice.

 


La mia fortuna, un carissimo amico che mi aspettava. A lui devo immensa gratitudine per la disponibilità che mi ha offerto e per i sipari che di questa splendida terra mi ha spalancato.

Vero è che se in un luogo dove vai hai qualcuno che ti dia piacevolmente una mano a vivertelo meglio è una grande risorsa. Grazie Marco.

Un grazie anche a due splendide persone conosciute lì che mi hanno accolta. Sono tra le persone che ti segnano e che non perderai mai. Alejandro e Juan Carlos.

 


Scesa dall’aereo, era la seconda volta che andavo alle isole Canarie, un vento tiepido mi ha avvolta e la vista immediata dell’Oceano mi ha rapita.

 
C’ero già dentro con tutto, certa che quel tutto sarebbe stato incantevole e che l’avrei vissuto in ogni suo momento.

Bastava solo andare a prendere l’auto ed iniziare a viaggiare.

 

Alessandraf. 3 luglio 2017

 

 

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    • Alessandra Fanì

      Alessandra Fanì

      Architect

      Alba Adriatica / Italy

      Architetture Compatibili Nuovi Percorsi per Progetti Contemporanei Progettazione architettonica e urbana,interior design, ecodesign, designart. Concorsi, organizzazione eventi. Alessandra Fanì, specializzata nella PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA ECOCOMPATIBILE a “La Sapienza” di Roma, nella PROGETTAZIONE E ARREDO DI SPAZI ESTERNI PUBBLICI E PRIVATI al Politecnico di Milano ( OUTDOOR EXPERIENCE DESIGN ) e nella PROGETTAZIONE secondo i partametri NZEB ai Corsi “Prof/Trac Horizon 2020” presso )