Il 10 e 11 giugno 2017 debutterà a Torino Open House, un format internazionale che per un solo weekend all'anno apre al pubblico architetture generalmente inaccessibili.
Nato a Londra nel 1992, Open House è adesso presente in 32 città, tra cui Roma e Milano le cui edizioni si sono appena concluse.
Per la prima edizione torinese saranno aperti ben 111 spazi: appartamenti privati dal design originale in edifici storici come Palazzo Saluzzo di Paesana , alcuni villini liberty di Cit Turin e San Donato, gli edifici riqualificati e trasformati in centri culturali o terziario come l’ex INCET o il Lanificio di Torino, le case-studio dei professionisti come Zucca Architettura Factory e Studio Carlo Ratti Associati, hotel di design contemporaneo come l’Nh Collection Piazza Carlina Torino, il DUPARC Contemporary Suites, l’AC Hotel o come la Sinagoga, Santa Pelagia o la Parrocchia del Santo Volto.
E poi il Palazzo della Luce – Penthouse, un pionieristico concept residenziale con appartamenti che diventano ville urbane all'interno del gioiello neobarocco nel cuore del Quadrilatero romano, ex-sede Enel; Palazzo Bricherasio rimasto chiuso per anni dopo la stagione d’oro come centro espositivo, Palazzo Birago e Palazzo Affari della Camera di Commercio di Torino, gli spazi educativi della Scuola Chagall, della ludoteca il Paguro e il laboratorio di lettura del villino Caprifoglio; i grandi edifici in cerca di nuova funzione come Palazzo del Lavoro, Torino Esposizioni e Motovelodromo, in un dialogo continuo tra storia e architettura, tra presente e passato, tra diversi modi di pensare, di vivere e di essere nella città.
Nella lista dei 111 spazi aperti ci sono anche Casa Hollywood , 25 Green, le Torri Pitagora, Sermig - Ex Sellerie-Arsenale Militare di Torino, Piazza dei Mestieri, Casa Jasmina, Bivacco Urbano, Galleria Franco Noero, Casa pazza, Casa Okumé, Sala da ballo Le Roi, Casa Baloire, Spazio R3, Lombroso 16, Tre Colori, Domino, Casa Y, Pomba House, Archivio Tipografico, The Number 6, Casa Ozanam e Orto Alto, Gruppo Abele - ex Cimat, Luoghi Comuni - Porta Palazzo, Bossi House, Casa Oz, Casa nel Parco.
Alcune delle architetture visitabili sono visibili qui, la lista completa, con le schede di ognuna, è sul sito ufficiale dell'evento.
“Quando ho deciso di portare Open House a Torino avevo ben chiaro il patrimonio architettonico della nostra città. È successo due anni fa, a Londra, quando per un weekend, noleggiata una bicicletta, ho potuto visitare ben 40 architetture diverse, passando dalla community di Walter Segal con le case auto-costruite, alla sede di Som, che costruisce grattacieli, fino a vere e proprie chicche lungo i canali, che non avrei mai potuto visitare se i proprietari non avessero aperto le porte, durante Open House. Mi sono innamorato immediatamente del format e ho deciso di portarlo a Torino, pensando alla lunga storia della nostra città, che fu romana, poi capitale dei Savoia, con un senso di visionarità e l’ambizione di trasformarla in capitale europea, poi centro di sviluppo del barocco e infine culla del modernismo. La nutrita community di architetti locali contemporanei poi si è fatta coinvolgere facilmente nel progetto. Non è la prima volta che si cerca di portare Open House a Torino, ma questa volta non ci siamo fermati davanti agli ostacoli.” Racconta Luca Ballarini, fondatore e presidente dell’Associazione Open House Torino, che organizza l’evento.
“Vorrei anche sfatare un mito: quando abbiamo iniziato a lavorare al progetto, ci hanno detto ‘Siamo a Torino, chi mai aprirà le porte di casa’? Ecco, non è vero, Torino ha accolto l’idea meglio di quanto pensassimo e abbiamo trovato padroni di casa molto disponibili. Il tema dell’aprire casa agli altri, così di attualità e così difficile, si intreccia con il tema della privacy, la protezione di sé verso gli altri, in cui la casa rimane l’unico vero baluardo. Open House chiede di passare da un’architettura che è solo esteriore (quella che possiamo osservare dalla strada) a un’architettura che è anche interiore (quella che custodiamo in segreto, la mia casa come la mia anima, il luogo più esclusivo e solitario). È un passaggio ardito, ma due giorni l’anno, o anche solo uno, si può fare”.
Le visite sono gratuite, sono organizzate in modo diverso nei vari luoghi aperti, hanno in genere una cadenza regolare (ogni 20-30 minuti) e a volte sono condotte dagli stessi progettisti, così da soddisfare le eventuali curiosità dei visitatori.
L’associazione Open House Torino appartiene al network internazionale Open House Worldwide, l’organizzazione con sede centrale a Londra, e sedi indipendenti in Europa, America, Medio Oriente e Australia.
“Open doors, open eyes, open minds. When I started Open House in London 25 years ago, my aim was to raise awareness of places around us and foster a conversation on their value among citizens. I reckon the first edition of Open House Torino is going in the same direction, with an exceptional variety of buildings and houses. On June 10 and 11 you can own the city for 48 hours” (Victoria Thornton, fondatrice di Open House Worldwide, a proposito di Open House Torino).
Archiportale e Archilovers, dopo Roma e Milano, sono media-partner ufficiali anche di Open House Torino 2017.
comment