Amsterdam, per nulla lasciva

“Cos'è disegnare? Come ci si arriva? È l'atto di aprirsi un passaggio attraverso un muro di ferro invisibile che sembra trovarsi tra ciò che si sente e che si può.” Vincent Van Gogh

by Monica Botta
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Nella versione salutistica è tutta B&B: bulbi e biciclette. Ma anche canali, finestre e viali alberati.

Nella versione lussuriosa, quella per cui viene additata e spesso – purtroppo - svilita, è la città del proibito.

Amsterdam è soprattutto una città sospesa. Costruita con un sistema di palafitte, è formata da 90 isole, percorsa da più di 100 canali e attraversata da oltre 600 ponti. Linee d’acqua, mare, finestre e vetrine: Amsterdam è anche una città che si riflette.

Rigorosa nel ripetersi di fronti apparentemente tutti uguali. Case verticali con facciata a campana, a collo, a beccuccio esibiscono una trave col gancio al quale si appendeva la carrucola per issare le merci. L’inclinazione delle facciate permetteva, e permette ancora tutt’oggi, di issare il carico scostato dalla facciata. Meccanismo semplice che spiega la sensazione di instabilità, di labilità di certi fronti.

Prospetti con rilievi scolpiti, lastre, forme a cartone arrotolato, timpani, pinnacoli, occhi di bue e particolari decorazioni a forma di artiglio, sono la vera esibizione di Amsterdam: la sua architettura condensata, stretta, continua.

Ma se la parte storica della città ispira la maggior parte dei turisti classici, quella più moderna e di design dei Eastern Docklands, il vecchio porto di Amsterdam Oostelijk Havengebied, dati in mano a designer nazionali e internazionali, devono essere scoperti e fotografati.

Suggestivo il Python Brug uno strabiliante ponte rosso di 90 metri, permette di attraversare il Borneo per arrivare nella penisola di Sporenburg, dove l’architettura delle abitazioni è stata progettata dai residenti. L’interessante sperimentazione contemporanea di architetture in affaccio, è visibile a Java Islad grazie a interventi dell’architetto Sjoerd Soeters che è riuscito a mantenere un dialogo col passato delle facciate unificate, attraverso una rivisitazione attuale, giovane. A KNSM Island sono visibili i volumi residenziali di Joe Coenen, inusuali per la tradizione olandese, ma che riescono ad integrarsi con l’esistente, in un mix leggibile tra antico e moderno. Un’area, questa, che vive di un respiro nuovo, giovane.

Crogiolo di etnie, la città si arricchisce di persone che arrivano da tutto il mondo. L’Oriente attraverso numerosi locali esotici, indonesiani, è ancora presente e simbolo di un passato storico durante il quale la Compagnia delle Indie Occidentali, ha dato la possibilità agli Olandesi di aprire fiorenti commerci oltre oceano.

Ad Amsterdam si respira un’aria di cultura, che va oltre alla tolleranza dei quartieri a luci rosse o dei coffee shops. Da Rembrant a Spinoza, da Camus a Cartesio, la storia della città vanta un patrimonio culturale e letterario di ampio respiro, dedicato anche ad un’editoria che, in tempi difficili, ha permesso la pubblicazione di numerose opere vietate in Europa.

Amsterdam si manifesta come città giovane. Colti ed eclettici i suoi abitanti.

Da Nemo, uno dei più grandi centri scientifici opera di Renzo Piano, affacciato sul mare, alle house boat ormeggiate lungo i canali, sinonimo di un modo di vivere alternativo, oggi affittate anche ai turisti.

Da uno sguardo ammirato verso le pennellate dei quadri di Vang Gogh, custoditi nel più famoso museo, a un commosso saluto alle stanze che hanno ospitato Anna Frank e la sua giovinezza raccontata nel Diario.

Dal Museo dei Diamanti di cui è capitale storica nel commercio, ai coffeeshop dove è possibile consumare un quantitativo legalizzato di droghe leggere.

Dal variopinto mercato di fiori e bulbi sul canale Singel, alle vetrine al neon, dove il mestiere più antico del mondo viene palesato.

Contaminazioni etniche, culturali, sociali, di costume. Amsterdam è città libera, disinibita, anticonvenzionale.

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