Roma città interna | Onorato Di Manno

I grandi vuoti come sviluppo urbano Rome / Italy / 2013

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Nel 1871 Roma diventa Capitale d’Italia, da questo momento in poi subirà una profonda trasformazione urbana che porterà, a causa delle speculazioni edilizie, a una città profondamente diversa da quella che per secoli aveva sapientemente saputo rinnovarsi, facendo della stratificazione di epoche e stili la sua meraviglia. Roma si espande dunque senza una chiara pianificazione che porterà irrimediabilmente ad uno sviluppo urbano spontaneo e disomogeneo. I grandi vuoti urbani che oggi caratterizzano il tessuto della città sono i segni lasciati da questa crescita non programmata: autentiche porzioni di campagna inglobate dalla città dove le costruzioni si arrestano casualmente lasciando irrisolto il tema del legame tra il vuoto e il costruito. Attualmente Roma continua a crescere prevalentemente sulla spinta di interessi privati i quali stanno portando la città ad espandersi sempre più verso l’esterno al di là del raccordo anulare, consumando terreno agricolo e distruggendo il prezioso Agro Romano. L’idea che ha portato a sviluppare il progetto è quella di guardare con occhio critico l’espansione urbana della città di Roma provando ad immaginare uno sviluppo alternativo interno alla città esistente e limitato dal grande raccordo anulare, che sfrutti l’enorme potenziale dei vuoti mediante un macro sistema che li metta in relazione tra loro e con il resto della città. Una griglia modulare di un chilometro quadrato scansiona e definisce la pianta della città divenendone un rigoroso strumento di misura. Su tale griglia vengono impostati dei macro edifici a pianta cruciforme che ricuciono e riconnettono il tessuto frammentato della città, creando connessioni orizzontali e verticali, queste ultime limitate a minimi interventi puntuali che riattivano il vuoto donandogli una nuova identità senza negarne la natura rurale. L’utilizzo dell’impianto cruciforme, già sperimentato da Le Corbusier nel Plan Voisin, deriva dalla possibilità di ottenere un sistema di connessioni aperto e bidirezionale secondo gli assi Nord-Sud ed Est-Ovest. Alla semplicità morfologica viene affiancata una ricchezza e complessità del programma funzionale, il quale prevede l’insediamento di tutti i servizi e gli spazi della città all’interno di un unico grande edificio. L’oggetto architettonico e la città si fondono dunque in un organismo ibrido che si pone come un nuovo modello di quartiere e come strumento critico nei confronti degli attuali criteri di espansione della città di Roma.
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    Nel 1871 Roma diventa Capitale d’Italia, da questo momento in poi subirà una profonda trasformazione urbana che porterà, a causa delle speculazioni edilizie, a una città profondamente diversa da quella che per secoli aveva sapientemente saputo rinnovarsi, facendo della stratificazione di epoche e stili la sua meraviglia. Roma si espande dunque senza una chiara pianificazione che porterà irrimediabilmente ad uno sviluppo urbano spontaneo e disomogeneo. I grandi vuoti urbani che oggi...

    Project details
    • Year 2013
    • Status Research/Thesis
    • Type Neighbourhoods/settlements/residential parcelling
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