Peres Peace Center | Studio Fuksas
Jaffa / Israel / 2009
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A home port for all sailors and a haven for the shipwrecked. To imagine a place that is not virtual, but real. To be dedicated to Peace, is an immensely taxing undertaking of profound ethical significance.
Peace is a spiritual condition, an aspiration: tension and utopia.
The projection of will into the future is also an expression of hope that our children and future generation will live in a better world. Peace cannot be enclosed in wrapping: it’s, rather, a sensation of fullness and serenity that can be communicated through a place, or through architecture.
[IT]
Una patria per tutti i marinai ed i naufraghi.
Pensare un luogo non virtuale ma reale, da dedicare alla Pace, è impresa di grande impegno e profonda intensità etica.
La Pace è un luogo dello spirito, è una aspirazione, è tensione ed utopia!
La proiezione nel futuro di una volontà è anche speranza che i nostri figli, la futura generazione, vivano meglio.
La pace allora non è circoscrivibile con un involucro. Piuttosto è un sentimento di pienezza e di serenità che uno spazio, una architettura, possono comunicare.
Ho pensato ad una stratificazione, ad una costruzione che rappresentasse il TEMPO e la PAZIENZA. Stratificazione di “materia” alternata dei luoghi che più hanno sofferto. Il cemento composto con differenti sabbie ed inerti, alternati e sovrapposti. Un basamento in pietra che tenga l’edificio sollevato rispetto al luogo d’incontro, dal quale si entra attraverso due lunghe scale in un luogo di riposo, in cui le dimensioni e l’altezza, con la luce che filtra dall’alto, ci porti a dimenticare gli affanni del mondo, e ci dia un’attitudine positiva, necessaria all’incontro con altri uomini e altre donne.
Il volume esterno è costituito da una stratigrafia di cemento alternata da altri in vetro translucido. Il giorno, la trasparenza del vetro filtrerà all’interno la luce, e la notte la ridarà all’esterno affidando ad una magica immagine il messaggio spirituale e concreto che l’edificio vuole evocare.
Il Centro della Pace è un parallelepipedo ottenuto dalla stratificazione di piani irregolari di vetro e di cemento, appoggiato su un basamento monolitico: ad un’estremità di questo c’è l’ingresso al parcheggio delle auto, dall’altra l’ingresso pedonale. In questo punto il basamento diventa una grande piazza, un piano pulito tagliato longitudinalmente da due sole rampe simmetriche che introducono all’interno della piastra.
Da questo ambiente buio si arriva ad uno spazio aperto e illuminato per tutta l’altezza dell’edificio, dove è collocata la reception. Da qui è visibile l’alternanza di layers di luce e d’oscurità. Il resto del piano è destinato ad accogliere manifestazioni di vario tipo. I rimanenti sei piani - che coprono una superficie di circa 600 mq, con un’altezza di piano di 3.4 ml - sono raggiungibili con scale ed ascensori.
Massimiliano Fuksas
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A home port for all sailors and a haven for the shipwrecked. To imagine a place that is not virtual, but real. To be dedicated to Peace, is an immensely taxing undertaking of profound ethical significance. Peace is a spiritual condition, an aspiration: tension and utopia. The projection of will into the future is also an expression of hope that our children and future generation will live in a better world. Peace cannot be enclosed in wrapping: it’s, rather, a sensation of fullness and...
- Year 2009
- Work started in 2003
- Work finished in 2009
- Client Peres Center for Peace (Israel)
- Status Completed works
- Type Multi-purpose Cultural Centres / Media Libraries
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