Casa museo Académie Vitti
Atina / Italy / 2013
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Si trattava di intervenire su una antica abitazione di campagna ad Atina, in provincia di Frosinone, di proprietà privata, da trasformare in casa museo dedicata agli artisti e modelli Cesare Vitti e le sorelle Maria, Giacinta e Anna Caira, fondatori di una delle più importanti scuole o atelier d’arte sorti alla fine del sec. XIX a Parigi, l’Académie Vitti, che lì avevano vissuto dal 1915 fino al 1949.
Sul finire del XIX secolo le accademie private, create a Parigi a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, ricoprono un ruolo fondamentale per lo sviluppo delle arti figurative e la creazione di un linguaggio nuovo. In esse trovarono l’ambiente giusto per la propria formazione alcuni degli artisti più innovativi del tempo dai Nabis ai Fauves, da Cézanne a Matisse.
Tra le molte accademie nate nella Parigi della Belle Epoque si distinse per la qualità dell’insegnamento e il numero elevato degli iscritti proprio l’Académie Vitti, sita al numero 49 di Rue de Montparnasse. Cesare Vitti e Maria Caira, immigrati italiani conosciutisi e sposatisi nella Ville Lumiére e le sorelle Giacinta e Anna distinsero subito come modelli, seguendo un “tradizione” che fin dal ‘700 ha reso famose nel mondo dell’arte le genti ciociare.
Ubicata nel grande sottotetto illuminato da enormi vetrate della palazzina di proprietà, poteva vantare ben tre turni quotidiani di lezioni e un’intera classe completamente femminile, offrendo agli allievi provenienti da ogni parte d’Europa e d'America la possibilità di disegnare dal vero grazie alla presenza continua di modelli professionisti e professori di grande professionalità, tra cui Paul Gauguin, Luc Olivier Merson, F. Mac Monnis e Kees Van Dongen.
Quando tornarono in Italia nel 1915, portarono con sé nella casa di Atina, che rappresentò nella tranquillità della terra natale un ideale rifugio in un mondo che andava velocemente cambiando, parte del materiale di lavoro nell’atelier e per il resto della vita continuarono a coltivare la passione per l’arte.
Il materiale in esposizione nello spazio museale è quello che gli eredi di Maria e Giacinta Caira e Cesare Vitti hanno custodito nella casa dove hanno vissuto fino alla loro morte: schizzi e disegni di nudo, maschile e femminile, realizzati su carta a matita o carboncino provenienti dall’accademia parigina eseguiti da allievi e maestri, fotografie di modelli (spesso le tre sorelle Caira) in costume che erano utilizzate per le lezioni, realizzate da alcuni dei maggiori fotografi dell’epoca come Nadar, Naudet, cartoline postali e illustrate a documentare le relazioni personali e professionali, quadri e disegni di mano di Giacinta stessa, opere di collezione, fotografie di famiglia e d’atelier che testimoniano momenti importanti della quotidianità dell’insegnamento nella sede parigina di Boulevard de Montparnasse – artisti, insegnanti, allievi, modelli, le sorelle Caira e Cesare Vitti, mobili ed oggetti d’arredo.
Il museo non si struttura come vera e propria casa-museo, dal momento che l’abitazione sia al piano terra che al primo piano ha perso molto del carattere, del vissuto della famiglia Vitti-Caira, pur conservando l’atmosfera attraverso gli arredi e i molti oggetti o quadri conservati. Difficilmente si può ricreare un luogo e il suo vissuto. Ciò nonostante la casa è appartenuta alle sorelle Caira e a Cesare Vitti, lì hanno vissuto al rientro in Italia dopo il 1915 e fino alla loro morte ed è stata custode per più di novant’anni di un eccezionale patrimonio culturale.
La casa come custode, questo il concept del museo.
Il piccolo museo si articola al piano terra dell’abitazione, un tempo destinato a cantine, mentre gli ambienti al primo piano accolgono la segreteria, le sale espositive e una sala dedicata a incontri e seminari.
Gli interni si sono spogliati di superfetazioni attuali, hanno recuperano un’atmosfera sottesa, simbolica, astratta, di rimandi, sottolineata dalle finiture, - la pietra a vista stilata, le pareti e i soffitti intonacati e tinteggiati nei colori nero e rosso rubino -, dall’allestimento museografico vero e proprio e dagli arredi, e si sono strutturati come luogo della narrazione e della memoria.
All’interno al piano terra è stata conservata, enfatizzandola, l’attuale concatenazione degli ambienti, in modo da mantenere un continuum spaziale, uno spazio fluido, in cui l’allestimento espositivo si articola senza soluzione di continuità.
La pavimentazione in parquet di rovere nei colori nero, rosso e naturale, disposto a correre diagonalmente, non solo ricorda nella colorazione la pavimentazione in piastrelle di cemento esagonali dell’inizio del novecento dello spazio reception, ma dinamizza gli ambienti ed interagisce con l’astrazione dell’allestimento.
L’allestimento, in un’atmosfera astratta sottolineata dalle finiture, offre al visitatore un percorso, attraverso gigantografie, una accurata selezione dei bozzetti, degli arredi, degli oggetti, delle fotografie e dei documenti più significativi, quinte espositive, di racconto biografico dei protagonisti e soprattutto di racconto della straordinaria esperienza dell’Académie Vitti.
Una lunga quinta lineare espositiva in legno laccato di colore nero e plexiglass, su cui spicca un filo rosso che ricorre su tutte le pareti espositive, funge da segno fortemente simbolico e guida per il visitatore lungo tutto l’allestimento.
Su di essa si appuntano una selezione degli eccezionali disegni a carboncino degli allievi, disposti in maniera seriale, così come nelle accademie, evocativo rimando al luogo di origine anche quando l’allestimento racconterà di altro.
Nel primo ambiente un divano d’epoca ed un piccolo tavolino di servizio in stile giapponese, appartenuti a Maria e Giacinta Caira e a Cesare Vitti, una gigantografia delle sorelle Caira e di Vitti, come oggetti incipit, simbolici e di sorpresa per i visitatori, rimanderanno ad una ideale conversazione con quelli che furono i padroni di casa, per dare inizio al racconto e al ricordo.
Una parete pannello prospiciente in legno laccato di colore nero, illuminata da faretti sospesi a soffitto, in parte supporto ai testi serigrafati ed in parte supporto ad una vetrina in legno laccato di colore rosso rubino con gli oggetti e le fotografie, fissa il ritratto di Maria, Giacinta e Anna Caira e di Cesare Vitti, mentre un disegno a matita di Luc Olivier Merson e un dipinto ad olio dedicati a Giacinta Caira faranno da reale contrappunto.
Se il primo ambiente introduce biograficamente i protagonisti, il secondo è esclusivamente dedicato all’Academie Vitti.
Ancora oggetti incipit, illuminati da faretti sospesi a soffitto, appariranno ai visitatori.
Il secondo ambiente è esclusivamente dedicato all’Académie: un cavalletto, uno sgabello in legno e paglia, le gigantografie con gli allievi e i docenti, le fotografie tratte dagli album dei modelli rafforzano il leit-motiv della narrazione.
Ancora una parete pannello laccata di colore nero, disposta di sfondo a comprendere gli oggetti, funge da supporto non solo per i testi, le gigantografie, ma anche ad una bassa teca in legno laccato di colore bianco puro, disposta a penisola, chiusa da cubi in vetro temperato in cui sono disposti quasi affastellati e protetti in supporti verticali di plexiglass la miriade di cartoline di corrispondenza dei protagonisti con gli allievi, gli artisti-docenti, i fotografi, testimonianza anche del luogo, dell’attività, dei legami dell’Academie Vitti.
Il percorso museografico prosegue per concludersi in una piccola saletta audio-video, attrezzata con sedute. Due vetrine, illuminate da una luce diffusa, espongono gli oggetti di arredo, d’arte, i libri, appartenuti alle sorelle Caira, mentre attraverso le immagini e un video filmato proiettati il visitatore potrà immergersi completamente nella vita artistica parigina di cui l’Accadémie Vitti fu protagonista.
La lunga quinta espositiva in legno laccato di colore nero e plexiglass, filo conduttore di tutto l’allestimento, con gli originali esposti dei disegni a carboncino, nella saletta audio-video si risolve, avvolgendone in parte le pareti.
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Si trattava di intervenire su una antica abitazione di campagna ad Atina, in provincia di Frosinone, di proprietà privata, da trasformare in casa museo dedicata agli artisti e modelli Cesare Vitti e le sorelle Maria, Giacinta e Anna Caira, fondatori di una delle più importanti scuole o atelier d’arte sorti alla fine del sec. XIX a Parigi, l’Académie Vitti, che lì avevano vissuto dal 1915 fino al 1949. Sul finire del XIX secolo le accademie private, create a Parigi a partire dalla seconda metà...
- Year 2013
- Work started in 2013
- Work finished in 2013
- Client Associazione culturale "Académie Vitti"
- Contractor Falegnameria Giuseppe Bastianelli, Atina, Fr e Carlo Tamburrini Parquet, Atina, Fr
- Status Completed works
- Type Museums / Interior Design / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Building Recovery and Renewal
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