ROBERTA FIORE ALESSANDRA MIGNELLI Chiesa della Madonna Nuova
"Meraviglie senza fine saltano fuori da semplici regole, se queste sono ripetute all'infinito. [B. Mandelbrot] Naples / Italy
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Progettare un edificio sacro significa affrontare il delicato tema della fede: quella forza motrice che ha spinto gli uomini lungo il corso dei secoli ad avvicinarsi e, al contempo, a scontrarsi. Alla base della fede si cela uno dei bisogni primari e primitivi dell’uomo, quello di credere in qualcosa, che non si vede a occhio nudo, se non attraverso l’occhio interiore.
L’architetto è chiamato a soddisfare questo bisogno: fare un omaggio alla fede, non limitandosi a rispondere a necessità di tipo fisico - funzionale, ma di creare un luogo capace di accontentare e gratificare l’occhio e l’anima del fedele, nel quale il credente riconosce l’allegoria cristiana attraverso il filtro della propria sensibilità.
E non solo, tramite le sue capacità, l’architetto deve ottemperare anche le esigenze di chi, pur non essendo fedele, ha diritto ad osservare un edificio che sia piacevole alla vista, capace di suscitare sensazioni di stupore e di curiosità.
Questo significa per l’architetto dover fare una riflessione molto profonda che lo porta ad arricchirsi di suggestioni e a convertirle in materia, in modo da poter creare un legame tra uomo e Dio, tra segno e significato, tra visibile e invisibile.
Nel voler rispondere alla richiesta del fedele, l’architetto deve immedesimarsi nella figura del credente, facendo sì che questi accetti l’architettura proposta e riconosca in questa i significati mistici della fede, che permeano la progettazione e la condizionano in maniera latente.
Sarà solo in questo modo che il materiale e l’immateriale si uniranno per farsi espressione della religiosità, in un processo dal quale fedele e architetto ne usciranno entrambi arricchiti.
PROGETTO
Il progetto si compone di due elementi che fanno riferimento alla sfera razionale e quella mistica, in un continuo gioco di dicotomie e di scambio tra i ruoli.
L’ingrediente razionale corrisponde ad un frattale, definito come un oggetto geometrico dotato di autosimilarità e che consiste nella ripetizione della sua forma nello stesso modo su scale differenti, “creando immagini di rara bellezza” (cit. Giancarlo Priori).
Quello mistico, invece, si esplica attraverso la simbologia della conchiglia, che corrisponde, nella religione cristiana, alla figura della Madonna, generatrice di un elemento raro, quale la perla, a sua volta simbolo di Cristo Gesù. Le due componenti risultano essere l’una rappresentante dell’energia creatrice del mondo [“utero universale contenitore delle acque originali e dei germi degli esseri umani”], l’altra, figlia della conchiglia, simbolo di purezza e preziosità. Razionale e mistico si fondono a comporre il progetto: il frattale imposta la composizione planimetrica, la conchiglia ne caratterizza quella volumetrica, in un gioco di scambio tra le parti che vede il continuo alternarsi di elementi razionali e mistici.
Volumetricamente il progetto si concretizza in una struttura geodetica in bambù rivestita con piastrelle di madreperla, custodita tra le due valve esterne della conchiglia in cemento armato, rivestite di pietra, che si dischiudono verso l’alto, generando l’effetto di doppia pelle, espressione dell’ immagine di guscio protettivo.
La dicotomia tra razionale e mistico si fonde in pianta attraverso il significato delle valve, che rappresentano i due Testamenti della Bibbia, e che guidano la disposizione delle funzioni interne. In questo modo si dispongono a Nord le funzioni che precedono l’avvento di Cristo in terra, quali colloquio del fedele con il parroco, altare del santo e sagrestia, conferendo alla valva il simbolo di Antico Testamento; a Sud, invece, le funzioni del fonte battesimale, della penitenzeria e della cappella feriale, legate al Nuovo Testamento.
Elementi di unione delle due valve sono posti ad Ovest e ad Est e sono il portale d’ingresso e l’abside.
Il primo funge da filtro alla doppia pelle, assimilando il carattere reticolare della struttura geodetica e quello massiccio del materiale della conchiglia. L’abside, posto ad Est, secondo l’orientamento ottimale della zona absidale, si compone di un altare che rimanda alla forma di due mani aperte e volte verso il cielo, e due pareti, che assumono la forma di un libro aperto, rimando alle pagine della Bibbia, sulle quali è incisa la frase tratta dai Corinzi : “Le cose che si vedono sono per un tempo, quelle che non si vedono sono eterne” [Corinzi 4:18].
La luce che invade la zona absidale penetra da un taglio sulla struttura geodetica, in corrispondenza del quale il vetro si sostituisce alla madreperla e forma, con il taglio trasversale della perla, una croce. Ciò che è sottratto alla perla si materializza all’esterno, formando una croce in cemento armato, motivo che definisce il carattere della costruzione e che al tempo stesso simboleggia la dodicesima stazione della Via Crucis, che circoscrive l’esterno della chiesa.
L’orientamento ovest-est collega l’ingresso all’altare grazie ad un percorso di luce centrale generato dal taglio sulla copertura della struttura geodetica e rappresenta la guida luminosa che conduce il fedele nel suo percorso verso Dio.
La caratteristica di asimmetria del frattale ha aiutato ad aggiungere un ulteriore livello di significati al progetto. Esso infatti è caratterizzato da un asse centrale che lo divide in due parti tale che, una cresce in maniera esponenziale rispetto l’altra. Questo ha permesso di porre a Nord gli elementi più spessi [sezioni murarie di 1,34 volte più grandi rispetto quelle a Sud], dai quali filtra minore quantità di luce rispetto a quanta ne entrerebbe a Sud in corrispondenza della valva del Nuovo Testamento. Nulla è lasciato al caso, data l’importanza che assume il linguaggio della luce nel simboleggiare la componente sacra: la luce è volutamente regolata per creare una forte enfasi di passaggio dal buio che anticipa la venuta di Cristo in Terra, alla massima presenza di luce, che si fa espressione di Dio stesso.
Oltre la luce diretta proveniente dall’alto, la chiesa riceve al suo interno una luce soffusa che attraversa lo spazio compreso tra le due strutture ed entra dal vetro posto nella parte basamentale della perla.
Tra le due strutture è presente uno specchio d’acqua, visibile attraverso il reticolo del portale, che accoglie la conchiglia nel suo habitat naturale, offrendo un ulteriore spunto di simbologia al fonte battesimale, come se questo fosse alimentato da una sorgente che dal fiume confluisce al mare, richiamo al battesimo di Gesù nelle acque del fiume Giordano. Il fonte battesimale è posto in prossimità dell’ingresso della chiesa, come simbolo di purificazione per coloro che entrano, ed è pensato come una vasca ad immersione, nella quale si discende attraverso sette gradini (simbolo di espiazione dei sette vizi capitali). Esso inoltre è composto da un’altra rampa di scale che permette al parroco di battezzare il neonato grazie ad una piccola vasca accanto a quella principale.
Al di sopra è posto un elemento scultoreo a forma conica, simbolo della luce divina che scende sull’uomo che si approssima a divenire cristiano. E’ costituito da tre spirali concentriche, ruotate rispetto ad un centro, che rappresentano la Trinità: l’identità del Padre, Figlio e Spirito Santo è dichiarato dalla scelta dei materiali (ceramica, terracotta e vetro). Due spirali si incontrano a formare una croce, anch’essa rivolta ad Est, mentre solo quella di terracotta scende a terra, a simboleggiare la venuta di Cristo in Terra.
MATERIALI
I materiali utilizzati sottolineano il gioco di dicotomia che caratterizza il progetto: a materiali poveri, ma anche sostenibili e validi per usi strutturali, come il bambù si alternano altri preziosi come la madreperla, usata nelle varianti di colore bianco, giallo e rosa per il rivestimento della perla, del portone e della cappella feriale, piastrella di pregio utilizzata per enfatizzare la preziosità della sede.
La pietra invece viene utilizzata per il rivestimento della conchiglia, attraverso un gioco di giustapposizione di triangoli che formano una sorta di “bugnato esagonale”. Questo permette alla luce di rifrangersi e di creare discontinuità di luce e ombra che arricchisce la veste della conchiglia di motivi suggestivi e affascinanti.
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Progettare un edificio sacro significa affrontare il delicato tema della fede: quella forza motrice che ha spinto gli uomini lungo il corso dei secoli ad avvicinarsi e, al contempo, a scontrarsi. Alla base della fede si cela uno dei bisogni primari e primitivi dell’uomo, quello di credere in qualcosa, che non si vede a occhio nudo, se non attraverso l’occhio interiore. L’architetto è chiamato a soddisfare questo bisogno: fare un omaggio alla fede, non limitandosi a rispondere a necessità di...
- Status Unrealised proposals
- Type Churches
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