Nuovo Spazio di Casso
Recupero dell'ex scuola di Casso Casso / Italy / 2009
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La storia dell’edificio è segnata dalla Catastrofe del Vajont. Le lacerazioni visibili in facciata sono una testimonianza eloquente degli effetti che causò la massa d’acqua.
L’edificio, prossimo nella sua distanza dall'antico abitato di Casso, è stato una scuola. Si è pensato che le mura offese dovessero rimanere tali, come se una data vi fosse rimasta impressa. Scolpita. Non era in alcun modo scontato.
La scuola ha “subito”, come sorte, un “nuovo inizio”. Cancellata l’innocenza della motivazione originaria, permane il ruolo “pubblico”.
Da lontano: una forma di pre-visione. Una nuova copertura. Di solito una forma che conclude, stabilizza. In questo caso è lì per essere “raggiunta”.
L’intervento: un attraversamento dell’edificio esistente, il traguardo di un percorso che lo attraversa. L’edificio esprime solo l’energia di un movimento che lo trascorre. Il “continuare” a muoversi come condizione per ri-utilizzarlo.
La piattaforma: quella che dapprima ci appariva una promessa, un
invito, adesso viene mantenuta. Si riesce a traguardare “da fuori” la Diga: il momento di maggiore instabilità è, forse, quello più stabile.
L’esterno dell’edificio ti accompagna anche quando lo percorri, dopo puoi solo rivederlo.
Si è trattato di costruire su quanto è rimasto, di produrre un avvicinamento fra queste due dimensioni.
L’edificio, prossimo nella sua distanza dall'antico abitato di Casso, è stato una scuola. Si è pensato che le mura offese dovessero rimanere tali, come se una data vi fosse rimasta impressa. Scolpita. Non era in alcun modo scontato.
La scuola ha “subito”, come sorte, un “nuovo inizio”. Cancellata l’innocenza della motivazione originaria, permane il ruolo “pubblico”.
Da lontano: una forma di pre-visione. Una nuova copertura. Di solito una forma che conclude, stabilizza. In questo caso è lì per essere “raggiunta”.
L’intervento: un attraversamento dell’edificio esistente, il traguardo di un percorso che lo attraversa. L’edificio esprime solo l’energia di un movimento che lo trascorre. Il “continuare” a muoversi come condizione per ri-utilizzarlo.
La piattaforma: quella che dapprima ci appariva una promessa, un
invito, adesso viene mantenuta. Si riesce a traguardare “da fuori” la Diga: il momento di maggiore instabilità è, forse, quello più stabile.
L’esterno dell’edificio ti accompagna anche quando lo percorri, dopo puoi solo rivederlo.
Si è trattato di costruire su quanto è rimasto, di produrre un avvicinamento fra queste due dimensioni.
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La storia dell’edificio è segnata dalla Catastrofe del Vajont. Le lacerazioni visibili in facciata sono una testimonianza eloquente degli effetti che causò la massa d’acqua. L’edificio, prossimo nella sua distanza dall'antico abitato di Casso, è stato una scuola. Si è pensato che le mura offese dovessero rimanere tali, come se una data vi fosse rimasta impressa. Scolpita. Non era in alcun modo scontato. La scuola ha “subito”, come sorte, un “nuovo inizio”. Cancellata l’innocenza della...
- Year 2009
- Work started in 2006
- Work finished in 2009
- Client Comune di Erto e Casso
- Contractor Bellotto Impianti Srl (VE)
- Status Completed works
- Type Multi-purpose Cultural Centres / Museums
- Websitehttp://www.domusweb.it/it/notizie/2013/03/18/valentino-stella-spazio-espositivo.html
- Websitehttps://debiasi-stella-architetti.it/
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