casa funeraria | renato melai

Cadoneghe / Italy / 2012

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RIFLESSIONI ED OBIETTIVI PROGETTUALI Tema del progetto: ricerca di cosa il mercato offre ,dopo la morte di una persona cara,la per dare al triste evento una adeguata celebrazione sia al al defunto che alle persone che sono coinvolte nell’evento . tema di progetto : la casa funeraria che cosa significa? appunto :questo è il tema , si tratta di una tipologia che si sta facendo strada nella vita sociale ad integrazione dell’obitorio e del cimitero . È tipologia nuova,in Italia ,e si sa sviluppando commercialmente come luogo di transito sostitutivo della camera ardente ,dell’obitorio,come prima,e mira ad offrire un approccio,per così dire “plurale”,laico o religioso al defunto. In genere poco si pensa alla morte od a ciò che prova un individuo in occasione della morte di un proprio parente ed alle incombenze pratiche e simboliche che l’evento suscita nell’ambito famigliare Queste sono esperienze di tutti ma sono molto individuali,specifiche della propria formazione,cultura e tutte le altre considerazioni di cui si può parlare. A queste riflessioni la tipologia casa funeraria dovrebbe poter offrire soluzioni articolate Ma il sentire la percezione della morte come media aritmetica di una popolazione ,in modo da darne una lettura in termini di spazio ,adeguata al mondo attuale ove gli individui vivono una vita spirituale più articolata ,la sfera religiosa è attraversata dalle proposte più svariate che vanno dagli integralismi all’indifferenza Obiettivo è riuscire 1- a captare se i rituali storici coprono e livellano ,anche in modo positivo,alla fine il dolore individuale e lo indirizzano in forme quasi asettiche di rappresentazione dello stesso ,in modo che uno non possa perdersi nei meandri del proprio io ,della propria percezione del dolore da abbandono …. 2- a capire se invece, il percorso individuale, sulla scia dell’”antologia di spoon river” ,di Ugo Foscolo,di Carlo Scarpa ad Altivole con la tomba di Brion con le meditazioni sulle metamorfosi e su De rerum natura…possono portare ad individuare comunque un atteggiamento individuale come media aritmetica . 3-capire se offrire spazi e percorsi attorno alla macchina commerciale che offrano a- l’occasione all’isolamento come possibilità di riflettere sulla morte di una persona cara b- l’occasione di ripensare e salutare assieme ad altri la persona cara estinta c- l’occasione di riflettere su se stessi ed il proprio rapporto con il probabile nulla o con il probabile paradiso,inferno ,purgatorio possa essere contemporaneamente un servizio sociale che un valore aggiunto all’offerta commerciale od addirittura intrinseco alla stessa.


dialogo sui massimi sistemi della morte e dintorni


r-Serena giornata.


Già, mi sono realmente chiesta:"...la casa funeraria. Ma che cosa significa?"


Ritenevo fosse superata la richiesta di un alloggio post mortem, sia per chi crede che la vita continui nell'eternità sia per chi ritiene che il nulla abbracci e custodisca il nulla di noi.


Qualsiasi verbo riferito al " nulla" è pleonastico. Leggo nella Tua:" Mio padre, mia madre, il vuoto in cui sono spariti". Spariti non significa necessariamente annullati.


Casa funeraria, mausoleo, obitorio, tomba di famiglia, pira indiana, piramide, sepoltura nella nuda terra, ibernazione tutti questi modi di concepire la sistemazione dei nostri defunti ha senso per i vivi, mantiene viva la pietas e ci costringe a riflettere sull'importanza della vita.


  Sei impegnato in una bella sfida con te stesso, come uomo e come professionista. Tu progetterai una "casa funeraria", indipendentemente da chi sia il committente, papa, re, privato cittadino, impresa del settore, perché sarà una casa per i vivi a ricordo di chi non sarà più visibilmente presente secondo le categorie di spazio e tempo.


A me piace l'idea della sepoltura senza nome, praticata dai monaci di clausura. La vita ama la vita e dimentica la morte. La morte esiste quando dimentichiamo i vivi, che muoiono con la nostra indifferenza. Beh, non avrei mai immaginato che ti capitasse una richiesta del genere...fammi sapere.


 


   Ren-più visibilmente presente secondo le categorie di spazio e tempo…buona definizione,però non concordo sul fatto che la vita ami la vita e dimentica la morte,forse la propria morte ,perché non riesci a vederti chiuso ed immobile in qualche bara,non riesci a pensare che verrà un momento in cui non potrai piu’ vedere e sentire la vita fremere attorno am te,nel pulviscolo,nelle piante negli occhi di una donna ,nei tuoi occhi,ed allora fingi di dimenticare la morte sperando che lei non ti veda ,fischietti indifferente ,sperando che non si accorga che eri tu il suo obiettivo…vivi ,corri pensi,non pensi ,ami o credi di amare .il pensiero di chi non è più presente secondo le categorie di spazio e tempo(Grazia dixit) ,però non ti lascia ,ti segue ,chiudi gli occhi ed esso è lì,ti sdraia sull’erba e guardare il cielo..ecco..si affaccia tra l’occhio destro ed il sinistro ,cerchi di scacciarlo ..ma riappare dopo un po’ mentre dormi  ..ti dice..ma come sei invecchiato  ..guarda me sono sempre uguale…e via andare.


I morti sono visibili ,magari con gli anni sono più pigri,arrivano  con più calma,magari intanto vanno a trovare qualcun altro…Beh,è una bella storia quella della morte e degli effetti collaterali su chi rimane..


E’ su questo che prospera l’industria del caro estinto .i monaci di clausura fanno bene a morire e sparire sotterra senza nome..lo fanno ed hanno potuto farlo perché sono una “nicchia di mercato” marginale !!!cosa importa all’industria funeraria una nicchia in via di estinzione naturale???e’ un pensiero stupido perché non si rende conto che tutti noi ,i nostri “io”,siamo come monaci di clausura,chiusi in mezzo al frastuono del mondo isolati in mezzo alle urla ed ai rumori che continuamente fanno in modo di stimolarci all’isolamento inconscio del nostro io,alla non volontà di comunicare veramente con gli altri,per la paura di scoprire che anche gli altri recitano senza sapere il ruolo di persone e non di individui.


È vero progetterò una casa per i vivi e cercherò di dar loro occasione di incontrarsi a tu per tu con il pensiero  della  morte ,l’occasione di misurarlo su se stessi ,di capire di essere comunque in ritardo ,di non essere preparati all’incontro,di scoprire che per tutti la vita riserva un angolo oltre il quale lo abbandonerà ,affidandolo alla morte,così ,semplicemente ,come spegnere la luce…


 


r-Mi hai stordito con le riflessioni sulla vita e la morte.Mi ci arrovello dal momento in cui mi hai parlato del progetto cui stai lavorando: la casa funeraria per i vivi. Ci sono dei canoni già conosciuti ai quali ispirarsi? Stile americano, etrusco, egizio, scandinavo, tibetano, arabo? L'impresa committente ha individuato quali siano gli ambienti necessari e quelli di rappresentanza? E tu, di quanta libertà di immaginazione puoi disporre per il progetto? Potresti prendere in considerazione l'inserimento di un pub scozzese o irlandese dove ricordare il trapassato con fiumi di birra...


oppure di un salottino anglosassone dove ricevere parenti e amici per le condoglianze, o un circolo tipo "dopolavoro ferroviario". Dico delle scemenze, lo so, ma tu mi hai confidato che ogni tua idea nasce da linee che inizi a tracciare, non necessariamente pensando che si tratti di quelle decisive. Resto dell'idea che l'inumazione o la cremazione non abbiano a perpetuare il nome del defunto alle generazioni che seguiranno.  


 


Ren-Mi perdoni ma….le odi di Omero,le canzoni dei trovatori,non cantano e tramandano l’azione del mondo?dell’uomo che trascorre sulla terra ,segnandola e noi da millenni raccogliamo la memoria di chi ci precede per spostarla nostra esistenza avanti od indietro attraverso la conoscenza che ci hanno dato,o che noi abbiamo creduto ci volessero dare?l luoghi di culto ,di tutte le religioni non celebrano e mantengono in vita il ricordo del pensiero e delle opere di qualche morto?


Ammetto che possa essere secondario ricordarne il nome ..la memoria di quell’esistenza però..


Comunque non è tema del progetto il nome sulla tomba,non fa parte  del tema,la nostra può essere una conversazione accademica davanti ad un bicchiere di latte ,piacevole e stimolante per le nostre menti,ma fuori tema


In effetti ho già l’elenco delle funzioni ,ma sempre si tratta del come mescolarle,se mettere più prezzemolo o più cipolla se vuoi un risotto od una minestra di riso,a me tocca questa libertà.FAR CREDERE CHE SARA’UNA MINESTRA ED INTANTO CUOCERE UN RISOTTO


Con te cerco di affinare gli ingredienti,definire la quantità di uno rispetto ad un altro,se aggiungere  pepe o salvia,….


Al momento penso di mescolare gli elementi al fine di creare nel parente o negli amici del caro defunto un rallentamento dei ritmo di vita,invogliarlo-i a stare fermi e pensare,non mi interessa a cosa,ma che possano sentire la voglia di sedersi su una panchina ,vicino ad una fontana,od in mezzo ad una radura ..e basta,guardare il cielo,l’acqua ….


Vorrei mettere insieme il pensiero dello Stige ,di Caronte…dell’acqua come purificazione e come fonte di vita,…del chiostro conventuale…con la sala autoptica,la talassoterapia,le celle frigorifere,la mostra delle bare…la sala della birra…..agitare fortemente ,mescolare e mescere..


Allegria!!!

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    Project details
    • Year 2012
    • Status Current works
    • Type Urban Furniture
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