Restauro di un portale in bronzo (Umbria)-2004 | Enrico M. Colosimo

Intervento conservativo dei supporti in bronzo

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l problema nel restauro del bronzo è la rimozione dei prodotti di corrosione, incrostati e stratificati, sulla superficie del metallo, mantenendo però intatta la patina originale. Il bronzo è il risultato di una lega, tra il rame, lo stagno e il piombo, che in superficie si altera con facilità, formando uno strato più o meno compatto di prodotto di corrosione che generalmente prende il nome di “patina”. Essa conferisce al metallo un aspetto diverso da quello originale, volutamente caratterizzato dalla sensibilità dell’artista. Lo strato se è sano risulta sottile, stabile e compatto; se invece risulta spesso e polverulento, agisce da impacco spugnoso e mantiene agenti corrosivi e umidità a contatto diretto e continuo con il metallo. Il primo intervento di restauro consisterà nell’assottigliare ed asportare lo strato periferico, alterato e decoeso, della patina; per motivi sia tecnici che estetici la parte a diretto contatto con il bronzo, più tenace, sarà conservata. A tal fine vengono utilizzati sistemi meccanici quali micro frese, vibro incisori, bisturi, raschietti, ecc. Quindi il metallo viene deterso con acqua demineralizzata addizionata con detergente neutro. Solo a pulitura ultimata si procederà alla stuccatura. In questa fase bisogna contemplare la possibilità di rinvenire delle sigillature o delle vecchie riparazioni, apportate da restauri o manutenzioni precedenti, che la pulitura avrà reso visibili. In molti casi queste non sono più confacenti, per funzione e cromia , all’intervento di restauro, e quindi saranno asportate. Il trattamento anticorrosivo verrà eseguito con bentriazolo in alcool puro. Nella stuccatura del bronzo bisogna tenere conto che alcuni tipi di fori e le cricche non vengono sigillate , poichè sono parte integrante della tecnica esecutiva e quindi dell’opera stessa. Le stuccature sul bronzo possono essere realizzate con due procedimenti diversi. Nella maniera tradizionale si ricorre ad inserti (chiodi) di piombo, precedentemente sagomati, che andranno collocati, battendoli con un apposito martello, nei fori. Per le parti mancanti si ricorrerà allo smontaggio dell’elemento interessato e al suo trasporto in una fonderia artistica di fiducia dove, attraverso la tecnica della cera persa, si ricostruirà il modellato mancante con del bronzo. Il secondo procedimento contempla l’uso di resine bicomponenti. Queste vengono rinforzate mediante l’impiego di fibre sintetiche adatte alle dilatazione del metallo Una volta indurite, le reintegrazioni vengono lisciate e colorate a tono. Anche questa tecnica assicura degli ottimi risultati. Mediante la reintegrazione cromatica andremo a ristabilire il colore del bronzo che attraverso un’attenta riequilibraura della patina ridarà al metallo il suo originale valore estetico. In questa fase si utilizzeranno delle sostanze chimiche idonee al trattamento del metallo. La protezione superficiale sarà realizzata con cera sintetica microcristallina lucidata a panno, contenente benzotriazolo, per prolungarne l’azione anticorrosiva.
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    l problema nel restauro del bronzo è la rimozione dei prodotti di corrosione, incrostati e stratificati, sulla superficie del metallo, mantenendo però intatta la patina originale. Il bronzo è il risultato di una lega, tra il rame, lo stagno e il piombo, che in superficie si altera con facilità, formando uno strato più o meno compatto di prodotto di corrosione che generalmente prende il nome di “patina”. Essa conferisce al metallo un aspetto diverso da quello originale, volutamente...

    Project details
    • Year 2004
    • Status Completed works
    • Type Restoration of Works of Art
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