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Riqualificazione e riuso dei ruderi di villa de Rin tra le vigne del carso Trieste / Italy / 2012
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L’approccio che abbiamo tenuto nei confronti del rudere di Villa de Rin, segue le linee
guida lasciate da Camillo Boito nella sua descrizione del restauro filologico. Le sue teorie,
alla base della I Carta Italiana del Restauro, si pongono a metà strada tra il restauro
stilistico di Viollet-Le-Duc, e l’ Anti-restoration movement di Ruskin, considerando come
una falsificazione del monumento la posizione francese, e sottolineando l’importanza
dei segni lasciati dal tempo, base del pensiero inglese.
Egli giunge ad una giusta mediazione, secondo la quale le presistenze devono essere
piuttosto consolidate che riparate, piuttosto riparate che restaurate. Inoltre se si deve
aggiungere all’edificio una parte nuova, questa si deve differenziare per materiali e
caratteri, senza alterare l’aspetto complessivo della presistenza.
Il programma funzionale deriva dall’attenzione posta nei confronti del contesto in cui si
trova il rudere: i terreni, proprietà dell’azienda agricola Tomsich, sono coltivati a vigneto,
il che ci ha portato a scegliere funzioni che mantenessero un forte legame con la natura.
Sono stati quindi inseriti un agriturismo con possibilità di pernottamento, un’enoteca,
una spa, il museo del vino e una nuova cantina per i vini dell’azienda.
Il progetto consiste dunque nell’estrudere dal rudere dei volumi che ripropongono il profilo
originale e vi permettono di collocare le nuove funzioni; si prevede inoltre l’aggiunta
di un volume ipogeo dedicato alla cantina e ad alcune camere. Per collegare le due
funzioni semi pubbliche, cantina e museo, dal pendio retrostante il complesso fuoriesce
un volume che spezza le forme e le gerarchie del disegno originale della villa, sottolineando
il forte legame che essa ha con il terreno che la circonda.
“In opera di mantenimeto dell’edificio,
le aggiunte dovranno essere distinguibili mediante
la riduzione ai soli volumi essenziali eliminando
o stilizzando gli elementi decorativi,
senza però stonare con il complesso dell’edificio”
Camillo Boito, 1883
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L’approccio che abbiamo tenuto nei confronti del rudere di Villa de Rin, segue le linee guida lasciate da Camillo Boito nella sua descrizione del restauro filologico. Le sue teorie, alla base della I Carta Italiana del Restauro, si pongono a metà strada tra il restauro stilistico di Viollet-Le-Duc, e l’ Anti-restoration movement di Ruskin, considerando come una falsificazione del monumento la posizione francese, e sottolineando l’importanza dei segni lasciati dal tempo, base del pensiero...
- Year 2012
- Status Research/Thesis
- Type Multi-purpose Cultural Centres / Museums / Concert Halls / Hotel/Resorts / Wellness Facilities/Spas / Pubs/Wineries / Restaurants / Art Galleries / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Structural Consolidation
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