Progetto di Ristrutturazione del Comune di Formia Esteso a Tutto il Suo Ambito Territoriale | bernardo re

Da una Consulenza sul Turismo ad un Vero e Proprio Piano di Ristrutturazione e Sviluppo Formia / Italy / 1988

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1 Formia e il Turismo Il fatto stesso che si ravvisi la necessità di una consulenza per l'individuazione di elementi caratterizzanti il turismo nella nostra città é sintomo palese che qualcosa di estremamente complesso e al tempo di maledettamente semplice é avvenuto in questi ultimi anni; é avvenuto in maniera tale, e talmente in fretta che gli stessi operatori del settore stentano ad individuare e a comprendere il fenomeno nella sua dimensione. I fattori che influenzano l'afflusso di persone verso una data zona possono essere molteplici: la particolare conformazione del luogo, dove per conformazione é da intendersi il possesso di requisiti di carattere ambientale, la vicinanza ai luoghi di abituale residenza ovvero il tempo che si impiega per arrivare sul posto, la dotazione del luogo di particolari servizi accessori quali luoghi di acquisto o di svago, la possibilità di raggiungere da questi luoghi altri luoghi più o meno vicini in tempi brevi come luoghi temporanei alternativi, il tipo di rapporto “con” e l’accoglienza “della” gente del luogo; a questi sono da aggiungere fattori di carattere emotivo che possono essere legati a ricordi di altri luoghi o situazioni o alla moda del giorno altalenante e stupida. Tutti questi fattori influenzano e al contempo si fanno influenzare dalla qualità del turismo come un cane che gira in tondo mordendosi la coda: la scarsa ricettività 2 in termini qualitativi influenza l'afflusso e il basso livello di afflusso influenza a sua volta la scarsa ricettività; questo vuol dire che una cattiva conduzione del fenomeno protrattasi per un certo periodo si raddoppierà nel periodo successivo attivando un ciclo che, se non interrotto con interventi atti a mutarne il corso, rischia di progredire in modo incontrollato portando il luogo al collasso che, in questo caso, é sinonimo di degrado progressivo e certamente precede l'abbandono. Un fenomeno di questo tipo recherebbe danni di enormi proporzioni anche e sopra tutto alla qualità di vita degli abitanti stabili. Un turismo mal guidato e mal gestito crea motivi di disappunto della popolazione stabile che vede inevitabilmente alterata la qualità di vita, di qui motivi di attrito fra gli abitanti del luogo e gli avventori temporanei i quali a loro volta, non trovando un ambiente debitamente proporzionato alle aspettative relative agli oneri finanziari sobbarcatisi, non hanno certo motivo di esaltare una situazione e dei comportamenti che non lo meritano; di qui il progressivo declassamento e poi abbandono del luogo non solo del turista abituale o avventizio ma anche dello stesso residente; non a caso la popolazione locale sulle nostre spiagge é sparita; dove é andata? a fare il turista temporaneo o stabile in luoghi più degni ma non dal punto di vista ambientale, perché pur girando ne troverà ben pochi, ma da quello della ricettività e quindi quello della qualità dello stare. 3 Ognuno di noi in casa propria vuole o meglio desidera stare comodo e, se ospita qualcuno, certamente desidera che anche l'ospite stia comodo, per questo cercherà di sistemarlo in modo tale da non creare disagi per entrambi il ché porterà l'ospite a tornare a fargli visita e chi lo ospita a gradire la compagnia e ad augurarsi il ritorno. Ma per fare questo deve adeguare la casa al numero di ospiti che può ricevere o, viceversa, ricevere ospiti in numero tale da poter essere accolti degnamente. Qualcuno potrebbe a questo punto obbiettare: ma ci si può anche stringere? e la contro obiezione scontata: ci si deve proprio voler tanto bene per accettare con serenità e piacere una situazione di disagio e, consentite, oggi non ci si vuole poi così bene; si bada troppo al benessere, al comodo stare, al facile guadagno per accettare vincoli o obblighi scaturibili da una situazione del genere. E' proprio la stima o l'affetto o ambedue a fare in modo che la persona che si ospita si senta il più a suo agio possibile e questo atteggiamento non farà altro che raddoppiare stima e affetto e quindi reciproco benessere. E la città, non é una grande casa?, e la popolazione, non é una grande famiglia? e i turisti, non sono forse gli ospiti che si ricevono?, e allora se così é, e non può essere altrimenti, bisogna innanzi tutto fare in modo che la popolazione locale si predisponga mentalmente ad accogliere l'ospite nel migliore dei modi e non lo consideri come un “pollo da spennare” e lo guardi con distacco augurandosi che presto lasci la zona; viceversa, cerchi di confondersi con esso augurandosi che torni l'anno venturo. Inoltre bisogna fare in modo che lo 4 ospite, dal canto suo, non tratti il luogo di soggiorno come certo non tratterebbe casa propria ma diventi parte del luogo che lo ospita integrandosi con esso e con i suoi abitanti, che non formi nuclei appartati emarginandosi dalla situazione locale creando quindi motivo di attrito e discordia. Come si vede é proprio come un cane che si morde la coda, girando in tondo, non riesce mai a prenderla, e da qualunque verso giri la situazione non cambia. Cosa fare allora? bisogna che il padrone attiri a se il cane, magari con un osso distogliendolo dall'impresa che per il cane é un gioco, ma per la situazione turistica così com’é ora non lo é affatto. Intervenire quindi con una prima azione di carattere educativo mediante sensibilizzazione della popolazione tutta, turistica e non, al problema: sarebbe senz'altro un primo passo non sufficiente ma necessario per avviarsi a risolvere la situazione. Se l'ospite sono disposto ad accoglierlo nel migliore dei modi e Lui, da parte sua, é lieto di venire, ma la casa non é sufficiente per entrambi l'intento fallisce e bisogna ricominciare da capo: il problema é allora RISTRUTTURARE LA "CASA". Per ristrutturare la casa bisogna innanzi tutto individuarne le carenze in funzione di quella che é l'unica esigenza il "BENESSERE" mentale e fisico. Andiamo quindi a fare una chiacchierata sul nostro territorio. Per raggiungere Roma dal Sud con qualunque mezzo tranne che con l'aereo o l’elicottero, o si passa da Cassino o si passa da Formia; ma il clima via Cassino non é dei migliori mentre quello 5 via Formia ha pochi eguali in Italia, per non parlare poi delle bellezze panoramiche della costa che va da Scauri al Circeo; ecco perché, fin dall'epoca dei Romani, Formia é luogo di transito privilegiato, e la stupenda morfologia del luogo di allora e nei secoli successivi ha fatto sì che Formia divenisse anche un luogo di sosta. Il transito obbligato, unito alla sosta particolarmente gradevole e allo splendido e pescoso Golfo, ne ha favorito e caratterizzato lo sviluppo nei secoli, e la forza propositiva di queste tre componenti insieme é stata tale che la città più volte é stata completamente distrutta ma altrettante volte si é riformata. Queste tre componenti rimangono tuttora valide risorse motrici dello sviluppo di Formia e ne condizionano lo sviluppo non solo turistico. Da quanto sopra é evidente che non si può assolutamente trattare le tre componenti individuate separatamente poiché in sintonia hanno generato Formia nei secoli ed in sintonia é necessario che continuino a procedere; ciò se si vuole che la nostra Città si proietti organicamente verso il futuro. Sono queste tre componenti messe insieme che hanno favorito lo sviluppo turistico - commerciale che ha finito col caratterizzare ulteriormente l'immagine del luogo; lo scompenso di una di queste componenti porta inevitabilmente a deviare lo sviluppo dal suo stato di equilibrio naturale verso posizioni instabili e pericolose per l'assetto futuro del territorio e quindi della vivibilità del posto. E' chiaro allora che solo da una attenta valutazione delle attuali esigenze e delle componenti che attualmente 6 creano squi1ibrii sull'assetto territoriale sì può individuare la o le cause perturbatrici e quindi una serie di interventi per risolvere il problema. La prima esigenza se si vuole che la città torni a svilupparsi in maniera organica é fare in modo che il TRANSITO, in quanto obbligato, sia possibile, ma non solo, possibile ma anche gradevole, come lo é sempre stato; la seconda esigenza é quella di rendere possibile una comoda sosta, temporanea o prolungata; la terza é quella di fare in modo che il mare del golfo torni ad avere quei requisiti ambientali che lo hanno sempre caratterizzato. Il fatto di aver usato il verbo tornare é implicito riferimento allo stato di palese degrado di queste tre componenti caratterizzanti lo sviluppo del nostro territorio, cerchiamo allora insieme di capire da cosa deriva in modo poi da poter ristrutturare quella casa che ora é stretta o male organizzata. Diamo un'occhiata innanzitutto al territorio: dal punto di vista della sua morfologia naturale esso si presenta come un immenso anfiteatro aperto verso Sud-Est, e le tribune chiudono a tal punto verso il mare ad Ovest da lasciare uno strettissimo ma bellissimo punto di passaggio; di fatto é come un imbuto che dalla piana di Sessa si stringe verso Gaeta. La forma delle montagne che formano le tribune é di rara bellezza, culminanti poi come sono nel cucuzzolo del Monte Redentore che, visto di profilo venendo da Scauri, ricorda una grande chiesa con il suo cupolone; da lassù la montagna si allarga verso il mare avvolgendo come in un abbraccio 7 la piccola Maranola che gli fa da poggiapiedi con Trivio e l'appendice di Monte Campese e con le Sue braccia protese rinvia alle altre montagne che ad Est si innalzano e ad Ovest degradano come ad accentuare ulteriormente l'imbuto; la collina di Castellonorato fa da sentinella guardando la piana e al contempo porgendo il benvenuto. Queste sono le tribune, dietro di esse, a circa 700 metri sul livello del mare, a pochi minuti di macchina in salita, c'é una zona boschiva dove la stupidità é solo in parte riuscita a dare i suoi frutti, con un clima completamente diverso da quello a valle, le forme frastagliate e crespe dei luoghi e della vegetazione che la rendono ancora più singolare. Davanti le tribune c'è la scena: la collina di Gianola, il Monte Orlando e Gaeta Vecchia la definiscono e la esaltano evidenziandone i contenuti: una costa a volte liscia, a volte frastagliata e sinuosa, con le fronde degli alberi quasi a toccare il mare e gli alberi delle barche dei pescatori emergenti qua e la lungo la costa e le navi con le vele ammainate in mezzo al Golfo. Interessante questo viaggio nel tempo nell'immagine di vecchie stampe. E' strabiliante come per la parte a monte parlare dei giorni nostri o del passato non presenti alcuna differenza mentre per la parte a mare c'é il baratro. La costa solo in qualche punto é ancora riconoscibile nel suo vecchio e austero splendore, il resto conserva ancora qualche valore, dovuto essenzialmente a quello che da quei punti si riesce a percepire con lo sguardo ma non certo valori ambientali del 8 luogo in sé. Il TEMPO allora é passato solo lungo la costa dove solo da poco il cemento mal gestito e programmato ha sostituito, o meglio, scalzato le fronde degli alberi e la roccia e le insenature che definivano il litorale, con esse se ne è pian piano andato l'equilibrio che esisteva fra mare e terra, l'ecosistema é stato alterato e quindi l'ambiente va mutando di conseguenza per instaurare nuovi equilibri, i quali non avranno e già ora non hanno i valori semantici di quelli che hanno sostituito; é così che man mano é cambiata l'IMMAGINE: quello che oggi vedono i turisti non é certo quello che vedeva Cicerone e i nobili romani o quello che un poco più vicino a noi, ma solo di un tantino, vedevano i turisti di subito dopo la guerra; non colori politici ma scarso rispetto e interpretazione della Natura e dei Valori intrinseci della vita stessa hanno causato ciò e non solo qui a Formia ma un poco ovunque in tutto il mondo industrializzato: é la crisi più grande dell'Architettura in concomitanza con lo sviluppo più aberrante e caotico della evanescente disciplina urbanistica. Così come é assurdo pianificare la vita, provateci, non ci azzeccherete mai, così é assurdo, a maggior ragione, pianificare la città o ancora meglio il territorio dove la aleatorietà delle variabili che entrano in gioco in fase di pianificazione é tale da vanificarne programmi e previsioni. I problemi, in realtà, vanno risolti man mano che si presentano nella loro interezza con attenzione, sapienza e discernimento 9 valutando la situazione in rapporto alle esigenze attuali e non a possibili accadimenti futuri. La particolare conformazione territoriale con questa forma ad imbuto ha di fatto convogliato e convoglia tuttora il traffico verso un unico e stretto passaggio lungo la costa, conseguente allora è lo sviluppo relativo che si é avuto proprio lungo le direttrici di traffico. Il risultato di questo meccanismo é stato uno sviluppo in lunghezza dell'abitato per una fascia molto stretta. E’ avvenuto che la fascia urbanizzata é andata man mano ampliandosi e, laddove ha trovato territori pianeggianti, ha avuto comodo sviluppo mentre nelle zone collinari, tutte nel centro e nelle immediate vicinanze, la cosa non é stata altrettanto agevole ed é perciò andata avanti in maniera molto più lenta; in particolare, nella zona che corrisponde alla strettoia dell'imbuto, l'estensione dell’abitato si è ormai arrestata da tempo. Il risultato di questo processo é una forma alquanto strana e peraltro insolita della conformazione in pianta dell'abitato, infatti, la strettoia dell'imbuto che coincide con il centro presenta ad Est la zona di S. Janni e ad Ovest la zona di Vindicio che si configurano come due estensioni territoriali disomogenee pressoché in pianura su tutta la fascia costiera, la forma assunta, schematizzando il tutto, é pressoché quella di un bilanciere con una palla più grande da un lato, S. Janni, e una molto più piccola, Vindicio dall’altro; ragion per cui é senz'altro un bilanciere privo di equilibrio. Infatti, se le due zone fossero da sole in grado di trattenere 10 la popolazione che in esse risiede anche saltuariamente, il loro apporto all'equilibrio territoriale sarebbe senz'altro positivo poiché lo squilibrio sarebbe soltanto formale e non effettivo. Trattenere vuol dire che le aree su menzionate dovrebbero possedere requisiti tali da spingere l'avventore temporaneo a restare sul luogo, spostandosi il meno possibile, quindi un qualcosa che sia di incentivo e gratificante le spese sopportate per il soggiorno, analogamente, dovrebbero possedere requisiti tali da fare in modo che il residente trovi in esse il luogo del comodo stare e si ottenga in tal modo quell'integrazione necessaria di cui si accennava all'inizio quale condizione necessaria per uno sviluppo organico del territorio. Entrando ora un poco più nel dettaglio,vediamo quali sono le effettive caratteristiche di ogni singola zona misurandole con il rapporto requisiti-prestazioni. Utile, per fare questo, sarà accompagnare alle parole un disegno essenziale e schematico sintetizzante l'intera situazione territoria1e. Con i cerchi bianchi sono state individuate le zone caratteristiche del territorio, abitato e non, in una traccia schematica della costa; in basso da sinistra verso destra compare la zona di Vindicio, poi il centro, individuato nel tratto che va da Rialto fino ai Carabinieri, con sopra le due appendici di S. Maria La Noce a sinistra e Scacciagalline a destra, con sviluppo in 11 zone prettamente collinari poi, procedendo verso destra, la zona di S. Giulio- S. Pietro fino ad Acquatraversa, quindi la zona di S. Janni e la zona di Gianola; continuando poi verso l'alto, troviamo Castellonorato, poi Trivio, quindi Maranola, sull'estrema sinistra la zona del Monte Redentore e, a congiungere Maranola con il centro, in tratteggiato, le due zone di espansione previste dal P.R.G.. Nella stessa visualizzazione schematica sono altresì evidenziate le principali arterie di collegamento quali la ferrovia, la statale Appia, la nuova strada Litoranea e le strade che collegano le frazioni al centro e fra di loro. In essa vi sono inoltre indicate le spiagge, i punti lungo la costa di maggior pregio e, con le frecce, i punti di vista panoramici. All'interno delle cerchiature, individuanti le varie zone, delle sfere colorate indicano e sintetizzano le caratteristiche del luogo e quindi le attuali prestazioni; percorriamole una ad una: V I N D I C I O : questa sottozona si sviluppa su territorio prevalentemente pianeggiante ma a degradare verso il mare; caratteristica essenziale é senza dubbio la spiaggia che, data la particolare conformazione orografica, non é mai stata molto larga ed oggi rischia addirittura di scomparire a causa delle forti mareggiate la di cui consistenza é sicuramente da imputare all'eccessivo inquinamento del golfo che ha provocato la progressiva distruzione della flora di riva che, in quantità rilevante, attutiva enormemente 12 il moto ondoso; la presenza inoltre di discutibi1i quanto inopportune forme in calcestruzzo di edilizia balneare non ne migliora certamente l'immagine. Questa zona é senza dubbio la zona nobile di Formia, la più ricca dal punto di vista delle presenze turistiche e delle residenze; questo perché essa é sempre stata e in parte lo é tuttora zona di particolare pregio e bellezza; il tipo di edilizia presente conferma questo ma é vero che é una caratteristica che sta perdendo in modo progressivo passando da un turismo di elite a quello di massa: persone che si erano costruite la villa e abitualmente venivano a soggiornare qui ora preferiscono affittare e andare altrove, con il risultato che mentre i primi col tempo divenivano parte del luogo e integrandosi con esso ne guidavano lo sviluppo, i secondi sono avventori temporanei e casuali che solo in alcuni casi diventano assidui, il risultato é un minore attaccamento al posto e di conseguenza una cattiva integrazione quindi un declassamento della zona. Da qualunque punto della zona é possibile avere un'ottima vista panoramica del golfo ragion per cui la strada che la attraversa é da considerarsi di interesse panoramico. Nella zona sono concentrate residenze stagionali come peso massimo di incidenza, due attrezzature di tipo turistico alberghiero, residenze annuali come peso mediominimo aree verdi attrezzate in misura irrilevante (pineta), aree verdi di pregio non attrezzate e non valorizzate, aree di interesse 13 archeologico non valorizzate presenti in quantità non rilevante ma sufficiente a caratterizzare la zona anche sotto questo aspetto. Unico servizio presente é una sezione distaccata delle P.T. , unica attività commerciale é un negozio di generi alimentari, la sola scuola presente é privata ed é un Liceo Linguistico. Il fatto emergente é che nella stagione invernale questa é una zona morta poiché sono pochi i residenti data la scarsità dei servizi e la scarsa disponibilità dei proprietari ad affittare per tutto l'anno mentre, nella stagione Estiva, con l'affollamento, sono molteplici i motivi che spingono i turisti a spostarsi in continuazione: la cattiva condizione della spiaggia e dell'acqua porta i più giovani a migrare verso Gaeta e più in su, la assenza di servizi spinge turisti e residenti verso il vicino centro, e ancora la assenza di particolari luoghi di attrazione per lo svago e il tempo libero spinge la massa dei turisti e i pochi residenti ad andarseli a cercare altrove: Gaeta, Scauri, il centro stesso di Formia, Sperlonga. Da quanto evidenziato si ricava che la zona analizzata é una zona ibrida, é una zona turistica ma non lo é completamente poiché offre solo da dormire e un bel panorama, per cui il rapporto requisiti/prestazioni é molto lontano dall'unità e il risultato o meglio la conclusione é che essa non é sfruttata in base alle sue reali possibilità. Il peso di questa inefficienza andrà come di fatto va a gravare su altri punti del territorio, 14 vedremo in seguito quali o quale e in che misura e con quali conseguenze. Del bilanciere fasullo abbiamo visto il peso di sinistra, andiamo ora a dare un'occhiata a quello sull'estrema destra e vediamo allora prima la zona S. Janni e poi Gianola. S. J A N N I : é di fatto l'unica zona pianeggiante dell'intero territorio comunale, é praticamente a livello del mare, non presenta in sé particolari pregi ambientali salvo la striscia che affaccia sulla spiaggia dalla quale é possibile ammirare il golfo dalla montagnola di Gianola fino alla punta di Gaeta, ed é perciò che la area a mare é da considerarsi di particolare pregio ambientale; la strada del lungomare di contro non si presenta in condizioni tali da essere degna di cotanto epiteto e tanto meno l'edilizia, delle più carenti, che su di essa si affaccia; tutto ciò che di naturale dalla spiaggia si vede é bello sia verso mare che verso monte, tutto ciò invece di costruito dall'uomo é il risultato della peggiore edilizia ed é meglio tapparsi gli occhi poiché non qualifica certo la zona anzi. Sia interventi di carattere pubblico che privato non hanno fatto altro che deturpare il luogo dequalificandolo. In essa zona vi é una fortissima presenza di residenze stagionali con un livello qualitativo di soggiorno procapite bassissimo data l'alta densità per metro quadrato di alloggio; livello qualitativo ulteriormente abbassato dall'assoluta mancanza dei servizi essenziali di cui una zona residenziale turistica o non 15 dovrebbe essere dotata per motivi di salute pubblica quali fogne, illuminazione, e marciapiedi. Vi é inoltre una certa presenza di residenti annuali che per lo più conducono ancora una attività di tipo agricolo ma non solo, vi sono due attrezzature di tipo turistico alberghiero; inoltre la zona é in piccolissima parte dotata di servizi commerciali, c'é una sezione staccata delle P.T. nel vicino quartiere di acquatraversa, e una minima quantità di reperti archeologici, la sola scuola presente é l'Istituto Alberghiero, é assolutamente priva di aree verdi attrezzate, ma non di aree verdi reperibili, é inoltre dotata di un camping vicino al mare in una area di particolare pregio. Anche per questa zona, come per Vindicio, c'é da notare che durante la stagione invernale é quasi deserta dato l'esiguo numero di residenti, le strade che la percorrono sono troppo strette d'Estate e troppo larghe d'Inverno, le fogne non esistono e i marciapiedi neppure, l'illuminazione é scarsa e l'arredo urbano inesistente, non esistono parcheggi salvo uno in terra battuta vicino al camping; anche per questa zona come per quella Vindicio la mancanza di servizi porta la popolazione residente temporanea e non a spostarsi verso il centro, la mancanza di spazi per il tempo libero, che non siano un paio di discoteche e qualche pizzeria, porta i più giovani e non solo loro a spostarsi verso il centro o anche fino a Gaeta e oltre; le condizioni della spiaggia, inoltre, non sono certo delle migliori, l'acqua é inquinata, 16 la spiaggia é sporca, la presenza di strutture balneari in cemento-armato di dimensioni spropositate rispetto all'uso che se ne dovrebbe fare impedisce, a chi percorre la strada del lungo mare,di fruire delle bellezze panoramiche della costa. Questa carenza di attrazione, insita nell'attuale sistemazione, porta una parte considerevole degli avventori stagionali e dei residenti a spostarsi verso spiagge più attraenti quali quelle della costa Gaetana; pur tuttavia la spiaggia rimane ugualmente affollata dato anche l'enorme afflusso di fina settimana di avventori temporanei anche giornalieri provenienti dalla zona di Frosinone e Caserta e del Napoletano che invadono letteralmente tutto il territorio lungo la costa fino a S. Agostino e oltre. Da quanto evidenziato si ricava che quella analizzata é una zona a vocazione essenzialmente turistica ma ibrida, anch'essa come Vindicio, poiché anch'essa offre solo da dormire, peraltro in maniera estremamente scomoda, e non offre più ormai neanche quei particolari, anche se pur minimi, pregi ambientali di cui era dotata, offre quindi una qualità di soggiorno bassissima ragion per cui il rapporto requisiti/prestazioni anche qui é ben lontano dall'unità, per dirlo in termini matematici direi anzi che tende a zero; la gente continua a venirci solo perché oggi tutti fanno “turismo" e quello presente nella nostra zona é del livello più basso, enormi masse a bassissima resa. La conclusione é che questa zona é sovrasfruttata 17 o meglio é sfruttata in maniera errata in quanto ad essa si è preso ma niente si é dato, se ne fa di fatto un uso inorganico non attinente alle sue reali possibilità. Questa zona risulta allora un peso enorme che va a gravare sul territorio e in particolare sul centro e vedremo dopo in che misura e con quali conseguenze. G I A N O L A : é in tutto analoga alla zona precedente sia come sviluppo che come conformazione, analoghe sono le carenze e analogo é l'uso che si fa della zona, tanto che le due potrebbero essere considerate come un tutt'uno. Il motivo per cui in questa trattazione sono state considerate separatamente é da ricercarsi esclusivamente a causa della conformazione territoriale, per le sue valenze semantiche in quanto potenziali risorse per un tentativo di riqualificazione dell'intera zona. In essa é presente un'ampia area di verde non attrezzato e non sfruttato di particolare pregio, reperti archeologici di indubbio valore e di notevole estensione, una costa frastagliata e ripida che la rende particolarmente gradevole sia nel percorso che nella sosta che nella vista da mare tanto da qualificarla come costa di notevole pregio ambientale, inoltre, estendendosi tutta la zona su una stupenda collina, da alcuni punti di essa é possibile godere di una eccezionale veduta panoramica. Nell’area pianeggiante, a Nord della collina, vi sono, come 18 già accennato, residenze stagionali dello stesso carattere di quelle della zona S. Janni in quantità considerevole, una modesta quantità di residenze annuali, una minima dotazione di servizi e di attrezzature in parte confuse con quelle di S. Janni; la presenza di un campeggio rappresenta l'unica attrezzatura pubblica finalizzata al turismo in un luogo di così grande potenziale consistenza attrattiva. La zona di Gianola completa, come si vede, la zona di S. Janni dal punto di vista della potenzialità turistica tanto da poter essere senz'altro considerate come un unico contesto ambientale ma, al contempo, le carenze enormi presenti in entrambi si sommano creando un enorme squilibrio territoriale che va tutto a ripercuotersi su altre zone già carenti da per loro. Abbiamo così analizzato i due lati estremi del territorio costiero, abbiamo così visto che le loro carenze sono similari ma che la loro consistenza e le potenzialità sono nettamente distinte pur essendo ambedue zone a sviluppo ed uso prettamente turistico; andiamo ora a dare un'occhiata a quelle zone, sempre della fascia costiera con caratteristiche prettamente residenziali; procedendo quindi da S. Janni andando verso il centro analizziamo la zona di: S. G I U L I O - S. P I E T R O : essa si protende lungo una striscia fra la costa e la ferrovia e da Belvedere fino ad Acquatraversa, la sua conformazione é molto omogenea sia come sviluppo viario, che come urbanizzazione, sia nei tipi che nella consistenza 19 edilizia; la zona si é estesa in base a lottizzazioni successive di ragguardevoli dimensioni obbedisce quindi alla regola del massimo guadagno con il minimo sforzo economico, ragion per cui sono riconoscibili chiazze di edifici tutti uguali secondo la regola più economica e più devastatrice dell'unico progetto ripetuto più volte; ed é così che solo in alcuni punti l'edilizia raggiunge livelli di media qualità edilizia senza mai nemmeno sfiorare le soglie dell'Architettura. Obbedendo alla logica che la ha formata, la zona presenta un enorme uso a carattere residenziale annuale e una piccolissima parte di residenze stagionali, inoltre in essa sono presenti una quantità minima, rapportata alle residenze, di servizi commerciali e ricreativi; la zona é inoltre dotata di due attrezzature turistico alberghiere che sono le più importanti dal punto di vista della ricettività turistica e dell'offerta, ed una di esse, l'albergo Miramare, presenta anche notevole pregio storico; la zona é inoltre dotata di un unico polmone verde privato ma con caratteristiche di ricettività pubblica con connotazioni formali di un certo rilievo riconoscibile nel centro C.O.N.I.; la zona é altresì dotata di quello che fu un bel litorale per la balneazione non sabbioso ma piacevole a vedersi e a starci ormai ridotto in condizioni pietose sia dal punto di vista igienico che formale, il fondo é ormai melmoso e la "spiaggia", laddove esiste ancora,necessita di continua manutenzione che però non può arrivare certo ad eliminare rivoli maleodoranti e acque melmose. L'intera zona grava 20 su due strade una interna: via Condotto e una litoranea : la statale Appia; la maggiore intensità di traffico si riversa su questa ultima ed il suo percorso nell'attraversare la zona é sicuramente di indubbio interesse dal punto di vista panoramico soprattutto nel tratto che va da Belvedere al centro C.O.N.I.. Essendo la zona soltanto in minima parte dotata di servizi commerciali, le sue caratteristiche sono quelle di un'area deputata al riposo, una di quelle zone da cui la gente parte la mattina, va al lavoro altrove o a studiare per tornare la sera o nel primo pomeriggio, la presenza di una scuola Media e di una Elementare allevia soltanto di pochissimo il fenomeno, che é quello caratteristico di una zona cresciuta senza strutture. Da quanto sopra é ovvio e conseguente concludere che anche questa, come le altre precedenti, é una zona ibrida perché non completa e quindi non integrata e quindi inorganica, anche questa quindi grava su altre zone del territorio e anche in questo caso, vedremo poi con quali conseguenze. Dimenticavo di dire che la zona in questione é inoltre dotata di una attrezzatura pubblica ma privata quale il campo sportivo comunale peraltro sprovvisto di parcheggi. Purtroppo la lottizzazione é una delle tante piaghe della legge urbanistica del '42 ribadita e amplificata nelle successive e, questa zona come quelle che andremo ad analizzare in seguito, ne sono le conseguenze più dirette. 21 Arrivati al centro da Est aggiriamolo e andiamo ad analizzare la zona di Scacciaga11ine. Questa ci farà rilevare quanto l'Ente pubblico sia più “idiota” del privato poiché esso pur avendo a disposizione tutti gli strumenti per far le cose per bene non lo sa o non lo vuol fare; quale scegliereste delle due? difficile! in ambedue i casi la figura é delle peggiori. S C A C C I A G A L L I N E : la zona é quella contrassegnata sulla tavola di P.R.G. col fatidico numero I67, numero che sui giornaletti di Paperino (lettera maiuscola) caratterizza un incallito membro della Banda Bassotti, sulle tavole di P.R.G. caratterizza un tipo di edilizia differenziandola dagli altri come a voler differenziare le esigenze dei vari abitanti, di fatto ghettizzando1i; di fatto si vengono a creare luoghi per niente eterogenei e quindi per niente integrati col resto e allora inorganici; se poi a questo aggiungiamo il fatto che, spesso e volentieri, le abitazioni nelle zone di cui sopra sono dotate di quel tipico CONFORT MINIMUM, lo stesso riservato alle vacche negli allevamenti intensivi, di cui tanto si parla ormai da anni e che é tanto di moda, il quadro é completo e diventa quasi inutile procedere nella descrizione della zona. Anche in questa si é proceduto per grandi lottizzazioni, tre o quattro per case popolari, altrettante per cooperative e un paio per edilizia residenziale privata. Trattandosi di grosse lottizzazioni le case si ripetono uguali a gruppi di due fino ad otto ed oltre rendendo particolarmente poco interessante 22 il percorso nonché la vista dal basso che si ha del quartiere per un arco visuale che va dal porto fino a Maranola per circa 270°. Le case che avrebbero dovuto sorgere in questa zona, proprio per il motivo sopra esposto, avrebbero dovuto essere studiate ancor di più in rapporto con il luogo e invece di tutto é stato pensato e poi realizzato tranne l'integrazione con il luogo che una volta era anche dal basso e che ora é soltanto dall'alto di particolare pregio panoramico. In questa zona esiste allora solo un forte uso a carattere residenziale permanente, ed é ancora dotata di aree verdi di pregio non attrezzato e non sfruttato(dotata ancora per poco credo); non esistono servizi di alcun genere, grazie alla pianificazione, le strade sono talmente ripide e mal studiate nel loro tracciato che il transito veicolare e pedonale non é certamente agevole e presenta non poche difficoltà. La zona, per quanto detto, é una classica zona dormitorio, anch'essa é insufficiente a se stessa e quindi ibrida, dipende in maniera determinante da altre zone allora é un peso. Da Scacciagalline passiamo ora all'altra zona a ridosso del centro a sviluppo prettamente collinare: S. M A R I A L A N O C E : analogamente alla precedente si sviluppa in collina in luogo di particolare pregio panoramico, la vista del golfo nel lato Sud-Ovest la rende una delle zone più ambite di Formia per andare ad abitare, e di fatti la sua 23 conformazione é tipica delle zone residenziali con villette e piccole lottizzazioni; il suo aspetto peggiore é rilevabile nelle più immediate vicinanze dal centro in quanto lì é più evidente il contrasto con l'antico quartiere di S. Erasmo, mentre salendo il contrasto lo si nota solo con il verde, il ché non é poco, ma la ridotta dimensione degli interventi attenua l'impatto visivo. Vi sono inoltre solo in minima parte presenze stagionali non vi sono servizi di alcun genere; le presenze stagionali crescono in rapporto man mano che si scende verso Ovest. La conclusione, e rincresce dirlo, é la stessa tratta per la zona precedente: anche questa é un peso. Tralasciando la zona centro per ultima, andiamo ora ad occuparci dell'entroterra nella sua fascia collinare e poi dell'area montana. Lungo la strada, che congiunge il centro con Maranola sono previste due zone di espansione del P.R.G. a carattere prevalentemente residenziale, per una estensione che arriva quasi fin sotto Maranola. In parte questa espansione é già avvenuta e sta avvenendo tutt'ora. Ora, da quello che si vede di fatto, e da quello che é stato fatto altrove in altre zone che prima erano di espansione e che ora scoppiano di banalità, non si può certo trarre una conclusione diversa da quella che anche queste finiranno con l'essere zone ibride a caratteristica prevalentemente 24 residenziale, trattandosi poi di un insediamento molto massiccio e compatto, questo finirà col gravare pesantemente sulla zona costiera che va da Belvedere a Mola essendo congiunta con questa ultima da un'unica strada già insufficiente: via Ferrucci. Alcune parti di questo insediamento sono già state realizzate e il risultato non contraddice quanto sopra. Inoltre la maggiore causa della cattiva riuscita di questi nuovi insediamenti é da ricercarsi nel fatto che la loro crescita avviene talmente in fretta che la nuova edilizia, già priva di per sé di contenuti specifici, non ha il tempo di stratificarsi nel luogo dove viene inserita alterandolo così in brevissimo tempo e in maniera inequivocabile; il problema dell'inserimento ambientale non viene tenuto in alcun conto nella logica della lottizzazione e questo sia a livello di pianificazione, dove il problema é praticamente irrisolvibile così come sono strutturati i piani nel loro iter di sviluppo e poi di giudizio e di approvazione, che a livello poi di progettazione dove la innumerevole quantità di individui che si occupa di "progettare" non ha certo la qualifica per assolvere a un tale compito soprattutto quando poi si va ad occupare dell'ignorato e sconosciuto problema dell'inserimento ambientale. Ma come si fa a parlare di turismo e di nuovi insediamenti se non si tiene conto dell'ambiente e se quindi non si analizza il rapporto dello esistente rispetto ad esso e del nuovo rispetto ai luoghi dove 25 sorgerà? chi se non quelli che si occupano di progettazione debbono tener conto di ciò e considerarlo come il primo requisito del nuovo organismo architettonico? Se ciò non viene fatto, come in realtà non viene fatto in massima parte, non ha proprio senso parlare di piano finalizzato al turismo poiché qualunque piano ottimo che sia se realizzato da “IDIOTI” sarà un fallimento e bisognerà ricominciare tutto da capo. A questo punto é ovvio che si dovrà arrivare a vietare di costruire in determinati luoghi poiché gli “IDIOTI”, incapaci di risolvere il peraltro ignorato problema, combinerebbero un macello, e allora ben vengano i VINCOLI dei piani paesistici o di qualche altro “stupido” strumento urbanistico poiché ora come ora di essi vi é un forte bisogno; peccato, perché cosi facendo non si avrà più la possibilità che nel tempo si formino 1uoghi urbani di altissimo livello qualitativo quali Gaeta Vecchia, Sperlonga o la stessa Maranola o Castellonorato, per citare solo quelli più vicino a noi, ma ve ne sono a migliaia ed ora sono tutti luoghi considerati di pregio turistico ambientale; la logica del protezionismo ad ogni costo per salvaguardarci dagli “idioti” ci impedirà di realizzare in futuro ambienti con le medesime qualità formali. Questa stessa logica ci permetterà, in futuro, di essere considerati degli “imbecilli” i quali avendo a disposizione tecnologie di altissimo livello e quindi strumenti potenzialmente in grado di risolvere qualunque problema non hanno avuto il coraggio e soprattutto la capacità di usarli. 26 Quando si interviene in un luogo, la prima cosa che bisogna tener ben presente é il valore del luogo dove si interviene, poiché sia che esso sia un luogo di natura o uno stupendo centro storico, sono entrambi dotati di un processo di continuo divenire che ne muta l'aspetto nel tempo ma che non cambia la interrelazione fra le parti nell'equilibrio mirabile del tutto: é il processo organico del continuo divenire della Natura; ora, intervenire nel luogo significa intervenire in questo processo di continuo mutamento in modo tale da non alterare l'equilibrio delle parti e quindi in modo tale che l'intervento "diventi" anch'esso nel tempo con le parti del luogo dove é inserito e in nuova sincronia con esse, diventi quindi anch'esso parte del nuovo tutto; se l'intervento sarà realmente tale l'operazione sarà stata corretta e non potrà dare che buoni frutti e il luogo non potrà più fare a meno del nuovo intervento; avremo così raggiunto l'obiettivo di valorizzarlo. Per raggiungere tale scopo é necessaria una grande dose di umiltà nei riguardi di quel processo del "divenire" che caratterizza il luogo poiché quel processo é opera di Dio e quindi dotato di un equilibrio perfetto, ma anche noi siamo opera Sua e anche noi allora siamo dotati nel nostro IO dello stesso Equilibrio, è necessario allora un enorme processo introspettivo che ci porterà a interrelare e quindi a comprendere la parti costituenti l'equilibrio, questa comprensione ci permetterà di intervenire sul luogo 27 in modo tale che l'intervento diventi parte integrante di esso. In questa ottica, scusate, quale é il senso dei VINCOLI, se non quello di impedirci di valorizzare con un sapiente e attento operato luoghi già stupendamente belli da per loro? e scusate ancora, chi ha il coraggio di asserire che esistono luoghi brutti in Natura? se guardiamo e osserviamo bene, riflettendo non ce ne sono, e allora bisognerebbe vincolare tutto? il non senso é fin troppo evidente. Le uniche cose brutte in Natura le ha prodotte l'uomo, ma solo quando é stato “stupido”, perché quando non lo é stato ha prodotto opere tali da valorizzare la Natura stessa ma solo per il fatto di aver dimostrato di essere parte integrante di Essa. Questa breve chiacchierata sulla metodologia di approccio ad un luogo deputato all'intervento non poteva che trovare spazio in questo punto dell'analisi territoriale: le zone di nuova espansione; mi auguro che essa sia servita se non altro a far per lo meno intuire la reale portata del problema e le ragioni per cui i nuovi insediamenti così male si inseriscono nei luoghi urbani e non. Andiamo ora a parlare della zona di M A R A N O L A : per la sua conformazione orografica é uno dei luoghi più caratteristici del territorio comunale, uno di quei luoghi in cui il rapporto intervento-ambiente o meglio costruito-ambiente assume il massimo valore, soprattutto in quella parte più a monte dove le piccole case in pietra locale si arrampicano sulle pendici della bella montagna, l'inserimento é perfetto, radere al 28 suolo il paese significherebbe privare la montagna di uno dei suoi luoghi più affascinanti; ecco uno di quegli esempi in cui l'inserimento dell'intervento é stato curato in maniera tale da valorizzare il luogo in cui é sorto. Il luogo quindi é da considerarsi di particolare pregio storico per quasi tutta la sua estensione, le nuove zone di espansione sono viziate dalle medesime carenze ravvisate nelle altre analoghe tanto che l'intorno del vecchio centro sta progressivamente perdendo la sua immagine caratteristica; non c'é prosecuzione logica del vecchio centro nei suoi motivi formatori ma contrasto netto e stridente: hanno costruito lì le stesse case che hanno costruito sul lungomare di S. Janni o sulla collina di Scacciagalline. La zona é a prevalente insediamento residenziale annuale con qualche piccolo insediamento stagionale, é dotata di zone verdi di pregio non attrezzate e non sfruttate, ed é un punto di ampia visuale panoramica del Golfo; vi sono servizi di prima necessità ma é completamente priva di servizi di altro genere. La zona é inoltre una splendida veduta dal golfo. Buona parte della popolazione presente in essa é ancora dedita all'agricoltura ma le nuove zone di sviluppo previste dai piani stanno convogliando verso il luogo interessi tali che finiranno con lo stravolgere l'assetto originario, il vecchio nucleo verrà presto soffocato e sopraffatto da luoghi deputati all'esclusiva residenza che avranno le stesse macrocarenze ravvisate in quelle zone analizzate fino ad ora; la gente va ad abitare lì solo perché lì si può costruire e non perché é lì che sono i suoi interessi 29 giornalieri, ed ecco che verrà inevitabilmente a venir meno il legame intrinseco fra luogo e abitante e quindi fra luogo e costruito, e allora ecco che anche questa zona, oggi ancora in parte dotata di un suo particolare equilibrio organico, finirà col diventare anch'essa un peso gravante su altre zone del territorio comunale. Continuando verso Est troviamo la zona di: T R I V I O e C A S T E L L O N O R A T O : dal punto di vista della caratterizzazione funzionale, nulla differenzia queste zone da quella trattata al punto precedente, posseggono le stesse caratteristiche di destinazione d'uso e quindi lo stesso valore ambientale, pur essendo differente la loro conformazione orografica; entrambe sorgono in zone di indiscusso pregio panoramico: Trivio si nasconde dietro monte Campese e guarda il golfo con un occhio solo valorizzando il contrasto fra collina, pianura e mare, Castellonorato invece domina il golfo dall'alto della collina su cui sorge come una sentinella dalla sua postazione per un arco visuale di trecentosessanta gradi; il primo é meno pregevole dal punto di vista storico del secondo e di Maranola stessa, ma non per l'articolazione delle parti che lo compongono in relazione all'antica e in parte ancora attuale destinazione d'uso. Per il resto valgono le stesse considerazioni espresse per la zona precedente sia in merito alle tendenze di sviluppo che alle relative carenze future conseguenti. C'é inoltre da evidenziare le tendenza all'abbandono dei centri 30 storici verso zone a carattere prettamente residenziale, e nulla viene fatto per fare in modo che ciò non avvenga, e allora bisogna stare attenti perché quando il sangue non scorre più nelle vene addio “vita”. La popolazione tende ad abbandonare questi luoghi perché alla ricerca di migliore confort, perché il contadino smette di essere contadino se il suo terreno viene considerato edificabile da uno stupido piano urbanistico e magari è l'unico terreno in tutto il territorio o uno dei pochi, allora la sua abitazione che prima era consona agli usi che il proprietario faceva di essa ora non lo é più e allora o bisogna adattarla al nuovo uso o la si abbandona. Lo stesso discorso é valido così per l'intero centro storico e per qualunque altra zona: per rimanere organicamente legata al luogo DEVE essere il frutto di una popolazione legata al luogo, perché solo così cambiandole l'uso non cambierà mai, o meglio, non verrà mai a mancare il legame fra luogo e costruito. M O N T E R E D E N T O R E: in questa zona é riconosciuta tutta la parte montana del territorio comunale. Essa é il necessario e logico coronamento del golfo, le tribune di quell'anfiteatro naturale descritto all'inizio di questa chiacchierata, e in quanto tali, da esse é possibile godere di un invidiabile panorama; al di sopra di esse troviamo uno dei più bei luoghi del territorio comunale, la zona di Acquaviva alle spalle del Monte Redentore: questo é un territorio prettamente montano sia come clima sia come 31 conformazione, sito intorno ai settecento metri sul livello del mare e a poca distanza da esso, è luogo meta costante di fine settimana estivi. Trattasi in gran parte di territorio boschivo adibito a pascolo e parte all'agricoltura in cui solo un po' qua e un po' là va affacciandosi la mano maldestra dell'uomo "stupido", precedentemente descritto, che ha trasferito sulla collina la stessa villetta di S. Janni magari aggiungendoci qualche reminescenza di vacanze trascorse a Cortina o in altri luoghi che niente hanno a che vedere con questo, il risultato non é nemmeno il caso di descriverlo tanto é poco degno di rispetto e di considerazione. La zona in questione é parte del Parco degli Aurunci, in essa la fauna e la flora si mantengono ancora inalterati. E' una zona di indubbio pregio che potrebbe essere certamente valorizzata, "ma non troppo", Il "ma non troppo" é più da intendersi in relazione al tipo di valorizzazione e non certo alla qualità della stessa. Come già evidenziato all'inizio di questa trattazione, la zona del territorio comunale a Nord é quella che meno ha risentito delle cattive tendenze di sviluppo degli ultimi anni. In queste zone, questa cattiva tendenza ha portato la piccola villetta di campagna usata nel fine settimana: concessioni rilasciate per depositi attrezzi agricoli divenute poi villette: ma quale bel prodotto può mai uscire fuori da una simile operazione? quando ad una già carente o meglio inesistente operazione di inserimento 32 ambientale si aggiunge l'imbroglio e il sotterfugio, il realizzare in fretta prima di essere scoperti; quali garanzie offrono simili atteggiamenti per un buon uso del territorio e cosa dire dei tecnici o professionisti che si prestano a simili operazioni: che hanno bisogno di mangiare? con questa scusa un giorno finiremo con il giustificare anche l'omicidio "...tecnico uccide e mangia la madre perché ...doveva pur mangiare", quale é la coerenza e la professionalità che ha portato a simili operazioni, in tutto questo non c'é un minimo senso civico. Ben venga la casetta di campagna con il frutteto intorno ma non venga chi opera in questo modo. E' così che anche questa parte di territorio finirà col tempo, continuando così le cose, col pesare enormemente su altre zone diventando ulteriore motivo di squilibrio; il fenomeno ora é poco evidente conservando queste zone ancora una certa organicità soprattutto nei nuclei più antichi. Questo va detto per quanto riguarda l'aspetto morfologico, per quanto riguarda invece l'aspetto funzionale, esse di fatto già dipendono da altre zone del territorio a causa della quasi totale assenza di servizi, per questo motivo sono anch'esse da considerarsi zone ibride e quindi causa di squilibrio territoriale. Abbiamo così completato, con queste ultime, la disamina di tutte quelle zone in cui era stato schematizzato il territorio comunale, tranne la zona centro e quella di Penitro comprendente la zona a sviluppo industriale, volutamente lasciate per ultime 33 poiché ad esse e alla prima sopratutto é da riferirsi la sintesi delle considerazioni conclusive relative all'analisi fin qui svolta. P E N I T R O E L A Z O N A I N D U S T R I A L E : é una parte di territorio con caratteristiche intermedie fra la vicina Castellonorato e Gianola e di queste presenta tutti i difetti ma neanche un pregio: é un vecchio borgo contadino, prima coerente ora non più sufficiente a se stesso, inoltre la vicina zona industriale che sta sorgendo non farà altro che peggiorare la situazione snaturando completamente la zona e portandola ad assumere quelle connotazioni di un luogo deputato esclusivamente al lavoro, al traffico pesante e all'insalubrità. E' una di quelle zone dichiarate sfortunate dal piano regolatore che con la logica delle "chiazze" distingue un'area dall'altra guidandone miseramente lo sviluppo, ed é proprio con la voluta e palese differenza fra una chiazza e l'altra che automaticamente i retini appiccicati sulla tavola di piano si trasferiscono con tutta la loro povertà di immagine e “cultura” sul povero e sfortunato territorio deteriorandolo quasi irrimediabilmente. La zona industriale nel comune di Formia non doveva essere proprio prevista. Inoltre la zona industriale vicino ad una zona di elevato valore ambientale e turistico quale il promontorio di Gianola e ad una zona di altrettanto elevato valore ambientale e storico come Castellonorato non andava prevista. C'é da dire, inoltre, che le industrie 34 devono sorgere integrate con l'ambiente sia costruito che non, e non tutte insieme in un unico luogo, perché così verrà a mancare la differenziazione delle immagini sfruttando la quale si può migliorare l'aspetto del territorio abitato e non. Ciò non é utopia, basterebbe sottoporre a controlli severissimi i processi di produzione e gli impianti già dalla fase di concepimento progettuale e poi nella fase di realizzazione e gestione, tenendo in altissima considerazione il problema dell'inserimento e dell’impatto ambientale. Bisogna costruire NEL,PER, e CON la NATURA, e per fare ciò bisogna riconoscersi PARTE di Essa. Ed é per questa ragione e solo per questa che ogni opera, ogni manufatto, ogni intervento sul territorio deve portare la firma responsabile, competente, e per questo tutelata, dell'Architetto della Natura. Si tratta solo di ridare a Cesare quello che é sempre stato di Cesare: la competenza sul territorio che gli é sempre appartenuta. Andiamo ora al C E N T R O : é qui che sarebbe proprio il caso di dire DULCIS IN FUNDO, infatti la zona centro é quella che possiede da sola tutte le caratteristiche che le altre zone già esaminate possiedono solo in parte: strade panoramiche, vedute panoramiche, 1itorale di pregio, aree archeologiche, aree commerciali, residenze, aree verdi attrezzate, aree verdi di pregio non attrezzate e non sfruttate, importanti infrastrutture; a queste va aggiunto che, 35 come detto in apertura di trattazione, é uno dei luoghi più belli dal punto di vista orografico; é anche vero che nei secoli e soprattutto negli ultimi anni ha perso parte della sua originaria e incontaminata bellezza, ma é altresì vero che, nonostante tutto, rimane ancora uno dei luoghi più belli. Ma vediamo una per una queste caratteristiche: strade panoramiche: degna di questa qualifica é a mio avviso la via Flacca nel tratto che va dalla Caserma dei Carabinieri in rione S. Giulio fino alla storica villa Rubino, il panorama godibile percorrendola nei due sensi é di indubbio valore: il golfo, il centro, i monti, i reperti archeologici, l'alternarsi degli episodi lungo la sinuosità del percorso; vedute panoramiche: a questo proposito citerei senz'altro la veduta dalla terrazza della villa comunale, e quella da piazza della Vittoria, e ancora quella dalla terrazza della stazione, da piazza S. Erasmo lato binari, dall' arco di strada che va dall'ex ristorante La Quercia alla curva di Largo Paone, dal porto, e quella dallo slargo antistante la torre di Mola, a queste si va ad aggiungere la veduta di cui sono in possesso quasi tutti gli edifici di via Vitruvio e della zona di Mola fino a S. Giulio, e quelli della zona alta di Castellone e di via Rubino; litorale di pregio: é questa la caratteristica predominante della zona di costa che va dal molo Ovest del porto ai cantieri fin sotto villa Rubino a toccare la zona di Vindicio. Adesso 36 in questa stupenda fascia di costa ancora intatta vogliono farci il porto turistico (gigantesco, si mormora), allucinante idea balzana; riuscirà il progettista ad inserire il suo progetto adeguatamente nel luogo? glielo auguro di cuore, certo non sarà facile, portarci il traffico e i servizi che sono propri di una struttura del genere non sarà facile badando al contempo al mantenimento e alla valorizzazione di quei valori formali che ancora sono propri del luogo tenendo al contempo in conto che é lo unico rimasto con le sue caratteristiche originarie. aree archeologiche: tutto il centro poggia le sua fondamenta su aree di interesse archeologico, tutto il rione antico di Castellone poggia su un antico insediamento romano e la zona del teatro, le mura megalitiche e la Basilica di S. Erasmo ne sono palese testimonianza, e così anche via Lavanga: il grande anfiteatro non ancora riportato alla luce ma di cui sono ben visibili qua e là alcuni frammenti ne é una testimonianza; e ancora presenze lungo via Vitruvio nella parte a monte dalla fontana di S. Remigio, i ruderi emersi dagli scavi di palazzo Papa, i resti in piazza della Vittoria di una villa romana, le mura lungo la discesa verso il porto visibili vicino all'attuale cinema Miramare, la villa comunale con le sottostanti piscine romane, poi continuando verso il mare, la splendida Villa Rubino con i criptoportici e le poco lontane mura megalitiche; e chissà quante e quali cose verrebbero alla luce scavando qua o là. Affiancando 37 a queste anche le aree di interesse storico, potremmo aggiungere all'elenco l'intero rione di Castellone con la sua struttura urbana tipicamente medioevale, e poi via Lavanga con in evidenza la caserma vecchia, e il ciottolato della piazzetta municipio (il resto sono solo vecchie mura che la cupidigia e la stupidità hanno finito con il rovinare del tutto), e poi l'intero rione di Mola con il suo castello e la povera torre con il suo splendido portale; se si tiene conto che tutto questo é compreso in un'area di pochi ettari quadrati facilmente percorribile in pochi minuti a piedi pensate un attimo quali vantaggi potrebbero trarsi dalla organizzazione di un percorso che valorizzi e serva al contempo il tutto. aree commerciali: l'unica zona di tutto il territorio comunale dove questa caratteristica d'uso è presente è la zona centro, e lo é in quantità e qualità tale da soddisfare i bisogni non solo della zona stessa ma anche di tutte le altre zone del territorio comunale precedentemente analizzate sia in periodo invernale che in periodo estivo, ma non solo, ad essa infatti accedono anche da paesi vicini quali Itri, Gaeta, Minturno, Scauri, Spigno, Castelforte, S. Cosma e oltre. La presenza di ben quattro grandi magazzini lungo un chilometro avvalora ciò, per non contare negozi di lusso, gioiellerie e tutto quanto può offrire una zona a sviluppo prettamente turistico commerciale: bar, ristoranti, alberghi, profumerie tutte in quantità e qualità tale da non essere 38 certo rispondente alle esigenze della sola zona e neanche di quelle limitrofe del territorio comunale. A questo tipo di attività commerciale va aggiunta quella relativa agli uffici, o meglio alla parte che oggi viene contraddistinta col nome direzionale, il centro é di fatto anche il centro direzionale: ufficio comunale, posta, pretura, banche, S.I.P., ENEL, e il vicino ospedale, e appresso ad essi una notevole quantità di studi professionali, ed agenzie e attività legate ad esse, il tutto in un chilometro e cento metri. Via Vitruvio piano piano sta svuotandosi della popolazione residente per fare posto agli uffici e questa signori miei é una delle cause che porta alla rovina dei centri storici e del patrimonio che li contraddistingue. residenze: ancora molte sono le persone che risiedono al centro, tutto il rione di Castellone, anche se alcune abitazioni sono riservate ad avventori stagionali e questo purtroppo é un fenomeno che si andrà sempre più accentuando se non si risolverà il problema di rendere più vivibili i centri storici; ancora tutta la fascia da via Rubino e via Lavanga in su, dove solo in minima parte fanno capolino studi professionali e uffici commerciali; poi ancora in eguale misura tutto il rione di Mola e S. Giovanni fino all'ospedale e poi su verso Ovest fino alla fontana di S. Remigio. servizi: a quelli già elencati sopra vanno aggiunte tre scuole elementari, due scuole medie, la ragioneria, il magistrale, e 39 il liceo classico, più diverse scuole private di diverso ordine e grado. aree verdi attrezzate: l'unica é la villa comunale che peraltro presenta notevoli connotazioni formali e panoramiche, ad essa potrebbe essere aggiunta piazza della Vittoria ma é da intendersi più come una piazza che come un'area verde attrezzata. Aree verdi di pregio non attrezzate e non sfruttate sono invece in quantità ben maggiore, le più consistenti sono l'area di villa Rubino fino al mare già segnalata come zona di interesse archeologico e, al pari di essa, l'area antistante la stazione dove é localizzato l'anfiteatro, quindi l'area antistante la ferrovia lungo via XXIV Maggio, e quindi l'area alle spalle del Teatro e della Basilica di S. Erasmo. importanti infrastrutture: la zona centro é inoltre dotata di due importantissime infrastrutture, la stazione ferroviaria intermedia più importante sulla direttissima Roma - Napoli che solo per i treni a lunga percorrenza serve una zona che va da Gaeta a Castelforte, mentre per i treni diretti o cadenzati ad alta accelerazione serve solo Formia e Gaeta, errore grossolano quindi sarebbe pensare di spostarla in località Acquatraversa - Giano1a poiché tutto il traffico pendolare che ora si divide in due direzioni in parti pressappoco uguali venendo da Est e da Ovest, verrebbe ad essere convogliato in una unica direzione con problemi di attraversamento del centro ben peggiori; ciò senza tener conto 40 delle gravi implicazioni di carattere ambientale che la stazione si porterebbe dietro in zone la cui vocazione é ben altra; ma indipendentemente da questo la stazione, nella sua localizzazione attuale, possiede valori formali di indubbio pregio non per l'edificio in se ma per il fatto che é localizzata in quel punto a dominare il golfo, per il fatto che così in quel punto il treno è obbligato a rallentare e spesso a fermarsi e chi percorre ha la possibilità di ammirare lo splendido panorama, e chi scende arriva nel piazzale che é una vera e propria terrazza sul golfo, certo il tutto é insufficiente e potrebbe e dovrebbe essere migliorato ma certamente mai e in nessun modo trasferito altrove poiché Formia perderebbe uno dei suoi luoghi più belli costruiti nel tempo e con enorme fatica; non dimentichiamo che l'intera linea Roma - Napoli é considerata ed é stata sempre considerata un’opera di alta ingegneria per cui, in aggiunta al resto, prima di spostare qualcosa ci penserei su non un pochino ma molto molto a lungo per evitare di prendere decisioni che in futuro potrebbero rivelarsi deleterie per la città e per l'intero territorio. Avvalora ulteriormente la presenza della stazione in quel luogo la presenza di un'altra importantissima infrastruttura il porto con i collegamenti giornalieri con le isole di Ponza e Ventotene; ma come, per chi non ha bagagli troppo pesanti ci vogliono due passi a piedi per raggiungere il molo e noi prima spostiamo il molo di attracco allontanandolo verso Mola a dar fastidio 41 ai pescherecci, mossa già stupida di per sé, e ora vogliamo addirittura spostare la stazione andando perfino contro quelli che sono gli attuali orientamenti delle Ferrovie dello stato che invece, con il progetto dell'alta velocità, anticipato dai cadenzati, tendono a portare il fruitore del servizio nel più breve tempo possibile e il più vicino possibile al luogo interessato dal punto di vista infrastrutturale. E’ per quanto detto che, come cittadino prima e come architetto poi, mi auguro che la stazione resti dov'é. attrezzature alberghiere: anche queste sono presenti in quantità rilevanti anche se alcune di esse hanno chiuso, ma é pensabile che ciò sia dovuto non alla mancanza di richiesta. residenze stagionali: al centro é presente anche questo tipo di fenomeno anche se in parte molto ridotta ma potrà senz'altro accentuarsi con l'accentuarsi del fenomeno dell'abbandono del centro da parte della popolazione residente,soprattutto di via Vitruvio e delle zone più antiche dove un inadeguato e spesso, per volontà politiche, impossibile miglioramento delle condizioni igieniche e ambientali, sta costringendo la popolazione residente in quei luoghi da generazioni ad abbandonarli, e purtroppo con essi li abbandonerà il dialetto, il modo di fare, le tradizioni, la storia; la causa quale é stata? LA STUPIDITA'. La presenza contemporanea della totalità delle caratteristiche basilari riconosciute nel territorio fanno della zona centro uno 42 dei luoghi più importanti anzi, il più importante, dal punto di vista turistico; é di fatto un enorme polo di attrazione sia in Inverno che in Estate, questa zona é il centro in tutti i sensi sotto ogni aspetto: infrastruttura1e, commerciale, archeologico, storico, orografico, ambientale, panoramico e dei servizi; é inoltre importante nodo di passaggio: l'Appia per l'asse Itri-Scauri, la Flacca per l'asse Gaeta - Cassino, la ferrovia per l'asse Roma - Napoli, il porto per l'asse Formia – Ponza - Ventotene, via Ferrucci per il collegamento con le frazioni e le nuove zone di espansione previste dal P.R.G.: si incontrano tutte in quella strettoia dell'imbuto territoriale individuato all'inizio che é il centro; abbiamo inoltre già dimostrato che questa vocazione di transito costiero ha guidato e contraddistinto Formia nel suo sviluppo nella storia valorizzandone i contenuti ambientali unitamente alla sosta particolarmente gradevole e allo splendido e pescoso golfo. Il problema dello scompenso della CARATTERISTICA DI UN COMODO E GRADEVOLE TRANSITO si individua facilmente non nel fatto che gli assi di transito e quindi di collegamento sopra menzionati si incontrano tutti nel centro ovvero nella strettoia dell'imbuto, poiché questo potrebbe essere anche un fatto positivo e che potrebbe essere valorizzato, ma nel modo come si incontrano e nelle interrelazioni che nel loro passaggio vanno ad interessare. L'asse Itri-Scauri, per esempio, individuato nella statale Appia, collega 43 il territorio di Nord-Ovest con quello di Sud-Est: da un lato c'é Fondi, Itri ecc. dall'altro c'é Scauri, Minturno, ma c'é anche l'ospedale, il mercato ecc., questo asse di transito quando i veicoli erano pochi, e quindi inquinavano meno ed erano più lenti attraversava il centro in via Rubino, via Lavanga e via Abate Tosti, con l'andare avanti negli anni e col crescere della strada e della città queste strade si sono rivelate insufficienti a garantire al contempo un comodo attraversamento e alla pari un comodo stare delle persone che lungo queste strade lavoravano o risiedevano, fu fatta allora via Vitruvio e via Duchi d'Aosta; questa nuova strada percorreva dei luoghi allora verdi e incontaminati; l'abitato si é col tempo ingrandito andandosi a distribuire lungo la nuova strada e questa con l'avvento e la crescita dell'automobile si é mostrata sufficiente fino agli anni '60 poi si é ripresentato lo stesso problema: via Vitruvio non poteva più essere luogo di residenza, come ormai era divenuta, e al contempo asse di comodo transito, per l'ormai consistente quantità di veicoli e fu così che, fra dibattiti e controversie, fra attraversamento a mare e attraversamento a monte, si optò per la litoranea Flacca, questa si é mostrata sufficiente fino a quando non é stata realizzata la superstrada Formia-Cassino poiché assolveva solo al compito di deviare il traffico dal centro verso il lungomare decongestionando il centro stesso e al contempo mostrando 44 al passante un piacevole panorama; con la realizzazione della superstrada Formia-Cassino si é data la possibilità a tutta la popolazione dell'entroterra del Cassinate ed oltre di arrivare alla costa in brevissimo tempo tanto da permettere loro di effettuare comode escursioni giornaliere, ora questo fatto se ha giovato alla pubblicità turistica del luogo e alle casse di chi si occupa del settore non ha certo giovato all'assetto viario e poi anche a quello territoriale; infatti una grossa mole di traffico di transito e non arriva, concentrato in alcune ore del giorno, a convogliarsi sulla zona dei semafori in rione S. Giulio, qui va a comporsi con quello già consistente proveniente da Scauri dell'Appia e a confluire insieme nella strada Litoranea Flacca, per chi é interessato al transito, e in via Duchi d'Aosta e poi in via Vitruvio, per chi é interessato alla sosta al centro per usufruire dei servizi che in esso sono presenti, laddove in questo caso per servizi sono da intendersi tutte le possibilità ricettive e attrattive del luogo già menzionate e analizzate in dettaglio in precedenza; succede quindi che lungo via Duchi d'Aosta a questa corrente di traffico già consistente di per se va ad aggiungersi quella locale proveniente dalle frazioni e dalle nuove zone di espansione previste dal P.R.G.; ulteriore aggravarsi della situazione si é avuto con la realizzazione della superstrada fino al Garigliano che se ha decongestionato Scauri ha congestionato Formia, e la situazione continuerà ad aggravarsi dal giorno in cui sarà 45 ultimato il ponte sul Garigliano; questo permetterà infatti alla popolazione del casertano e del napoletano di accorciare ulteriormente i tempi di percorrenza e di arrivare sul luogo in brevissimo tempo, provocherà l'intasamento delle spiagge Formiane e Gaetane ma non l'affollamento degli alberghi e lo sviluppo di strutture turistiche serie e ben concepite. E' così che, tornando al problema iniziale, l'asse Itri-Scauri di transito incontra tutto il traffico del centro lungo via Vitruvio e via Duchi d'Aosta rallentando e creando motivi di intasamento anch'esso, e di qui la conclusione: via Vitruvio non può più continuare ad essere una via del centro e una via di transito al contempo se si vuole che il centro aumenti e migliori le sue capacità ricettive soprattutto nella qualità ma anche nella quantità per migliorare e incentivare quella possibilità di sosta ravvisata come una delle caratteristiche essenziali per il miglioramento della qualità turistica; analogamente é da dirsi per via Duchi d'Aosta, queste strade é necessario che diventino strade ad uso del centro e non di transito; é necessario fare in modo che chi arrivi da fuori possa attraversare facilmente la zona se é necessario, possa fermarsi e quindi accedere comodamente a luoghi di sosta senza intralciare il traffico di zona se intende farlo; é necessario fare in modo che chi lavora o chi é residente al centro abbia preservato il diritto ad accedere comodamente al luogo di lavoro e a svolgere 46 il suo lavoro nelle condizioni migliori di salubrità e confort e chi risiede non abbia motivo di abbandonare il luogo perché divenuto invivibile e malsano per il rumore e l'inquinamento atmosferico. Al contrario di quanto é avvenuto in passato non è più possibile che la Litoranea col tempo diventi anch'essa una strada urbana e quindi si ripresenti il problema per il semplice motivo che lungo il suo tracciato, per lo meno per il tratto interessante il centro, non é più possibile costruire e nei luoghi dove è ancora possibile sarà bene evitarlo a tutti i costi. La soluzione del problema di via Vitruvio e via Duchi d'Aosta risolverà quasi completamente anche il problema di intasamento della strada litoranea Flacca curando opportunamente gli incroci nei punti più delicati. Un ulteriore aggravio del fenomeno del comodo transito e comoda sosta temporanea é da ricercarsi nell'aggravio della seconda delle caratteristiche essenziali componenti il fenomeno di sviluppo di Formia e cioè la piacevole residenza: l'analisi zonale da poco conclusa ha inequivocabilmente evidenziato un notevole scompenso esistente fra la zona centro e le zone circostanti e fra le zone stesse. L'unica zona autosufficiente in tutti i sensi é il centro e sia ben chiaro é giusto e al contempo necessario che il centro sia autosufficiente ma non é altrettanto giusto e necessario che le zone adiacenti non lo siano affatto neanche a volte per gli elementi di prima necessità; ma che lo siano almeno in relazione 47 alla vocazione che é stata loro assegnata dall'uso, erroneamente o meno. Abbiamo visto come le zone di carattere prevalentemente turistico quali Vindicio e S. Janni - Gianola pur possedendo rilevanti potenzialità formali non sono ad oggi in grado di trattenere con le loro strutture il turista costringendolo a trovare altrove quello che nella zona manca ed ecco il crearsi di un flusso supplementare di traffico che va a sommarsi a quello già esistente: il turista, e anche il residente da S. Janni e da Gianola va verso Gaeta e verso il centro, lo stesso fa il turista e il residente di Vindicio, il residente di S. Giulio e di S. Pietro solo in piccolissima parte va verso S. Janni e Gianola preferisce anche lui migrare verso Gaeta e va verso il centro per i servizi e per lavorare, e analogamente dicasi per i residenti di Scacciagalline e di S. Maria La Noce e così per quelli attuali e futuri delle nuove zone di espansione previste dal P.R.G.; analogamente fino alla noia dicasi per le frazioni. Il territorio é in perfetto squilibrio, ponendoselo prima, un obiettivo del genere difficilmente si sarebbe riusciti a centrarlo in maniera così puntuale, ogni zona é una palla al piede del "Centro". Abbiamo visto il "COMODO TRANSITO", poi la "COMODA SOSTA" e adesso vediamo che fine ha fatto lo "SPLENDIDO E PESCOSO GOLFO", come terza ed ultima delle caratteristiche fondamentali dello sviluppo 48 della zona nei secoli. Per fortuna lo "SPLENDIDO GOLFO" è ancora lì, é ancora pescoso ma non molto, ma purtroppo é splendido solo da lontano o la sera quando le luci della costa lo illuminano incoronandolo, ma da vicino é una vera "MUNNEZZA", il termine é forse duro e irriverente ma é un dato di fatto, il tasso di inquinamento é elevatissimo la balneazione permessa solo per motivi economici, in esso riversano i loro liquami Itri, Gaeta e Formia per una popolazione che in Estate arriva intorno alle DUECENTOMILA unità, un unico impianto di depurazione non ancora entrato in funzione e infelicemente posizionato é presente nel golfo in zona S. Janni e le fogne di S. Janni, che tra l'altro non esistono, non sono ad esso collegate; le navi continuano a lavare le stive a poca distanza dalla costa, e le attività industriali continuano a scaricare i loro prodotti nel golfo. Con quale insulsa affermazione si può sostenere che il turista rimanga a fare il bagno sulle nostre spiagge, ci resta solo quello che non può spostarsi, che é pigro, o che é abituato a fare il bagno in posti ancora più malsani di questo, ed ecco la dequalificazione del luogo; chi può si sposta in un modo o nell'altro e, mentre dorme semplicemente in case di S. Janni o di Gianola e Vindicio, va a spendere il suo tempo e il suo denaro lungo altre coste e in altri lidi quali quelli della splendida riviera Gaetana e di Sperlonga. Sono spesso necessari più di cinquanta minuti per raggiungere Gaeta. 49 E' necessario allora curare bene le tre caratteristiche prima menzionate poiché, come si é visto,lo scompenso di una sola di esse provoca lo scompenso delle altre che a loro volta poi intervengono ad ulteriore danno della prima come un cane che girando in tondo prova a mordersi la coda; e il gioco quando finirà? o quando il cane si sarà stancato: il che vuoi dire quando il turista avrà deciso di cambiare zona, o quando il padrone lo distrarrà magari offrendogli qualcosa da mangiare il che vuol dire interventi atti a risolvere la situazione e a ripristinare la coerenza di sviluppo con il ripristino dell'equilibrio del territorio e di ogni zona in sé. In questa logica e per questo scopo si sono ravvisati necessari una serie di interventi che appresso andrò ad elencare distinguendoli per zona, per importanza in ordine alla priorità, e per il fine che l'intervento stesso intende perseguire. Da quanto emerso dall'analisi della situazione attuale e del suo evolversi nel tempo si ravvisa la necessità di intervenire con tre ben distinte categorie di interventi: una prima serie atta a favorire un "COMODO TRANSITO", una seconda serie atta a favorire una "COMODA E PIACEVOLE SOSTA TEMPORANEA, STAGIONALE e STABILE" e una terza serie atta a ripristinare lo "SPLENDIDO E PESCOSO GOLFO". La prima consiste in una serie di interventi di carattere prevalentemente infrastrutturale ovvero strade, parcheggi e quanto altro possa essere utile a raggiungere lo scopo; la seconda consiste in una serie di interventi collegati ai primi quali potenziamento e valorizzazione delle caratteristiche zonali 50 e ristrutturazione e riqualificazione dell'esistente, la terza serie finalizzata solo ed esclusivamente a ripristinare, riqualificare e valorizzare la costa e il golfo; Ma vediamoli zona per zona: in ognuna di esse saranno riconoscibili le tre categorie di intervento con intensità proporzionate alle necessità ravvisate nell'analisi. Le zone sono elencate in ordine di priorità e così gli interventi nell'ambito della zona stessa secondo le necessità ravvisate nell'analisi. Quattro zone sono più importanti delle altre per i fini da raggiungere e i primi interventi necessari in ognuna di queste saranno da considerarsi di primaria importanza in merito all'ordine e ai tempi di realizzazione: il polo principale che é il centro, il polo Ovest: Vindicio, il polo Est: S. Janny - Gianola, e il polo Nord: il Monte Redentore; gli interventi proposti per queste aree servono per ridare equilibrio a11'assetto territoriale, gli interventi nelle restanti zone sono importanti anch'essi per l'equilibrio complessivo ma non sono da considerarsi di primaria importanza poiché delle carenze di queste il territorio ne risente per un raggio minore rispetto alle prime. Z O N A C E N T R O I) Intervento di raddoppio di via Vitruvio mediante galleria passante sotto l'attuale asse viario, collegata con parcheggi sotterranei localizzati in Piazza Mattei, Piazzale delle Poste, e 51 Largo Domenico Paone, e raddoppio di via dei Duchi d'Aosta per il tratto lungo la Litoranea Flacca che va da Largo Domenico Paone allo svincolo all'altezza della Caserma dei Carabinieri, innestandosi in basso alla strada che procede verso Scauri con la statale Appia, il tutto secondo il progetto dello scrivente già presentato a codesto e agli altri Enti competenti; lo scopo di tale intervento é quello di ripristinare il collegamento passante Itri-Scauri svincolandolo dal traffico del centro restituendo quindi autonomia a questo ultimo e vivibilità, raggiungendo contemporaneamente l'obiettivo di dotarlo della necessaria quantità di parcheggi tuttora inesistenti e al contempo di fare in modo che qualunque zona del centro possa essere raggiunta senza intralciare e incrociarsi con attività prettamente urbane; l'intervento permetterà al contempo grazie alle previste modalità costruttive di ristrutturare o meglio ammodernare tutto il sistema fognario e impiantistico cittadino inserendo i rispettivi impianti in cavedii ispezionabili localizzati al di sotto della "volta" della galleria; un simile intervento fungerebbe come una arteria: porterebbe il sangue nei punti dove é necessario; non solo, si avrebbe anche il vantaggio che il problema non si potrebbe più riproporre poiché, essendo impossibile costruire lungo di essa, questa rimarrà sempre una via di transito e al contempo di servizio per il centro. Inoltre, innestandosi l'intero raddoppio come descritto 52 all'altezza della Caserma dei Carabinieri, si creerebbero due assi passanti completamente indipendenti (ridisegnando lo svincolo) uno Gaeta - Cassino lungo la Flacca, e l'altro Itri - Scauri lungo il raddoppio: l'intervento quindi ridurrebbe enormemente anche i problemi della Litoranea Flacca rimanendo questa indipendente, più scorrevole perché senza punti di attrito. Si raggiungerebbe inoltre l'obiettivo di svincolare il traffico proveniente dalle frazioni e dalle nuove zone di espansione del P.R.G. da quello proveniente da Scauri e da Cassino e da Est in generale, questo a questo punto potrebbe essere comodamente assorbito da via Duchi d'Aosta, si tratterebbe infatti di traffico prettamente urbano. Un ulteriore contributo al problema del decongestionamento del centro verrebbe dal secondo intervento proposto sempre di carattere infrastrutturale: 2) progetto di una strada, peraltro già prevista dal P.R.G., riprendente il tracciato della vecchia ferrovia Gaeta – Sparanise nel tratto che va dalla stazione delle FFSS superando con un cavalcavia la comunale per le frazioni e collegandosi poi con via Condotto all'altezza del C.O.N.I. secondo un tracciato già predisposto, la strada proseguirebbe poi oltre la stazione verso Piazza S. Erasmo e si collegherebbe quindi con via Olivetani; questo asse potrebbe essere ulteriormente migliorato con la realizzazione degli interventi 3),4),5) che seguono. 53 3) progetto di una strada a collegare via XXIV Maggio con Piazza S. Erasmo attraversando quella zona verde tuttora esistente e che si auspica rimanga tale; 4) progetto di una strada collegante il piazzale della stazione con via Solaro, e poi 5) progetto di una strada collegante via Solaro con la strada di cui al punto 2) lungo il tracciato della Gaeta - Sparanise all'altezza della chiesetta della Madonna di Ponza. Con gli interventi 2),3),4),5), si raggiungerebbe l'obiettivo di oltrepassare il centro da Nord collegando così la stazione con la zona Nord-Ovest e Nord-Est del territorio comunale permettendo al contempo un percorso passante a beneficio del traffico proveniente da Itri e Gaeta verso la stazione e di quello proveniente da Minturno – Scauri - Cassino ma soprattutto dalla zona urbanizzata Est della città verso la stazione stessa; questi interventi verrebbero completati da 6) progetto di ristrutturazione della stazione con la realizzazione di un adeguato piazzale dotato di sufficiente numero di posti macchina. Riorganizzazione del parco binari e dello scalo. 7) realizzazione della strada Pedemontana prevista dal P.R.G. e dal Nucleo Industriale Gaeta-Formia. Su questo intervento avrei però delle perplessità poiché tale bretella sarebbe il logico proseguimento della variante di Terracina e di quella di Gaeta già facenti parte del potenziamento viario verso Roma e verso Napoli. 54 Questo intervento completato diventerebbe un percorso alternativo all'autostrada poiché altrettanto veloce, gratuito, e per di più passante in un territorio sicuramente migliore dal punto di vista climatico e panoramico, privo di nebbia, e di brutto tempo e ricco di belle vedute, ragion per cui buona parte del traffico che ora va ad affollare l'autostrada, vista la comodità, si riverserebbe su questo percorso alternativo costiero vanificando così lo scopo per cui é stato realizzato o meglio concepito e cioè quello di decongestionare alcune zone della costa; bisognava si far oltrepassare il centro di Terracina con la galleria ormai ultimata, bisognerà probabilmente anche far passare Formia e Gaeta con un fac-simile dei progetti pensati, ma l'insieme di questi non doveva diventare un tutt'uno come si sta realizzando poiché così, a mio avviso, si otterrà il risultato opposto, avrebbero dovuto essere interventi localizzati nell'ambito del tessuto viario già esistente e il risultato sarebbe stato molto più consono alle reali esigenze e tendenze di sviluppo. Inoltre c'é da aggiungere che si sarebbe dovuto e si potrebbe ancora fare una scelta: territorio a vocazione turistico -commerciale o a vocazione industriale; fin quando i piani prevedranno chiazze di territorio da destinare nella totalità ad insediamenti di carattere industriale, questo non potrà che essere deleterio per territori che come Formia e Gaeta sono da considerarsi per condizioni oggettive 55 di carattere storico - ambientale a vocazione prettamente turistico - commerciale, ragion per cui nucleo industriale e relative bretelle, finché si continua a fare urbanistica in questo modo, meglio lasciarle ad altri, meglio toglierli dalle previsioni di piano; certo se ciò non verrà fatto e si persisterà nell'errore la bretella o meglio la Pedemontana allora é meglio farla ma nell'ottica di cui sopra non darà grossi benefici; essa é necessaria perché é previsto il nucleo industriale, tolto quello diventa inutile nell'interezza del suo sviluppo costiero da Roma a Napoli, inutile e perfino dannosa per le nostre zone. Poi fra gli interventi di potenziamento e riqualificazione delle caratteristiche zonali e la ristrutturazione e riqualificazione dell'esistente propongo: 8) progetto della nuova sede del Municipio con annesso Museo Archeologico e Sala Convegni per 450 posti da realizzare nell'attuale localizzazione mediante una operazione di sostituzione edilizia: il vecchio edificio, ormai ridotto a niente, non é adatto alla destinazione che é stata ad esso assegnata per cui si ravvisa la necessità di realizzare in quel luogo e solo in quello poiché centro rappresentativo e culturale un edificio che sia rappresentativo e qualificante che diventi anche il centro architettonico della città; una proposta dello scrivente in merito verrà resa pubblica al più presto. 9) progetto di riorganizzazione e ridisegno di Piazza della Vittoria estesa al Piazzale delle Poste al di sopra del parcheggio 56 sotterraneo previsto nel progetto di cui al punto 1). IO) progetto di riorganizzazione e ridisegno di Piazza Mattei in funzione del parcheggio sotterraneo previsto nell'ambito dello stesso progetto di cui al punto I). II) progetto di riorganizzazione e ridisegno di Largo Domenico Paone in funzione e in correlazione con il parcheggio sotterraneo previsto nell'ambito del progetto di cui al punto I). La piazza resterebbe così solo ed esclusivamente pedonale per poter essere così comodamente adibita a giochi e manifestazioni di ogni genere senza intralcio alla comoda fruibilità della zona, il tutto naturalmente é vincolato al progetto di cui al punto I). I2) progetto di restauro del luogo al di sotto della villa Comunale nonché dello specchio d'acqua antistante ed adiacente, prevedendo la sistemazione di un Centro Comunitario e una valorizzazione dei reperti archeologici esistenti. 13) progetto di restauro dell'intero rione di Castellone, riqualificazione storica dell'ambiente, curando in particolar modo il fatto che la popolazione attualmente residente non abbandoni i luoghi Suoi da generazioni ma trovi anche il modo di svolgere in esso le sue attività. Grandissimo errore é quello che si sta commettendo di volersi appropriare della località di Cancello per restaurare 1'anfiteatro e destinarlo ad attività culturali scacciando di fatto la popolazione che ormai risiede in esso da centinaia d'anni, sarebbe un'operazione culturale estremamente 57 negativa e altamente deleteria per l'intero quartiere e per la coerenza e l'organicità del suo sviluppo. I4) analogamente: restauro di via Lavanga, riassetto del percorso, delle facciate e dell'arredo; ridisegno delle facciate degli edifici nuovi lungo di essa realizzati. I5) analogamente: progetto di restauro di via Abate Tosti e del Castello di Mola da adibire a funzioni di interesse pubblico e riorganizzazione e ridisegno dello slargo e dello specchio d'acqua ad esso adiacente, nonché di tutte le facciate della zona verso mare. 16) progetto di valorizzazione dei reperti e del parco di Villa Rubino con attento studio alla destinazione d'uso. 17) analogamente progetto di valorizzazione di tutti i reperti della costa sottostante fino a Vindicio da un lato e al molo del porto dall'altro. Trovandomi nella zona, approfitto per esprimere il mio più profondo rammarico per la scelta di questo luogo per la localizzazione del porto turistico, rinviando le motivazioni di tale disappunto al punto della trattazione relativo alla zona di Vindicio. 18) progetto di scavo e valorizzazione dei reperti dell'anfiteatro localizzato lungo via Lavanga nella scarpata della stazione. Lo stesso potrebbe essere adibito per manifestazioni estive a carattere teatrale, la presenza del vicino parcheggio sotto 58 Largo paone previsto nell'ambito del progetto di cui al punto I) ne faciliterebbe la fruibilità e ne gratificherebbe l'uso, che tra l'altro si inserirebbe splendidamente nel nuovo contesto di via Lavanga di cui al punto 14). 19) progetto di restauro e valorizzazione dei reperti archeologici di via Solaro riconosciuti nell'antico acquedotto romano con organizzazione dello slargo adiacente con una struttura di carattere ricettivo e ricreativo di interesse misto pubblico e privato, con sottostate area di parcheggio pubblico e privato per due piani interrati. 20) progetto di un percorso pedonale atto a realizzare la fruibilità dell'intera zona centro, e in particolare colleghi tutti i luoghi di particolare interesse storico ed archeologico interrelandolo alle zone verdi esistenti e previste e ai luoghi di notevole interesse panoramico; particolare cura dovrà essere posta nel disegno del percorso e nell'uso dei materiali nell'attraversamento delle varie zone differenziandoli opportunamente se il caso e nello studio dell'illuminazione e dei luoghi di sosta temporanea. 21) progetto di parco pubblico cui adibire tutta la zona verde intorno all'oggetto di cui al punto 18). 22) analogamente come sopra per la zona sotto la ferrovia ad Est di Castellone prevedendo anche la possibilità che parte di 59 essa rimanga adibita a giardino privato come é attualmente mantenendo in ogni caso la vegetazione attuale che le é propria. 23) analogamente come sopra per l'area ad Ovest della Basilica di S. Erasmo. 24) progetto di riorganizzazione e valorizzazione di tutto il tratto costiero che va da Largo Domenico Paone allo svincolo della Superstrada per Cassino, naturalmente interrelato all'intervento di cui al punto I). E' necessario a questo punto far notare come gli interventi di cui al punto I),20), e 24) rientrano anche nell’ambito di quegli interventi atti a valorizzare la costa e il Golfo: il primo con la realizzazione della nuova rete fognaria ispezionabile si riferisce al problema del risanamento igienico ambientale, il secondo e il terzo al risanamento e valorizzazione dell'immagine costiera. E' importantissimo far rilevare che senza la realizzazione dei primi interventi di carattere infrastrutturale gli interventi successivi perderebbero di significato poiché per molti casi sarebbe pregiudicata la stessa possibilità di realizzazione e in altri casi verrebbe vanificato l'intervento nella misura in cui ne verrebbe alterata, l'adeguata fruibilità. Z O N A V I N D I C I O E' una delle tre zone deputate a diventare polo alternativo di 60 particolare interesse turistico unitamente alla zona di S. Janni Gianola e la zona del Monte Redentore. L'intento di tale operazione é quello di dotare questi luoghi di elementi caratteristici tali da render loro competitivi con quei luoghi alternativi che la popolazione turistica predilige al di fuori del territorio comunale, quale ad esempio la riviera della costa Gaetana o Sperlonga, o elementi stessi della zona centro del comune. Una operazione del genere darebbe, unitamente a un riequilibrio dei servizi e a una valorizzazione dell'esistente, maggiore autonomia alla zona permettendole così di trattenere al suo interno la stragrande maggioranza della popolazione turistica e la totalità della popolazione residente che a questo puntO avrebbe necessità di spostarsi solo per motivi di ordine superiore e in ogni caso molto più di rado. Al tempo stesso la zona vedrebbe potenziate le sue capacità ricettive a tutto vantaggio dello sviluppo turistico che migliorerebbe così sia dal punto di vista quantitativo che soprattutto da quello qualitativo. "La migliore qualità, dei servizi offerti porta inevitabilmente ad un incremento qualitativo della richiesta." "Un incremento qualitativo della richiesta porta a un miglioramento dell'offerta turistica". E così quella che prima sembrava una discesa senza fine ora in fondo sembra avere una parte in pianura e poi potrebbe anche tornare a salire. E' assolutamente necessario dare un inizio a questo processo di inversione di tendenza, e l'inizio deve essere un impulso molto forte e deciso 61 senza paure o tentennamenti lo stesso che porta il contadino a estirpare le piante che non hanno dato frutto e a piantarne delle nuove sperando che con il lavoro e la cura ne diano di abbondante l'anno futuro. Allora l'intervento teso a tale scopo, che sia esso singolare o plurale, non potrà essere "timido e titubante nascosto dietro un angolo" poiché così nessuno riuscirà mai a vederlo e le sue buone qualità, se esistono, non verranno mai alla luce, e così non daranno frutti; un seme per poter dare frutti deve poter piantare le radici, impadronirsi della terra dove é stato piantato, diventare parte di essa poiché da essa trarrà sostentamento. E così dovrà essere l'intervento teso a risolvere il problema: forte e deciso nella sua azione ma intimo e delicato nei suoi legami con il luogo così come il seme con la terra che lo ospita e lo nutre. Non si deve aver paura di intervenire per paura di sbagliare bensì é la paura di sbagliare che deve farci intervenire nel modo migliore, che deve farci riflettere sulle modalità di intervento, che deve incuterci la necessaria umiltà per porci nelle condizioni di apprendimento migliori, le stesse che non ci fanno mai essere paghi del livello di conoscenza raggiunto e quindi del livello di introspezione, alla ricerca di quel risultato ottimale prodotto di una unica sintesi. Il risultato sarà una cosa del luogo, diverrà parte di esso, diverrà nel tempo con esso. Un intervento in un luogo qualsiasi per un motivo qualsiasi, e 62 così a maggior ragione in un ambito territoriale di così grande importanza, non può e non deve essere il frutto di semplici considerazioni di tipo statistico che poi col tempo finiscono sempre col dimostrarsi errate, ne tanto meno il frutto di una operazione prettamente tecnica che basa le sue scelte su considerazioni e conclusioni di tipo prettamente analitico, ma il frutto di quello unico processo introspettivo che regola la conoscenza fra l'individuo e il luogo, portandolo a riconoscersi parte integrante di esso, di quell'unico processo comune alla musica, alla pittura, alla scultura, alla poesia, all'ARCHITETTURA. Ed é in base a queste considerazioni che l'intervento principale proposto per questa zona è: I) progetto di un grande Porto-Parco Turistico a cavallo del confine Formia-Itri, Formia-Gaeta e Gaeta-Itri, tutti e tre i comuni sarebbero interessati dall'intervento e particolarmente Formia che metterebbe a disposizione di esso la maggior parte di territorio attualmente a destinazione agricola. La novità assoluta della proposta é che il bacino portuale dovrà essere ricavato a terra ovvero asportando terreno. Il perimetro del bacino si svilupperebbe dalla zona dei "venticinque ponti", procedendo verso Est, costeggiando quasi l'Appia, avvolgendo la Tomba di Cicerone, e continuando a costeggiare l'Appia per un ulteriore tratto verso Est, poi con una grande ansa girerebbe quasi a costeggiare la 1itoranea fino ad arrivare all'attuale foce del torrente di Itri, attraversando poi il confine 63 fra Formia e Gaeta, tornerebbe ai "venticinque-ponti" costeggiando la collina. Il bacino artificiale presenterà due isolotti: uno più grande all'imbocco avrà il compito di separare i due canali di ingresso dal mare, l'altro più piccolo dividerà il bacino in due permettendo al contempo il passaggio del tracciato della strada che attualmente congiunge l'Appia verso Itri con il bivio lungo il litorale con la strada litoranea. Il bacino nella sua interezza avrà una forma pressoché triangolare con il vertice più lontano all'altezza dei "venticinque-ponti" e si andrà man mano allargando fino ad avere la base quasi parallela alla Litoranea, ed é così che col vertice Sud-Ovest toccherà il mare con l'ingresso, e con l'angolo Nord-Est toccherà quasi l'Appia all'incirca a metà fra la Tomba di Cicerone e la Clinica Costa. Il bordo del bacino sarà percorso da una strada secondaria di servizio e da una pedonale di passeggio, questa ultima avrà anche il compito di servire il parco a verde pubblico ed agricolo che avvolgerà il bacino tutto intorno al suo perimetro. Per quanto riguarda Formia sullo spigolo Nord-Est del bacino verrà sistemata la zona più estesa del parco che si sgranerà lungo le pendici della montagna. Dei due imbocchi al bacino, uno sarà da destinarsi esclusivamente alle piccole imbarcazioni mentre l'altro ad imbarcazioni più grandi con alta alberatura. L'intervento, in realtà, é da considerarsi un allargamento del letto del torrente di Itri, che prima di arrivare nel Porto 64 convoglierebbe le sue acque all'interno di una serie di vasche di un grosso impianto di depurazione, a questo si potrebbero far confluire le acque luride dei tre comuni in modo da preservare il golfo dalle locali fonti di inquinamento. E' così infatti che una parte delle acque luride potrebbe essere direttamente immessa nel golfo nella misura adeguata per un giusto equilibrio ecologico, il resto invece verrebbe inviato al depuratore; una volta terminato il processo di depurazione una parte verrebbe immesso in maniera forzata all'interno del bacino stesso sfruttando l'acqua del bacino stesso, mentre la rimanente parte potrebbe essere ridistribuita uniformemente lungo la costa con una sorta di impianto di irrigazione. L'immissione forzata del liquido a Nord del bacino costeggiando la costa da Nord-Ovest a Sud-Est sfruttando la stessa acqua del bacino permetterebbe, sfruttando i due canali di entrata, di avere un ricambio continuo dell'acqua del bacino stesso. un molo segnalato poco sotto il pelo dell'acqua si estenderebbe dal lato esterno dei due imbocchi verso il centro del golfo a proteggere i canali di accesso. A questo intervento ne farebbero poi seguito altri ad esso strettamente collegati e conseguenti: 2) il già menzionato Parco a verde pubblico e agricolo che circonderebbe il bacino. 3) progetto di un centro commerciale - servizi e residenze nel tratto del bacino e del parco che avvolge l'angolo di Sud-Est 65 fino a toccare e a coinvolgere l'Appia, analogamente su parte della costa Gaetana del bacino. 4) progettazione di un sovrappasso della Litoranea sulla strada che collega l'Appia alla spiaggia in modo da evitare interruzione del flusso del traffico. 5) progetto di un ponte sull'imbocco Ovest del bacino in modo da permettere il passaggio di natanti con alta alberatura; il ponte dovrà possedere, come caratteristica essenziale, il pregio di un armonioso inserimento ambientale. 6) progetto di ristrutturazione e valorizzazione ambientale della costa che va dalla pineta fino al porticciolo e a villa Rubino, con l'asportazione del pessimo ed infelice intervento di riempimento con relativo piazzale di sosta. 7) progetto di ristrutturazione del litorale: spiaggia e viabilità nonché edifici ed eventuali percorsi trasversali verso il parco-porto e il centro commerciale di cui al punto 3). 8) progetto di una struttura a particolare destinazione turistica da realizzarsi a mare, o alla punta dei moli di ingresso al bacino, o come protensione della curva della pineta verso Gaeta; in entrambi i casi dovrà trattarsi di una struttura trasparente. Alla luce di quanto esposto appare evidente come la volontà attuale da parte dell'amministrazione cittadina di realizzare il porto turistico sotto il parco di villa Rubino sia in stridente contrasto con l'effettiva necessità di riorganizzazione dell'intero 66 territorio comunale e oltre, in quanto un porto turistico di dimensione e ambizioni intercomunali posizionato in luogo di verso da quello individuato in codesta analisi porterebbe notevoli scompensi e quindi problemi alla circolazione litoranea con conseguenze per l'intera zona inimmaginabili, si perderebbe inoltre l'unica possibilità reale di realizzare un polo alternativo consistente ad Ovest del centro. Z O N A S. J A N N I - G I A N O L A E' questa la seconda zona deputata a diventare polo alternativo di particolare interesse turistico, questa volta sul lato Est del territorio comunale. La grande estensione territoriale di questa zona nonché la contemporanea presenza di luoghi di particolare interesse e di indubbio pregio ambientale peraltro già rilevati e opportunamente evidenziati precedentemente, non creano grossi problemi circa l'individuazione dell'intervento principe atto a raggiungere lo scopo, intorno al quale far ruotare tutto il progetto di riqualificazione dell'intero territorio Est del comune. L'intervento di cui si parla non può essere altro che l'ormai più volte menzionato I) progetto di un parco pubblico archeologico sulla collina del monte di Gianola; si dovrà fare in modo di rendere leggibili e percorribili gli spazi intorno ai ruderi romani e i ruderi 67 stessi arrivando, con una opportuna operazione di restauro e recupero, a proporne una destinazione d'uso; a questi luoghi si potrebbe accedere percorrendo un parco allo stato naturale ma attrezzato nei percorsi appena 1eggibili e nei luoghi di sosta, studiando a fondo il percorso nella sequenza dei suoi punti visuali. Un unico oggetto, stupendamente moderno, proporrei al centro del parco, fra gli arbusti e gli sterpi e le rovine antiche, UN GRANDE TEATRO SALA CONVEGNI per manifestazioni all'aperto e al coperto con la cavea aperta verso iL porticciolo romano che farebbe esso da scena, la copertura a guscio apribile si separerebbe in due aprendo allo sguardo l'interno del teatro entrando nel terreno, e gli sterpi e i rovi arriverebbero fino a lambirne il bordo facendo largo solo ai piccoli o meglio stretti e opportunamente studiati luoghi di accesso alle gradinate; il pubblico arriverebbe dai sentieri comparendo fra i cespugli e non da un piazzale luridamente asfaltato dopo essere appena sceso dalla macchina, queste ultime infatti verrebbero lasciate ben lontane, fuori dal parco. Il tutto per un rapporto diretto più intimo fra uomo-storia-natura. La realizzazione del parco verrebbe completata de un'appendice dello stesso, questa volta attrezzato a verde pubblico, da realizzarsi alle pendici ad Ovest del monte di Gianola laddove ora scorre il torrente. Il bacino di questo ultimo verrebbe in più punti allargato fino a formare più laghetti ed insenature, tutto intorno ad esso verrebbe organizzato 68 uno spazio adibito a verde pubblico attrezzato percorso da sentieri pedonali sia lungo il ciglio che all'interno; nuove strade carrabili attraverserebbero lo specchio d'acqua in alcuni punti così come é riportato nella tavola di intervento. Allo interno di questo secondo parco e anche sul ciglio dello specchio d'acqua troverebbe localizzazione il secondo intervento proposto individuato anche questo come basilare per il raggiungimento dello scopo fine di questo lavoro: 2)progetto di strutture per centro commerciale e servizi annessi a nuove residenze: come ho già avuto modo di precisare prima, questo intervento verrebbe localizzato a sgranarsi lungo i percorsi pedonali e in parte di quelli carrabili snodantesi lungo il percorso del parco del torrente, la varietà e la delicatezza saranno lo spirito motore dell'intervento, percorsi a parco che diventano urbani e viceversa con continuità in successione, in modo così da ottenere una migliore integrazione fra le parti e quindi una serie di gradevoli sensazioni nel percorso; chi perderà il terreno per far spazio all'intervento riceverà oltre che un terreno in altro luogo anche una fetta di partecipazione allo interno della nuova struttura in modo che possa trarne beneficio. Un terzo intervento é legato inscindibilmente ai primi due e riguarda invece la circolazione del traffico all'interno dell'intera zona: 3) progetto di ristrutturazione della rete viaria: si tratta 69 in realtà di creare una circolazione ad anello all'interno di tutta la zona al di sotto dell'Appia, in modo che a Nord serva da percorso alternativo all'Appia per lo meno per il tratto che riguarda la zona in questione, ad Est serva il parco del torrente e gli accessi al grande parco di Gianola nonché tutta la parte relativa al nuovo centro logistico, a Sud serva con dei percorsi trasversali a pettine il lungomare che diventerebbe esclusivamente pedonale, ad Ovest servirebbe l'attuale campeggio; l'anello continuerebbe ancora in maglie più piccole fino al villaggio del sole; una fitta rete di stradine fra esistenti e previste creerà una griglia all'interno dell'anello, lungo queste stradine sarà ammessa la sosta; le strade dovranno essere tutte alberate e dovranno essere intervallate da sentieri pedonali. Il suddetto anello verrà collegato all'Appia con un adeguato svincolo all'altezza del bivio di S. Croce ad Est, e a Nord con l'attuale sbocco di Gianola ridisegnato e ad Ovest con quello di S. Janni. 4) progetto di riqualificazione e ridisegno del litorale e della spiaggia: si tratterà di pedonalizzare l'intero litorale creando luoghi di sosta alberati e punti d'incontro, ridisegnare in modo decoroso gli stabilimenti balneari e in modo funzionale le scogliere qualora se ne ravvisasse la necessità nell'ottica di quell'intervento di più ampio respiro di primaria importanza di risanamento del golfo. 5) progetto per la realizzazione di una adeguata rete fognaria 70 collegata all'impianto di depurazione già proposto per la zona Vindicio ovvero ad uno similare realizzato cioè con gli stessi criteri. 6) progetto di una struttura a particolare destinazione turistica da realizzarsi a mare all'altezza di via S. Janni questa struttura sarà trasparente e dovrà evidenziare e magnificare il rapporto fra il mare, il cielo e la costa. 7) a questi sei interventi aggiungerei questo settimo teso a ristrutturare o meglio ridisegnare tutte le facciate delle costruzioni esistenti in modo da rendere più decoroso il percorso, in un unico intervento tendente oltretutto a ridisegnare gli elementi di arredo. Abbiamo così completato la serie di interventi necessari a creare il polo turistico alternativo ad Est del territorio comunale, secondo dei tre ravvisati come necessari per una riqualificazione turistica dell'intera zona. Questo secondo intervento di polarizzazione ed il primo, rispettivamente a destra e a sinistra in pianta del centro cittadino, sono stati individuati lungo la costa, il terzo di cui si ravvisa la necessità, sia come alternativa funzionale in merito all'uso turistico sia per scaricare l'interesse verso il litorale, non può essere individuato che nella zona a monte e partendo dalle frazioni: Maranola, Trivio e Castellonorato, arriverebbe fin sopra il Monte Redentore che é già parte del futuro e auspicato Parco degli Aurunci. 71 L'intervento principe per realizzare questo terzo polo alternativo sarebbe da realizzarsi nella zona del M O N T E R E D E N T O R E i : di questo abbiamo già abbondantemente elencato i pregi e le carenze in sede di analisi; da questa ultima si ravvisa la necessità che la zona resti il più possibile inalterata sia nei luoghi che nell'uso che attualmente se ne fa, é però altresì vero che per aumentarne la potenza attrattiva e quindi la possibilità d'uso e sfruttamento delle sue risorse bisogna in ogni caso procedere a una serie di interventi che polarizzino l'attenzione, il primo fra tutti potrebbe essere I) la creazione di un centro di equitazione con centro ippico, collegato a una sede distaccata del centro C.O.N.I. Scuola Nazionale di Atletica Leggera, questo ente potrebbe curarne la costruzione e la gestione; il luogo potrebbe diventare meta di allenamenti estivi in quota, meta periodica sia dei residenti che dei turisti, il tutto potrebbe essere realizzato in un parco pubblico attrezzato che si sgranerebbe verso l'attuale conformazione naturale, principio base dell'intervento sarà l'integrazione con l'ambiente. Dal centro si potranno tracciare percorsi e sentieri da percorrere a piedi o a cavallo fra i boschi e le montagne che porteranno fino ai luoghi abitati di Maranola, Trivio, Castellonorato, Spigno ecc..; questa struttura verrebbe collegata alla costa dal secondo degli interventi proposti: 2) progetto di una funivia che colleghi il centro C.O.N.I. a 72 valle con Maranola e col centro C.O.N.I. sul Monte Redentore; queste due proposte sposano in parte un desiderio che fu dello illustre Sindaco di Formia Bruno Zauli, da me recepito poiché trattasi di una idea che se realizzata allora avrebbe dato alla nostra città quel qualcosa in più di sicuro interesse. A questi interventi andrebbe aggiunta la realizzazione di una struttura di ricezione pubblica, allora ravviserei la necessità della: 3) progettazione di un camping attrezzato per la ricezione sia estiva che invernale. Intervento complementare peraltro necessario sarebbe: 4) ristrutturazione dell'attuale percorso carrabile che da Maranola conduce sul Monte Redentore con la prosecuzione all'interno del parco degli Aurunci e a congiungersi con Spigno Saturnia, realizzando così un anello a monte. La strada inoltre non dovrà avere caratteristiche tali da permettere velocità elevata, dovrà essere sicura ma lenta. Questo intervento di polarizzazione a monte perché raggiunga lo scopo desiderato dovrà essere accompagnato o seguito o preceduto da un intervento di restauro ambientale dei centri delle frazioni e quindi delle zone di M A R A N O L A T R I V I O C A S T E L L O N O R A T O : il valore ambientale dei tre centri e storico del primo e del terzo soprattutto é stato già ampiamente ma non troppo dibattuto 73 ragion per cui si ravvisa innanzi tutto la necessità di un I) progetto di restauro e riqualificazione urbana e funzionale del centro delle frazioni: scopo principe di questo intervento sarà cercare quegli incentivi tali da fare in modo che gli abitanti abituali continuino ad abitare il luogo, l'intervento dovrà tendere allora a riportare la gente nel piccolo borgo, e a fare in nodo che quella che c'é non l'abbandoni, allora come prima cosa un intervento di restauro del borgo antico poi 2) progetti finalizzati alla realizzazione di piccoli poli commerciali e servizi in modo da rendere ogni frazione praticamente autosufficiente, questi dovranno essere pensati in maniera tale da valorizzare i percorsi pedonali esistenti, percorsi nati dalla necessità di percorrere a piedi luoghi scoscesi e complessi, poiché solo in questo modo si riuscirà ad ottenere una continuità spaziale fra antico e nuovo borgo, bisognerà che ci sia rispetto dei materiali tradizionali e che quelli nuovi vengano usati nella giusta maniera in modo cioè da non interrompere quella continuità spaziale che é tipica dei borghi medioevali. 3) progetto di un parco attrezzato a verde pubblico ed agricolo per una fascia tutto intorno all'antico borgo per una larghezza tale che ne permetta la valorizzazione dal puntO di vista panoramico, al di là di questa fascia a verde il 4) progetto di quartieri di nuovo insediamento pensati progettati e realizzati secondo quegli indispensabili criteri di cui al puntO 2), ossia massima integrazione formale con il luogo e con 74 il vecchio borgo. 5) progetto di valorizzazione di questi centri dal punto di vista artigianale ed agricolo: la valorizzazione piena in questo senso nonché la vicinanza e il collegamento con il centro parco del Monte Redentore e la relativa vicinanza con il mare, nonché lo splendido panorama favorirebbero la crescita di questi luoghi anche dal punto di vista turistico, favorendo appunto la realizzazione piena di quel terzo polo alternativo di attrazione turistica individuato come necessario per l'equilibrio territoriale. Questi cinque interventi saranno ovviamente pensati in maniera diversa a secondo che si tratti dell'una o dell'altra frazione tenendo debitamente in conto le diverse valenze semantiche in quanto storiche, ambientali e d'uso attuale e futuro. A Castellonorato, ad esempio, proporrei la creazione del piccolo centro commerciale e di servizi direttamente collegato con una struttura di interesse pubblico quale potrebbe essere una piazza a degradare a gradoni lungo le pendici della collina per manifestazioni all'aperto da adibire anche a convegni e concerti, il tutto pensato come diretta conseguenza dell'attuale borgo unito ad un piccolo parco circostante valorizzerebbe inequivocabilmente il piccolo paesino. A Maranola invece, oltre a quanto già proposto dai punti 1) a 5) proporrei il rifacimento dì tutte le facciate delle nuove costruzioni 75 nonché la creazione di un piccolo centro comunitario che ben si sposerebbe con la proposta incentivazione artigianale. Non proporrei, invece, nella maniera più assoluta, il potenziamento della strada che collega le frazioni, bensì ne proporrei la prosecuzione ad Ovest lungo le pendici del monte fino a collegarsi a S. Maria La Noce, e ad Est fino a Spigno. Inoltre in questi luoghi la cura del verde pubblico e degli elementi di arredo del luogo pubblico e privato alla pubblica vista dovrebbe essere portata al massimo livello e ritenuto come obiettivo principale. E' infatti, proprio da questo ultimo punto che la frazione di Trivio dovrebbe trarre i suoi maggiori benefici, con l'aggiunta di un piccolo parco pubblico, a Nord del paese con sviluppo in pendio. Si arriverebbe così a creare tanti piccoli luoghi di interesse e quindi tanti piccoli incentivi, si potrebbe allora in ultima analisi favorire l'apertura di piccole pensioni. Questi luoghi potrebbero col tempo divenire luoghi alternativi dove stazionare nei mesi Estivi per quelle persone che amano trovarsi a metà strada fra il mare e la montagna ma contemporaneamente vicino all'uno e all'altra in modo da giovarsi dei benefici di entrambi e Formia, per la sua particolare conformazione territoriale, potrebbe permettere e favorire una situazione del genere. 76 E' importante far notare come la creazione del nuovo centro al Monte Redentore, la ristrutturazione delle frazioni, con a finire la creazione del grande teatro sala convegni col Parco di Gianola valorizzerebbe enormemente l'asse Nord-Est del territorio incentivando ulteriormente il decentramento e il riequilibrio territoriale e turistico. 6) proporrei inoltre la creazione di un parco di Monte Campese con la demolizione delle brutture che compaiono a Sud della sua dorsale, un anello attrezzato a verde pubblico dovrebbe percorrere tutto il suo perimetro; da questo anello potrebbero partire tante piccole stradine che a raggiera si diramano nel territorio in tutte le direzioni. Abbiamo così completato tutta quella serie di proposte progettuali atte a ristrutturare il centro e a realizzare quei tre poli di attrazione alternativa ad Est, Ovest e Nord del territorio; rimangono ora da trattare quelle zone a carattere prevalentemente residenziale e solo quello quali la zona di S. Pietro - S. Giulio la zona di Scacciagalline con le nuove zone di espansione del P.R.G. e la zona di S. Maria La Noce. Queste sono zone intermedie, e la loro riorganizzazione e riqualificazione é necessaria per dotare esse di quella minima autonomia necessaria per scaricare il centro da parte del loro peso e al contempo per renderle più eterogenee e piacevoli sia per chi le abita che per chi le percorre, 77 in tal modo si otterrebbe il risultato di rendere queste zone usate sempre e non solo in alcune ore del giorno. S A N G I U L I O - S A N P I E T R O: questa, e l'abbiamo visto dall'analisi, é la meno squilibrata delle tre, essendo dotata di una minima parte di servizi commerciali e due impianti scolastici, é invece completamente sprovvista di spazi pubblici attrezzati, di piazze, di uffici. L'intervento principale che darebbe sollievo sia alla zona in dettaglio sia a quella di Scacciagalline va individuato in un I) progetto residenziale, commerciale e di servizi nell'area della vecchia fabbrica di mattoni o ristrutturando la stessa dietro il rione S. Giulio, questo potrebbe sorgere all'interno di un parco pubblico attrezzato lungo il tracciato della ferrovia Gaeta - Sparanise e lungo una strada che ne seguirebbe il tracciato. Questo intervento servirebbe sia la parte Nord-Ovest della zona in questione, sia la Sud-Est della zona di Scacciagalline, sia la zona immediatamente al di sotto del cimitero di nuova edificazione. Il parco che ingloberebbe l'intervento inizierebbe in questo Punto e sarebbe il secondo intervento necessario allora: 2)progetto di un parco pubblico a verde attrezzato per il tempo libero in tutta la fascia fra la superstrada e la ferrovia fino ad arrivare a S. Croce e a collegarsi con il parco del torrente e il parco di Gianola; si avrebbe così una intera fascia verde che andrebbe ad avvolgere e a servire con le sue attrezzature 78 l'area urbanizzata dal centro fino a Gianola, funzionando quindi come polo alternativo al mare fungendo quindi da polmone per tutta la fascia costiera Est. 3) progetto di ridisegno ambientale urbano con particolare cura per l'immagine delle facciate. 4)Alberatura di tutte le Strade, grandi e piccole, con individuAzione di percorsi pedonali di penetrazione al parco e di discesa al mare. 5) progetto di una Chiesa e di una Piazza in località S. Pietro vicino la ferrovia. 6) progetto per una destinazione d'uso dei piani terra della zona a negozi o ad uffici pubblici e privati. S C A C C I A G A L L I N E : Abbiano già visto come questa é una zona di recentissima formazione e, anche per questo, priva di tutto tranne che di residenze, piccoli spazi verdi inutilizzati, e un bel panorama. E' quindi ovvio che necessiti di tutto. Come primo intervento proporrei un intervento analogo al n°I) della zona precedente: I) progetto di residenze, luoghi commerciali e di servizi immersi in un parco attrezzato a verde pubblico sito in località Madonna di Ponza nell'area sottostante la chiesetta, al posto della fabbrica di mattoni, il centro verrebbe così ottimamente servito dalla strada prevista nel riassetto viario della zona centro passante proprio davanti la chiesetta e collegante l'area ad Est del territorio con la stazione ferroviaria opportunamente 79 ristrutturata e quindi con la zona Ovest scavalcando il centro. 2)anche qui, progetto di ridisegno ambientale con particolare cura per i luoghi di pubblico percorso, ed eventualmente delle facciate. 4) alberatura di tutte le strade, e organizzazione a piccoli spazi di sosta dei luoghi di risulta. 5) individuazione di percorsi pedonali facilmente agibili di percorso dell'intera zona fino a valle. 6) ridisegno dei giardini privati con l'obbligo di mantenerli in uno stato ottimale. S. M A R I A L A N O C E: Valgono per questa gli stessi interventi di carattere generale elencati per le zone precedenti quali: I) progetto di ridisegno ambientale con particolare cura per i luoghi di pubblico percorso, ed eventualmente di alcune facciate situate in prossimità della piazza S. Erasmo. 2) alberatura di tutte le strade e organizzazione a piccoli spazi dei luoghi di risulta. 3) individuazione di percorsi pedonali facilmente agibili da piazza S. Erasmo fino al Santuario ed oltre su per le colline ad inoltrarsi nel parco degli Aurunci. 4) obbligo di disegno dei giardini privati con costante manutenzione, e con uso di flora del luogo. e poi, in particolare: 80 5) progetto di restauro e valorizzazione del Santuario, con la creazione di una piazza che valorizzi il luogo meta di pellegrinaggi anche dal punto di vista panoramico. 6) individuazione e progettazione lungo la strada di una piazza parco pubblico sul pendio fino al torrente intorno al quale organizzare la nuova zona servizi e commerciale per la futura espansione. N U O V E Z O N E D I S V I L U P P O P. R. G. Qui proporrei una ulteriore variante al piano attuale. Non é assolutamente il caso di insediare le nuove aree di sviluppo urbano tutte lungo la strada congiungente Formia a Maranola. La cosa più corretta a mio avviso sarebbe quella di lasciare libero il territorio estraneo agli interventi già proposti, di vedere verso quali aree si polarizzeranno gli interessi e quindi intervenire con interventi guida o tampone in seguito a periodiche analisi dello stato di sviluppo. In ogni caso bisognerebbe controllare la qualità dei progetti e delle realizzazioni evitando accuratamente interventi mastodontici a carattere speculativo, il che per esempio potrebbe essere realizzato o meglio ottenuto in un primo passo, evitando le lottizzazioni pubbliche e private, rilasciando concessioni per piccoli appezzamenti di terreno e per edifici mai uguali sia in pianta che in sezione che nei particolari, facendo obbligo ai privati e agli Enti stessi che tutti i progetti nell'ambito del territorio comunale debbano portare la firma dell'architetto, responsabile 81 davanti all’Ente e a tutti i cittadini, del rispetto delle norme igieniche, statiche e di inserimento ambientale dell’opera. L’Ente così vincolerebbe il rilascio delle concessioni solo al rispetto formale di quanto sopra declinando ogni responsabilità in quanto queste dovrebbero essere tutte a carico dell’architetto progettista. L’Ente ogni tre anni convoca gli architetti riuniti in collegio con il compito di analizzare la situazione territoriale come si è evoluta nel corso dei tre anni ed affida poi ad un architetto singolo il compito di individuare quello o quell’intervento che dovesse risultare necessario per il mantenimento dell’equilibrio del territorio. Sparirebbe così l’uso della pianificazione attuale e così come oggi viene intesa, sparirebbe così l’uso che i politici, tanti speculatori privati e pubblici e anche tanti architetti e ingegneri, fanno della pianificazione a loro esclusivo uso e consumo e a solo danno di tutte quelle persone che vorrebbero che il territorio dove vivono fosse più parte integrante della loro vita più a misura degli usi e dei bisogni di ognuno di noi. E’ questo un sistema che porterebbe senza dubbio a un notevole miglioramento dell’ambiente poiché la libera concorrenza fra architetti senza la spesso sporca mediazione di qualcuno disponibile al ricatto e alla speculazione, obbligherebbe senza dubbio il professionista ad offrire un prodotto migliore, e il notevole carico di responsabilità lo obbligherebbe continuamente a migliorarsi. Si potrebbe attuare questo tipo di 82 prassi in via sperimentale sul nostro territorio considerandolo come un ambito ristretto per poi estenderla a tutto il territorio nazionale. Questo sarà solo un periodo di passaggio fra la città della speculazione e quella che io chiamerei città – territorio o città – campagna, laddove l’uso appropriato dello strumento computer consentirà di abolire fabbriche, uffici, città, negozi, grandi correnti di transito e di circolazione, enormi impianti infrastrutturale congestionati, scuole, università e luoghi di ricerca così come oggi sono intesi; tutte queste cose continueranno ad essere ma con una veste totalmente diversa, o meglio le funzioni espletate da questi luoghi continueranno ad esistere ma organizzati e con una immagine completamente diversa; non esisteranno più, perché non ce ne sarà più bisogno, grandi centrali produttrici di energia perché in ogni casa si troverà l’energia necessaria, ogni casa sarà contemporaneamente luogo di lavoro, luogo di riposo, luogo di svago e ancora luogo di studio poiché ogni casa sarà il centro del mondo: da essa si potrà arrivare in qualunque luogo del mondo, da essa si potrà dirigere, acquistare, comandare, eseguire, studiare, fare ricerca, sarà la casa del mondo, completamente immersa nella natura, e le piazze che nasceranno, nasceranno solo perché gli abitanti di quel luogo in essa avranno la necessità di incontrarsi per scambiare “quattro chiacchiere” come è sempre stato ed in parte è anche ora nei piccoli paesi che la stupidità dell’uomo sta 83 facendo impoverire sempre più, ma non certo avviene nelle città e nei grossi agglomerati urbani così come Formia si sta avviando ad essere, dove la complessità dell’intrecciarsi delle relazioni sta completamente snaturando l’identità del luogo. Bisogna allora, perché è necessario, prima dipanare questa matassa per poi con un gomitolo bello tondo e ordinato cominciare a fare il maglione; bisogna prima ricucire le smagliature di una città che non basta più a nessuno in modo da costruirle le basi dello sviluppo futuro. Le città del futuro subiranno un processo di abbandono progressivo finché rimarranno in esse solo quelle persone che stanno in quel luogo perché lo amano e non perché è necessario, subiranno allora una nuova fioritura di dimensioni più ridotte ma vera poiché frutto di un più intimo rapporto fra Lei e i suoi abitanti. E’ la stessa storia della pianta che viene potata ma che proprio per questo dopo un po’ tornerà più rigogliosa e darà nuovi e più sani frutti. P E N I T R O E Z O N A D I S V I L U P P O I N D U S T R I A L E: per la zona Penitro valgono gli stessi interventi proposti per la zona di S. Janni – Gianola, ovvero quegli interventi tesi a riqualificare il tessuto urbano esistente e quindi a migliorarne l’immagine. 1) progetto di un piccolo polo commerciale e di servizi da localizzarsi sul lato Ovest del borgo sulla strada verso Castellonorato. 2) progetto di un parco pubblico attrezzato che costeggiando 84 la strada Formia – Cassino sul lato Ovest, congiunga il Parco di Gianola e quello che proviene dal centro con il parco di Castellonorato e quindi con quello delle zone a monte. 3) progetto di ristrutturazione dell’abitato per valorizzarne l’immagine, alberatura di tutte le strade e ridisegni dell’arredo urbano. 4) progetto di ristrutturazione dell’immagine di tutti i capannoni attualmente esistenti e del loro intorno con controllo dei processi di produzione e di lavorazione per evitare danni a persone, animali e ambiente circostante. 5) cambiamento della destinazione d’uso a carattere industriale di tutti quei terreni destinati a ciò per i motivi già ampiamente dibattuti in sede di analisi zonale. 6) abolizione dell’asse Pedemontana così come attualmente concepito, e ridisegno dello stesso come strada di servizio e valorizzazione dell’area a monte del territorio Formiano creando al contempo un asse alternativo di transito. Con questa ultima zona ha avuto la sua conformazione globale quello che chiamerei “PROGETTO DI RESTAURO - RISTRUTTURAZIONE E RIQUALIFICAZIONE DEL COMUNE DI FORMIA ESTESO A TUTTO IL SUO AMBITO TERRITORIALE”, non lo chiamerei invece “PIANO TURISTICO PER FORMIA”, perché un piano implica delle previsioni e le previsioni sono velate di incertezza poiché spesso si fondano su dati aleatori e su 85 Tendenze e orientamenti di sviluppo mai certi e spesso rivelatisi infondati; si propone invece una serie di interventi ben precisi e spesso dettagliati tesi a ristrutturare quella “casa destinata oltre che alle esigenze quotidiane di chi la abita, anche ad ospitare coloro i quali volessero onorare i proprietari di una visita”, tesi a fare in modo che essa sia calda ed accogliente in entrambi i casi; una serie di interventi, quindi, che fanno riferimento ad esigenze ben precise ed attuali, e siccome sono esigenze che riguardano il comodo vivere quotidiano sono e, per questo, saranno valide anche in futuro, quindi non è il caso di operare a livello territoriale con dei piani poiché sono e saranno sempre dotati di evanescenti livelli di destinazione, ma bensì solo e sempre con progetti poiché e purché fondati su basi concrete e su esigenze di vita quotidiana sempre e universalmente valide. Nell’ambito della serie di interventi appena elencati zona per zona sono immediatamente riconoscibili, o meglio individuabili, tre categorie di interventi tesi al miglioramento, alla ristrutturazione e al ripristino di quelle che sono state individuate come le tre caratteristiche principali della zona che hanno guidato sviluppo nei secoli della nostra città: IL COMODO TRANSITO, LA COMODA SOSTA E LO SPLENDIDO E PESCOSO GOLFO. Guardando ora la tavola, ormai finita, del progetto di ristrutturazione un intervento più degli altri è riconoscibile o meglio individuabile solo ora perché ora la tavola è completa e 86 visibile in un solo colpo d’occhio, la creazione di un grande “P A R C O T E R R I T O R I A L E”: la sua conformazione si è andata delineando man mano zona per zona così come la necessità della sua esistenza. E’, quella di creare un parco territoriale, una necessità scaturita da un’ampia panoramica sulle più grandi città e anche sui centri minori: si nota infatti come sempre grazie alle attuali tendenze della pianificazione le città stesse si sono sempre andate estendendo a macchia d’olio senza soluzione di continuità, questo fatto ha portato come conseguenza che le poche zone verdi a disposizione venissero fuori da spazi di risulta o da grandi ville nobiliari ormai in disuso; il risultato di una simile deleteria operazione è stata una assoluta mancanza di integrazione fra questi spazi e la città, ossia il crearsi di piccole chiazze verdi molto rade e mai sufficienti all’interno del tessuto urbano. Una situazione simile provoca nel fruitore temporaneo dello spazio un senso di chiuso pur stando all’aperto: quella sensazione provocata dal sapere che quel giardino è limitato, è recintato e che al di là della recinzione la città imperversa con i suoi rumori, la sua velocità, la sua anonimità, le sue grandi contraddizioni; il sapere che continuando a percorrere quello spazio verde a un certo punto dovrai fermarti, che seguendo i suoi itinerari non potrai arrivare mai in campagna o in riva al mare o per le colline, provoca un senso di angoscia, di chiuso perché limitato, e quindi di mancanza di libertà e allora di fruizione 87 completa ed esaustiva di quello spazio, limitandone quindi la sua necessità d’essere, lo scopo per cui è stato creato. Per ciò tutte le aree verdi di questo progetto di ristrutturazione devono essere collegate fra loro con continuità in modo da formare un tutto uno percorrendo il quale è possibile arrivare da Vindicio a S. Janni o a S. Pietro, oppure su al Monte Redentore o a Scacciagalline o a Maranola; e da Maranola è possibile arrivare a Gianola o alla spiaggia della “salute” o a qualunque altro luogo del territorio comunale, in modo da formare un parco APERTO; sono i luoghi di città che si diradano e vengono avvolti dal parco, in modo che sia la NATURA ad avvolgere la città in quelli che saranno piccoli borghi, e chi abiterà in essi non si sentirà in uno spazio chiuso da altri borghi ma si sentirà in un luogo aperto al verde, alla natura e, uscendo e percorrendo poche centinaia di metri, si troverà immerso in esso e in esso e tramite esso raggiungere qualunque altro luogo della città o del territorio senza mai uscire da esso, a piedi, passeggiando, o di corsa o a cavallo; questo in attesa che sarà possibile realizzare quella città integrata o città territorio o ancora meglio quella NON CITTA’ che sarà possibile con l’uso appropriato e intelligente dello strumento “computer”. Ciò come ho già ho avuto modo di accennare precedentemente e come ho avuto modo di approfondire in occasione di una competizione concorsuale dal titolo “INTERNATIONAL CONCEPT DESIGN COMPETITION FOR AN ADVANCED INFORMATION CITY” 88 avente per oggetto il quartiere di Kawasaki City a Tokyo. Di questo parco territoriale, alcune aree saranno attrezzate e disegnate come già ho avuto modo di descrivere nella trattazione per zona, altre, la maggior parte, saranno lasciate al naturale con continuità di percorso, di altre ancora si potrà prevedere un uso agricolo. Saranno queste delle larghe fasce di territorio che circonderanno e accompagneranno i corsi d’acqua fino al mare, tutelando quindi il vincolo idrogeologico e al contempo preservando la flora e la fauna del luogo che avrebbe così possibilità di muoversi e spostarsi da un luogo all’altro senza essere mai costretta. Nelle aree lasciate libere da queste fasce sarà possibile edificare e/o praticare l’agricoltura secondo la volontà dei singoli e la convenienza economica, ma il parco territoriale non potrà e non dovrà mai essere toccato poiché da esso dipenderà l’equilibrio e la salubrità del luogo e quindi il piacere di viverci e allora del COMODO STARE. La terra per realizzare ciò verrà acquistata dal Comune in modo che lo scambio sia vantaggioso per il proprietario, in modo che lo stesso sia disposto a cedere la proprietà magari offrendogli persino la possibilità di partecipare agli utili futuri anche relativi ad altre attività che dalla sua cessione potrebbero trarre vantaggio. L’immagine del tutto si avvicinerà ad essere una città giardino all’interno dei borghi e un città territorio nella sua 89 interezza così a costituire il primo passo verso l’auspicata futura “ N O N C I T T A’ “. E qui tengo ulteriormente a precisare che con il termine “non città” non si vuole intendere “non piazze” o “non incontri” o “non scambi” ma “non caos” , “ non anonimità “, “ non contraddizioni”, “non indifferenza”, “non eccessiva accelerazione della vita quotidiana” e quindi “non stress”, e quindi un ritorno a quelle caratteristiche tipiche dei piccoli centri dove tutti si conoscono e dove ognuno è realmente parte della vita dell’altro, e dove tutti sono parte del luogo. F O R M I A BERNARDO RE 28/LUGLIO/1988 A R C H I T E T T O a l l e g o : PLANIMETRIA IN SCALA 1:5000 ILLUSTRANTE IL “P R O G E T T O D I R E S T A U R O R I S T R U T T R A Z I O N E E R I Q U A L I F I C A Z I O N E D E L C O M U N E D I F O R M I A E S T E S O A T U T T O I L S U O A M B I T O T E R R I T O R I A L E”.
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    1 Formia e il Turismo Il fatto stesso che si ravvisi la necessità di una consulenza per l'individuazione di elementi caratterizzanti il turismo nella nostra città é sintomo palese che qualcosa di estremamente complesso e al tempo di maledettamente semplice é avvenuto in questi ultimi anni; é avvenuto in maniera tale, e talmente in fretta che gli stessi operatori del settore stentano ad individuare e a comprendere il fenomeno nella sua dimensione. I fattori che influenzano l'afflusso di persone...

    Project details
    • Year 1988
    • Work started in 1988
    • Work finished in 1988
    • Client Azienda di Soggiorno e Turismo di Formia
    • Status Unrealised proposals
    • Type Parks, Public Gardens / Waterfront / Urban development plans / Neighbourhoods/settlements/residential parcelling / Restoration of old town centres / Landscape/territorial planning / Tourist Facilities / Leisure Centres / Urban Renewal / River and coastal redevelopment
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