light jazz #5 | UnderGroundStudio progetti

Bologna / Italy / 2012

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Light Jazz #5 è un racconto breve. Assomiglia ad un’installazione, ad un’opera di land art architettonica. Ma più di tutto è quello che riteniamo debba essere un’architettura contemporanea: la soluzione di un sistema complesso. La Proprietà ha richiesto allo Studio un’idea progettuale capace di recuperare i volumi di due terrazze in falda da annettere all’esistente appartamento (che occupa l’ultimo piano di una prestigiosa palazzina in Bologna) in modo da reinventarne completamente la spazialità. La proposta è stata quella di generare due spazi nei quali si abbia un costante “moto luminoso” capace di indurre stimoli sensoriali sempre diversi nell’arco della giornata. Otteniamo questo facendo “suonare” la luce, naturale ed artificiale, immettendola in un dispositivo architettonico appositamente concepito. Immaginiamo un nuovo paradigma nel quale paesaggio ed architettura si fondono nella parte di nuova edificazione aggiunta all’edificio, in contrasto al quale la nuova architettura leggera, composta da lenti di vetro, superfici di raccordo in acciaio inox e reti in rheinzink preossidato stirato, è articolata nel paesaggio occupando parte del tetto alla stregua di una nuova tipologia di essenza vegetale geneticamente modificata. L’esperienza del fruitore risulterà così composta da una successione casuale di vedute, totali e parziali del paesaggio, sempre diverse; le sequenze di prospettive mutevoli rendono dinamici gli spazi nei quali il paesaggio si fonde con l’architettura. Quando passa attraverso piccoli fori, la luce si espande, si sfilaccia e si piega. Le ombre risultanti non assomigliano necessariamente alle silhouette degli oggetti dai quali sono proiettate. La luce si piega in modo da formare ombre fatte di fasce lucenti e fasce scure o prive di contorni netti. La teoria dei quanti ci obbliga ad accettare l’idea di universi paralleli rappresentati dai fotoni e dai lampi delle onde di luce e ombre. I misteri della scienza della luce sono simili alle meraviglie fisiologiche che produce la luce naturale in architettura: il debole bagliore della tenue luce diurna riflessa, la lucentezza di una parete di gesso bagnata dalla luce solare e le variazioni tra ombre pesanti e ombre leggere date dal colore riflesso. La gamma degli stupefacenti fenomeni della luce e dell’ombra contiene ambiguità misteriose che risplendono elasticamente in un’onirica incertezza. La luminescenza delle linee d’ombra contro una tela o una lastra di vetro bianco cristallizzano il teatro della luce. Le possibilità infinite della luce sono evidenti fin dall’inizio dell’architettura e continueranno ad esserlo anche in fututo. Materiali - struttura principale in acciaio inox verniciato (profili SECCO Sistemi) - struttura secondaria in acciaio inox trattato con polimeri - sistema frangisole in lamiera stirata di Rheinzink RB 45 fornita da Alpewa - vetri camera 11/15/10 con gas nobile e vetro bassoemissivo interno - pavimenti grès porcellanato - “vela” di sostegno in acciaio cor-ten
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    Light Jazz #5 è un racconto breve. Assomiglia ad un’installazione, ad un’opera di land art architettonica. Ma più di tutto è quello che riteniamo debba essere un’architettura contemporanea: la soluzione di un sistema complesso. La Proprietà ha richiesto allo Studio un’idea progettuale capace di recuperare i volumi di due terrazze in falda da annettere all’esistente appartamento (che occupa l’ultimo piano di una prestigiosa palazzina in Bologna) in modo da reinventarne completamente la...

    Project details
    • Year 2012
    • Work started in 2010
    • Work finished in 2012
    • Main structure Steel
    • Client privato
    • Cost 100.000
    • Status Completed works
    • Type Apartments / Lofts/Penthouses
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