Allèstiti-concorso di idee | Giuseppe Balistreri

PREMESSA Il presente progetto affronta il tema dell’allestimento di uno spazio espositivo destinato a un’azienda vinicola, rispondendo alle istanze del Concorso che vuole focalizzare l’attenzione sulle innovazioni tecniche, sui materiali eco-compatibili, sulla facilità di montaggio e smontaggio nonché sulla riconoscibilità nell’utilizzo di materiali e sulla flessibilità nell’assemblaggio degli elementi per assumere diverse configurazioni, pur mantenendo una precisa riconoscibilità. IL PROGETTO Fin dall’inizio dell’idea progettuale ci si è rifiutati di utilizzare forme che richiamassero in maniera troppo scontata antiche cantine (o peggio, le taverne), le botti o tutta l’iconografia classica che associa il vino ad un ambiente “rustico” e ormai estinto. Le aziende vinicole oggi, partendo dalla pianta di vite e dal grappolo d’uva, utilizzano sofisticate tecnologie produttive per ricondurre il vino alla sua autenticità: un “fatto” culturale che parla di qualità, di fedeltà a un territorio e a una “tradizione” di saperi e sapori. Tradurre tutto ciò in uno spazio espositivo è quello che ci si è proposti con questo progetto. Moduli “trasparenti” (elemento “A”) segnati dalla struttura fibrosa della foglia di vite alternati a moduli opachi (elemento “B”) capaci di essere attrezzati, all’interno, in vario modo (elemento “C”) secondo le necessità del momento o della Ditta, formano dei Moduli “base” di 4 x 4 m (in pianta), aggregabili a loro volta in vari modi (in linea, ad angolo, a padiglione….). L’esempio negli elaborati grafici si riferisce ad un aggregato in linea di 4 moduli (uno dei quali lasciato “libero” di essere attraversato in senso trasversale dal pubblico) dove un tralcio di vite riporta tutta l’astrazione dell’installazione (e del contesto) all’essenzialità del prodotto. L’altezza dei pannelli è di 3 m, collegati in alto da moduli dello stesso “tipo” (quelli aperti sono ulteriormente divisibili in sottomoduli di 1 x 1 m) mentre i moduli “pieni” (a cassone, in realtà) ospitano i corpi illuminanti. Il tutto viene montato su una struttura “alveolare” formata da travi di legno lamellare e piano di calpestio in doghe di legno, che formano la pavimentazione, segnano lo spazio e invitano al percorso. Le misure sono state studiate per un facile trasporto con furgoni di medie dimensioni e la loro movimentazione può essere effettuata con due sole persone. MATERIALI E COLORI Sia i moduli “aperti” che “pieni” sono realizzati con pannelli LEB (Lowest Emission Board), un particolare truciolato realizzato al 100 % con legno riciclato (certificato FSC) con valori di sostanze nocive (formaldeidi) particolarmente bassi o del tutto assenti. Lo spessore di questi pannelli è di 18 mm. L’assemblaggio tra le parti viene effettuato tramite appositi fori già predisposti, con viti filettate e testa “prigioniero” all’estremità opposta. Le vernici sono a base d’acqua, prive di agenti chimici e petroliferi. I colori dei vari pannelli sono stati scelti in base ai colori che la vite assume nelle varie stagioni: il giallo/beige dell’autunno, il verde dell’estate, ma anche il viola che assume in particolari condizioni climatiche ecc… L’illuminazione è affidata a faretti LED, ad alto rendimento, pur con consumi di elettricità molto bassi, eventualmente alimentabili da pannelli solari fotovoltaici. Tutta l’installazione, alla fine del proprio ciclo di utilizzo, può essere ulteriormente riciclata e le parti elettriche recuperate e riutilizzate.