Ospedale comprensoriale di Gubbio e Gualdo Tadino | Lamberto Rossi Associati
Gubbio e Gualdo Tadino / Italy / 2008
4
Dal Modello alla Realtà: Un Ospedale Giardino
Il nuovo ospedale comprensoriale di Gubbio e Gualdo Tadino, realizzato a Branca in sostituzione dei due presidi esistenti nei centri storici, sorge in un suggestivo scenario di fronte all’antica pieve della Madonna di Granello.
Nasce, su iniziativa della Regione Umbria e per volontà dell’Inail, in posizione baricentrica tra i due comuni al servizio di un bacino d’utenza di circa 60-70 mila abitanti.
L’idea di realizzare l’ospedale di Branca si concretizza nel 2001, in un momento decisivo nella storia degli ospedali italiani, che vede l’istituzione della commissione ministeriale di studio per la definizione di un “Nuovo modello di ospedale per acuti ad alto contenuto tecnologico e assistenziale”, voluta dall’allora Ministro Veronesi, da Renzo Piano nella sua veste di Ambasciatore Unesco per le Aree Ur-bane e coordinata, per la parte architettonica, da Lamberto Rossi (che è anche autore del successivo meta-progetto pilota) e, per la parte sanitaria, da Maurizio Mauri.
Ed è proprio a Lamberto Rossi e a Maurizio Mauri che Cooprogetti, incaricata dall’impresa Marinelli di redigere il progetto, si affida come consulenti per il progetto architettonico e per il progetto sanitario coadiuvati da Andrea Bambini (progetto funzionale).
L’ospedale di Gubbio diviene così la prima tra le realizzazioni completate che applica nella realtà i principi ispiratori del modello ministeriale: il cosiddetto decalogo.
La sua missione è quella di compenetrare le esigenze di una vera e propria macchina tecnologica al-tamente flessibile e specializzata con la volontà di creare un ambiente confortevole e accogliente ba-sato sulla umanizzazione e sulla centralità del cittadino-utente. Un elemento nodale del sistema sani-tario al servizio della fase acuta della malattia ma anche della prevenzione, capace di garantire un numero sempre maggiore di prestazioni in day hospital e day surgery, ambulatoriali, e chirurgiche con degenze brevi.
Non un luogo confinato e specialistico ostile per ospitare malati ma una struttura familiare al servizio permanente del benessere e della salute degli abitanti dell’area.
Fedele ai principi informatori del decalogo, l’ospedale di Branca si propone di essere:
“Ospitale”: ovvero accogliente, umano, domestico, organizzato in modo che la dichiarata centralità dell’uomo-paziente modifichi l’organizzazione, la forma e il sistema di relazioni tra le parti. (UMANIZZA-ZIONE/SOCIALITÀ)
“Permeabile”: ovvero aperto, non più un “recinto” per proteggere i “sani” dai malati, bensì un’architettura complessa in cui i luoghi della città - la strada, la piazza, i negozi, il parco - penetrano fin nel cuore dell’edificio modificandone la struttura e l’immagine. (URBANITÀ/ INTERATTIVITÀ)
“Efficace”: ovvero affidabile, efficiente, non più organizzato per funzioni cioè in senso gerarchico - “verticale” - all’interno delle singole aree specialistiche, bensì per “processi” perché il paziente compie un percorso “orizzontale” attraversando, nel corso del trattamento, una serie molto articolata di unità operative diverse. (ORGANIZZAZIONE/ AFFIDABILITÀ)
“Flessibile”: ovvero duttile, appropriato, capace di rispondere alla continua richiesta di innovazione con un impianto organizzativo e formale che consenta modificazioni, crescite, scorrimenti senza com-prometterne l’intrinseca coerenza. (APPROPRIATEZZA/INNOVAZIONE)
“Colto”: ovvero luogo di accumulazione di conoscenza clinico-scientifica, di ricerca intellettuale, di aggiornamento continuo - professionale e culturale - per i medici interni, esterni e per il personale in-fermieristico, tecnico e gestionale e per i cittadini dell’area. (RICERCA/FORMAZIONE)
Il sito di notevole suggestione ambientale, in leggero declivio, occupa un’area di circa 7.5 Ha in pros-simità della superstrada Perugia-Ancona.
La struttura ospedaliera è localizzata nella parte centrale dell’area ed è costituita da una sequenza molto compatta di gradoni che vede in successione, da monte verso valle, quattro blocchi di tre piani: il corpo delle degenze e degli ambulatori, un elemento di cerniera; un secondo corpo centrale e un terzo corpo - la vera e propria piastra tecnica - con due ali laterali autonome.
All’area ospedaliera si accede attraverso due ingressi: a nord, mediante un nuovo svincolo e una strada dedicata, è posto l’ingresso principale per pazienti e visitatori; a sud, anche qui tramite nuovo svincolo, l’ingresso secondario per personale e pronto soccorso; a ovest, l’accesso principale per il personale. I parcheggi sono tutti di uso pubblico: quelli per visitatori e pazienti si trovano dopo l’ingresso principale, quelli destinati al personale sono a ovest adiacenti all’ingresso secondario. Completano il sistema degli accessi differenziati i parcheggi dedicati al pronto soccorso e all’eliporto e quello per la morgue.
Separata a ovest è l’area logistica con baia di carico e piazzola di servizio alle centrale tecnologiche.
In tal modo tutti i flussi veicolari sono distinti e ottimizzati.
L’edificio è concepito come una struttura a prevalente sviluppo orizzontale, di altezza contenuta (sempre massimo tre piani fuori terra), fortemente integrata nel paesaggio con una particolare atten-zione all’eco-compatibilità e alla sostenibilità.
La pendenza del terreno consente di realizzare un andamento a gradoni “verdi” che grazie ai tetti-giardino e ai patii interni piantumati con essenze aromatiche - salvia, rosmarino, origano, lavanda ecc. che evocano l’immagine storica dei giardini pensili eugubini; si integra nel delicato contesto ambienta-le. Una volta sviluppatasi la vegetazione, vista dall’alto, l’area dell’ospedale apparirà quasi completa-mente verde. A ovest del complesso sono situate le centrali tecnologiche.
La salvaguardia dei valori paesaggistici della zona è uno fra gli obiettivi prioritari del progetto. Trat-tandosi di un intervento di notevole dimensione, ci si è prefissi di ricostruire con attenzione il paesag-gio a contorno dell’edificio, rendendolo coerente con la morfologia del sito. L’edificio a gradoni è posi-zionato nel senso della massima pendenza del terreno e, insieme alle sistemazioni esterne - aree a parcheggio e verde - riprende l’orientamento geografico dominante verso la piana antistante, mitigan-done l’impatto volumetrico.
A nord dell’area e della statale, su uno spalto rialzato, è situata la pieve che determina l’asse centrale di impianto del nuovo complesso.
La matrice geometrica del progetto deriva dall’intersezione di tre elementi: la maglia strutturale orto-gonale con modulo base di 1,20 m; un cerchio di raggio pari a 48,5 m, un asse leggermente ruotato di 7° rispetto alla maglia che deriva dalla pieve della Madonna di Granello.
Ciascuno degli elementi ordinatori rappresenta la metafora di un valore costitutivo del nuovo modello di ospedale: la maglia ordina la struttura tecnico-sanitaria ottimizzandone distanze e percorsi; il cer-chio ci riporta alla comunità, al senso di appartenenza, alla centralità della persona e al suo percorso mentale; l’asse ruotato definisce la strada interna, arteria principale e spina dorsale del complesso, vera e propria strada urbana pedonale che attraversa l’ospedale con slarghi, una piazza, un ponte su patii verdi e stabilisce un sottile dialogo a distanza con la pieve sovrastante.
Così come nel modello teorico anche a Branca, l’ottimizzazione dei flussi - quelli che provengono dall’esterno e che, simbolicamente rappresentano il percorso del paziente e la sua nuova centralità e quelli interni che appartengono alla vera e propria macchina sanitaria - rispondono a due esigenze speculari: l’una centrifuga e ascendente, l’altra centripeta e discendente. Questa gerarchia ordinatrice semplifica e ottimizza anche l’organizzazione dei flussi secondari e dei collegamenti riducendo al mi-nimo intersezioni e sovrapposizioni. Così, le funzioni aperte al pubblico, preminenti ai piani bassi, na-scono dalla dorsale centrale mentre le funzioni interne, strettamente sanitarie, via via più esclusive man mano che si sale, si organizzano intorno a un sistema di circolazione anulare.
La piazza principale al centro della Main street è l’atrio e si sviluppa su tre livelli dando accesso a tut-te le funzioni principali. La strada interna incrocia una prima strada ortogonale che serve gli ambulato-ri, creando un impianto cardo-decumanico e definendo un sistema a croce alla quota di ingresso che ospita le principali funzioni pubbliche e d’accoglienza. Questo primo punto di contatto ospedale-paziente rassicura, orienta, accoglie e indirizza. Sulla piazza, simile alla hall di un grande albergo, con scala per il pubblico e ascensori, si affacciano anche alcuni servizi accessori quali la chiesa, gli am-bienti per le associazioni di volontariato, il bar, piccoli negozi, il centro di prenotazione e lo spazio gio-co per bambini; ma è anche il centro dei luoghi della formazione dove le strutture didattiche dell’ospedale (auditorium/teatro e aule) diventano patrimonio del territorio e veicolo di educazione sa-nitaria anche per i cittadini.
Esposizione, luce, rapporto interno/esterno, giardini, patii e tetti-giardino fanno del complesso una sorta di meridiana solare capace di scandire il passaggio delle stagioni, il ritmo della giornata nel gio-co continuo di giochi e di ombre.
Particolare attenzione è stata posta nella progettazione del sistema dei collegamenti tra i vari corpi di fabbrica che sono concepiti come dei veri e propri giunti trasparenti in modo da togliere ai collega-menti interni specie quelli tra le degenze, le camere operatorie e le diagnostiche ogni effetto claustro-fobico. Il gioco delle trasparenze multiple dei ponti di collegamento vetrati tra i corpi a gradoni è l’elemento che più caratterizza la novità dell’impianto tipologico dell’ospedale di Branca.
E’ la metafora di una trasparenza e di una leggerezza intese come valore fondante del rapporto con il cittadino utente.
I materiali di tamponamento interno ed esterno marcano la presenza dei tre elementi ordinatori così la curva del cerchio che, come abbiamo detto, rappresenta anche il richiamo al passato, alle tradizioni, all'identità del luogo è composta da una muratura esterna in pietra locale calcarea come la pavimen-tazione della strada pedonale centrale, i corpi longitudinali sono invece rivestiti con una parete venti-lata in cotto e il sistema degli elementi di connessione - atrio, piazza, ponti - è segnato dall’uso delle facciate continue vetrate che ne accentuano il carattere urbano.
L’atrio centrale, vero cuore del sistema, è uno spazio articolato. La parte centrale è a tripla altezza laddove sono gli ascensori e la scala centrale per il pubblico con copertura vetrata.
Verso ovest, alle spalle della scala, l’atrio è interrotto da un patio interno ricavato al piano interrato. E’ il gradone inferiore del sistema di giardini pensili che caratterizza il disegno delle sistemazioni esterne sia all’interno - tra i vari corpi di fabbrica - sia nel parco circostante.
La struttura del nucleo centrale è composta da una doppia croce di setti che portano in copertura un’intelaiatura di travi lamellari che sostengono la copertura orizzontale vetrata schermata, in esterni, con un frangisole fisso in alluminio.
La realizzazione dell’ospedale - 85.700 mc con una superficie lorda di 25.700 mq - è stata possibile in 30 mesi grazie all’accordo tra Asl 1 Umbria (affittuario), Inail (acquirente) e la società costruttrice Ma-rinelli Spa. Il costo complessivo è di 37,8 milioni.
Lamberto Rossi
Gennaio 2008
Superficie edificio: 25.700 mq (Slp)
Superficie lotto: 58.000 mq
Volumetria complessiva: 85.700 mc
Acquirente: I.N.A.I.L.
Affittuario: Azienda Sanitaria Locale n.1 – Umbria
Promotore e Costruttore: Marinelli S.p.a.
Progetto: Cooprogetti
coordinamento: Walter Tomassoli
Consulenti:
Lamberto Rossi progetto architettonico
Maurizio Mauri progetto medico-sanitario
Andrea Bambini progetto funzionale medicale e impiantistico
Andrea Pochini paesaggio
Progetto Strutture Cooprogetti/Mario Traversini
Progetto Impianti Grossi & Speier/Fausto Bortolaso
Sistemazioni Esterne Cooprogetti/Paolo Ghirelli
Collaboratori Augusto Albini, Andrea Coccia, Giuseppe Catalano, Enrico Farina, Edoardo Filippetti, Alessandro Placucci, Michele Stillittano, Enzo Traversini, Maria Marta Zandonà
Esecuzione: Marinelli S.p.a.
responsabile Massimo Marinelli
Direttore Cantiere Diego Chiattini
CSP/CSE Paolo Zucconi
Il nuovo ospedale comprensoriale di Gubbio e Gualdo Tadino, realizzato a Branca in sostituzione dei due presidi esistenti nei centri storici, sorge in un suggestivo scenario di fronte all’antica pieve della Madonna di Granello.
Nasce, su iniziativa della Regione Umbria e per volontà dell’Inail, in posizione baricentrica tra i due comuni al servizio di un bacino d’utenza di circa 60-70 mila abitanti.
L’idea di realizzare l’ospedale di Branca si concretizza nel 2001, in un momento decisivo nella storia degli ospedali italiani, che vede l’istituzione della commissione ministeriale di studio per la definizione di un “Nuovo modello di ospedale per acuti ad alto contenuto tecnologico e assistenziale”, voluta dall’allora Ministro Veronesi, da Renzo Piano nella sua veste di Ambasciatore Unesco per le Aree Ur-bane e coordinata, per la parte architettonica, da Lamberto Rossi (che è anche autore del successivo meta-progetto pilota) e, per la parte sanitaria, da Maurizio Mauri.
Ed è proprio a Lamberto Rossi e a Maurizio Mauri che Cooprogetti, incaricata dall’impresa Marinelli di redigere il progetto, si affida come consulenti per il progetto architettonico e per il progetto sanitario coadiuvati da Andrea Bambini (progetto funzionale).
L’ospedale di Gubbio diviene così la prima tra le realizzazioni completate che applica nella realtà i principi ispiratori del modello ministeriale: il cosiddetto decalogo.
La sua missione è quella di compenetrare le esigenze di una vera e propria macchina tecnologica al-tamente flessibile e specializzata con la volontà di creare un ambiente confortevole e accogliente ba-sato sulla umanizzazione e sulla centralità del cittadino-utente. Un elemento nodale del sistema sani-tario al servizio della fase acuta della malattia ma anche della prevenzione, capace di garantire un numero sempre maggiore di prestazioni in day hospital e day surgery, ambulatoriali, e chirurgiche con degenze brevi.
Non un luogo confinato e specialistico ostile per ospitare malati ma una struttura familiare al servizio permanente del benessere e della salute degli abitanti dell’area.
Fedele ai principi informatori del decalogo, l’ospedale di Branca si propone di essere:
“Ospitale”: ovvero accogliente, umano, domestico, organizzato in modo che la dichiarata centralità dell’uomo-paziente modifichi l’organizzazione, la forma e il sistema di relazioni tra le parti. (UMANIZZA-ZIONE/SOCIALITÀ)
“Permeabile”: ovvero aperto, non più un “recinto” per proteggere i “sani” dai malati, bensì un’architettura complessa in cui i luoghi della città - la strada, la piazza, i negozi, il parco - penetrano fin nel cuore dell’edificio modificandone la struttura e l’immagine. (URBANITÀ/ INTERATTIVITÀ)
“Efficace”: ovvero affidabile, efficiente, non più organizzato per funzioni cioè in senso gerarchico - “verticale” - all’interno delle singole aree specialistiche, bensì per “processi” perché il paziente compie un percorso “orizzontale” attraversando, nel corso del trattamento, una serie molto articolata di unità operative diverse. (ORGANIZZAZIONE/ AFFIDABILITÀ)
“Flessibile”: ovvero duttile, appropriato, capace di rispondere alla continua richiesta di innovazione con un impianto organizzativo e formale che consenta modificazioni, crescite, scorrimenti senza com-prometterne l’intrinseca coerenza. (APPROPRIATEZZA/INNOVAZIONE)
“Colto”: ovvero luogo di accumulazione di conoscenza clinico-scientifica, di ricerca intellettuale, di aggiornamento continuo - professionale e culturale - per i medici interni, esterni e per il personale in-fermieristico, tecnico e gestionale e per i cittadini dell’area. (RICERCA/FORMAZIONE)
Il sito di notevole suggestione ambientale, in leggero declivio, occupa un’area di circa 7.5 Ha in pros-simità della superstrada Perugia-Ancona.
La struttura ospedaliera è localizzata nella parte centrale dell’area ed è costituita da una sequenza molto compatta di gradoni che vede in successione, da monte verso valle, quattro blocchi di tre piani: il corpo delle degenze e degli ambulatori, un elemento di cerniera; un secondo corpo centrale e un terzo corpo - la vera e propria piastra tecnica - con due ali laterali autonome.
All’area ospedaliera si accede attraverso due ingressi: a nord, mediante un nuovo svincolo e una strada dedicata, è posto l’ingresso principale per pazienti e visitatori; a sud, anche qui tramite nuovo svincolo, l’ingresso secondario per personale e pronto soccorso; a ovest, l’accesso principale per il personale. I parcheggi sono tutti di uso pubblico: quelli per visitatori e pazienti si trovano dopo l’ingresso principale, quelli destinati al personale sono a ovest adiacenti all’ingresso secondario. Completano il sistema degli accessi differenziati i parcheggi dedicati al pronto soccorso e all’eliporto e quello per la morgue.
Separata a ovest è l’area logistica con baia di carico e piazzola di servizio alle centrale tecnologiche.
In tal modo tutti i flussi veicolari sono distinti e ottimizzati.
L’edificio è concepito come una struttura a prevalente sviluppo orizzontale, di altezza contenuta (sempre massimo tre piani fuori terra), fortemente integrata nel paesaggio con una particolare atten-zione all’eco-compatibilità e alla sostenibilità.
La pendenza del terreno consente di realizzare un andamento a gradoni “verdi” che grazie ai tetti-giardino e ai patii interni piantumati con essenze aromatiche - salvia, rosmarino, origano, lavanda ecc. che evocano l’immagine storica dei giardini pensili eugubini; si integra nel delicato contesto ambienta-le. Una volta sviluppatasi la vegetazione, vista dall’alto, l’area dell’ospedale apparirà quasi completa-mente verde. A ovest del complesso sono situate le centrali tecnologiche.
La salvaguardia dei valori paesaggistici della zona è uno fra gli obiettivi prioritari del progetto. Trat-tandosi di un intervento di notevole dimensione, ci si è prefissi di ricostruire con attenzione il paesag-gio a contorno dell’edificio, rendendolo coerente con la morfologia del sito. L’edificio a gradoni è posi-zionato nel senso della massima pendenza del terreno e, insieme alle sistemazioni esterne - aree a parcheggio e verde - riprende l’orientamento geografico dominante verso la piana antistante, mitigan-done l’impatto volumetrico.
A nord dell’area e della statale, su uno spalto rialzato, è situata la pieve che determina l’asse centrale di impianto del nuovo complesso.
La matrice geometrica del progetto deriva dall’intersezione di tre elementi: la maglia strutturale orto-gonale con modulo base di 1,20 m; un cerchio di raggio pari a 48,5 m, un asse leggermente ruotato di 7° rispetto alla maglia che deriva dalla pieve della Madonna di Granello.
Ciascuno degli elementi ordinatori rappresenta la metafora di un valore costitutivo del nuovo modello di ospedale: la maglia ordina la struttura tecnico-sanitaria ottimizzandone distanze e percorsi; il cer-chio ci riporta alla comunità, al senso di appartenenza, alla centralità della persona e al suo percorso mentale; l’asse ruotato definisce la strada interna, arteria principale e spina dorsale del complesso, vera e propria strada urbana pedonale che attraversa l’ospedale con slarghi, una piazza, un ponte su patii verdi e stabilisce un sottile dialogo a distanza con la pieve sovrastante.
Così come nel modello teorico anche a Branca, l’ottimizzazione dei flussi - quelli che provengono dall’esterno e che, simbolicamente rappresentano il percorso del paziente e la sua nuova centralità e quelli interni che appartengono alla vera e propria macchina sanitaria - rispondono a due esigenze speculari: l’una centrifuga e ascendente, l’altra centripeta e discendente. Questa gerarchia ordinatrice semplifica e ottimizza anche l’organizzazione dei flussi secondari e dei collegamenti riducendo al mi-nimo intersezioni e sovrapposizioni. Così, le funzioni aperte al pubblico, preminenti ai piani bassi, na-scono dalla dorsale centrale mentre le funzioni interne, strettamente sanitarie, via via più esclusive man mano che si sale, si organizzano intorno a un sistema di circolazione anulare.
La piazza principale al centro della Main street è l’atrio e si sviluppa su tre livelli dando accesso a tut-te le funzioni principali. La strada interna incrocia una prima strada ortogonale che serve gli ambulato-ri, creando un impianto cardo-decumanico e definendo un sistema a croce alla quota di ingresso che ospita le principali funzioni pubbliche e d’accoglienza. Questo primo punto di contatto ospedale-paziente rassicura, orienta, accoglie e indirizza. Sulla piazza, simile alla hall di un grande albergo, con scala per il pubblico e ascensori, si affacciano anche alcuni servizi accessori quali la chiesa, gli am-bienti per le associazioni di volontariato, il bar, piccoli negozi, il centro di prenotazione e lo spazio gio-co per bambini; ma è anche il centro dei luoghi della formazione dove le strutture didattiche dell’ospedale (auditorium/teatro e aule) diventano patrimonio del territorio e veicolo di educazione sa-nitaria anche per i cittadini.
Esposizione, luce, rapporto interno/esterno, giardini, patii e tetti-giardino fanno del complesso una sorta di meridiana solare capace di scandire il passaggio delle stagioni, il ritmo della giornata nel gio-co continuo di giochi e di ombre.
Particolare attenzione è stata posta nella progettazione del sistema dei collegamenti tra i vari corpi di fabbrica che sono concepiti come dei veri e propri giunti trasparenti in modo da togliere ai collega-menti interni specie quelli tra le degenze, le camere operatorie e le diagnostiche ogni effetto claustro-fobico. Il gioco delle trasparenze multiple dei ponti di collegamento vetrati tra i corpi a gradoni è l’elemento che più caratterizza la novità dell’impianto tipologico dell’ospedale di Branca.
E’ la metafora di una trasparenza e di una leggerezza intese come valore fondante del rapporto con il cittadino utente.
I materiali di tamponamento interno ed esterno marcano la presenza dei tre elementi ordinatori così la curva del cerchio che, come abbiamo detto, rappresenta anche il richiamo al passato, alle tradizioni, all'identità del luogo è composta da una muratura esterna in pietra locale calcarea come la pavimen-tazione della strada pedonale centrale, i corpi longitudinali sono invece rivestiti con una parete venti-lata in cotto e il sistema degli elementi di connessione - atrio, piazza, ponti - è segnato dall’uso delle facciate continue vetrate che ne accentuano il carattere urbano.
L’atrio centrale, vero cuore del sistema, è uno spazio articolato. La parte centrale è a tripla altezza laddove sono gli ascensori e la scala centrale per il pubblico con copertura vetrata.
Verso ovest, alle spalle della scala, l’atrio è interrotto da un patio interno ricavato al piano interrato. E’ il gradone inferiore del sistema di giardini pensili che caratterizza il disegno delle sistemazioni esterne sia all’interno - tra i vari corpi di fabbrica - sia nel parco circostante.
La struttura del nucleo centrale è composta da una doppia croce di setti che portano in copertura un’intelaiatura di travi lamellari che sostengono la copertura orizzontale vetrata schermata, in esterni, con un frangisole fisso in alluminio.
La realizzazione dell’ospedale - 85.700 mc con una superficie lorda di 25.700 mq - è stata possibile in 30 mesi grazie all’accordo tra Asl 1 Umbria (affittuario), Inail (acquirente) e la società costruttrice Ma-rinelli Spa. Il costo complessivo è di 37,8 milioni.
Lamberto Rossi
Gennaio 2008
Superficie edificio: 25.700 mq (Slp)
Superficie lotto: 58.000 mq
Volumetria complessiva: 85.700 mc
Acquirente: I.N.A.I.L.
Affittuario: Azienda Sanitaria Locale n.1 – Umbria
Promotore e Costruttore: Marinelli S.p.a.
Progetto: Cooprogetti
coordinamento: Walter Tomassoli
Consulenti:
Lamberto Rossi progetto architettonico
Maurizio Mauri progetto medico-sanitario
Andrea Bambini progetto funzionale medicale e impiantistico
Andrea Pochini paesaggio
Progetto Strutture Cooprogetti/Mario Traversini
Progetto Impianti Grossi & Speier/Fausto Bortolaso
Sistemazioni Esterne Cooprogetti/Paolo Ghirelli
Collaboratori Augusto Albini, Andrea Coccia, Giuseppe Catalano, Enrico Farina, Edoardo Filippetti, Alessandro Placucci, Michele Stillittano, Enzo Traversini, Maria Marta Zandonà
Esecuzione: Marinelli S.p.a.
responsabile Massimo Marinelli
Direttore Cantiere Diego Chiattini
CSP/CSE Paolo Zucconi
4 users love this project
Enlarge image
Dal Modello alla Realtà: Un Ospedale GiardinoIl nuovo ospedale comprensoriale di Gubbio e Gualdo Tadino, realizzato a Branca in sostituzione dei due presidi esistenti nei centri storici, sorge in un suggestivo scenario di fronte all’antica pieve della Madonna di Granello.Nasce, su iniziativa della Regione Umbria e per volontà dell’Inail, in posizione baricentrica tra i due comuni al servizio di un bacino d’utenza di circa 60-70 mila abitanti.L’idea di realizzare l’ospedale di Branca si...
- Year 2008
- Work finished in 2008
- Client Marinelli S.p.a.
- Status Completed works
- Type Hospitals, private clinics
comment