“Abitare minimo nelle Alpi”. | mauro di criscenzo

Cellula abitativa minima, autonoma, reversibile, (bivacco) Cerveno / Italy / 2012

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Architetture per un momento, per una giornata, luoghi dell’abitare transitorio e fuggevole, di un modus-vivendi fugace e precario, spazi caratteristici di una società erratica e nomade: queste sono le abitazioni temporanee di montagna, in altre parole rifugi. Il Bivacco di Montagna è una vera e propria architettura dell’effimero, luogo fruito da viaggiatori in maniera istantanea in un breve periodo di tempo che non lascia traccia nell’ambiente circostante, nel territorio montano, dall’alto valore naturale, ambientale e paesaggistico. Il concept si basa sull’essenzialità dell’abitare, sulla rimessa in discussione degli spazi minimi di sopravvivenza con la conseguente riduzione di ogni confort superfluo. Si pensa ad una cellula ecologica e sostenibile realizzata con materiali di riciclo che propone un modello di vita e dell’abitare alternativo a quello consumistico: “fermiamoci con l’uso frenato di tecnologie e riscopriamo la natura e le bellezze semplici della montagna e della natura.” Sembra questo lo slogan che al meglio descrive l’approccio concettuale alla nostra proposta di bivacco alpino. Il progetto della cellula abitativa autonoma e reversibile è destinata, in una minima volumetria, al ricovero temporaneo di ben otto viaggiatori e sarà disposta lungo sentieri in quota ovviamente in area alpina a 2.500 m s.l.m.. La forma prende spunto dalle architetture vernacolari di montagna, dalle architetture nordiche, dai vecchi granai e fienili inglesi, con le caratteristiche coperture aguzze che riprendono i linguaggi architettonici tipici del nord Europa, dal tipico sapore e gusto gotico. Si riprende l’archetipo della capanna, forma sostenibile, che richiama le prime architetture auto-costruite dall’uomo, forma semplice e funzionale, dalle linee minimaliste ma efficaci capace di svolgere la sua funzione di alloggio temporaneo per escursionisti, esploratori o semplici appassionati del camminare. L’organizzazione degli spazi del rifugio si sviluppa su di un’area di forma rettangolare di dimensioni 6m per 2m, sulla quale vengono divise tre aree: un’area di soggiorno a tutt’altezza su cui si apre la grande vetrata panoramica, l’area dei posti letto, disposti in maniera verticale, e l’area servizi composta da uno spogliatoio e un wc con lavabo. Sopra il blocco servizi che ha dimensioni di 2m per 2m, in zona soppalcata, sono disposti altri due posti letto accessibili dalla zona centrale dei posti letto verticali, con una scaletta movibile. Si garantisce pertanto il minimo ingombro e la semplicità formale, caratteristiche fondamentali per l’economicità e la realizzazione del volume, l’uso e di conseguenza la sua manutenzione. Lo spazio interno si sviluppa quindi anche in altezza, il setto del tetto a punta ha un’altezza di 5m, in modo tale che lati così scoscesi favoriscano la discesa della neve, evitando nei periodi invernali, durante le forti perturbazioni, accumuli pericolosi di carichi da neve sulla struttura portante. In effetti la forma simile ad una capanna, rivista in chiave contemporanea, è altamente riconoscibile e visibile dai viaggiatori in quanto al suo fianco sul basamento in pietra si alza un Landmark, una sorta di richiamo visivo, una vera e propria torre eolica chiamata “Torre dei venti” che grazie ai continui venti in alta quota, garantisce al manufatto l’autosufficienza energetica e il giusto apporto energetico utile per soddisfare i bisogni primari: illuminazione interna ed esterna, piastra a induzione per la cottura di cibi e le strumentazioni necessarie a chiamate di soccorso. Non saranno previsti l’uso di fuochi ma nelle camerate come negli altri ambienti saranno posizionati dei sensori necessari per attivare il ricambio meccanizzato dell’aria; anche se gli ospiti dimenticheranno di aprire le finestre il sistema garantirà il giusto ricircolo d’aria fresca al rifugio, nonché in estate il giusto raffrescamento bioclimatico. Anche se il confort sarà minimo dato la riduzione degli spazi, sarà garantito il massimo dell’igiene anche grazie agli arredi, resistenti e facili da pulire e le finiture in legno di betulla. Inoltre le reti di fibra ad alta resistenza risultano altamente durabili e inalterabili nel tempo, ignifughe, idrofughe e antibatteriche. Confort, sicurezza, resistenza, igiene e rispetto per l’ambiente sono le parole chiave di tutto il progetto! L’involucro del bivacco è studiato per garantire elevate prestazioni di isolamento termico e di raffrescamento grazie al sistema di ventilazione naturale. Il rifugio è progettato secondo le regole dalla bioclimatica pertanto il benessere termico è regolato in maniera naturale senza alcun tipo di impianto di riscaldamento di tipo convenzionale con caldaie o termosifoni, vengono utilizzati sistemi e dispositivi per la climatizzazione passiva. Il “Rifugio Sicuro” usa l’energia solare per il riscaldamento e le correnti per la refrigerazione senza richiedere la somministrazione di forme di energia diversa da quella che il clima montano stesso può da apporto. In questo modo l’energia termica fluisce attraverso l’edificio, dalla fase di collezione a quella di accumulo e di distribuzione, secondo modalità naturali. Il rifugio sfrutta il funzionamento di un sistema passivo a guadagno diretto: la radiazione solare viene raccolta nei periodi invernali direttamente nello spazio servito di soggiorno attraverso la grande vetrata che si posiziona a sud e quindi accumulata nella massa termica del pavimento e della parete verticale del camino bioclimatico. Tutto il manufatto, attraverso questa vera e propria serra bioclimatica che riscalda gli elementi stessi delimitanti lo spazio, si trasforma in un collettore solare. Il vano soggiorno, che si sviluppa a tutta altezza ha la funzione di ricevere la massima radiazione in Inverno e la minima in Estate, la massa d’accumulo costituita da pietre dalle grandi proprietà termofisiche (densità, capacità termica, conduttività, diffusività) è in tal caso quella del pavimento e delle pareti delimitanti il vano, accuratamente isolate dalle condizioni climatiche esterne e dal suolo, tramite pannelli termoisolanti, a bassissima trasmittanza, ricavati dal riciclo dei jeans. La grande vetrata frontale sarà costituita da doppio vetro in modo da limitare le dispersioni termiche nei periodi notturni e verranno disposti dispositivi interni di schermatura per il controllo della radiazione e per la sua totale chiusura quando occorre. Lo scambio termico tra le masse ed il resto dell’ambiente servito avverrà principalmente per convezione e radiazione. In estate il continuo raffrescamento del rifugio è garantito dall’effetto camino che si viene a creare sempre all’interno della zona soggiorno ricorrendo ad aperture, sia in basso della grande vetrata che alla sua sommità, in prossimità di bocchette poste in punta della copertura. L’aria calda salirà naturalmente e uscirà dalle aperture in alto mente l’aria fredda entrerà attraverso le aperture alla base. Al riscaldamento bioclimatico di tipo diretto, verrà affiancato dentro il Basamento tecnologico rivolto verso sud, un impianto solare termico a circolazione naturale funzionante senza la necessità di pompe e componenti elettrici che alimenta un riscaldamento di tipo radiante a pavimento; il mix funzionale dei due sistemi garantirà il giusto apporto termico al rifugio anche nei periodi più freddi dell’Inverno. Altrettanto l’acqua calda è garantita dal collettore solare integrato al basamento. Il tetto aguzzo nella zona dei posti letto e dei sevizi si trasforma in uno spazio tecnologico che gestisce l’impiantistica del rifugio come la raccolta delle acque piovane, in appositi serbatoi, che vengono depurate in predisposti filtri e rimesse in circolo attraverso dei condotti che finiscono nel lavabo del wc.
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    Project details
    • Year 2012
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Modular/Prefabricated housing
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