Giovani architetti grattano il cielo | Stefano Belingardi Clusoni

Il principio statico della torre si basa sul concetto di Tensegrità, struttura meccanica costituita da elementi discreti e distinti sottoposti a forze di compressione e da elementi continui sottoposti a sforzi di trazione. La struttura si autosostiene per effetto di uno stato di tensione autoequilibrata presente nel sistema. La torre è composta da parti rigide collegate da elementi flessibili in tensione, questi ultimi composti da cavi nel perimetro esterno dell’edificio: i componenti rigidi, rappresentati invece dai corpi scala, ascensori, servizi e impianti possono anche non toccarsi né supportarsi a vicenda. La struttura per stabilizzarsi ed essere controventata, necessita di anelli strutturali sul basamento, sulla corona e ad 1:5 e a 4:5 dell’altezza della torre. Questi anelli strutturali sdiventano un intero piano di impianti che mi permette inoltre di dividere il programma funzionale della torre in 3 parti: spazio pubblico, uffici e residenze. Questo sistema statico prende il nome di “effetto martello”. Una struttura assemblata secondo questi principi si trova in uno stato di precompressione che la rende itrinsecamente stabile, tanto che è in grado di reagire a forze esterne e ristabilizzarsi modificando il grado di compressione su alcuni elementi: la stabilità è garantita grazie a un meccanismo che l'architetto Richard Buckminster Fuller descrisse come "trazione continua e compressione locale".