Cellula abitativa minima, autonoma, reversibile | Lama+

1 Premio_Abitare minimo nelle Alpi 2012 Sellero / Italy / 2012

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IT - Il progetto ha voluto rispondere, in prima istanza, alla necessità-possibilità di ridurre all’essenza la forma dell’abitare interrogandosi sulle specifiche possibilità dell’abitare in ambienti estremi montani e sulle conseguenti soluzioni spaziali e tecnologiche che questa ricerca di elementarità comporta. Il primo obiettivo che ci siamo posti è stato quello di individuare una forma che rispondesse alla esigenza di elementarità costruttiva capace, tuttavia, di intensificare le relazioni formali con l’eccezionalità del paesaggio d’alta quota con cui ogni bivacco è chiamato a confrontarsi. Si è effettuata la scelta di una forma triangolare (forma geometrica staticamente stabile) reinterpretando il tema della capanna alpina, semplificando ulteriormente lo schema di partenza e iducendo la falda ad un unico piano inclinato in continuità con il terreno. Questo ci ha permesso di ridurre al minimo l’ingombro e raggiungere la massima compattezza (entro i 40 mc previsti) proponendo una struttura economica da realizzare, con una notevole facilità d’uso e di manutenzione, raggiunta anche con la scelta di tecnologie nella direzione della responsabilità ambientale. Questo schema molto vicino, come suggestione, ai primitivi ripari sotto affioramenti rocciosi, che costituirono verosimilmente le prime installazioni dei pastori transumanti, ci ha dato inoltre una interessante chiave di lettura per indagare i rapporti tra il ricovero ed il paesaggio-i rupestri presenti alle quote in cui viene ipotizzata l’istallazione. Sotto questo aspetto si è scelta la strada dell’appartenenza alla “terra” non inseguendo un concetto di “mimesi” ma piuttosto di assonanza alle forme del paesaggio, allo spazio naturale, mantenendo comunque un “distacco” di tipo materico verso l’intorno. Una volta “individuata” la forma del riparo (ridotta all’essenzialità costruttiva) e constatate le molteplici possibilità di relazioni con il contesto, abbiamo spostato il lavoro dall’esterno all’interno cercando di verificare le qualità spaziali e le possibilità architettoniche offerte da una forma così archetipa e allo stesso tempo così “estrema” da abitare. Abbiamo cercato di lavorare dentro lo spazio del rifugio, “misurando” le azioni del vivere in ambienti d’alta quota, in situazioni in cui è richiesta sobrietà e responsabilità di condotta sia nei confronti dell’ambiente naturale sia nei confronti del gruppo con cui si è chiamati a condividere, seppure temporaneamente, un ambiente minimo. Queste considerazioni ci hanno guidato nella costruzione dello spazio interno con l’obiettivo di sperimentare nelle dimensioni ridotte soluzioni in merito al rapporto interno esterno, alla versatilità degli ambienti e dei componenti, e non ultimo alle scelte materiche. Il bivacco è pensato per consentire la permanenza di sei persone, con la possibilità di ulteriori due posti letto aggiuntivi. L’ingresso al bivacco è consentito grazie ad una scaletta retrattile la quale introduce al bivacco tramite un doppio infisso. Si è scelto di caratterizzare il prospetto di ingresso con uno stacco materico rispetto al resto del volume. Per questa facciata si è scelto un rivestimento in tavolato di larice protetto su questo lato da un lieve aggetto della copertura. All’interno l’ambiente cucina-dispensa è dotato di una piastra ad induzione e di un punto d’acqua collegato ad una cisterna di accumulo delle acque meteoriche. Il tavolo per le attività (carteggio, cena, colazione) è incernierato a parete ed è completamente ribaltabile consentendo il posizionamento, al suo posto, di ulteriori due posti letto su tavolato con materassino. Gli altri sei posti letto sfruttano la maggiore altezza del bivacco disponendosi in opposizioni ed impilandosi su due colonne con un soppalco. L’aero-illuminazione naturale diretta è garantita tramite micro oblò fissi e mobili oltre ad una finestra verticale a tutta altezza. Inoltre la ventilazione anche notturna è ottenuta tramite bocchette di immissione ed espulsione. Sui materiali si è scelta la strada della massima compatibilità ambientale riducendo al minimo il numero dei componenti, minimizzando gli scarti di lavorazioni e utilizzando tecnologie di assemblaggio volte alla semplicità ed economicità tecnico-costruttiva. L’attacco a terra del bivacco è costituito da un basamento in pietrame (reperibile in loco) montato a secco e raccolto in gabbie d’acciaio. Questo consente di avere un impatto ambientale minimo e la massima reversibilità del sito. Le strutture portanti sono in lamellare di abete, con sezioni che variano dai 160x40mm ai 160x80mm, i pannelli di tamponatura sono costituiti da compensati e tavolati di betulla così come per la maggior parte degli arredi, fatta eccezione per i piani cucina, dispensa e tavolo che sono in essenza di rovere trattato. La finitura esterna del bivacco è invece pensata in scaglie di lamiera di acciaio zincato con finitura lucida aggraffate su compensato con intercapedine ventilata, così da consentire una adeguata protezione dagli agenti atmosferici e incrementare la durabilità all’uso e al tempo del bivacco. L’isolamento termico è fornito da una Coibentazione con pannelli in fibre di legno (spessore 18 cm – conduttività termica 0,040 W/mK). Autosufficienza energetica Per perseguire l’autosufficienza energetica si è ricorso ad un differenziato utilizzo di fonti energetiche rinnovabili: il sole e il vento. La scelta del mix di soluzioni eolico e fotovoltaico è stata determinata dai due scenari possibili: estate e inverno nonchè il relativo accumulo energetico derivante dagli eventi atmosferici. Inoltre le due fonti rinnovabili di energia hanno possibilità di usufruire dei finanziamenti nazionali. L’approvvigionamento di energia elettrica sarà fornito da un impianto fotovoltaico stand-alone da 500 Wp e da un impianto microeolico da 500 Wp per un totale di 1000 Wp. L’impianto fotovoltaico di 5 mq (con possibilità di incremento fino a 10 mq) è costituito da moduli fotovoltaici al silicio monocristallino, con esposizione ottimale a Sud, integrati nella copertura inclinata di 35°. L’impianto microeolico da 500 Wp è in grado di erogare ben 670 Ah alla settimana con un vento di soli 20 Km/h. Può funzionare in modo continuo ed in piena sicurezza anche con venti di tempesta arrivando a generare una corrente massima di 30 A a 24 V c.c. Sia l’impianto fotovoltaico che il microeolico sono collegati ad un regolatore di carica, 8 accumulatori da 1000 Ah l’una, un inverter e un quadro generale, il tutto posizionato nel vano tecnico ispezionabile in coda al manufatto. L’energia prodotta da due impianti fornisce l’autosufficienza al bivacco e viene utilizzata per: minimo riscaldamento; fusione neve; illuminazione artificiale e d’emergenza; cottura; prese elettriche. 1_Minimo Riscaldamento: L’impianto di riscaldamento locale è elettrico di tipo statico, con l’impiego di un sistema radiante perimetrale dotato di resistenza elettrica e termostato di sicurezza, è in grado di scaldare i 40 mc lordi del volume raggiungendo la temperatura interna di 18 °C) 2_Fusione acqua ghiacciata: Una serpentina elettrica è prevista per la fusione acqua ghiacciata all’interno della cisterna al fine di permettere l’approvvigionamento idrico anche per l’utilizzo occasionale invernale. 3_Illuminazione artificiale: L’illuminazione artificiale interna del bivacco avviene attraverso 10 corpi illuminanti ( 100 W max ) a basso consumo, mentre all’esterno è previsto un led di segnalazione per una facile individuabilità del bivacco in situazioni di scarsa visibilità. 4_Cottura: Per un uso cucina minimo è stato previsto un piano cottura a induzione ribaltabile (2,5 kW Max) il quale consente di ottimizzare i consumi ed evitare qualsiasi spreco riducendo notevolmente i tempi di cottura. 5_Sistema depurazione acqua: Un consumo minimo di elettricità è previsto per la pompa del filtro di depurazione dell’acqua da caduta (pioggia o neve) e per il sistema di potabilizzazione battericida ai raggi U.V. 6_ Prese elettriche: E’ prevista una dotazione di prese elettriche per ricarica cellulari, antenna radio, segnale wi-fi, pc portatile e/o altri piccoli elettrodomestici. Approvvigionamento idrico E' stato studiato un sistema di approvvigionamento di acqua da caduta (pioggia/neve) sia per uso cucina che potabile, con utilizzo razionato. Grazie alla copertura inclinata infatti l’acqua da caduta viene convogliata in una gronda di raccolta e canalizzata ad un pozzetto di eliminazione acque di prima pioggia dimensionato In base alla superficie del tetto per un valore di 0,07 mc ca. In tal modo la pioggia che cade nei primi quindici minuti lava il tetto e viene convogliata nel pozzetto. La cisterna di accumulo è in polietilene ad alta densità (materiale riciclabile), che rispetta le normative circa lo stoccaggio di acque destinate al consumo umano. La sua posizione è nel vano tecnico affinché la cisterna sia non visibile e removibile. Il dimensionamento del volume della vasca di accumulo, secondo la norma E DIN 19891:2000-12, ha dato come risultato 1,3 mc ovvero 1300 l. L’acqua potabilizzata e per uso cucina viene pompata dalla cisterna di accumulo al rubinetto tramite una pompa idraulica.
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    Project details
    • Year 2012
    • Status Competition works
    • Type Modular/Prefabricated housing
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