Passerella ciclopedonale di Via Zucca | Angelo Vestri

Concorso di idee Cittadella / Italy / 2012

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DESCRIZIONE La presente relazione è stata predisposta al fine di valutare la sostenibilità ambientale degli effetti derivanti dall’attuazione di una passerella ciclopedonale, munita di rampe, ubicata all’interno del territorio del comune di Cittadella (PD), a seguito del bando di concorso di idee bandito dal Comune di Cittadella con atto n.12 del 16 . 01. 2012 e protocollato il 30 . 01 . 2012 n. 0003945 INTRODUZIONE L’intervento presentato dal gruppo è estremamente semplice: riprendendo la struttura medievale della città storica è stato definito un semplice sistema trilitico architravato. Questo sistema ha consentito di utilizzare tecnologie relativamente poco impattanti, in quanto il consumo di ferro e calcestruzzo è limitato all’impalcato portato e alla struttura portante. Le dimensioni ridotte dell’intervento hanno reso strutturalmente inutile la presenza di controventi e di sovrastrutture di sostegno dell’impalcato. Lo stesso si può dire per quanto riguarda l’arrivo in quote: la mancanza di elevatori rende di fatto inutile la previsione di strutture atte a prevenire le vibrazioni e le deformazioni delle strutture elevatrici. Le deformazioni della struttura metallica della rampa e quelle dello scatolare dell’impalcato sono, di fatto, trascurabili. L’assenza inoltre di strutture incastrate o di sbalzi rende la sommatoria delle deformazioni marginale. SITUAZIONE ATTUALE DELLO STATO AMBIENTALE L’attuale stato del territorio è particolare come tutto quello della pianura padana che, seguendo il corso del Brenta, insiste egualmente sulla pianura antistante la laguna veneta e sull’entroterra lombardo veneto. Questo territorio è quello che, in Italia, insieme forse a poche altre realtà ha subito un inurbamento di ampie dimensioni in termini di cubature e di bassissime dimensioni in termini di densità: la cosiddetta “città diffusa” definisce dinamiche di diffusione differenti dalla città consolidata. Una delle esternalità di questo fenomeno è la perdita – totale o parziale – delle piantumazioni di tipo spontaneo a favore di piantumazioni più consone all’ambiente antropico. Questo genere di fenomeno verrà analizzato nel paragrafo successivo. Per quanto riguarda il quadrante nordest della città di Cittadella, quella cioè in cui il progetto viene ad insistere dobbiamo rilevare come ci troviamo in presenza di un ambiente fortemente antropizzato, e comunque totalmente urbanizzato. Il tessuto è caratterizzato da una grande prevalenza di abitazioni e da un numero discreto di attività produttive e piccolo artigianato. Sebbene sia così fortemente urbanizzato sono presenti tantissime aree destinate a seminato, quasi nessuna di queste è a frutteto, e solo un’area, quella compresa tra via San Francesco e via Niccolò Copernico, presentano aree boscate di una qualche qualità ambientale e territoriale. Il fatto che esista sulla carta del piano degli interventi, variante n.1 un limite all’espansione urbana a poche decine di metri dalla nostra area di progetto implica che a questo tratto dovrà essere data un’attenzione differente per quanto riguarda l’impronta ambientale che si vorrà dare a quello che sarà il nuovo ingresso alla città. Dal punto di vista idrologico non ci sono canali a vista (i canali di scolo probabilmente sono tombati) o di drenaggio dei canali. I sopracitati caratteri ambientali, unitamente a quelli storico artistici hanno creato la base per la definizione dell’architettura della rampa, che rispecchia nella struttura, nei materiali e nei colori. PROBLEMATICHE AMBIENTALI Dobbiamo considerare che, in epoche neanche troppo remote, la Pianura Padana non era la distesa di aperta campagna che vediamo oggi. Era, invece, un luogo in cui l’acqua salmastra della laguna e tutto il bacino del Brenta riuscivano a creare un ecosistema complesso e articolato di diversità ecologica. Lo scopo di questo lavoro è proprio quello di creare una nuova porta alla città che introduca ad una nuova urbanizzazione (in questo senso quel “limite” all’espansione urbana è lungimirante) e ad una nuova politica ambientale e territoriale. Il problema maggiore riscontrato è che la diffusione dell’area antropizzata ha di fatto impedito la presenza di una rete ambientale (quella che in altre parti d’Italia è rappresentata dalla rete delle strade interpoderali) che potesse diventare la base per una viabilità ciclabile alternativa alla strada carrabile. La presenza di una città continua che unisce Bassano, Castelfranco e guarda oltre il Brenta, verso Vicenza e ha in Cittadella il suo centro è però indispensabile nella definizione di una ciclabilità efficiente; per essere efficiente la ciclabilità necessita di essere continua. A questo proposito è stato preferito un sistema a rampe, che quindi garantisce protezione ed efficienza, rispetto ad uno ad elevatori (qualora un elevatore si rompesse sarebbe impossibile garantire una continuità della ciclabilità). ESAME DI COERENZA ED OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ Da un’analisi della cartografia presentata si evince come la passerella, non necessitando di fasce di rispetto, ha un impatto veramente minimo, sia per quanto riguarda geometricamente l’impronta a terra che per quello che riguarda l’impronta ambientale. La mancanza di vincoli particolari e la mancanza, in pianta, di particolari rilevanze idrografiche, rendono la struttura non impattante sulle parti di ambiente più fragili. La struttura, non presentando particolari rilevanze strutturali (antenne, plinti profondi, costole metalliche) non mette in pericolo l’ecosistema che, mancando come detto di fragilità (piantumazioni storiche, alberature o frutteti di qualità, ecc.), è un ambiente molto resistente alle opere di inurbamento e di viabilità. Va infine rilevato come un’infrastruttura di questo tipo ha sempre due risvolti, da un lato implica una spesa, anche in senso ambientale, di suolo, ma dall’altro aumenta fortemente la qualità dell’abitato e dell’infrastruttura stessa che va a desaturare. La presenza di una pista ciclabile a fianco di una strada implica la rivalutazione ambientale delle alberature e dei bordi strada che consentono una reale risarcitura – sebbene parziale – dell’ambiente originario padano. ALBERATURE E PIANTUMAZIONI Le piantumazioni sono un tema sempre sottile nella pianificazione urbanistica prima che in quella architettonica. La scelta delle presenze arboree rappresenta uno dei passaggi fondamentali nella pianificazione di questo tipo. Volendo ricostruire un tessuto ambientale si è ipotizzato un doppio tipo di alberature. All’interno della Pianura Padana sono state riscontrate, infatti, tra le tante alberature monumentali e di altissima qualità ambientale (faggi, cerri, querce, platani, larici) due essenze arboree di grande fascino e di grande resistenza: la Farnia (Quercus robur) e il Carpino (Carpinus betulus). La piantumazione di queste due bellissime essenze in prossimità di un oggetto così particolare come la rampa e la passerella, rappresenta di fatto una visione a lungo-lunghissimo termine dell’approccio alla progettazione: sia gli alberi di questo tipo che la passerella danno qualità al territorio in un tempo lungo. Sebbene di famiglie diverse (Fagaceae il carpino e Quercus la Farnia) sono di Ordine Tassonomico identico (entrambi Fagales) il che, unito alla loro longevità e al loro invecchiamento implica che hanno bisogno di manutenzione scarsa, nei medesimi periodi e un tempo molto lungo per crescere e irrobustirsi. Per quanto riguarda le piantumazioni all’interno della passerella si consiglia di usare la teoria dello Xeriscaping, ossia delle piantumazioni a secco. In questo modo si può evitare di utilizzare personale per l’innaffiamento delle piante o l’inserimento di sistemi di irrigazione automatica. Oltretutto la presenza di piante alofite e xerofite consente di creare paesaggi non consueti e luoghi apparentemente dissonanti all’interno di un luogo atipico come una passerella pedonale. Si consiglia, in questo senso la piantumazione di piante di salsola soda (che è della stessa Classe Tassonomica del Carpino e della Farnia) più altre piante grasse che riescono a resistere sia alle piogge autunnali ed invernali che alle seccate estive; l’uso di piante di artemisia (A. absinthum o A. alba) consentono di creare percorsi olfattivi – attraverso anche la piantumazione di erbe officinali – che aumentano l’esperienza sensoriale dell’intera passerella. SCELTA DEI MATERIALI I materiali consentono una grande libertà di progettazione. Lontano dal voler creare strutture di sostegno inutilmente pesanti e costose si è scelto di creare la struttura di sostegno con il minor spreco di materiali possibile – questo spiega l’uso di un sistema semplice come il trilitico per una passerella – che consente una maggiore resa statica a fronte di un minor uso di materiali metallici. Per quello che invece riguarda i rivestimenti si è voluto sottolineare, così come accade nelle città storiche, la differenze tra strutture portanti e strutture portate. I rivestimenti delle strutture portanti sono realizzate in materiale lapideo, con un tipo di pietra che unisca resistenza nel tempo, eleganza del taglio e un colore neutro che sappia far risaltare il valore ambientale e la struttura portata. La scelta è ricaduta sulla pietra serena, che garantisce una grande resistenza ai fattori ambientali ed ha un invecchiamento assolutamente piacevole anche in esterni. Per quanto riguarda la struttura portata dobbiamo premettere che trattandosi di una struttura in legno a costole necessita di un rivestimento sottile ma resistente. Sia per i tavelloni che per le doghe di rivestimento si è scelto un rovere trattato. Anche in questo caso hanno contribuito alla scelta economia, eleganza e qualità dell’invecchiamento. Il rovere trattato, mantenendo il colore grigio scuro con le venature legnose si sposa ottimamente con la pietra serena e con la morbidezza delle forme della passerella. L’utilizzo di materiali naturali, senza dimenticare una visione a lungo termine, consente di creare un complesso di fattori che uniscono l’eleganza delle forme a quello dei materiali, fino alla loro sostenibilità in senso ecologico. La mancanza di materiali metallici a vista consente di evitare i problemi legati all’invecchiamento dei metalli. CONCLUSIONI Come detto in precedenza l’ambiente è come lo spazio definito da Einstein, ogni oggetto fisico dotato di massa venga in esso posto crea una distorsione in un intorno grande relativamente alla massa dell’oggetto stesso. La nostra passerella modifica il paesaggio e modifica l’ambiente. Possiamo arrivare a concepire anche che abbia un’impronta importante, ma crea la possibilità di arricchimento dell’ambiente e di arricchimento del rapporto tra patrimonio naturale e patrimonio antropico. Una visione a lungo termine consente di vedere la struttura, robusta, circondata di alberi altrettanto robusti e arricchita al suo interno da piante profumate e assolutamente a costo zero. La sobrietà pacata delle piantumazioni cela in questo “guscio” ligneo un piccolo percorso sensoriale legato ai profumi delle piante officinali che consente un passaggio che, oltre ad essere sicuro e piacevole diventa esperienza urbana a sé stante se la passerella si attraversa in bici o a piedi, mentre diventa una porta con valenze di limes o pomerius della città, quando la si attraversa, dal basso, in automobile.
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    Project details
    • Year 2012
    • Main structure Mixed structure
    • Status Competition works
    • Type Urban Furniture / Bridges and Walkways
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