lo Spazio della Memoria | Marcello Deroma

spazio espositivo permanente Fontecchio / Italy / 2011

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L’antico edificio del Corpo di guardia di Fontecchio con l’annessa Torre ospita un luogo della memoria: uno spazio dove riflettere, attraverso le immagini di una città, sul senso di un passato remoto, di un passato recente e sul tempo contemporaneo. Il passato recente è rappresentato da 38 scatti sulla città dell’Aquila prima del terremoto, sospesi all’interno del Corpo di Guardia secondo differenti altezze e inclinazioni, mediante l’utilizzo di cavi d’acciaio. Le opere risulteranno sospese secondo una esposizione verticale che coinvolge fisicamente. Questo è il momento del ricordo, di un passato familiare appena perso di cui se ne percepisce l’intensa umanità. Sempre all’interno di questo spazio, il passato remoto sarà rappresentato da 50 scatti fotografici degli anni 1930 sulla città dell’Aquila riprodotti in un unico formato piccolo. Questo è il momento della riflessione su una storia trascorsa che, nonostante tutto, dal passato può ancora insegnare. Il tempo presente invece sarà rappresentato da 12 scatti sulla città dell’Aquila dopo la catastrofe; sono presentati su 12 light-box disposti all’interno dello spazio ipogeo buio e inaccessibile, visibili solo a distanza: è il momento della città negata, della consapevolezza del tragico presente. Infine il momento più importante, quello del ricordo silenzioso sulle persone decedute a causa del terremoto: le vittime. Il ricordo delle vittime è affidato a due steli sulle quali saranno incisi per sottrazione e retro illuminati i nomi delle 309 vittime: il visitatore, per accedere allo spazio ipogeo, deve passare in stretta vicinanza ad esse e quindi sentirsi in forte contatto con queste presenze negate: i loro nomi sono sottratti alla materia, ma evidenziati dalla luce.


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L’orologio sulla torre di guardia di Fontecchio rintocca da secoli lo scorrere del tempo. È un orologio a sei ore, uno dei più antichi d’Italia. Controlla l’accesso al borgo medievale, dove un portoncino angusto apre ai locali del corpo di guardia.


Qui il tempo si ferma. La parola si ritrae. Il racconto segue scatti fotografici, ricostruendo emozioni contrastanti, forti e fragili, amare, nutrite di speranza. Qui, nel 2011, è nato lo “Spazio della Memoria”. Una sfida impari, una mostra in verticale lungo le pareti interne delle mura medievali. Uno spazio di pochi metri quadri che l’abilità degli architetti Marcello Deroma e Carlo Mangolini e l’intensità delle immagini di Roberto Grillo hanno trasformato in un contenitore prezioso, dove tenere assieme e raccontare, con grande rispetto, i momenti più delicati e dolorosi della storia dell’Aquila e della sua regione.


Le fotografie scendono dall’alto, si accavallano, ci avvolgono, sospese tra ricordo e futuro: è la vita normale di una città bella, momenti di un giorno qualunque, passaggi, istanti. La città com’era e come – un desiderio – sarà. Foto tutte in bianco e nero, come la realtà secondo la citazione di Wim Wenders.


Ma il mondo è a colori, e coinvolge tutti i sensi, simultaneamente. Così quando si passa in uno spazio ipogeo scavato nella roccia, si cambia completamente registro. Cambia la luce, cambiano le altezze; dalla prospettiva verticale della torre si entra in una grotta angusta. C’è la ghiaia a terra, e non serve altro per sentire il silenzio delle macerie. Lightbox come piccoli televisori a fermo immagine, disposti con meticolosità certosina, accendono le uniche foto a colori presenti nell’allestimento. Un flash dell’immediato dopo terremoto, cose, persone, in un istante alterate per sempre dall’urto improvviso della terra. Due steli ai lati della “grotta” riportano i nomi di tutte le vittime del sisma. Nomi incisi con il laser, nomi sottratti, restituiti alla presenza dalla luce che da dietro emerge e li attraversa. Era ieri, è oggi: un senso d’inquietudine che dura un breve istante, accarezzato dalla straordinaria capacità della mostra di sfiorare la tragedia con lo sguardo già rivolto al domani. Sei anni sono già passati, il racconto di ciò che è stato troverà spazio negli annali, in qualche libro di storia. Poi ci sarà questo luogo riparato nelle mura di un borgo di montagna, ci sarà questo scrigno, dove invitare le generazioni che verranno ad entrare, dove in poco più di dieci passi si potrà tornare a sentire: senza clamore, senza angoscia. La memoria oltre il ricordo. E la sfida sarà vinta.


(da abruzzoeappennino.com di Riziero Zaccagnini)

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    L’antico edificio del Corpo di guardia di Fontecchio con l’annessa Torre ospita un luogo della memoria: uno spazio dove riflettere, attraverso le immagini di una città, sul senso di un passato remoto, di un passato recente e sul tempo contemporaneo. Il passato recente è rappresentato da 38 scatti sulla città dell’Aquila prima del terremoto, sospesi all’interno del Corpo di Guardia secondo differenti altezze e inclinazioni, mediante l’utilizzo...

    Project details
    • Year 2011
    • Work started in 2011
    • Work finished in 2011
    • Main structure Steel
    • Client Comune di Fontecchio, Associazione culturale “Lo Spazio del Ricordo”
    • Status Completed works
    • Type Museums / self-production design
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