PROGETTO DI RESTAURO DELLA CHIESA SUSSIDIARIA DI S. MARIA ASSUNTA DI AMOLA | Andrea Modelli

Calderino di Montre San Pietro, Bologna / Italy / 2012

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Relazione storica La Chiesa sussidiale di S.Maria Assunta è inserita nella località denominata topograficamente Amola o Lamola, nel Comune di Monte San Pietro, di cui è possibile trovare tracce risalenti sino al XIII secolo, ed è collocata su uno sperone roccioso stabile di un crinale secondario della tipica struttura geomorfologica della fascia pedecollinare Ovest della Provincia di Bologna. Il complesso edificato, citato nelle cronache locali dal 1458 è stato ricostruito nel 1700 dopo i danni subiti da un gravissimo incendio. L’intera struttura è composta oltre che dalla chiesa, dalla sacrestia, dal campanile e dalla canonica dotata di spazi annessi di servizio, il tutto distribuito su tre livelli di cui uno seminterrato. Il luogo è raggiungibile partendo dalla valle del torrente Lavino, in località di Calderino (capoluogo del Comune) risalendo, dopo aver abbandonando il fondovalle, lungo via Amola sino ad incontrare il rilievo più cospicuo di questa parte del sistema collinare, dopo aver percorso alcuni chilometri tra campi coltivati e boschi. La chiesa e gli annessi sono situati in un punto isolato con una ampia visione sul panorama circostante. Negli anni precedenti alla fine del secondo Conflitto Mondiale, la chiesa e i corpi di fabbrica ad essa uniti rappresentavano il centro religioso, culturale e sociale della comunità contadina della zona. La situazione era in parte differente nei secoli precedenti, quando la chiesa era invece il vero e proprio fulcro di un piccolo borgo rurale collinare, composto da diverse abitazioni sparse e piccole attività commerciali, inserite nelle porzioni edificate affiancate agli edifici conservatisi, ormai perdute a causa dei danni prodotti dalla seconda Guerra Mondiale. Questo punto di riferimento svolgeva un ruolo di generatore dell’economia del borgo stesso. Con il passare degli anni, il piccolo centro si è spopolato in relazione all’inevitabile progressivo abbandono delle attività agricole verso i centri abitati e le aree industriali ed è andato pian piano a scemare fino ai giorni nostri; ora il solo edificio di culto è rimasto a testimoniare il ruolo sociale del sito. Oggi è possibile godere della bellezza e della semplicità di questo luogo sostando nel piazzale antistante ricavato a bordo della strada principale di collegamento con il capoluogo. Nel corso degli ultimi 70 anni, l’edificio è stato soggetto ad alcuni interventi di restauro; le modifiche riscontrabili sono: - Abbattimento di una porzione di corpo di fabbrica sul lato est che circondava il pozzo e la ricostruzione del campanile, fortemente danneggiati dagli eventi bellici, nel 1946/47. - Intervento di demolizione realizzato nel 1973 dall’allora parroco di Calderino, Don Novello Gherardini, che comportò l’abbattimento del secondo piano del porticato di accesso al campanile, per arrestare il progressivo dissesto, probabilmente di natura statica, ristrutturandone il piano terra. Documenti fotografici dell’epoca mostrano le varie fasi di questo drastico intervento. - Iimportante intervento di restauro del coperto, realizzato nel 1992 dall’attuale parroco Don Marino Tabellini, operazione resasi necessaria a causa di una evidente instabilità della struttura di copertura. L’intervento venne realizzato mantenendo inalterato l’assetto e l’aspetto della copertura stessa e dell’esterno della chiesa. Venne contemporaneamente realizzata anche un’operazione di ripristino parziale degli intonaci delle facciate esterne, per cercare di rimediare ai danni dell’umidità di infiltrazione causati dal dissesto della copertura. Nel corso di questi anni, il parroco e la comunità hanno cercato di far si che la chiesa mantenesse intatta la sua struttura e che il degrado non avanzasse velocemente, intervenendo come e dove era di volta in volta possibile. Negli ultimo anno ci, tuttavia ci si è resi conto però che il complesso necessita di un nuovo intervento tempestivo, ben studiato e programmato, soprattutto in relazione agli aspetti di degrado strutturale. Dall’analisi storica e dello stato dei luoghi, le conclusioni conseguenti individuano gli interventi necessari alla chiesa che si compongono di un consolidamento strutturale e, successivamente, di una restituzione cromatica degli intonaci interni coerente con le valutazioni stratigrafiche. Verranno inoltre previsti interventi per bloccare i danni provocati dall’umidità, dove questi fenomeni risultino ancora attivi. Relazione tecnica L’edificio principale, ovvero la chiesa, presenta le caratteristiche architettoniche settecentesche nell’apparato decorativo interno ed una equilibrata composizione di volumi del complesso intero per la parte esterna. Essa si presenta, ad una prima analisi visiva, come un edificio semplice, composto da più parti non particolarmente articolate, sono presenti un porticato laterale che dà accesso ad un piccolo campanile e al corpo che costituisce gli annessi della chiesa, addossato all’abside sul lato Sud. Il prospetto principale della chiesa è sormontato da un timpano triangolare e ripartito da quattro lesene. All’interno una navata centrale distribuisce l’intero spazio destinato al culto con decorazioni monocromatiche “rudentate” per creare nelle “paraste” un effetto scultoreo di scanalatura in rilievo di ordine dorico concluse con una trabeazione con cornice a dentelli. Le colorature presenti sono quelle tipiche dell’architettura locale, giallo e rosso bolognese, con evidenti segni di degrado dovuti principalmente alla presenza di umidità. La volta a botte copre l’impianto fino al presbiterio in cui è inserito l’altare con una edicola che racchiude la tela raffigurante la Madonna Assunta in Cielo sorretta ai lati da San. Michele e da San. Biagio. Fanno parte del corredo artistico una pregevole "Via Crucis" di Mauro Gandolfi e un organo risalente al 1757, opera di Pietro Agati. Al Guardassoni si devono ben tre tele, fra cui la "Madonna Assunta in fioriera" del 1858, benedetta da Pio IX. La cornice scultorea in gesso dell’edicola è opera di Giacomo De Maria (1762-1830). Gli usi del complesso risultano inalterati nel tempo ovvero oltre alla funzione principale di luogo di culto si aggiungono tutti i servizi legati alle funzioni religiose: sacrestia; campanile, canonica. La canonica è composta da vari locali destinati a residenza o attività parrocchiali : riunioni; incontri. Dagli studi effettuati con il contributo della valutazione statica eseguita da tecnici specializzati sono riscontrabili delle lesioni interne ed esterne, le cause di tale dissesto strutturale sono dovute a problemi di stabilità delle fondazioni, causate da diversi fattori. In primo luogo, la chiesa è costruita su due livelli differenti di fondazione: uno su cui appoggiano la sacrestia, l’abside e le cantine sottostanti ed uno, a quota più elevata, su cui poggia la navata. Questo sistema asimmetrico è posizionato in un contesto composto prevalentemente da terreno con una particolare formazione denominata “Schlier” costituita di marne sabbiose a contenuto variabile di argilla, nelle immediate vicinanze di una falda sotterranea (testimoniata dal vicino pozzo) e in un’area dove si ergeva, un tempo, il cimitero a terra del complesso e quindi pertanto il terreno superficiale si presenta friabile e arricchito di elementi organici in decomposizione. Questa combinazione di fattori ha fatto si che il terreno abbia nel tempo parzialmente ceduto, in modo tale che i due livelli di fondazione hanno prodotto deformazioni differenziali che hanno generato il movimento principale ormai stabilizzato, rilevabile lungo le pareti longitudinali con la presenza di lesioni verticali nelle lesene esterne (punto di massima rigidità statica della struttura) dovute alle tensioni tangenziali, a cui si sono accompagnati una serie di movimenti secondari e fenomeni di assestamento sulle strutture trasversali, evidenziati dalle lesioni che risalgono dal basso verso l’alto, tipiche di un fenomeno di riequilibrio. Si ritiene opportuno specificare che è in corso una "Verifica di Interesse Culturale”, presentata presso L’Arcidiocesi di Bologna, che riguarda i solio Sub. 5 e 11, (vedi Tavola 1.0) e una Richiesta di “Non Interesse Culturale”per la restante parte del complesso, in quanto, in funzione dei successivi rimaneggiamenti e ricostruzioni, quest’ultima non presenta un assetto stabile nel tempo ma alterato da numerose lavorazioni presumibilmente attuate dopo il5190 sino agli interventi del1992 descritti nella relazione storica. Modificazioni che hanno alterato le caratteristiche in modo tanto rilevante da non poter essere inclusa nella parte di Interesse Culturale. Al fine di rilevare lo stato di conservazione delle opere, evidenziarne i vari restauri e manutenzioni nel corso del tempo, per ricostruirne i vari aspetti estetici cercando di risalire al più antico, sono stati utilizzati i saggi stratigrafici presenti in loco,(indicati nelle foto con lettere e numeri) e altri prelievi di materiale distaccato da analizzare in laboratorio, di cui maggiori specifiche a pagina seguente , in parte da effettuarsi in fase preliminare e in parte al bisogno su richiesta della D.L. Tali approfondimenti atti a riconoscere aspetto,tipologia e composizione dei material ci hanno anche permesso di individuare le principali problematiche e formulare ipotesi sulle tipologie di intervento a nostro parere più idonee per il recupero degli interni della chiesa. Gran parte delle volte e in alcuni casi delle pareti, sono interessate da danni dovuti a vecchie infiltrazioni d’acqua (precedente “collabenza” manto e struttura di copertura) probabilmente causa degli attuali distacchi fra intonaco e supporto murario o fra “intonachino” e “arriccio” ,ma anche delle alterazioni cromatiche e muffe presenti in superficie .Inoltre si presume che la presenza di umidità abbia reso considerevolmente tenace l’annerimento dovuto a depositi di polvere e fuliggine per tanto difficilmente rimovibile con mezzi tradizionali come i pani di gomma . I materiali usati per le decorazioni ad oggi visibili sono anche molto sensibili ai prodotti in soluzione acquosa che ne alterano ulteriormente l’aspetto. Per i suddetti motivi si è sperimentato con risultati di pulitura positivi un prodotto a base di lattice di cui saranno date in seguito maggiori specifiche.
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    Project details
    • Year 2012
    • Main structure Masonry
    • Client PARROCCHIA DELLA B.V. DEL ROSARIO DI CALDERINO
    • Status Current works
    • Type Churches
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