VALORIZZAZIONE DELL’AREA TERMALE DI S.MARIA ACQUAS PRIMO INTERVENTO | ROBERTO BADAS

APPALTO DI PROGETTAZIONE PRIMO CLASSIFICATO Sardara / Italy / 2007

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Il progetto che si propone può considerarsi, in ordine di tempo, l’ultima tessera di un mosaico che si aggiunge al ruolo storico e al significato paesaggistico nel compendio di S. Maria de Is Aquas in agro di Sardara (VS), come avvenuto nel corso dei secoli: perciò e pertanto, portatore di respon-sabilità primarie nel salvaguardare e consolidare il delicatissimo equilibrio tra le diverse componenti che tuttora lo connotano, siano esse le componenti architettoniche (edifici), quelle naturalistiche (vegetazione e affioramenti idro-termali), quelle tettoniche (formazioni geo-litologiche e idrologiche) e, infine quelle paleoantropologiche (archeologia e insediamenti umani). La tessera più significativa di questo mosaico, resta il progetto di Gaetano Cima del 1846. Realiz-zato molto successivamente a quella data, lo “Stabilimento dei Bagni Ternali di Sardara” consta di due edifici gemelli (ma non identici) rispettivamente noti come “Bagno Antico” e “Bottiglieria”, con-trapposti e divisi dalla strada provinciale n. 4.3 che li separa, con l’ampiezza di una carreggiata di 12 metri. Di quel progetto, e delle parti realizzate a fine secolo si riconosce oggi e più a valle, un altro edificio, cosiddetto del “Lavatoio” mentre, totalmente irriconoscibile nelle strutture collassate e, succes-sivamente colmate con detriti di riporto, trovavasi l’edificio cosiddetto della “Gualchiera” che costi-tuiva, assieme al “Lavatoio”, una seconda coppia di strutture edilizie, impostate con impianto tipi-camente neoclassico, di spiccato simmetrismo geometrico fino al progetto unitario di “ristabilimen-to” delle “Acque Termali di Monreale» (le Aquae Neapolitanae), nel luogo ora detto di S. Maria de Is Aquas”. L’impianto urbanistico procede per grandi assi, con direzione Sud-EstlNord-Ovest, raccordati da percorsi di supporto che, nella realizzazione assumono l’asse chiesa/albergo come asse di simme-tria, al quale vengono subordinati i pre-esistentì tracciati stradali. Ma, al di là di semplici argomentazioni sul progetto di S.Maria Is Aquas di Gaetano Cima preme, riconoscere in quell’impianto urbanistico, lo stesso metodo ordinatore del concetto di “spazio» il cui respiro, bene si adatta alla “dottrina», al mestiere e alla pratica di un architetto «della provincia” ma, non per questo, “provinciale” (nel senso corrente del termine). A fronte di detto monumentale «sapere», anche il più minuto degli elementi componenti partecipa della generale connotazione paesaggistica, consolidata nella robusta integrazione tra singoli «beni identitari» che ne costituiscono il complesso, tanto da poterlo considerare già «autodifeso» contro alterazioni, manomissioni e improvvidi «rinnovamenti», e al punto che gli interventi odierni non su-perano la soglia delle «manutenzioni straordinarie», e della «messa in sicurezza» dei singoli com-ponenti. Il compendio di S. Maria Is Aquas, per quanto distinto dall’abitato, ha costituito in ogni tempo “parte non separata” dalla vicenda storica, economica e paesaggistica di Sardara, tanto che entrambi gli insediamenti (il centro abitato e il compendio idro-termale) risultano interconnessi in unica crescita e in unico sviluppo, né disgiunti dall’imponente emergenza paesistico-ambientale, costituita dalla rocca e dal castello medioevale del Monreale. Adagiato come “depressione” al piede del rilievo vulcanico di Monreale (275 s.l.m.), il compendio è un modesto avallamento del terreno, dalla quota (+80 s.l.m.) alla quota (+68 s.l.m.), con il com-plesso edificato (centro idro-termale, chiesa romanica, sorgenti, etc.) raccordato all’abitato di Sar-dara da una “bretella” stradale di 4 km. che lo attraversa letteralmente nel mezzo e prosegue in di-rezione di Pabillonis. L’andamento orografico, molto dolce e sinuoso è tipico delle ultime propaggini vallive della Marmilla, con coltivazioni agricolo-arbustive e pascolative, solcato da modestissimi solchi d’acqua, taluni dei quali regimati da processi di bonifica, in cui il compendio vero e proprio è costituito da una zona boscata dove convivono endemismi locali ed essenze allogene, immerse in una coltre di macchia mediterranea, soprattutto nella parte occidentale delle pendici del Monreale. Le manifestazioni sorgive idro-termali, ben note in tutta l’Isola e coltivate fin dalla preistoria costi-tuiscono il patrimonio più ricco e irripetibile di tutto il compendio, a corredo del quale, in epoche trascorse tuttora documentate sono accostati interventi diversi: A) le Terme romane, successivamente incorporate in edificio ottocentesco; B) l’insediamento nuragico con il «Nuraghe Arigau», tuttora da indagare; C) un piano/progetto ottocentesco di sistemazione e sfruttamento delle acque idrotermali, con il progetto di due coppie di edifici, strade e presumibilmente, giardini; D) il Santuario rurale d’epoca secentesca; E) due Centri idro-terapici per cure termali, di recente e meno recente edificazione; F) “Sa Domu Arrubia”: piccolo edificio rurale a corredo del “complesso Cima»; G) il complesso fortificato del “Castello” di Monreale, in vetta all’omonima collina; H) resti di costruzioni proto-industriali, derivanti dalla trascorsa coltivazione dei giacimenti di ferro e di fluorite; I) una modesta stazione per l’allevamento ippico (recente); L) un insediamento rurale con edifici disposti «a corte». Questa ricca dotazione edilizia, in parte degradata ma disposta “naturalmente” sul terreno costitui-sce il complesso delle modificazioni territoriali di epoche diverse, tanto da costituire il “sito storico del compendio» e il “passaggio obbligato” di ogni modificazione paesaggistica ed ambientale. Mentre all’epoca di redazione del Piano di disciplina delle «Zone F» (1985), la superficie territonale investita dalla pianificazione di dettaglio ascendeva a complessivi 580 Ha. (comprendente anche la «Zona H» di salvaguardia delle pendici e della sommità del rilievo del Monreale), il progetto odierno «affronta» (per così dire) una superficie molto più ridotta (circa 10 Ha.) che ha ancora come ba-ricentro il cosiddetto «Centro del sistema» ed è costituita da una sorta di «anfiteatro naturale», in-dividuato dalla «conca» degli affioramenti termali, e attraversato dal rettifilo della S.P. 4.3, a partire dalla curva in destra per quanti provengono da Sardara (in prossimità del «pozzo Birocchi»), per terminare con la curva in sinistra verso Pabillonis (in prossimità dell’edificio «il Lavatoio»). lI raccordo tra “storia” dell’insediamento e «pianificazione» turistica viene mantenuto, anche nella ipotesi di interventi di salvaguardia attiva sulla “unità ambientale” del Monreale, dove vengono ipo-tizzate iniziative di recupero e riuso delle strutture edilizie esistenti (centro servizi Archeologia in-dustriale), oltreché il restauro monumentale del Castello e dell’annesso Borgo (centro servizi Ar-cheologia medievale). Ma nonostante i guasti, arrecati dal tempo e dagli uomini negli oltre venti anni dacché l‘Amministrazione Comunale di Sardara pose mano ai primi interventi sul compendio di S. Maria Is Aquas (1985) si può ben dire come «l’immaginario collettivo» sulla tutela paesaggistica elaborato storicamente, risulti oggi consolidato anche alla prova della frequentazione di massa (50.000 pre-senze) che, almeno due volte l’anno si riversa sul compendio. A subire «l’urto e il consumo» della frequentazione spontanea delle strutture storiche (nessuna delle quali è stata risparmiata dalla massiccia pressione antropica) sono state principalmente le com-ponenti paesaggistiche superstiti, ancorché destinatarie degli insistiti interventi di restauro e risa-namento conservativo che, nel corso degli anni trascorsi hanno investito, con ripetuti finanziamenti tutta l’area. Sull’avanzata obsolescenza e sul diffuso «consumo» delle strutture paesaggistiche storiche e delle diverse infrastrutture punta il presente progetto, orientato a contrastare le incongruenze più macro-scopiche dell’intervenuto degrado, con l’obiettivo dichiarato di rendere meno esposte e, al contempo più resistenti alla pressione del «grande numero», i beni ambientali del compendio termale. Operando il risanamento conservativo e la manutenzione straordinaria delle opere di impianto re-cente e recentissimo, secondo l’elencazione che segue e secondo un ordine di priorità funzionale, il progetto si propone: 1) RICOSTITUZIONE DELLA FUNZIONALITA’ DEI SOTTOSERVIZI E DELLE RETI TECNOLO-GICHE Ripetuti sopralluoghi hanno evidenziato il rapido e accelerato invecchiamento delle reti tecnologiche esistenti, non più rispondenti alle intervenute normative di settore e agli standard di sicurezza. La diagnosi di inefficienza funzionale riguarda la rete elettrica ed i diversi «settori» dell’impianto dì illuminazione, per l’intervenuto danneggiamento parziale o totale: A) degli allacciamenti delle singole apparecchiature illuminanti (pozzetti di collegamento, muffole e derivazioni dalla rete) che dovrà completarsi nella passeggiata pedonale lungo il «Canale Birocchi»; B) ripristino degli allacci lungo la strada provinciale 4.3 nella tratta che precede il «Bagno Antico», in destra lungo il confine del boschetto di Eucaliptus, già avviata con un 1° lotto di lavori; C) il ripristino completo dì diverse «lanterne a palo» in ghisa nel piazzale della «ex-Bottiglieria», già avviata con il 1” lotto di lavori; D) asportazione o demolizione dell’ impianto «segna passi» delle gradinate dell’ anfiteatro; dell’impianto della corte antistante la cosiddetta «Grotta», e del parcheggio temporaneo in prossi-mità del «pozzo Birocchi». Il completamento degli interventi di infrastrutturazione e rinnovo dell’impianto di illuminazione ri-guarderà la dotazione diffusa di allacci per la fornitura di energia elettrica agli stalli dei tradizionali parcheggi, destinati ad ospitare il commercio ambulante durante le sagre di Maggio e di Settembre. 2) RIPRISTINO DEGLI ASSETTI DEGRADATI DELLE STRUTTURE DI SUPERFICIE A) Nel prendere atto del degrado delle dotazioni di arredo e considerando la cadenza intermittente della Sagra di S. Maria, si è pervenuti alla determinazione di operare gli ulteriori interventi valutan-doli soprattutto con un bilancio costi/benefici e facendo seguito agli interventi del 1° lotto di lavori, si prevede di ripristinare la copertura a tetto dell’edificio «il Lavatoio», attualmente pericolante, che costituisce un pessimo biglietto da visita (o di commiato) per i frequentatori del compendio di S. Maria Is Aquas; 3) NUOVI INTERVENTI DI MANUTENZIONE Al fine di contemperare le cennate esigenze di bonifica e ripristino di strutture e infrastruuure (che si manifestano soprattutto nel corso delle due manifestazioni annuali di affluenza straordinaria di frequentatori), sono state rappresentate una serie di opzioni che costituiscono altrettante scelte di intervento, legate a criteri di priorità e urgenza: 1) La necessità di completare il sistema di fornitura di energia elettrica ai singoli «stalli/posteggio» per l’ambulantato lungo tutto il perimetro del boschetto di Eucaliptus e sia lungo il percorso della strada provinciale 4.3. che potrà essere ultimata interrando una rete di alimentazione e distribuzione delle numerose utenze. tramite la posa in opera di «colonnine multiple a scomparsa», che possano assicurare la fornitura contemporanea di energia elettrica, garantendone la sicurezza e la regolarità. 2) La scelta di razionalizzare la frequentazione e la sosta degli automezzi nelle aree alberate del Compendio, tramite l’interdizione al transito e alla sosta degli automezzi stessi nelle aree verdi, de-limitando le zone piantumate e, in tal modo pedonalizzate. 3) La dotazione di nuove e più insistite opportunità di interesse paesaggistico, sistemando o ri-sistemando episodi singolari della trascorsa storia del compendio, risanando, restaurando e por-tando in luce le diffuse testimonianze strumentali minute di attività trascorse, favorendo la ricono-scibilità e il ruolo non meramente folcloristico, per quanto partecipe dell’assetto scenografico dei luoghi. Tra questi episodi puntuali, meritevoli di una rinnovata visihilità, si propone il risanamento conser-vativo e la salvaguardia: A) della cosiddetta «Grotta», che mira a mettere in luce le caratteristiche formazioni tettoniche e geolitologiche, quale possibile «fossile guida» della orogenesi della «depressione» di S. Maria Is Aquas, nel più generale e millenario fenomeno dello sprofondamento della «fossa del Campidano» mentre, verranno eseguite indagini geologiche-geotecniche con rilievi specifici e geognostici (ten-denti alla ricostruzione del contesto idrogeologico locale), con prelievo mirato di campioni da sotto-porre a prove di laboratorio, in riferimento alla parametrizzazione geomeccanica di aree e terreni. B) del cosiddetto «forno della calce», altro possibile «fossile guida» delle trascorse frequentazioni antropiche del compendio, unitamente allo «scasso di cava» per l’approvvigionamento di materiale lapideo; C) del boschetto di Eucalyptus che, pur non essendo una pianta autoctona, è diventa “tipica” dell’area termale di Sardara tanto da meritare interventi specifici di potatura (per l’eliminazione dei rami secchi) e di diradamento (per l’eliminazione di esemplari deperiti o instabili), favorendo lo svi-luppo degli alberi migliori, al fine di garantire l’ombreggiamento dell’area. A partire dalle pertinenze dello stabilimento termale comunale, l’anfiteatro e la fascia lungo il canale “Birocchi” fino a giungere al Lavatoio, la piantumazione sarà completata con essenze arboree tipiche degli areali circostanti (Leccio; quercia Coccifera; Carrubo; Olivastro ecc.). Sono previste bordure e siepi di essenze arbustive della macchia mediterranea (Lentisco; Rosma-rino; Mirto) che tramite adeguata manutenzione potranno essere modellate pur mantenendone la rusticità e il sicuro adattamento. In prossimità del Lavatoio oltre le piantumazioni previste, è previsto il ripristino dell’area-giochi per bambini con la realizzazione di un’area verde sistemata a prato con bordure di essenze mediterranee e arbusti (Ginestre), capaci di dare un tocco di colore nel periodo primaverile. D) appositi capitoli di spesa per il completamento di interventi di scavo archeologico, già previsti neI 1° lotto di lavori, propedeutico e/o conseguente alla cognizione che il compendio insiste diret-tamente su una diffusa area archeologica (già oggetto in anni trascorsi di ripetute indagini scientifi-che), che ha indotto la fondata ipotesi di importanti strutture ipogeiche di epoche diverse e che comporterà la conduzione delle operazioni di scavo sotto la direzione scientifica di un archeologo, coadiuvato da un assistente e, comunque sotto la diretta responsabilità della Soprintendenza ar-cheologica. I Professionisti (Dott. Arch. Roberto Badas) (Dott. Ing. Roberto Bordicchia) (Dott. lng. Francesco Falqui) (Dott. Ing. Sergio Serra) (Dott. Ing. Stefano Onnis) (Dott. lng. Mauro Madeddu) (Dott. Geologo Giovanni Mandis) (Dott. Archeologo Fabio Nieddu) (Dott. Antonio Carlo Caddeo)
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    Il progetto che si propone può considerarsi, in ordine di tempo, l’ultima tessera di un mosaico che si aggiunge al ruolo storico e al significato paesaggistico nel compendio di S. Maria de Is Aquas in agro di Sardara (VS), come avvenuto nel corso dei secoli: perciò e pertanto, portatore di respon-sabilità primarie nel salvaguardare e consolidare il delicatissimo equilibrio tra le diverse componenti che tuttora lo connotano, siano esse le componenti architettoniche (edifici), quelle...

    Project details
    • Year 2007
    • Work started in 2006
    • Work finished in 2007
    • Main structure Masonry
    • Client COMUNE DI SARDARA
    • Status Completed works
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