Vivere un Vecchio Asse | Gianluca Fornari

TESI: Studio per la Riqualificazione di una Strada non più Extraurbana Provincia di Reggio Emilia / Italy / 2008

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ANALISI: Con l’affermazione, “Vivere un vecchio asse”, si è voluto sottolineare l’importanza che un asse storico cittadino, extraurbano e non, può rivestire all’interno del territorio urbanizzato e come possa e debba essere riqualificato a rappresentanza del luogo stesso e per l’usufrutto da parte dei cittadini. Per farlo bisogna tenere in considerazione come tale strada caratterizza ed è caratterizzata dal territorio che la circonda cercando di contestualizzarla con le realtà preesistenti. Non potendo definire tutte le spinte che possano portare ad un intervento di questo tipo, si è concentrata l’attenzione sul riassetto della logistica dei trasporti data dalla creazione di un nuovo tracciato extraurbano esterno al centro abitato e di come questo influisca sia sulla vecchia strada cittadina, sia sul territorio circostante. Questo nuovo tracciato genera delle aree tra di esso e l’esistente, che, assieme agli spazi di rappresentanza e a quelli riqualificabili della vecchia strada, crea ambiti di intervento territoriali atti alla riqualificazione del luogo. Bisogna, quindi, integrare queste aree con i tracciati, contestualizzandoli con le realtà che li circondano e cercando di costruire un sistema omogeneo ed equilibrato; una rete capace di unificare i diversi modi di uso del suolo come un mosaico di realtà diverse unite e in completo equilibrio con le situazioni paesaggistico territoriali. La strada nuova non deve essere un elemento a se stante, ma che caratterizzi il territorio e sia parte del paesaggio, andando così a definire non un margine, ma un elemento integrante e di rappresentanza lungo la quale avere percezioni e stimoli per l’usufrutto del luogo. Si è concentrata l’attenzione sulla Pedemontana Emiliana, che va da Parma a Bologna, e più propriamente sul tracciato della provincia di Reggio Emilia per le porzioni che attraversano i comuni di Casalgrande e Quattro Castella, due ambiti comunali simili, ma profondamente diversi tra loro soprattutto per la tipologia di approccio del nuovo tracciato con l’urbanizzato e il territorio circostante. Si individuano infatti due distinti sistemi; quello insediativo delle ceramiche nei comuni di Scandiano e Casalgrande, che evidenzia una pressoché continua conurbazione tra questi centri e Sassuolo, e il sistema insediativo tra il torrente Tresinaro ed il fiume Enza con i comuni di Albinea, Quattro Castella e S.Polo d’Enza dove la naturalità del territorio si è maggiormente conservata. La pedemontana,strada di origine antica, che corre lungo la zona collinare compresa tra le montagne dell’Appennino e la pianura Padana, è stata sempre di notevole importanza per la logistica dei trasporti raccordando i centri montani con quelli di pianura e collegando tra loro una serie di realtà comunali di notevole pregio ed importanza dove, con l’intensificarsi delle richieste di mobilità, si sono poi generati una serie di raccordi che hanno spostato il traffico fuori dagli abitati. Nel Territorio reggiano il tracciato serve un grande bacino di utenza, non solo commerciale ma anche turistico e di fruizione del tempo libero, nella zona dell’alta pianura e della città di Reggio Emilia. La fascia del tracciato pedemontano occupa la zona mediana del territorio della provincia segnando il limite tra la collina-montagna e l’alta pianura includendo anche gli imbocchi alle vallate dell’Enza, al limite col territorio Parmense, e del Secchia, lungo il confine Modenese. Lungo tutto il territorio provinciale, il percorso, attraversa cinque comuni, nell’ordine, da levante a ponente: Casalgrande, Scandiano, Albinea, Quattro Castella, S.Polo d’Enza. Tutti i comuni, tranne S.Polo, confinano con il comune di Reggio Emilia. Elementi di caratterizzazione del tracciato sono certamente la continuità lungo il tracciato, da una parte, dei sistemi insediativi urbani ed agricoli e, dall’altra, l’accentuarsi dei rilievi; solcati in maniera perpendicolare, ad eccezione del Modolena che attraversa il territorio in diagonale da sud-ovest a nord-est, da una serie di fiumi e torrenti quali i fiumi Secchia ed Enza, il rio Quaresimo, il torrente Crostolo, il rio Lavacchiello e il torrente Tresinaro. La natura del suolo e le condizioni climatiche pedecollinari sono sempre state favorevoli all’agricoltura. L’intero territorio è infatti ancora intensamente coltivato almeno nelle parti di pianura e dei primi rilievi. In zona sono appunto impiantati numerosi vigneti specializzati che producono uve di qualità. Una seconda importante fonte di reddito è garantita dall’allevamento. Altro elemento importante sono le prime compagini boscate, di interesse naturalistico ambientale con particolare riferimento alle formazioni boschive, che costeggiano i rii ed i torrenti, il parco di Ronclo, la vicina pineta di Vezzano e il Parco di Casalgrande, e i crinali collinari lungo i quali si stagliano i castelli e le torri, alto medioevali, del sistema difensivo Matildico, di notevole importanza strategica all'epoca, che fanno da fondale agli insediamenti urbani pedecollinari. Per non parlare poi della miriade di elementi di rilevanza storico-architettonica, tra cui anche residenze, ville nobiliari e cascine, e archeologica con siti dell'età del bronzo, preromani e romani riconfermando che il tracciato di questa via di comunicazione, precedente alla realizzazione della più agevole via Emilia, grosso modo ricalca quella antica. I nuclei storici sono caratterizzati essenzialmente da due tipi di impianto urbanistico: lineare e direzionato. La causa originaria della disgregazione sociale, della disgregazione ambientale, della esplosione demografica e urbanistica dei centri abitati della fascia pedemontana è ormai storicamente individuata nella natura stessa dello sviluppo che si è realizzato a partire dalla seconda metà degli anni settanta e che ha avuto la sua matrice nella espansione soprattutto nei comuni ad est (Scandiano, Casalgrande e Castellarano) del settore industriale ceramico. A questa attività si accompagna anche una apprezzabile diversificazione produttiva trainata per la maggior parte dalle lavorazioni metal meccaniche e dalle attività di servizio indotte, ma segnata anche dalla presenza di settori alternativi come tessile, abbigliamento, lavorazioni del legno e mobilio, industrie alimentari, l’autotrasporto e l’edilizia. tutto ciò si è tradotto in un processo insediativo talmente accelerato ed intenso da anticipare gli sforzi delle amministrazioni. Il territorio della pedemontana vede appunto una particolare concentrazione delle attività industriali in questi comuni. Tutto questa ha portato inoltre a un massiccio esodo delle popolazioni montane alla ricerca di un impiego. Semplici borgate si sono trasformate in piccole città nel volgere di pochi anni, riducendo i vecchi centri storici ad oasi sperdute all’interno di una massiccia nuova edificazione. A volte il centro storico originario, come nel caso di Casalgrande, occupa la sommità del colle stringendosi attorno ad una rocca o una pieve, contrapponendosi fisicamente alla nuova periferia impadronitasi del sottostante piano. La popolazione residente, un tempo distribuita in modo uniforme sul territorio, è attualmente concentrata in prossimità dei principali centri abitati. Le periferie si sono allargate rapidamente raggiungendo il piede dei colli, dove si arrestano quasi improvvisamente, sostituite da estesi lembi di territorio spopolato. Il percorso della strada reggiana, quindi, costituisce una importante occasione per organizzare e riqualificare un asse veicolare attrezzato al fine di una integrazione di una serie di realtà comunali, turistiche e per il tempo libero. Per raggiungere questo obbiettivo, bisognerà sicuramente rafforzare e valorizzare tutti i legami tra la realtà collinare e quella di pianura mantenendo comunque una sorta di distacco di fondo essendo sempre state due realtà differenti compartecipanti alla situazione paesaggistica, ambientale e territoriale. Altro elemento rilevante è l’integrazione paesaggistica dell’asse stradale, attraverso filari o altri interventi di tipo ambientale o progettuale. Importante sarà la possibilità di fruire e collegare il territorio attraverso percorsi anche pedonali e ciclabili non solo lungo l’asse, ma anche su tracciati indipendenti che possono avere valenze anche di tipo paesaggistico e turistico andando così a generare poi una serie di spazi d’accoglienza per la vita del luogo, e per il tempo libero, come ad esempio panchine, aree di gioco e servizi di vario genere tra cui volendo un Ecomuseo diffuso lungo il territorio. Come abbiamo visto, la pedemontana segna il limite tra due diversi ambiti insediativi: quello della pianura e quello della collina-montagna. Il primo si estende a nord della direttrice ed è caratterizzato da una puntiforme distribuzione di case sparse rurali, il secondo da una aggregazione delle tipologie in ridotti nuclei rurali. Soprattutto in questo ambito è rilevante il processo di abbandono e depauperamento del patrimonio edilizio, a cui non ha ancora potuto fare fronte la domanda rivolta al recupero e riadattamento ad usi civili non solo per la residenza, ma anche per il tempo libero ed il turismo. L’attività commerciale del pedecolle reggiano-modenese è impostata sullo smercio dei prodotti industriali ed agricoli. L’attività artigianale è oggi quasi ovunque alimentata da un florido settore terziario, con articoli d’abbigliamento, alimentari e di largo consumo. Il turismo non è ancora una fonte trainante del’economia, benché la pedecollina sia la sede preferenziale di periodici fine settimana da parte degli abitanti della città di Reggio. Le potenzialità, quindi, ancora per gran parte inespresse del valore storico-culturale e paesistico-ambientale delle zone Matildiche, nonché il miglioramento ancora possibile dell’offerta per il tempo libero, lo svago e lo sport connessa allo sfruttamento della risorsa fluviale individuano due possibili direzioni di lavoro per far assumere, al turismo e più in generale al settore terziario, un ruolo ancora più incisivo e capace di recuperare i deficit che la situazione di fatto manifesta rispetto alla media delle aree regionali. Hotel-relais, ristorazione, agriturismo, circoli di equiturismo sono i modelli su cui si potrebbe spingere. IL PROGETTO SUL COMUNE DI CASALGRANDE Da Scandiano la pedemontana, attraverso la Statale 467, che l’ha sostituita fino ai giorni nostri per mancanza di conclusione progettuale del nuovo tracciato che presto sarà ultimato, oppure attraverso la vecchia traccia pedemontana detta Strada Statutaria, si dirige verso Casalgrande passando attraverso i territori delle ville di Chiozza e S.Ruffino. Casalgrande Alto è caratterizzato da un duplice borgo. Il nucleo originario si dispone con un impianto a corte intorno al castello medioevale posizionato in alto sul colle dominante la strada e la pianura circostante. Linearmente al margine della strada pedemontana, ed alla intersezione con la strada che scende alla località di Boglioni o Casalgrande, attuale capoluogo comunale, rimane un secondo nucleo insieme alla chiesa parrocchiale. Dinazzano è una frazione, ancora oggi, di case sparse comprese tra la località dove si trova la chiesa parrocchiale e quella più distante dove, su un rilievo, rimangono i resti del castello medioevale. Inesistente è l’impianto urbano di S.Antonino con la solita chiesa parrocchiale lungo la strada. Veggia infine costituisce il caposaldo della strada sul fiume Secchia allo sbocco della sua valle nella pianura ed alla intersezione del fascio di strade in collegamento tra i centri di Reggio, Rubiera e Modena oltre alla corrispondente Sassuolo, con la direttrice verso l’importante centro di Castellarano ed il Passo delle Radici. L’ambito di intervento sull’area di Casalgrande, sviluppato per riqualificare il vecchio tracciato della strada Statale 467 dopo la creazione del nuovo tracciato extraurbano della pedemontana, risulta compreso tra questi due limiti infrastrutturali, in aree in rosa, già pensate come riqualificabili dal piano regolatore e altre pianificate dopo una serie di ragionamenti. Il progetto sul comune si divide, di fondo, in tre macroaree di intervento. La prima è posizionata su una serie di zone prettamente ex industriali lungo la statale al margine delle due realtà insediative di Casalgrande ( Boglioni) e Casalgrande Alto (il centro storico). La vicinanza di margini come le strade sopra citate e della linea ferroviaria Reggio-Sassuolo rendono quest’area di difficile aggregazione, anche se la pedemontana per un breve tratto, prospiciente l’incrocio con la Statale, corre in galleria. Dopo aver analizzato sul prg le vicinanze con aree, servizi strategici e nodi primari, si è considerato quali fossero le situazioni critiche e le opportunità non contemplate nello strumento urbanistico comunale analizzando, per cominciare, quelli che potessero essere gli impatti ambientali sulla percezione del paesaggio per chi percorreva e viveva la strada Statale dati dalla prossimità delle aree industriali esistenti, dalla traccia ferroviaria e dalla creazione del nuovo tracciato veloce, evidenziando così i margini di visuali critiche, (nella tavola rappresentati con linee a zigzag di colore arancio). Si è poi valutato che alcune aree, (evidenziate poi in giallo,) sottovalutate dal piano comunale e utilizzate come semplici aree di risulta, potrebbero essere rivalutate secondo una serie di criteri sociologici e di localizzazione. Negli altri due ambiti di intervento, rispettivamente sulle frazioni di Dinazzano e di S.Antonino oltre agli strumenti critici appena enunciati, si è evidenziata, nel primo caso, l’opportunità di spostare il distributore di benzina, dislocato lungo la Statale, sul più trafficato asse pedemontano in modo da fornire entrambe le realtà, e, sul secondo, il rischio, da evitare, di una possibile aggregazione di due frazioni quali Cadiroggio e S.Antonino. Infine si è ragionato su come tali aree si potessero appoggiare all’esistente, considerando i possibili vincoli paesaggistici, la vicinanza con luoghi di aggregazione già esistenti e le opportunità infrastrutturali e nodali date dal luogo. Per sviluppare il progetto della prima porzione territoriale e per legarlo con gli altri si è pensato, sulla larga scala comunale, di rinforzare, come già richiesto dall’organo comunale, la rete delle vie ciclabili progettando due tracciati verdi, uno prettamente rurale, passante attraverso l’area delle cascine storiche, e uno collinare, collegante i due parchi sui rilievi. Entrambi si congiungono nel parco del fiume Secchia, dove scorre una ciclabile già esistente. Questi due nuovi assi, in punti nevralgici di accesso al comune e alle frazioni, sono collegati tra loro da una serie di collegamenti ciclabili, a loro perpendicolari, unendo così i parchi e le aree verdi attrezzate progettate ed esistenti. In conclusione il progetto di riqualificazione della Statale si è inoltre preposto al completamento dei filari esistenti lungo il tracciato. Successivamente, attraverso un documento redatto dal comune riguardante la sintesi di un sondaggio con la popolazione ad opera dell’U.R.P. ( Ufficio Relazioni con il Pubblico) concernente le tipologie di servizi richiesti e mancanti, si è stabilito come, a seconda della posizione strategica e delle necessità, posizionare questi ultimi sul territorio nelle aree pensate per una destinazione non residenziale. Nella prima area si è venuto quindi a creare, dopo tutte le considerazioni fatte, un’insieme di funzionalità passanti dal semplice completamento residenziale, alla creazione di un polo di aggregazione all’ingresso del comune, in qualità di porta urbana, comprendente una serie di servizi sanitari quali Guardia Medica, Poliambulatorio, Punto Rosa, servizio ambulanze EMA ( evidenziato con il numero 2) e(, contrassegnato col numero 1,) una Moschea. L’altro ingresso al centro urbano è stato evidenziato da un corridoio verde ciclabile, su ambo i lati della carreggiata, che da una parte si snoda in un piccolo parco attorno alla zona cimiteriale e in una serie di percorsi ciclabili urbani ed extraurbani, mentre dall’altra si allarga a macchia d’olio trasformandosi in un grande parco attrezzato, che scherma le realtà industriali e infrastrutturali, collegato a una nuova area per il divertimento giovanile comprendente un centro giovani, un palazzetto dello sport, e uno skate park ( 4-5-6), ad un altro parco con struttura di Ospizio ( 3) e ad un parco comunale già esistente sfruttato principalmente dai bambini delle scuole limitrofe e dagli adulti nelle ore serali. Si è cercato cosi di unire e allo stesso tempo separare tre differenti realtà del tempo libero e di riorganizzare l’assetto urbano, diviso dall’asse stradale, in un insieme di percorsi e aree di aggregazione. Nella prima delle altre due frazioni, Dinazzano, si è ipotizzato un completamento della nuova zona residenziale e un ulteriore ampliamento di quest’ultima cercando di creare un polo di aggregazione tra gli abitanti allestendo una serie di comparti edificati aperti sulla strada di quartiere. È stata progettata poi una riqualificazione del parco limitrofo aumentandone gli spazi e le attrezzature e andando anche a schermare la strada ad alta velocità, e allestendo così un ulteriore collegamento perpendicolare ai sopracitati assi ciclabili. Altro intervento effettuato a Dinazzano è l’allestimento di un edificio adibito al commercio e ai negozi che si apre sulla rotonda della via Statale evidenziando, anche se leggermente, l’accesso allo snodo-porta della frazione che è divisa dalla strada. In prossimità di questo si è pensata la ristrutturazione e la riqualificazione di un vecchio capannone dove si ipotizza la creazione di un centro commerciale outlet. Sul retro di questo secondo comparto, oltre al completamento residenziale, si è ricavato un piccolo spazio verde adibito a parco giochi utilizzato anche come schermatura del viadotto pedemontano e collegato con il verde attrezzato del quartiere citato precedentemente. Per quanto riguarda l’intervento su S.Antonino, oltre ai soliti completamenti residenziali, si è pensato di riqualificare la vecchia area industriale e artigianale, come già da tempo ha iniziato a fare il comune, riqualificando le parti commerciali dei capannoni e abbattendo questi ultimi, andando a creare un polo ricettivo multifunzionale. Dietro a questa cortina, anche per creare una zona di rottura con la frazione di Cadiroggio, è stato allestito un parco sportivo con palazzetto dello sport (7) che è stato pensato come punto di passaggio di un altro asse ciclabile che scende da quello collinare e che, direttamente connesso con il viale principale, la Statale, e con la ciclabile che in questa frazione la costeggia, va a raggiungere l’altro asse verde rurale attraversando un ulteriore parco, il giardino delle esperienze (6), pensato per gli studenti delle scuole nelle immediate vicinanze e situato sul retro di un edificio con piazza (8) che si affaccia sulla rotonda principale della frazione, come ad allestire nell’insieme il centro di cui deficita. Si è inoltre pensato a un prolungamento della ciclabile urbana esistente andando a definire il punto di attraversamento e di collegamento con la ciclabile, anch’essa esistente, del parco del fiume Secchia. IL PROGETTO SUL COMUNE DI QUATTROCASTELLA Il nucleo originario di Quattro Castella, nel nostro caso, si dispone con un breve affaccio lungo la strada pedemontana e con la spina di borgo lungo il percorso, orientato nord-sud, che risale il pendio verso la chiesa parrocchiale ed i quattro colli fortificati, prolungato verso la pianura in direzione di Bibbiano e Cavriago. Roncolo costituiva un tempo un borgo rurale minore con qualche unità e margine della strada e la chiesa discosta da questa in alto sulle prime pendici. Prevalenti erano le case sparse sia a carattere rurale che le ville signorili. Procedendo con lo stesso metodo analitico si è agito sul comune di Quattro Castella. Come proposto dalla pianificazione comunale, attraverso una serie di documenti programmatici, si è pensato, come su Casalgrande, di collegare, attraverso un tracciato ciclabile montano-collinare, i due Parchi naturalistici di Roncolo e delle Quattro Castella e di prolungare quella di pianura già esistente che affianca la pedemontana. Entrambi questi assi si congiungeranno tra loro lungo la ciclabile esistente sulle sponde del torrente Crostolo e attraverso una rete di ciclabili, interne al comune e alle frazioni, di servizio alle varie aree verdi. Dall’analisi critica del Piano Regolatore sono state individuate una serie di aree utili, tra l’abitato e il tracciato viario nuovo, lasciando comunque un margine, in alcune zone, per le aree agricole. In questo modo si è potuta organizzare sia un’azione di mascheramento che, in altri casi, di diminuzione dell’impatto ambientale dell’infrastruttura sull’abitato. Sono stati rilevati inoltre vari elementi di interesse critico riguardo al PRG vigente; in primis una serie di aree all’interno dell’abitato, dislocate lungo l’asse viario cittadino, lasciate libere di creare dei vuoti inutili e disgreganti. Altri elementi sono certamente la pianificazione di un espansione residenziale, fin sotto alla traccia pedemontana, e il mancato utilizzo di aree limitrofe la zona industriale che potrebbero esaudire una possibile futura espansione. Sono saltati all’occhio, come vincolo dell’approccio progettuale anche il limite legislativo tra il comune e la frazione che si è cercato di mantenere e la ricerca di un collegamento tra due aree industriali limitrofe, ma separate da un comparto abitativo. L’idea metaprogettuale si è così generata attraverso la riorganizzazione dei suoli evidenziati attraverso una serie di elementi concettuali e compositivi quali, ad esempio, le linee di visuali critiche, le linee di permeazione visuale, i servizi nelle immediate vicinanze e soprattutto tenendo presente la vicinanza della strada Pedemontana. Il progetto così generato comprende una serie di ambiti di intervento. Partendo dall’espansione residenziale a ovest, limitata a un’area più ridotta rispetto quella stabilita dalla pianificazione comunale, si sono progettati, per mitigare il fabbisogno mancante da questa scelta progettuale, un’altra serie di interventi residenziali che vanno dal completamento all’allestimento di piccoli quartieri, il primo, all’altezza del primo raccordo stradale e un’altro dietro a quello esistente della frazione di Roncolo. Come già detto si è progettata un’area industriale e artigianale ai lati della via del secondo raccordo agganciando così anche le due realtà affini esistenti. All’ingresso da ovest sul territorio comunale, nelle aree libere sopracitate, sono stati allestiti, procedendo verso il centro, una serie di servizi per il turismo quali un hotel (1), un centro benessere, un’edificio di rappresentanza al turismo e affini (2), un museo (2) e, infine, un teatro(3). Notando la scarsità di attrezzature sportive comunali è stato pensato un grande parco con attrezzature e infrastrutture sportive, quali un palazzetto dello sport(4) e uno stadio di atletica(5), andando così a chiudere la visuale sulla strada, rendendo comunque lo stadio facilmente accessibile, e sfruttando l’area di rispetto cimiteriale. Esattamente in linea perpendicolare a questo grande spazio, dall’altra parte della strada, di fronte alla scuola media superiore, è stata progettata una biblioteca (6). Per concludere a Roncolo, per mantenere il distacco legislativo dal comune e per dotare anche la frazione di un elemento di attrattiva turistica, è stato pensato un giardino delle esperienze in cui si è localizzato un Ecomuseo (8). Ad evidenziare l’ingresso verso il centro della frazione e allo stesso tempo per indicare l’accesso al comune, data la vicinanza, è stato progettato un edificio adibito a servizi sanitari (7). Queste aree e questi servizi sono uniti tra loro da una cintura verde che funge da protezione e collegamento di questi con gli altri esistenti sul territorio comunale.
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    ANALISI: Con l’affermazione, “Vivere un vecchio asse”, si è voluto sottolineare l’importanza che un asse storico cittadino, extraurbano e non, può rivestire all’interno del territorio urbanizzato e come possa e debba essere riqualificato a rappresentanza del luogo stesso e per l’usufrutto da parte dei cittadini. Per farlo bisogna tenere in considerazione come tale strada caratterizza ed è caratterizzata dal territorio che la circonda cercando di contestualizzarla con le realtà preesistenti....

    Project details
    • Year 2008
    • Status Research/Thesis
    • Type Neighbourhoods/settlements/residential parcelling / Adaptive reuse of industrial sites / Landscape/territorial planning / Feasibility Studies / Metropolitan area planning
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