Fornace Morandi | Bruno Stocco Architetto

Padua / Italy / 2011

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Si può definire la Fornace Morandi come uno dei pochi esempi di “archeologia industriale” ancora presenti nell’ambito urbano di Padova: e’ sicuramente un’opportunità molto importante di volontà, da parte della proprietà Brick & Tile, con sede a Padova, Via S. Marco 11/c int. 21, di far rivivere questo edificio che rappresenta sicuramente un pezzo di storia della città del dopoguerra e in concomitanza con lo sviluppo edilizio del quartiere “Arcella”. C’è da sottolineare con evidenza come l’edificio, a seguito del lungo tempo in cui è rimasto inutilizzato, abbia subito dei consistenti danni alle strutture sia verticali che orizzontali. I fronti sud e ovest e una parte del fronte est, fin dall’inizio del restauro si presentano con una discreta integrità, mentre il fronte nord - peraltro privo di alcun interesse compositivo -riportava gravi danni. All’interno dell’edificio principale erano pressochè assenti i vari solai di piano, ad esclusione del primo solaio sopra il forno, dove è avvenuto il crollo di gran parte della copertura, non intaccando la ciminiera. Uno degli obiettivi molto chiari fin dall’inizio, è stato quello di progettare un restauro di edificio che consentisse di far “vivere” ancora la suggestione della fornace, enfatizzando i suoi elementi principali e permettendo, alle persone che usufruiranno di questi spazi, di “entrare” nel cuore della struttura (vedasi in particolare il giardino dei ruderi al piano secondo). In fase di stesura preliminare del progetto sono stati individuati, come ambiti più adatti ad un uso commerciale, il piano terra ed il primo piano del corpo di fabbrica principale; i piani superiori e il corpo annesso ad est ad uso direzionale. Il numero di piani previsto nel progetto rispecchia la situazione preesistente dell’edificio originale, ma in base alle ragioni esposte in precedenza. Per scendere più in dettaglio nella descrizione del progetto, è apparso più opportuno da parte nostra, partire da un esame generale dell’edificio analizzando l’aggregazione dei vari volumi da cui è composto. Partendo dal corpo principale, è gia stato accennato in precedenza che la nuova destinazione d’uso sarà di rappresentanza, con alcuni spazi dedicati ad attività di ristorazione per i due piani inferiori e ad uffici in parte del primo, nel secondo e terzo piano. Valutando l’edificio dall’esterno, sono state ovviamente mantenute le facciate sud ed ovest, che rappresentano uno degli elementi più preziosi del complesso. Uno dei punti principali del progetto è stato senz’altro lo “svuotamento”, realizzato nella parte centrale del corpo principale in corrispondenza del secondo e terzo piano, che assolve una duplice funzione. Innanzitutto risponde ad un’esigenza squisitamente funzionale e rispettosa della normativa, in quanto la profondità del corpo di fabbrica avrebbe impedito di creare nella parte centrale dell’edificio, dei locali sufficientemente illuminati da adibire ad attività direzionale. Inoltre, riferendosi ai principi guida che sono alla base di questo progetto, si è creato un contatto visivo diretto con la parte strutturale dell’edificio originale, in particolare con la ciminiera che è visibile dall’interno dello stesso, mettendo in questo modo a risalto la sua maestosità. Proseguendo nella descrizione dei volumi di progetto ed analizzando il corpo posto ad est rispetto al corpo principale, questo ha proposto un intervento di “riorganizzazione” intesa come aggregazione degli ambiti distribuiti in questo sedime e la proposizione di un unico volume lineare che nel suo disegno esalti la scansione strutturale dell’intero edificio. La scansione di pilastri in laterizio proposta dal progetto, risponde quindi a questa esigenza come da previsione, inoltre prevede l’utilizzo di pareti vetrate come delimitazione fisica degli ambienti. Infine, come già accennato in precedenza, i volumi posti a nord a ridosso della bretella stradale hanno permesso la ricostruzione di un volume che presenti le caratteristiche compositive di quello originale, quanto meno nello skyline, mentre il progetto propone un’interpretazione dello stato originale con la costruzione di un nuovo “contenitore”. Il termine “contenitore” non è casuale, in quanto la volontà è quella di destinare questo volume ad un uso quasi esclusivamente tecnico posto a servizio degli ambiti commerciali. Qui infatti saranno collocati tutti gli spazi di supporto ad uso esclusivo del personale, parte dei collegamenti verticali e tutti i locali tecnici per gli impianti. Inoltre questo nuovo volume fa trasparire anche all’esterno la sua particolare veste tecnologica, grazie ad un rivestimento con doghe in zinco-titanio ancorate ad una struttura metallica indipendente dalla muratura. Analizzando l’intervento nella distribuzione interna, c’è la volontà di rispettare le parti principali della struttura originale, presentando degli spazi pressoché liberi. Il piano terra è dominato dalla presenza del forno che grazie alle sue dimensioni influenza fortemente la distribuzione e destinazione d’uso dei locali annessi. Anche in questo caso si sente l’esigenza di far vivere questa struttura al pubblico che usufruirà di tali spazi. L’esiguità degli accessi alle camere di cottura rendeva improbabile la “costruzione” di un rapporto diretto con questi spazi, cioè con il cuore della struttura: è nata la necessità quindi di “invitare” la gente ad entrare nel forno. L’apertura proposta frontalmente all’ingresso non deve essere letta come una “ferita” alla struttura, ma come un’opportunità da offrire alla comunità per conoscere l’origine dell’edificio che si sta attraversando. Per questo motivo sono stati posti tutti i collegamenti verticali in asse con l’ingresso, al di là del forno, creando un percorso che conduca le persone all’interno del forno stesso. E’ prevista anche la creazione di uno spazio espositivo a doppia altezza, luogo che dovrà raccogliere testimonianze della storia dell’edificio e luogo di manifestazioni d’arte. I due piani di rappresentanza sono accomunati, oltre che dai collegamenti verticali, anche da un ampio volume a doppia altezza che offre la possibilità di leggere parte degli elementi che compongono l’edificio. Si percepisce quindi un impatto diretto con la struttura verticale, che caratterizza inequivocabilmente la distribuzione del primo piano mentre la ciminiera può essere letta nella sua interezza dai piani superiori. Gli spazi dedicati ad attività direzionali, sono stati organizzati con ingressi e collegamenti verticali indipendenti e parte dei percorsi distributivi ai vari piani sono accompagnati dalla scansione della struttura verticale che caratterizza l’intero intervento.(il disegno del prospetto nord). Un’ampia terrazza posta al piano del giardino interno e orientata a nord, è di facile relazione con gli spazi interni, che per la loro funzione si affacciano su tale ambito e permettono di far vivere manifestazioni facilmente raggiungibili dall’interno. La parte nord del terzo piano è inoltre caratterizzata da un nuovo elemento in aggetto rispetto alla falda originale. Anche questo elemento, di nuova costruzione, risulta caratterizzato dall’uso di materiali “moderni” e diversi da quelli usati nell’immobile recuperato. Anche da una lettura esterna del manufatto, sarà quindi possibile percepire e differenziare immediatamente gli elementi recuperati da quelli frutto di nuove interpretazioni.
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    Project details
    • Year 2011
    • Status Completed works
    • Type Shopping Malls
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