Asilo Terrachini

proposta di project financing per la realizzazione e gestione di un nuovo asilo nido a Reggio Emilia Reggio Emilia / Italy / 2005

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Tra le attrezzature essenziali ed irrinunciabili di cui ogni consesso civile deve dotarsi in vista di una migliore organizzazione sociale e fisica dell’insediamento, gli spazi per la prima infanzia ricoprono un ruolo strategico che, per quanto ampiamente studiato e discusso non sembra, tuttavia, essere giunto in Italia ad una piena di riconoscibilità. Il soddisfacimento dei requisiti richiesti al progettista di un asilo nido definisce un compito arduo ma assai appassionante nel far sì che i molti fattori tecnici, funzionali e di programma, spesso contraddittoriamente coesistenti, possano convergere negli effetti di un esito davvero architettonico la cui efficacia promani ben oltre i limiti del fabbricato per investire significativamente lo spazio circostante.
Sono questi gli obiettivi che il nostro gruppo ha inteso stabilire quale orizzonte del progetto del Nido Terrachini.

- COSTRUIRE IL SENSO DI LUOGO - Ogni opera, coscientemente concepita in rapporto con l’ambiente in cui si situa, contribuisce a potenziarne i caratteri rilevanti. Talvolta latenti, essi trovano nell’architettura il mezzo più adatto per esprimere l’identità di uno spazio in precedenza anonimo. E’, dunque l’architettura che deve svolgere un ruolo d’investigazione e messa in valore del sistema ambientale evidenziandone le peculiarità, da quelle più palesi e quelle meno percepibili, dettandone nuove letture, qualificando le relazioni tra le parti e chiarendo in senso contestuale le formalizzazioni assunte.Stretta tra la linea ferroviaria a nord-ovest ed un duplice, complicata viabilità ad est e a sud, l’area si mostra come una porzione residuale e marginale del comparto.
Qui il nido Terrachini avrà il compito di proporsi non solo per i suoi requisiti funzionali ma per i caratteri architettonici dell’impianto evocatori di un’appartenenza al contesto fondato sulle trame delle ripartizioni fondiarie.
Gli schemi della tavola introduttiva esplicitano il procedimento concettuale-costrutttivo dell’organismo che prende le mosse dal taglio, dal sollevamento e dalla piegatura di una striscia centrale del terreno trattata come involucro dello spazio del nido.

- DALL'OGGETTO AL SISTEMA DELLE RELAZIONI - La strategia perseguita in questo lavoro tende al superamento del concetto di edificio autoreferenziale e conclusivo. La stessa formulazione del programma porta, d’altronde, ad individuare un manufatto che, accogliendo il principio della flessibilità degli spazi, postula la crescita e la trasformazione in una prospettiva di sviluppo dell’area e d’aumento del numero dei suoi abitanti.
L’edificio dovrà, pertanto, essere in grado di rispondere alle dinamiche evolutive della società mantenendo vividi i propri caratteri architettonici. Un lungo muro, vivacemente colorato e fantasiosamente traforato con aperture circolari di diversa grandezza e distribuzione, si protende dall’estremità meridionale del lotto fino al limite opposto vertebrando l’organismo e caratterizzandone la sistemazione interna attraverso inflessioni plastiche che accordano improvvisi ampliamenti necessari per le attività comuni.
Strada, slargo, vicolo, piazza: queste sono le diverse suggestioni indotte dallo spazio collettivo che allude ad una disposizione urbana e, con essa, richiama la forma più alta di organizzazione sociale.


- RAZIONALITÀ E SPONTANEITÀ ISTINTIVA - L’architettura del Nido Terrachini propone la compresenza di aspetti diversi ed interrelati del pensiero umano.
Da un lato l’ordine razionale rappresentato dalla geometria dell’angolo retto che conforma e sistema il ritmo generale dello spazio, delle aggregazioni seriali degli ambienti di vita, dei meccanismi funzionali dei servizi; dall’altro l’irruzione dell’istinto e dell’apertura spontanea alle sorprese ed all’imprevedibilità. L’innesto dei fattori di deroga investe in misura più contenuta anche la porzione orientale dell’edificio dove sulla copertura delle sezioni trovano posto alcuni lucernari a forma di cono anch’essi liberamente disegnati come il muro terminale dell’ultima sezione (quella dei lattanti).

- ASPETTI DELLA SOSTENIBILITÀ DELL’OPERA - Il progetto è frutto di ricerche ed elaborazioni critiche sulla produzione architettonica contemporanea con particolare riguardo verso le questioni tecnico costruttive sensibili ad un equilibrato apporto delle risorse naturali per il benessere ambientale.
L’attenzione per un adeguato orientamento del corpo di fabbrica, per l’irraggiamento solare, per il recupero dell’acqua piovana ha condotto a specifiche soluzioni architettoniche.

- CONCLUSIONI - Le considerazioni espresse in queste note hanno inteso illustrare in breve sintesi il senso del progetto costruito attorno all’idea di luogo.
Luogo come spazio fisico dell’identità dove il bambino sviluppa la conoscenza sensoriale imparando ad appropriarsi dell’ambiente fin dai primi passi. Questo sarà, dunque un luogo riconoscibile e memorabile, affettivamente posseduto perché costruito sul ritmo e sulla scala del bambino.
Luogo dei primi incontri al di fuori della famiglia e spazio della prima autonomia.
Nido delle regole del vivere in comune e nido della libertà,
Posto ritmato da abitudini rituali e anticamera delle emozioni.
Spazio dell’intervallo ma percepito come un racconto.
Spazio dei giochi dove giocano le luci, con inquadrature ed orientamenti diversi.
Camera di vedute sorprendenti e variamente inquadrate.
Ambito della crescita e del cambiamento dove misurare l’esperienza della trasformazione attraverso la mutevolezza e la flessibilità degli ambienti.
Luogo trasparente ed opaco, fluido e strutturato.
Giardino della crescita.








testo
prof. Aldo Benedetti
- progettisti: Aldo Bendetti, Luca Ciaffoni, Antonio Di Marcantonio, Gabriele Esposito
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    Project details
    • Year 2005
    • Client Cooperativa sociale - Società Dolce
    • Status Current works
    • Type Kindergartens
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