Progetto Antigraffiti- Decoro Urbano; Milano e Pavia | Enrico M. Colosimo

Progetto di restauro e Direzione Lavori interventi Anti-graffiti su Monumenti ed Edifici vincolati dallo Stato Milan / Italy / 2010

0
0 Love 1,349 Visits Published
A Milano il progetto di restauro relativo agli interventi di rimozione graffiti vandalici dai supporti lapidei ha riguardato le superfici di : Palazzo Sormani Palazzo Marino Palazzo della Ragione la Pusterla di Porta Ticinese il Colonnato di Piazza Duomo la Chiusa di Leonardo Porta Nuova di Via Manzoni I Caselli dell’Arco della Pace Palazzo Carmagnola Palazzo Dugnani Palazzo Mezzanotte (Piazza Affari) Casa Rustici (1931 progetto di Terragni) Colonne di San Lorenzo Palazzo Casati Stampa Palazzo della Triennale Università degli Studi di Milano –Cà Granda Conservatorio G. Verdi Palazzo dei GiureConsulti Bastioni del Castello Sforzesco Ospedale Niguarda Darsena Ticinese Palazzo Spinola A Pavia gli interventi più significativi (per conto del Comune ) fino ad ora eseguiti hanno riguardato le superfici lapidee dei prospetti di : Piazza Vittoria Via Siro Comi Collegio Valla ed edifici EDISU Scuole elementari del Centro Storico Edifici di Piazza Vittoria Università degli Studi di Pavia- Edifici storici di Piazza Botta Palazzo Botta Come Restauratore di monumenti mi occupo dal 2004 di tutte le problematiche del degrado relative al vandalismo grafittaro su edifici vincolati dallo Stato ( vedi Codice dei Beni Culturali) avendo diretto da consulente tecnico e Direttore Lavori l’attività di cancellazione scritte che ha eseguito Amsa a Milano sugli edifici vincolati . Analogo incarico è stato affidato dal 2008 al 2010 dal Comune di Pavia . Nello specifico la mia opera si articola in primis nella presentazione di un progetto di intervento alla Soprintendenza per i Beni Architettonici di Milano relativa alla rimozione di graffiti da supporti lapidei o intonacati su superfici tutelate e poi ottenuto il nulla osta nella direzione dell’intervento eseguito dagli operatori. V’è da ricordare che questa procedura ha permesso di salvaguardare (e monitorare) buona parte degli edifici tutelati dallo Stato presenti in città cercando di impedire (nei limiti delle possibile ovviamente) di aggiungere oltre ai comuni fenomeni di depauperamento naturale altri causati per precisa intenzione dall’uomo( i cosiddetti danni antropici) Molto è stato fatto in questi anni ma purtroppo resta ancora molto da fare. Vorrei comunque rilevare che il modello milanese almeno in questo campo è un caso più unico che raro in Italia. Infatti oltre alla meritoria azione del Comune e dell’Amsa esiste realmente anche se non troppo pubblicizzata una fattiva attenzione da parte della Soprintendenza di Milano al problema. La stessa Roma che ebbe per cinque anni un servizio analogo ( seppure non improntato in termini aziendali) dovrebbe trarre insegnamento dalla nostra esperienza con l’aggiunta che nella capitale i rischi di degrado vandalico riguardano anche e soprattutto i siti archeologici. Tutto ciò non viene scritto per mera retorica conservatrice e “conservativa” ma per ricordare a quanti si interessano di leggere e interpretare il graffitismo moderno come la Stimmung mal espressa di un mondo giovanile nella sua fase di crescita che purtroppo i tatuaggi acrilici provocano danni veri sulla materia e che molto spesso i supporti vengono preservati e conservati con sempre più difficoltà. Né è del tutto vero come ho sentito dire da qualcuno che i writers avrebbero un codice di condotta che esclude dai loro sentieri monumenti e antiche testimonianze : il mio stesso ruolo in questi anni sta a dimostrare il contrario. Sarebbe inoltre auspicabile che da questa discussione si eliminassero alcuni luoghi comuni che riducono il tema ad una disputa retorica tra “Modernisti e Anti-Modernisti” dell’arte e degli spazi . Favoriamo non solo lezioni di storia dell’arte nelle scuole di ogni grado ma anche lezioni civiche che stimolino l’interesse del nuove generazioni per la loro città per la sua storia e le testimonianze del passato . Per tornare al tema dell’antigraffitismo Nel settore dell’edilizia civile i metodi di pulitura fin qui adottati dalle imprese edili dalle evidenti caratteristiche industriali sono stati impiegati senza una specifica specializzazione ed un approfondimento conoscitivo di tutte le fasi di pulitura dei materiali lapidei e senza che vi fosse inoltre un successivo monitoraggio degli effetti che tale intervento provocava. L’intervento meccanico a sabbiatura tra i metodi più comunemente usati dalle imprese di pulizia ambientale si basa sulla possibilità di abradere in vario modo gli strati costituiti dalle sostanze estranee fino alla loro completa rimozione. Quando infatti l'operazione viene effettuata con metodi industriali di pulitura quali la sabbiatura non controllata con uso di quarzite e silice iperventilata l’idropulitura e idrosabbiature frese a rotazione e quant’altro generalmente i danni sulle superfici trattate sono certi e consistono nell'asportazione di spessori più o meno consistenti di pietra insieme alla vernice e alla scritta che si vuole rimuovere. In proposito è doveroso ricordare che un livello di abrasione profondo sul qualsiasi tipo di superficie lapidea può provocare l’accentuazione della sua porosità e favorire successivamente l’accumulo di depositi carboniosi e di croste nere. A fasi simmetriche ed alterne ad un metodo così invasivo la pulitura mediante acidi alcali sverniciatori e detergenti vari si è sempre distinta per l’irreversibilità del processo chimico assimilato al composto causando fenomeni di trasformazione della composizione organica del litoide e sfociando in alcuni casi in veri esempi di depauperamento della materia. Tra le metodologie usate frequentemente per rimuovere i graffiti si ricorda anche la ricolorazione delle superfici : l’intervento molto praticato per eliminare in modo sbrigativo ed erroneamente semplificativo scritte imbrattanti sui paramenti esterni consiste in realtà non nel rimuoverle ma nel mimetizzarle con strati di pittura monocroma con il risultato di un effetto estetico discutibile. Il restauro Nel settore del recupero monumentale più professionalmente legato al restauro artistico gli operatori hanno sempre ritenuto opportuno intervenire per rimuovere le imbrattature vandaliche sulla pietra con i mezzi di tipo chimico ( solventi basici o alcolici) cercando solubilizzare il colore e facendo in modo che non penetri ulteriormente nella pietra o si spanda al fine di non creare come purtroppo è avvenuto il più delle volte aloni antiestetici. Questa operazione da considerarsi nella maggioranza dei casi in un vero e proprio restauro è sempre stata di esito incerto poiché i fattori che ne hanno condizionato l’esito dipendono dalla natura chimico-fisica della pietra dal tipo di vernice dal "veicolo" solvente con cui essa è stata formulata nonché dalla procedura che viene utilizzata. D' altro canto l'uso del solvente più idoneo a rimuovere la vernice non è di per sé sufficiente a garantire risultati soddisfacenti sia dal punto di vista estetico che conservativo . A questo si aggiunge il fatto che la generalità dei solventi sono tossici per gli operatori e richiedono mezzi di protezione adeguati. Nell’elenco delle metodologie di pulitura adottate dai restauratori si includono tra gli altri l’intervento chimico a base di impacchi ( composti da bicarbonato da ammonio o bicarbonato di sodio) la pulitura biologica la pulitura a base di argille speciali e dagli anni ’80 il metodo laser. Ipotesi di una sintesi Nell’ambito del restauro monumentale inoltre l’uso della pulitura aereoabrasiva è stato adottato mediante alcune specifiche apparecchiature di precisione le microsabbiatrici che assolvono il ruolo di rimuovere dalle superfici interessate quei depositi concreziosi e carboniosi che il tradizionale impacco a base di bicarbonato di ammonio non riusce a sciogliere. L’intervento di microsabbiatura controllata con silice o quarzite iperventilata è stato quindi limitato a quelle tipologie ove la soluzione chimica non solo non riusciva a svolgere il suo compito ma al contrario avrebbe contribuito nel suo uso ripetuto a causare a fenomeni dannosi. Nelle nuove tipologie di intervento il principio che unisce un sistema a pressione microabrasivo con un tipo di apparecchiatura che eietta a bassa pressione (0 5 – 2 bar) una miscela di acqua e inerti (Carbonati) o Sali minerali ( Bicarbonato) sta nel medesimo effetto finale dei due interventi. L’uso di materiali carbonatati che non possono quindi produrre reazioni o effetti successivi da un’attrezzatura così progettata ha determinato una pulitura non abrasiva su superfici anche porose ( come ad esempio il travertino) compatte (come il Granito di Baveno ) o marmi pregiati ( come il marmo di Candoglia dei capitelli dei colonnati di Piazza di Duomo) senza creare alcun tipo di problema Il metodo di pulitura meccanica di precisione sui graffiti si differenzia dalle sabbiatrici e idrosabbiatrici industriali nella sue caratteristiche di duttilità lavorativa e nella sua versatilità a seconda delle superfici da trattare nell’uso di ugelli di varie dimensioni in relazione alle varie tipologie di degrado nella differente regolazione della pressione a seconda dei differenti problemi che si possono incontrare nel pulitura del materiale lapideo. In rapporto al tempo impiegato nella pulitura tradizionale con le sabbiatrici è a costi decisamente contenuti e con l’ausilio di tecnici specializzati alla direzione dell’opera è possibile minimizzare alcuni rischi fin qui elencati. E’ possibile controllare questo tipo di pulitura a differenza delle sabbiature tradizionali con il costante e continuo monitoraggio da parte del restauratore anche per la duttilità delle attrezzature stesse. Resta sottinteso che l’uso di determinate attrezzature sia praticato da manod’opera specializzata a conoscenza delle varie tematiche riguardanti l’intervento. La prevenzione In relazione a tutto quanto esposto è doverosa una parentesi sugli interventi manutentivi peraltro fin ad ora trascurati successivi all’intervento di pulitura. L’intervento di restauro di un monumento è stato troppe volte ed erroneamente considerato “definitivo” quando invece alla base di ogni opera di conservazione dei monumenti è fondamentale il principio della “reversibilità” dove qualsiasi tipo di operazione effettuata o materiale impiegati possono essere costantemente monitorati per analizzare il grado di deperibilità dei composti e dei litoidi e valutare quindi le possibili soluzioni. Spesso la vera cura dei monumenti inizia proprio dopo il loro restauro. Per quanto riguarda la tutela del materiale lapideo si è finalmente arrivati alla convinzione che la prevenzione sia comunque una strada da percorrere e si è cominciato a pensare di proteggere anche le superfici a rischio dei monumenti con vernici "antigraffiti" reversibili. Si tratta di formulazioni a base di differenti principi attivi che una volta applicati dovrebbero costituire una barriera protettiva da possibili imbrattamenti vandalici e rendere la rimozione dei graffiti un'operazione estremamente semplice e priva dei rischi precedentemente descritti. In sintesi esistono due tipologie di prodotti antigraffiti in commercio. La prima è costituita da quei prodotti che una volta applicati sulla superficie da proteggere vengono eliminati con la pulizia della scritta (antigraffiti sacrificali); quindi ogni volta che si elimina la scritta è necessario ripristinare anche il trattamento. La seconda è costituita da quei prodotti che non vengono solubilizzati dal solvente utilizzato per rimuovere la vernice e che mantengono la loro efficacia anche dopo una serie successiva di puliture (permanenti).
0 users love this project
Comments
    comment
    user
    Enlarge image

    A Milano il progetto di restauro relativo agli interventi di rimozione graffiti vandalici dai supporti lapidei ha riguardato le superfici di : Palazzo Sormani Palazzo Marino Palazzo della Ragione la Pusterla di Porta Ticinese il Colonnato di Piazza Duomo la Chiusa di Leonardo Porta Nuova di Via Manzoni I Caselli dell’Arco della Pace Palazzo Carmagnola Palazzo Dugnani Palazzo Mezzanotte (Piazza Affari) Casa Rustici (1931 progetto di Terragni) Colonne di San Lorenzo ...

    Project details
    • Year 2010
    • Work started in 2004
    • Work finished in 2010
    • Client Amsa spa, Comune di Pavia
    • Status Completed works
    Archilovers On Instagram