Oratorio di Villa Simonetta (XV sec.) | Enrico M. Colosimo

Progetto di restauro conservativo dell'apparato decorativo Milan / Italy / 2003

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ANALISI DELLO STATO DI CONSERVAZIONE DEGLI AFFRESCHI DELLA CAPPELLA GENTILIZIA DI VILLA SIMONETTA ( SEC .XV° E XVI°) Intervento eseguito nel 2003, su aut. Sorprintendenza beni architettonici di Milano PREMESSA E CENNI STORICI Gli affreschi della Cappella gentilizia ( XV° e XVI° sec. ) , seppure si trovino in uno stato di precarietà tale da consigliarne un urgente intervento di restauro conservativo ,oltre ad essere tra le poche testimonianze autentiche di Villa Simonetta, sono catalogabili tra i più originali esempi di arte pittorica rinascimentale su muro esistenti a Milano . Ciò che resta infatti delle originali dimensioni del disegno e dello sviluppo delle decorazioni alle pareti è la conferma di una consuetudine purtroppo diventata norma , a causa delle vicissitudini storiche proprie della maggior parte delle opere d’arte, per il depauperamento del quale si rischia di affrontare un intervento di restauro dell’affresco in una situazione di quasi irreversibilità. La Cappella , peraltro non risparmiata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, era stata già risanata nel dopoguerra con un intervento generale di manutenzione , con il ristabilimento della sua parziale integrità, ma con evidenti modiche della sua fisionomia nelle facciate e nel tetto, e che costituiscono l’aspetto attuale. Era probabilmente convinzione dell’epoca che le opere di rifacimento , avrebbero preservato o perlomeno stabilizzato la Chiesa nel suo insieme da un ulteriore stato di degrado, risolvendone così i problemi più latenti, con una certa sottovalutazione però di un intervento di conservazione a tutela della parte artistica. Tali opinioni venivano comunque smentite nel tempo sia per il profondo limite conservativo che hanno avuto questi interventi , sia per i problemi legati alle condizioni climatiche ambientali, ad esempio l’umidità, a cui non era stata dato alcun tipo di soluzione, se non parziale e limitata . Se ad esso si somma la mancanza di un controllo costante dello suo stato di conservazione , con le specifiche ricadute subite dalla superficie pittorica , e con il risultato del degrado di tutta la ricchezza decorativa , l’elemento artistico si è ridotto pertanto a mera testimonianza storica . Ciò premesso, nell’ affrontare lo studio sulla storia e i motivi del suo stato di degrado, alcune considerazioni ci hanno spinto ad analizzare gli elementi che costituiscono le origini della sua edificazione, peraltro non ancora certi. Il corpo principale quattrocentesco della Cappella era originariamente più ridotto delle dimensioni attuali, come lo dimostra il frontespizio interno che ora racchiude nella nicchia dell’altare l’affresco raffigurante “La deposizione” : in origine infatti, questa parete fungeva da facciata esterna principale della Cappella. Si osservino in proposito alcuni elementi , come gli oculi in laterizio, presenti nelle parti superiori delle facciate esterne, in prossimità del tetto,di cui ci sono tracce anche nel lato superiore del frontespizio principale interno della Cappella : anche all’interno di Villa Simonetta la presenza di questi oculi si rivela nella parte di una facciata rimasta integra all’interno dell’edificio in prossimità dello scalone, a testimonianza del vecchio perimetro quattrocentesco. Si notino poi, a conferma di queste tracce , che riportano alla parte più antica del fabbricato, che il materiale che fa da supporto alla muratura affrescata è composto esclusivamente da mattoni in laterizio, come tutt’ora è presente nel corpo delle altre facciate esterne: al contrario dell’entrata, ricostruita dopo la seconda guerra mondiale ,invece, come le due aggiunte cinquecentesche delle pareti laterali, composte invece da normali pietre di risulta. Restano a testimonianza invece del suo successivo ridisegno cinquecentesco , alcuni elementi evocativi delle vecchie strutture: nella parte superiore della parete principale interna sono visibili i fori successivamente tamponati, utilizzati dai travi di sostegno del soffitto che limitava la sala. La Cappella per quanto ci resti qualche frammentario elemento, con l’ampliamento di tre lati che vediamo nella dimensione attuale, accrebbe quindi nella forza e nella ricchezza artistica . Del vecchio soffitto decorato a cassettoni , che racchiudeva il disegno scenografico delle pareti della Chiesa, irrimediabilmente distrutto durante i bombardamenti, ci resta soltanto l’immagine nel volume di incisioni del Tarchi. Si deve precisare comunque, che tali osservazioni, effettuate con il supporto di una mera indagine visiva, avranno un ulteriore ausilio scientifico dalla elaborazione dell’intervento diagnostico ,chimico e stratigrafico dei materiali . Si aggiunga, a compendio delle vicissitudini che hanno caratterizzato la vita della Cappella , che erano presenti nel frontespizio esterno d’entrata tre affreschi di cui uno raffigurante l’ “Ecce Homo”, come ci testimonia ancora tra l’ altro il Tarchi nel suo volume di incisioni, con una incerta attribuzione a Masolino da Varesotto. Ci restano infatti come documentazione fotografica alcune illustrazioni del periodo precedente la seconda guerra mondiale testimonianti la loro esistenza : le foto scattate dopo il conflitto mostrano chiaramente lo stato di distruzione del frontespizio esterno e di tutto il corpo della Cappella , che risultava di dimensioni doppie dell’attuale , e che chiudeva con una cinta di mura il porticato della Villa, ora mutilata. Da rilevare che la parte interessata all’intervento di restauro artistico riguarda soltanto la parte rimanente della Cappella gentilizia, poiché nella zona antistante, la sacrestia, non risultano tracce estese e documentate di intonaco originale, tali da rendere facoltativa un ulteriore indagine scientifica di rilevamento dei materiali. Tutte le pareti della sacrestia sono state dunque recentemente intonacate , con esclusione di alcune piccole parti , dove è stato conservato il vecchio intonaco. Come lo si riscontra anche nella parte esterna, e cioè sul frontespizio esterno lato nord, dove si possono notare alcune testimonianze di un intonaco leggermente colorato a calce vicino all’ultimo strato superficiale: frammenti di riquadrature disegnate in prospettiva tipiche del cinquecento , a evocativi di una certa ricercatezza nelle rifiniture artistiche che caratterizzava la vecchia chiesetta. E ancora a testimonianza del suo passato, una finestra di piccole dimensioni in laterizio sul prospetto del frontespizio lato sud delle facciate. Di contro , terminata la disamina delle tracce delle sue origini , arriviamo alla facciata d’entrata, caratterizzata al lato destro , dall’apertura di una finestra , probabilmente realizzata sul vecchio disegno di facciata , seppur pesantemente condizionato nell’insieme da una stesura di un intonachino color sabbia. Analogo destino ha riguardato il prospetto sud della facciata, con l’apertura di una finestra , di piccole dimensioni, collocata nella parte centrale della parete decorata. interni della sacrestia Sul lato sinistro d’entrata la fontana, risente anch’essa dei gravi guasti provocati dall’umidità : il livello di decoesione e di erosione raggiunto anche dall’intonaco nuovo, nelle parti basse, e su tutto il perimetro dell’immobile è quindi rilevante, confermato tra l’altro dai rilevamenti tecnico-analitici. A conferma di quanto esposto sulle cause ed sugli effetti del degrado, le infiltrazioni d’acqua, di risalita dal basso, e di acqua piovana dall’alto, a causa delle condizioni del vecchio tetto, sono state così dannose all’intonaco, da non preservare ad oggi alcuna parte dell’ ambiente , estendendosi a tutto il perimetro del corpo della Chiesa , con erosioni sia nella parte esterna che interna. Gli elementi che hanno favorito il degrado, si possono così riassumere: l’umidità , di risalita e da infiltrazione, cattivi e parziali restauri , un certo abbandono e decadimento dell’opera . entrata della Cappella LA CONTROFACCIATA DELL’ORATORIO Iniziando nell’ analisi visiva delle pareti interne dove sono presenti gli affreschi , per quanto sommariamente,si rilevano gli elementi ornamentali in rilievo che delimitano la decorazione, e che sono tra le testimonianze più certe delle varie fasi storiche che hanno caratterizzato il fabbricato : la facciata interna , è limitata ai bordi della parte alta , dalla struttura del tetto in legno, di recente costruzione, che è sicuramente più alto , come già detto , di quello in origine ; la parete quattrocentesca infatti, si sviluppava nella parte superiore, con una fascia in mattoni di cui rimangono poche tracce ( circa 2 m.), e che probabilmente fungeva da cornice di sottotetto. Si collocano, sotto questa fascia, due oculi coperti in superficie da uno strato di scialbo, presumibilmente composto da un impasto di graniglia e stucco presenti anche sul lato esterno della facciata, di cui uno sicuramente mutilato durante i bombardamenti della 2° guerra mondiale. Continuando nello studio visivo degli elementi che compongono la parte alta , si nota , nella zona sottostante ai rosoni, la principale cornice di marcapiano , composta di laterizio , dal quale si evidenziano , su due punti, lo sviluppo di due crepe di cedimento presenti su tutto il frontespizio. Il lato sinistro del marcapiano è stato poi tamponato o dimensionato da alcuni ripristini di intonaco, probabilmente eseguiti mentre era in corso il rifacimento del tetto. Nella zona immediatamente inferiore a questa cornice si rilevano alcune parti intonacate con malta recente a tamponamento dei fori di uscita delle vecchie travi di sostegno del soffitto a cassettoni cinquecentesco, che racchiudeva la Cappella , andato irrimediabilmente perduto durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Da rilevare come le zone interessate a questo ripristino siano estese soprattutto nella parte superiore. frontespizio interno decorato “ LA DECORAZIONE PARIETALE “ Dalle osservazioni sulla parte superiore della parete si procede quindi nell’analisi della principale fascia decorativa, con la lettura della parte più propriamente artistica della superficie policroma ,e lo studio delle linee principali che caratterizzano il suo disegno. La decorazione parietale si arricchisce infatti nella parte superiore ,come cornice, da una fascia dipinta su un disegno di motivi floreali come festoni , foglie , vasi : la sua lettura, anche se purtroppo parziale , rivela comunque la sua originalità ed integrità. Il fregio, dipinto in origine come elemento decorativo perimetrale delle pareti, che limitava ai bordi il disegno del soffitto a cassettoni, evidenzia una superficie variamente degradata , ma dalla mano e da un tratto pulito , ed è lesionata in due punti da due crepe di cedimento che attraversano tutta la parete fino al basso . La sua pittura è composta probabilmente da una tempera a calce , anche se l’ ipotesi della sua composizione organica , e della sua modalità nella stesura verrà confermata al momento dei sondaggi e delle campionature in merito. La sua immagine , comunque di precaria lettura , è composta , per la parte pittorica, da tre colori principali , ocra , verde marino e terra di siena per le ombreggiature: questo disegno ,che si sviluppava lungo le quattro pareti della sala , aveva l’effetto di dare ricchezza e completezza all’impianto scenografico , dando omogeneità a tutta la decorazione. Se però la fascia superiore , sul frontespizio principale è ancora leggibile, purtroppo alle pareti laterali , la sua lettura è ancora più frammentaria se non impossibile ad occhio nudo, e se non con l’ausilio di un’immagine fotografica precisa. Si notino veri e propri fenomeni di polverizzazione del colore, decoesione della materia, sollevamenti estesi su tutta la superficie policroma, mancanze e lacune generalizzate della pellicola pittorica , abrasioni e ossidazioni di tutto il corpo pittorico. Peraltro, ad una sommaria analisi, la decorazione della fascia sembra comunque essere la ripresa di un disegno precedente : per la brillantezza e la compattezza dei colori di questa zona comunque si mette in evidenza la mano della artista, sicuramente precisa e più incisiva di altre parti pittoriche osservate successivamente . L’intonaco stesso comunque, di cui , previa indagine chimica, successivamente saremmo a conoscenza della sua esatta composizione, ha subito effetti di decoesione e di polverizzazione nei materiali tale da renderne precaria la sua stabilità come supporto alla superficie. Ipoteticamente , come nel caso della fascia superiore, parte della decorazione parietale e precisamente all’altezza della zona che raffigura la simbologia della “ Passione” fino a tutta la sezione delle lesene dell’ entrate, potrebbe essere stata ripresa in epoca successiva . Evidenti sono le sovrapposizioni di strati di colore ed estese ridipinture contornano questa parte di parete, dall’angolatura sui bordi dell’intradosso , nelle vicinanze dell’affresco all’interno dell’arco. In alcune parti della decorazione sopra le entrate laterali , il sollevamento della pellicola pittorica così esteso ci permette infatti di scoprire la sinopia originale. Esaminiamo la consistenza della pellicola pittorica , e la differenze della superficie policroma delle decorazioni parietali da quella degli affreschi della nicchia: mentre parte dell’ ’apparato decorativo (nella zona inferiore ) risente di una generale polverizzazione della pittura, con fenomeni di sollevamenti dalla preparazione stessa, la pellicola pittorica degli affreschi dell’intradosso , pur nella sua precarietà, ha una consistenza molto più marcata , sommata ad una certa adesione e omogeneità all’intonaco. E osservando la stesura del colore dato in fresco , sono evidenti le differenze che lo distinguono dalle velature a tempera date a secco : una rapida verifica anche della consistenza degli strati, certifica la fondatezza di tali ipotesi. E’ chiaro comunque, che gli aspetti del degrado descritti sono generalmente estesi a tutte le superfici decorate : bisogna anche ricordare che gli affreschi sono stati esposti direttamente, senza la protezione diretta di una struttura come il tetto , ad agenti atmosferici come la pioggia, il gelo , l’umidità, a dilavamenti ,per lungo tempo, riducendo l’opera in uno stato di perenne abbandono, e con strutture fortemente pericolanti o inesistenti . Tornando all’osservazione della decorazione all’altezza dell’arco dell’intradosso,troviamo il disegno dei simboli della ” Passione “ , ridipinti secondo il disegno della cornice, diversi sia nello stile che nella stesura della pittura , più grossolana e approssimativa dell’immagine del fregio. Il disegno viene quindi concluso da alcune cornici , e con dipinti con motivi floreali , rendendo coerente e omogenea tutto la decorazione della parete. Nella conclusione del disegno dell’apparato decorativo , sopra le entrate laterali la decorazione viene completata da due fregi , la lettura dei quali risulta estremamente difficile : tutti gli elementi organici che compongono la decorazione ( intonaco , preparazione, pittura) sono fortemente decoesi , polverizzati in più punti, con evidenti sollevamenti e fenomeni di esfoliazione della pellicola pittorica e oltre a ciò è tale zona si caratterizza per avere evidente in alcuni punti (fregio del laterale destro) la sinopia originale. La parte decorativo - architettonica che delimita l’intradosso dove sono collocati gli affreschi, si caratterizza infine nella presenza di apparati in stucco ( cornici e lesene), realizzata direttamente sulla muratura in mattoni della Cappella. Lo stato generale di conservazione di questi apparati è pessimo : le cornici , composte probabilmente da un impasto di carbonato di calcio, marmorino e graniglia, e coperte in origine da uno strato di scialbo, come sui capitelli e le entrate, sono abrase e ammalorate in più punti,rendendo evidenti quindi, per la rilevanza di questo aspetto, le superfici in laterizio . Questo fenomeno conferma la generalizzazione del degrado a tutta la superficie dei particolari costruttivi in stucco ( lesene, cornici, capitelli) laddove , come nelle entrate laterali, è visibile esclusivamente la superficie in laterizio, pur con vaghi accenni di velature . La superficie decorata in stucco dei capitelli è fortemente ammalorata , con una certa estensione dei fenomeni di abrasione e con lacune sempre più evidenti nelle parti inferiori delle lesene fino al basamento, dove i colori che caratterizzano le colonne ( grigio chiaro ) sono polverizzati ed illeggibili, rendendo in evidenza larghe parti di preparazione e di intonaco sottostante. Da rilevare che su alcune lesene i capitelli originali sono stati asportati . “L’ AFFRESCO DELLA DEPOSIZIONE” Gli affreschi raffiguranti “La Deposizione “ , posta al centro della sala , con le immagini raffiguranti i Santi collocati alle pareti laterali , di cui non abbiamo una datazione certa dal punto di vista storico - artistico (XVI° o XVII° SEC) assieme alle decorazioni della volta che racchiude la nicchia , sono comunque la testimonianza pittorica più integra , nel suo insieme, della Cappella. La pittura è contornata da una cornice in rilievo , marcata nella parte superiore da uno stemma famigliare e da alcune decorazioni floreali a stucco , di cui ci rimangono pochi resti. Gli elementi in stucco sono coperti da uno strato di scialbo: la cornice , è fortemente ammalorata soprattutto nella parte superiore . Per l’ estensione del fenomeno agli altri lati, con evidenti lacune, distacchi e mutilazioni di materiale , scopriamo in vari punti, oltre alla preparazione , anche il laterizio di sostegno. L’altare , collocato davanti alla “Passione”, venne probabilmente asportato o demolito, anche se al riguardo non esiste alcuna testimonianza storica . Per quanto concerne l’immagine sacra , l’analisi visiva ci permette di ipotizzare la presenza di tracce di restauri precedenti : risultano infatti ad un controllo sommario , strati di ridipinture o sovrapposizioni del colore su tutta la policromia generale , che, per quanto non abbiano modificato il disegno , ne hanno mutato le tonalità cromatiche. Lascia perplessi infatti la presenza di toni accentuati per quanto riguarda gli incarnati dei volti, come sul corpo del Cristo. Il corpo centrale dell’immagine , che è composto di sei figure, come risulta dalla classica iconografia della Pietà, appare comunque come il più omogeneo soprattutto nei toni della policromia, a differenza dello sfondo del cielo e del paesaggio, sicuramente più degradati e meno leggibili. Tale contrasto di toni, tra i colori dell’immagine sacra e la pittura dello sfondo, induce a pensare che probabilmente potrebbe essere stata data, in tempi non recenti , una resina naturale a protezione e fissaggio del colore della parte centrale , modificandone la pellicola pittorica e rendendoli più cupi, e con evidenti effetti di ossidazione, o agli effetti degli ossalati. L’incarnato del corpo del Cristo simile alla tonalità della volto della Madonna, è assimilabile al colore verde marcio, effetto probabilmente dovuto alla presenza di ossalati : sotto questo strato possiamo notare un colore originale più freddo. Anche le tonalità degli incarnati delle due figure che sovrastano il Cristo sono accentuate probabilmente dagli ossalati , tali da rendere un chiaro effetto di ridipintura. Il colore del panneggio , in rosso , blu, e azzurro, tipico dell’iconografia sacra, sembra ripreso da una velatura successiva : nonostante ciò, su tutto il disegno centrale, sono evidenti fenomeni di ossidazione, abrasione del colore , e lacune estese nella parte inferiore dell’immagine . Da rilevare comunque che, il disegno centrale è ancora leggibile sia nelle espressioni dei volti che nella sua fisionomia di insieme, ed è certamente in risalto rispetto allo sfondo del cielo ed al paesaggio . Risultano comunque insufficienti ed incerte le datazioni di tale opera, dal momento che lo stesso disegno , nell’impostazione potrebbe non essere riconducibile all’epoca quattrocentesca , bensì al periodo manierista. La parte superiore dell’immagine , delimitata dalla croce di un colore simile all’ocra scuro, si trova sicuramente in condizioni più precarie : il colore del cielo , presente quasi esclusivamente nella parte sinistra dell’affresco, risulta fortemente ossidato , pieno di lacune soprattutto nella zona a destra della croce, e dove si rilevano estese abrasioni fino alla preparazione . Si aggiunga anche che la consistenza del colore stesso è più precaria, a riprova degli effetti che può aver avuto l’umidità su tutta l’opera d’arte. Sempre nella parte superiore ,i colori della tonaca dell’uomo che sostiene il corpo del Cristo, sono completamente deteriorati , così come tutti i toni chiari presenti nell’affresco, con tonalità sbiadite e con evidenti ossidazioni , a conferma della differente resistenza al deterioramento che hanno avuto i colori più chiari da quelli scuri. Nella parete sotto l’affresco si possono notare gli effetti dell’umidità di risalita con la presenza di sali su tutta la parte bassa della muratura: tale problema potrà condizionare, se non sarà adeguatamente affrontato ogni intervento di risanamento conservativo dell’intonaco, vanificandone qualsiasi opera preventiva. GLI AFFRESCHI DELLE PARETI LATERALI DELLA NICCHIA L’affresco della parete di sinistra nella nicchia, raffigurante San Gerolamo, pesantemente deteriorato, è leggibile solo per la parte superiore dell’immagine del santo : la zona inferiore, che comprende la metà del disegno infatti è irrimediabilmente perduta. Tutta la parte inferiore della parete, estesa alle lesene che fanno da cornice all’affresco è fortemente degradata : ad occhio nudo possiamo infatti rilevarne solo la parte superiore della preparazione , peraltro fortemente decoesa dagli effetti della presenza di sali . I resti della parte policroma si riducono ad alcune parti della veste del Santo, con una superficie protetta da un insieme di un composto organico resinoso , poi ossidatasi, tale da mutarne l’aspetto del colore, con una gradazione della tonalità tendente allo scuro . Anche negli incarnati, sia nell’immagine del volto che nel corpo , si riscontra lo stesso fenomeno di ossidazione della vernice protettiva in una degradazione scura. Si notino evidenti lacune anche sulla parte superiore, e con uno sfondo di difficile lettura. Da notare comunque, che la materia pittorica che compone la superficie policroma dei quest’opera, presenta le stesse caratteristiche di consistenza dell’affresco della Pietà, oltre ad un eguale intervento di ridipintura, e ad una marcata presenza di ossalati : è alla consistenza di questo strato pittorico comunque, come della stesura della resina protettiva, seppur dannosa per i toni della policromia, che dobbiamo ancora una certa integrità delle immagini affrescate. Anche nella parete alla destra della “Deposizione”, anch’essa affrescata e raffigurante l’immagine si rilevano analoghe problematiche presenti nelle altre pitture. Sullo sfondo di quest’immagine, anch’esso completamente abraso e deteriorato fino alla preparazione, risulta visibile, analogamente alla pittura di San Gerolamo , soltanto la parte superiore dell’ iconografia : nell’evidenza della perdita di tutto il disegno inferiore, come effetto delle condizioni climatiche, si è potuto osservare l’ estensione del fenomeno di decoseione della pellicola pittorica a tutta la superficie . Per quanto riguarda la parte intatta dell’immagine, rimangono in risalto nel disegno il colore porpora, -lacca di garanza- della veste , comunque polverizzata e con varie lacune in più punti, assieme all’incarnato del volto, seppure abraso e poco leggibile. Nell’insieme , l’affresco si trova in una situazione decisamente precaria . Mentre, per quanto riguarda il soffitto a volta dell’intradosso , raffigurato da rosette dorate , di diverse dimensioni di grandezza, con un tono vicino all’ocra chiara, riquadrati in uno sfondato dal colore del marmorino , con ribassature di azzurro. Tale decorazione , al contrario di tutti gli altri affreschi fin qui esaminati, probabilmente a calce, rivela a tutti gli effetti il disegno più integro e con il miglior stato di conservazione della Cappella, in apparenza,con una superficie del colore intatta e coesa : nell’insieme è il soffitto nelle condizioni migliori di tutto il manufatto artistico. Nella parte sinistra , comunque notiamo evidenti lacune e abrasioni del colore , lasciando a vista in più punti lo strato della preparazione. Dallo stesso bordo del soffitto si possono rilevare varie mancanze di pittura. In conclusione , l’analisi della decorazione pittorica della Cappella , ci ha permesso di osservare e studiare alcuni dei rifacimenti subiti nel corso dei secoli , che ne hanno modificato sia le caratteristiche che le funzioni stesse, manomettendo uno stile più pulito e meno ordinario di quello che ci appare oggi . Si è naturalmente evidenziato come la stessa fascia superiore della decorazione sia opera di un pittore precedente a chi è intervenuto nella parte sottostante, che dimostra,invece , in alcuni aspetti delle velature , un tratto decisamente leggero, privo di profondità ed ombreggiature , frutto di un disegno e di una pittura più affrettata e imbastita in modo sommario . Si è comunque certi ,perlomeno , della diversità tra la pittura degli affreschi dell’intradosso , sia nella stesura che nella preparazione del colore, e i dipinti delle altre pareti della sala. I PROSPETTI DECORATI DELLE PARETI LATERALI DELLA CAPPELLA parete di destra Ai lati della zona antistante all’altare ,a completamento della parte artistica della Cappella si collocano le due residue decorazioni parietali dipinte con motivi a sfondo paesaggistico, della policromia dei quali è in risalto il degrado. La decorazione pittorica della parete destra, si presenta con un disegno con temi arcadici, inserito in una cornice dipinta, con timpano e fregio araldico di famiglia, incastonata a sua volta tra due lesene . Come già precedentemente esposto, il motivo di questa immagine, ripreso su tutte le pareti che contornavano gli affreschi dell’altare, dava sicuramente a tutta la sala quel senso scenografico di arredo funzionale all’iconografia sacra della Cappella, tipica dell’epoca tardo- rinascimentale Nella costruzione del disegno ornamentale ed a completamento di esso, si collocavano poi alcune cornici con festoni a sfondo floreale . Merita un accenno l’osservazione della prospettiva interna del disegno della decorazione e della sua impostazione scenografica, seppure limitata alle ridotte dimensioni della Cappella. Infatti nella Cappella , all’epoca della sua piena integrità artistica, le tre decorazioni parietali , limitate dall’alto da un soffitto decorato a cassettoni, contribuivano con questa impostazione scenografica a dare risalto all’iconografia sacra. Purtroppo la lettura dell’immagine della decorazione destra è relativa soltanto alla parte superiore , sia nella analisi degli elementi ornamentali ( cornici e lesene, fascia ) che contornano il disegno, e che risultano frammentari ,sia per quanto riguarda il paesaggio: la pellicola pittorica dello sfondo e di tutti gli elementi che compongono l’immagine è fortemente lacunosa, il colore è abraso in vari punti , la stessa pittura evidenzia fenomeni di polverizzazione con generalizzati sollevamenti della superficie dall’intonaco. Il colore che orna il cielo , un azzurro, presenta aspetti tipici dell’ossidazione, così come quelli che compongono la policromia generale , come il verde , terra di siena , o terra d’ombra per lo sfondo del paesaggio. Si consiglia pertanto, poiché ci troviamo di fronte ad una pellicola pittorica fortemente polverizzata, che qualsiasi intervento di restauro dovrà essere preventivamente anticipato da un intervento di preconsolidamento generale, a causa dell’estensione del fenomeno a tutta la superficie policroma della parete, e alla parte restante degli apparati decorativi, come lesene e cornici dipinte. Della parte inferiore della muratura restano poche tracce, peraltro coperte da alcuni rappezzi di intonaco, e con una evidente presenza di sali. Sono quindi certi ed evidenti i guasti derivati dall’umidità di risalita, con evidenti presenze nella parte bassa dell’intonaco di subfluorescenze saline. Sul lato sinistro dell’entrata principale, in prossimità della parete decorata resta un’ultima specchiatura a testimonianza del disegno parietale ormai perduto , anch’esso dipinto su temi paesaggistici. Di fronte alla parete di destra, troviamo l’ultimo elemento decorativo parietale , di cui però restano soltanto pochi elementi della zona inferiore, come il timpano , lo stemma , alcuni elementi della fascia decorata e parti della cornice. Al centro della decorazione è stata aperto nella muratura un foro- finestra, con la conseguenza che parte del disegno del paesaggio è andato completamente perduta Gli aspetti che riportano ai fenomeni di degrado di questa parete sono in sostanza simili a quelli delle altre decorazioni, se non con una più marcata accentuazione della mutilazione del disegno . Certo è che del volume della decorazione rimane ben poco: soprattutto nella parete dell’entrata principale , fortemente rimaneggiata dalle varie intonacature, la pittura è andato completamente perduta, ad esclusione di una piccola fascia del lato destro, e dal quale si può dedurre che le dimensioni di questo disegno fossero superiori alle altre decorazioni parietali. “ SAGGI DI PULITURA DELL’INTONACO ORIGINALE ” A compendio di questa ricerca , sono stati effettuati alcuni sondaggi di pulitura e scoprimento dell’intonaco originale specificatamente sulla parete di destra . Nella parte inferiore alla decorazione del paesaggio , in una zona dove era presente soltanto la malta di supporto avente uno spessore di circa due centimetri, è stato scoperta una superficie che potrebbe essere classificata come la sinopia originale, composto da un materiale diverso dall’attuale intonaco , e dove sono evidenti tracce di colore tali da riportare ad un disegno originario. A tale proposito ,è ancora da verificare l’ipotesi che il disegno attuale del paesaggio non sia altro che la ripresa di un tema preesistente. Come si nota dalla fotografia le dimensioni di questo sondaggio sono di circa 1 metro. ENRICO COLOSIMO
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    Project details
    • Year 2003
    • Work started in 2003
    • Work finished in 2003
    • Status Completed works
    • Type Restoration of Works of Art
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