"La città sostenibile dei bambini e delle bambine" | Aurelia D'Andria

Area Borgo Achitettura Partecipata Taranto / Italy / 2003

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Con grande entusiasmo abbiamo accettato e vissuto questa nostra prima esperienza di progettazione partecipata, esperienza che è stata portata avanti in modo tale che le diverse generazioni si ponessero nella condizione di imparare qualcosa l’una dall’altra. Ascoltare ed aiutare i ragazzi ad organizzare e realizzare le proprie aspirazioni ha avuto il significato di ascoltare ed aiutare quell’infanzia che oggi non ha spazi propri e, soprattutto, non ha voce. Nella “Città delle bambine e dei bambini” il bimbo, considerato come cittadino e non come futuro cittadino, deve essere secondo noi protagonista sotto forma di partecipazione alla progettazione, come lo sarà nella gestione della cittadella, sotto forma di consultazione diretta. Considerando il bambino di oggi non come l’adulto di domani ma come un individuo che vede la realtà da un punto di vista diverso dal nostro, abbiamo capito che proprio questo può aiutarci a costruire una città più vivibile, una città per tutti. Infatti considerando il bambino come soggetto sociale abbiamo potuto pensare la nostra cittadella riconsiderando i bisogni e le esigenze diversificate delle diverse fasce di età. La città, che fino ad oggi è stata pensata e configurata dagli adulti attivi e per gli adulti attivi, non rispetta le esigenze dei cittadini più deboli (bambini, anziani, disabili) soltanto dando voce a questi soggetti si può pensare ad una città più vivibile, sicura ed ospitale, ad una città per tutti. Con queste convinzioni abbiamo affrontato il confronto con i ragazzi delle quarte classi della Scuola Elementare ”XXV Luglio” e delle seconde classi della Scuola Media Statale “Bettolo” la cui età va dagli otto ai dodici anni. Varcando la soglia delle due scuole, dopo aver avuto chiarimenti dettagliati dai responsabili circa la procedura da adottare nello svolgimento del lavoro con i ragazzi, ci siamo proposti di non sottovalutare alcuna istanza che sarebbe venuta dai bambini. Le quarte classi della scuola elementare sono state visitate in più giorni, l’interesse dei ragazzi è stato alto, le risposte centrate e stimolanti, gli insegnanti si sono interessati ed hanno partecipato fornendo ogni supporto possibile. I bimbi, tutti vivaci ed intelligenti, hanno saputo cogliere il nocciolo del tema proposto. Tutti, dopo aver chiesto chiarezza, hanno risposto con proposte che hanno suscitato in noi grande interesse. Le seconde classi della Scuola Media, dove la nostra attenzione è stata più incisiva, hanno corredato il lavoro grafico con delle brevi relazioni. Si sono sentiti loro stessi progettisti ed hanno lavorato a lungo dando indicazioni puntuali, raccolte e meditate in gruppo, fino a giungere al progetto che le rispecchia, si può dire, nella totalità. L’area oggetto di concorso è stata studiata anche in relazione alla città, i risultati di un questionario distribuito ai ragazzi (parte dei quali sono evidenziati nei riquadri neri di questa pagina) ci hanno spinto a pensare ad un forte intervento di pedonalizzazione del Borgo, al fine di favorire l’accessibilità all’area dell’ex CRAL Tosi ad una più ampia fascia di cittadini, fra cui i bambini, finalmente liberi di muoversi con una certa autonomia. Prima di organizzare il nostro spazio abbiamo voluto chiarire a noi stessi quale sarebbe stato il nostro approccio al progetto. Con i ragazzi delle scuole avremmo deciso come organizzare la nostra cittadella, soltanto dopo aver elaborato insieme le idee e le proposte dei ragazzi sarebbe nato il nostro spazio. Inizialmente sapevamo soltanto cosa non volevamo fare, guardandoci intorno, abbiamo trovato nelle nostre città soltanto spazi destinati ai bambini creati dagli adulti (e quindi fondati sulle loro esigenze e domande) in cui il bambino è soltanto spettatore, utilizzatore passivo di ciò che è stato creato per lui da altri, tutto è già fatto, il parco, con gli scivoli, le altalene ecc. è pronto all’uso, ma uno spazio così concepito diventa, paradossalmente, uno spazio emarginante… Infatti se ci si limita a disseminare in un’area elementi di arredo e di gioco preconfezionati si crea uno spazio eccessivamente specializzato che, oltre a limitare la fantasia e l’espressione della creatività del bambino, annullando il suo bisogno di avventura e di scoperta, limita anche la sua integrazione nel gruppo. Con i bambini abbiamo elaborato un’idea diversa, l’idea di un luogo urbano non monofunzionale né finito, ma complesso, ricco di potenzialità d’uso e di trasformazione. Quando abbiamo chiesto ai ragazzi cosa avrebbero voluto trovare nella loro cittadella le risposte (riportate nei riquadri in basso) sono state le più disparate. Sebbene il 40% dei ragazzi abbia proposto un generico parco giochi (vedi istogramma a lato) un’alta percentuale ha espresso proposte decisamente più mirate, non solo al gioco, ma allo sviluppo delle potenzialità espressive (teatro, accademia per lo spettacolo) segno dell’esigenza, da parte dei ragazzi, di esprimere la propria creatività anche attraverso il gruppo. E’ stato chiesto ai ragazzi di disegnare la loro idea di “Città delle bambine e dei bambini” rappresentando cosa vorrebbero venisse realizzato per loro. Gli elaborati sono stati analizzati in maniera approfondita e ci hanno fornito spunti interessanti, elementi che non sarebbero emersi se non ci fossimo potuti avvalere dell’apporto dei bambini. Interessante ci è sembrato il fatto che alcuni ragazzi abbiano fornito immagini notturne delle loro idea (3 – 9) altri hanno fornito un’idea più solare (5) a testimonianza dell’esigenza di voler vivere la loro città sempre, anche nelle ore serali, visto il forte legame nei confronti della città di Taranto che esprimono anche attraverso i disegni (8). In alcuni grafici emerge in maniera chiara la volontà di creare una cittadella per tutti (6). Alcuni disegni hanno ispirato i tratti salienti del nostro progetto. La grande luce (1) ha dato vita al grande pannello pubblicitario sovrastante la torre, faro e segnale della cittadella. La torre (2) ha ispirato l’architettura del torrione d’accesso, contenente il corpo scala, il “teatrino nell’albero delle meraviglie” (7) ha fatto nascere l’idea della “foresta pietrificata”; infine il commento al disegno (4) “Io ho disegnato un parco con tanti giochi, un’area divisa con panchine, aiuole, alberi e poi un bar. E più avanti una vetrata per dividere e osservare il mare” ci ha guidati nella progettazione della piattaforma sull’acqua. Dopo aver analizzato i lavori dei bambini che hanno partecipato all’iniziativa vogliamo spiegare le motivazioni che ci hanno portato ad interpretare quanto richiesto con una proposta che vogliamo definire “La cittadella di tutti, dei bambini di ieri e di oggi”.Il castello che marca la città vecchia viene richiamato dal piccolo castello che delimita il Lungomare e che nel Borgo fa da richiamo per tutti i cittadini che appartengono ai Tamburi, a Tre Carrare o al Borgo stesso. A metà livello del torrione sottostante una lunga passeggiata ci porta al mare e, sorpassando con un ponticello il canale (nel progetto la piscina) permette di raggiungere la zattera (grande piazza) dove, liberi da ogni condizionamento, guardiamo oltre. Ci impadroniamo dei grandi ambienti archivoltati che sostengono Via Virgilio e decidiamo di ripristinare i soppalchi che negli anni di attività dei Cantieri Tosi venivano usati a supporto delle attività che si svolgevano presso il CRAL. Le tre grandi aule vengono destinate a piccolo museo marino (a Taranto c’è l’Università del Mare con cui i nostri abitanti potrebbero intessere rapporti) la prima, a biblioteca multimediale l’altra, a laboratorio di supporto la terza quest’ultima, predisposta a teatro, può all’occorrenza ospitare il Consiglio Comunale quando il Consiglio dei Bambini avrà proposte da sottoporre all’approvazione cittadina. La vita non si riduce puramente al lavoro da svolgere sotto la guida delle scuole o di alcuni tutor ma si intende interessare anche i grandi, siano essi amici, genitori o nonni, affinché tutto l’insieme venga autogestito. L’autogestione può coinvolgere anche i giovani delle scuole superiori. Questo può aiutare lo sviluppo nel bambino di quell’imprenditorialità che serve al nostro Mezzogiorno e che il bambino stesso nel futuro potrà tradurre in un impegno concreto. I giochi (la dama, l’oca, il piccolo campo sportivo, la piscina ove si possono inscenare battaglie navali o eventi riguardanti rappresentazioni della storia di Taranto) non sono intesi solo come momento ludico ma come palestra di conoscenza. Ogni gioco, ogni struttura può portare il nome di coloro che finanziariamente sosterranno l’impresa e che avranno la possibilità di avere sulla piccola torre, portale di ingresso al nostro mondo, una continua pubblicità. Si vuol ribadire l’intenzione di determinare, con il nostro progetto, un richiamo non solo per i fruitori diretti a cui è mirato il centro ma anche per tutti i cittadini che ivi possono trovare, o ritrovare, l’interesse all’aggregazione nelle varie ore del giorno. Interesse che non è solo di svago ma anche di partecipazione, per progettare il futuro della città. E’ un luogo di incontro per tutti i cittadini di facile uso per i bambini. Il sito del Borgo proposto dal Bando di concorso per essere destinato ad attività varie di aggregazione e di sviluppo dei bambini e delle bambine di Taranto, dista parecchi isolati dalle scuole che si sono cimentate con noi in questa nuova esperienza di progettazione partecipata. Nel Borgo alcune strade sono già divenute pedonali, noi proponiamo di creare una vera e propria zona pedonale, dove cartelli speciali indicano che tale zona è frequentata da bambini. La zona di cui parliamo, delimitata da senso unico, diventa spazio conclusivo del Lungomare, con piccolo parcheggio auto e parcheggio bici, oggi diventate mezzo a disposizione dei cittadini anche per volontà dell’Amministrazione Comunale. L’allargamento permette di dare sfondo e conclusione all’armonica quinta di edifici che, con linguaggio armonico si differenzia da quello disarmonico e inquietante che caratterizza l’espansione degli anni 60. A tale scopo sono stati creati dei sensi unici nelle strade. Il limite della zona pedonale verrà marcato da un marciapiede continuo che, inflettendosi in corrispondenza degli incroci, permetterà in alcune ore della giornata, l’accesso con mezzi carrabili. Gli impianti troveranno collocazione in spazi posti sotto Viale Virgilio. E’ prevista la collocazione di una segnaletica particolare, che sarà studiata con l’aiuto dei bambini stessi. Per illustrare l’idea abbiamo preso spunto da esperienze analoghe di altre città italiane proponendo una segnaletica pensata prendendo in prestito i disegni di Keith Haring, da noi rielaborati per l’occasione.
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    Project details
    • Year 2003
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Waterfront / Urban Furniture / Research Centres/Labs / Multi-purpose Cultural Centres / Theatres / Museums / Swimming Pools / Bars/Cafés / Restaurants / Leisure Centres / River and coastal redevelopment
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