Nuova Sede Agenzia Spaziale Italiana | Atelier(s) Alfonso Femia / AF517

Rome / Italy / 2012

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Una periferia che qualcuno chiama Centralità. Nessuna urbanità. Enormi oggetti prefabbricati. Un progetto che si compone di volumi semplici, neri, di differente lucidità, opacità, affiancati tra loro in apparente equilibrio. L’attimo prima di mettersi in moto. O l’attimo esatto di sospensione e sosta durante il loro movimento. An outskirt that somebody calls Centrality. No urbanity. Huge prefab objects. A project composed of simple, black volumes with different brightness, opacity, put one next to the other in an apparent balance. The moment before setting in motion. Or the exact suspension and pause moment during their movement. Il tema del progetto è quello della ricerca dell’equilibrio. Un equilibrio formale basato sulla dissociazione. Un edificio costituito di differenti funzioni, di una serie di corpi di fabbrica distinti, deve costruirsi attraverso un processo compositivo che coinvolga i corpi stessi e gli spazi interstiziali, tematizzando il sistema di circolazione e le connessioni. La ricerca della Sintesi, propria del processo creativo-progettuale, deve affrontare questo dilemma e risolverlo. Magari attraverso la disinvoltura di una Metafora. In questo caso la Metafora è la mancanza di gravità, il galleggiamento gioioso, che, improvvisamente trova un momento di equilibrio. Equilibrio dissociato perché non basato sulla simmetria, sul bilanciamento dei pesi rispetto a uno o più assi, ma su una sospensione delle masse, corrispondente ad un sistema percettivo di movimento e di connessione. Il nero totale degli edifici, di differenti materiali, ma uniforme, aumenta questa sensazione di estraneità e misterioso equilibrio. La magia di qualche elemento improvviso, una serie di lucernari conici colorati al loro interno, una foresta di pilastri, un percorso che sprofonda nell’acqua l’effetto specchiante totale di corpi geometrici puri ma interrotti, forniranno la sensazione di spaesamento che dovrà aumentare la sorpresa di questo equilibrio complesso e contraddittorio. Un edificio centripeto che catalizza l’energia su di sé rivelando il paesaggio attraverso i suoi frammenti neri, esistendo. The theme of the project is the search for equilibrium. A formal equilibrium based on dissociation. A building formed by different functions, a series of different bodies, needs to be built through a composing process involving the bodies themselves and the interstitial spaces, shaping the circulation system and the connections. The search for Synthesis, proper to the creative-projecting process, has to face this dilemma and solve it. Maybe thanks to a metaphor. The absence of gravity is the metaphor of this project: a joyful floating which suddenly founds a momentary balance. It is a dissociated balance, not based on symmetry, nor on weight balancing. It is based on masses suspension, representing a perceiving system of movement and connection. The black of the buildings, of different materials, but uniform, increases the feeling of not-belonging and the perception of a mysterious balance. A few unexpected, almost magic elements - such as a series of conic skylights, a path ending in the water, a forest of coloured pillars, inspired by Daniel Buren, the reflecting effect of geometrically perfect but interrupted bodies… - generate a sense of disorientation, increasing the effect of surprise of this complex and paradoxical balance.

design team Alfonso Femia, Gianluca Peluffo, Simonetta Cenci, Domenica Laface, Annalaura Spalla collaboratori Paola De Lucia, Francesca Ameglio, Lorenza Barabino, Stefania Bracco, Magda Di Domenico, Gabriele Filippi, Daniele Marchetti, Enrico Martino, Nicola Montera, Luca Pozzi, Gabriele Maria Pulselli, Alessandra Quarello, Sergio Tani, Laura Vallino, Nicole Provenzali, Andrea Solazzi, Benedetta Bondesan, Luca Caselli, Linda De Angelis, Antonio Terranova, Pamela Curione, Caterina Riccioni

Serramenti: Schuco, Safas ditta
Luci: Norlight Guzzini (poca roba esterni)
Sanitari: Globo
Pavimenti interni: Liuni Euroslate (ardesia) Tavar (legnami) Casalgrande Padana (bagni terra) Vesmaco (asilo) Interfece floor (moquette)
Pavimenti esterni: Odorizzi Porfidi (basalto) Vesmaco (parcheggi)
Rivestimenti interni: Topakustik, Fantoni (audit.) Casalgrande padana
Rivestimenti esterni: Reynobond, Safas ditta
Porte: Lualdi
Ascensori: ThyssenKrupp Elevator Italia
Arredi interni: Ares line
Poltrone (auditorium+99 posti+ sale piccine) Moroso (poltrona parete ceramica)
Sistemazioni esterne verde: Chiti (vivaista)
arete in ceramica loghi esterni: La casa dell’arte, Danilo Troghu

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    Una periferia che qualcuno chiama Centralità. Nessuna urbanità. Enormi oggetti prefabbricati. Un progetto che si compone di volumi semplici, neri, di differente lucidità, opacità, affiancati tra loro in apparente equilibrio. L’attimo prima di mettersi in moto. O l’attimo esatto di sospensione e sosta durante il loro movimento. An outskirt that somebody calls Centrality. No urbanity. Huge prefab objects. A project composed of simple, black volumes with...

    Project details
    • Year 2012
    • Work finished in 2012
    • Client Ministry of Infrastructure and transportation - Integrated Service for Lazio, Abruzzo and Sardinia
    • Contractor SAC-Società Appalti e Costruzioni spa
    • Status Completed works
    • Type Government and institutional buildings / multi-purpose civic centres / Office Buildings / Business Centers / Corporate Headquarters / Research Centres/Labs / Conference Centres
    • Websitehttps://www.atelierfemia.com/it/2012/08/nuova-agenzia-spaziale-italiana/
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