Villa della Regina: nuova manica accoglienza visitatori. Torino

Le proposte formali del progetto hanno preso spunto dall’arte dei giardini e dalle grandi pareti a verde utilizzate quali mediazione, in quel continuo rimando tra naturale ed artificiale, che è l’essenza del Seicento sabaudo, tra Manierismo e Barocco. La nuova costruzione, elemento non protagonista, bensì integrato nella struttura dei giardini, è un parallelepipedo di vetro e acciaio con trasparenze e rimandi cromatici con il parterre. Una leggera struttura in ferro zincato si giustappone sul filo del demolito Palazzo Chiablese e forma una spalliera su cui si aggrappa l’edera a parziale copertura della fronte vetrata. Di fronte ad esso è posto un “artificio metallico” di sostegno alle rose rampicanti; con la forma svasata ad arco riprende le misure e le proporzioni della preesistente facciata della citroniera, ricreando la memoria degli antichi ingombri e creando una protezione naturale dell’interno dall’irraggiamento solare. Al livello del ristorante-caffetteria è previsto un giardino pensile, le cui geometrie riecheggiano con linguaggio moderno, i tracciati di quello sottostante, alternando spazi a tetto verde e ambiti che si armonizzano con l’esistente. La medesima scelta caratterizza il tetto piano sopra i locali. L’obiettivo era quello che l’immagine complessiva, vista dal percorso sommitale dell’invaso architettonico, risultasse omogenea e integrata nell’intorno.