PASSION FIVE | Paolo Maldotti

Il progetto Nella conformazione del fabbricato tutte le pareti perimetrali sono in vetro nero; lo spazio interno è disegnato a forma di fiore e viene a creare, in pianta, delle sale che trovano collocazione all’interno di ciascun petalo stilizzato. Dalla parte opposta la rettilineità delle pareti del cubo consente la continuità degli spazi aperti in un unico open space. Il progetto del” Passion 5 l’atelier” nasce lungo lo sviluppo di due “gallerie d’arte” collocate tra i petali del fiore e il fronte rettilineo. Due veri e propri percorsi distributivi attorno ai quali si articolano gli spazi dedicati alle sedute. Gli spazi verso cortile sono camere tematiche legate ad artisti che a vario titolo hanno affrontato il tema del cibo. Gli spazi verso i fronti rettilinei sono trattati come successione di ambienti articolati e rispondenti alle varie esigenze funzionali del locale. Al fondo delle due gallerie si viene a collocare il bancone di preparazione a vista che prevede la teatralizzazione del gesto legato alla preparazione dei cibi e lo porta ad essere espressione visiva ed artistica di attrazione per i clienti. La galleria d’arte è un percorso contornato da pannelli alberati stilizzati che con il loro movimento su guide collaborano alla definizione e alla parziale compartimentazione degli spazi dedicati al cibo. Questi pannelli hanno la funzione su un lato di accogliere l’esposizione di quadri artistici accompagnando il percorso dei clienti attraverso il locale, dall’altro di compartimentare lo spazio della ristorazione. Entrambe le gallerie nascono dalle due scale di accesso al locale e terminano sulle testate opposte del bancone dove volutamente è il food design a completare l’esposizione d’arte. La galleria è un percorso poco perimetrato ma segnato superiormente dalla continuità di uno soffitto a specchio che corre rettilineo per oltre venti metri a cui sono appese centinaia di sfere trasparenti in vetro soffiato. Quello che si è voluto ottenere è l’impressione di un soffitto smaterializzato, con una pioggia di gocce di vetro immobili e contornato da minuscole lampade a led. Queste gemme incassate creano un campo di luce che viene raddoppiato dallo specchio e crea dei riflessi che finiranno con illuminare le sfere di vetro non direttamente. Lo scopo di queste piccole luci led è quello di creare un strato di luce concentrato nella zona dello specchio per esaurirsi verso la parte bassa delle sfere in vetro. Le sfere in vetro vengono a perdersi nella lunghezza dell’intero controsoffitto a specchio e occorre provare a immaginarsi l’effetto di fuga prospettica verso il fondo della galleria espositiva per capire come la lunghezza associata alla moltitudine di sfere in vetro possa creare una scenografia aerea che non viene ad interferire con la luce delle opere d’arte che vengono esposte sui pannelli in metallo. Seicento metri quadrati dedicati all’uomo, alle sue espressioni artistiche, al suo desiderio di incontrare il gusto, al piacere di poter cenare trovando in un menu’ la sperimentazione di ricette dove gustare temi artistici reinterpretati nella creatività della cucina più all’avanguardia e raffinata, nell’occasione di camminare tra opere d’arte e scoprirle poi in un semplice piatto o dentro un progetto architettonico … Arch. Paolo Maldotti