Hotel Maggior Consiglio | andrea barasciutti
Treviso / Italy / 2000
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Lungo la storica via del Terraglio, alle porte della città, l’insegna “Maggior Consiglio” segnale un grande e moderno complesso alberghiero destinato a riqualificare l’offerta di ospitalità di Treviso.
Il “Maggior Consiglio” offre 120 tra camere e suite volutamente differenziate nello standard di servizio e quindi nelle tariffe, un Centro Congressi dotato di una sala polivalente da 500 posti (la più grande della città) abilitata a pubblico spettacolo, il ristorante-pizzeria aperto al pubblico con una grande cucina capace di sostenere la banchettistica, un Centro Benessere di altissimo livello dotato anche di una grande piscina, la comodità di parcheggi (200 posti) e garage (100 posti). Le aziende, le associazioni di categoria e culturali hanno già trovato in questa struttura un preciso punto di riferimento, sia per l’immagine che per la flessibilità di impiego.
L’Albergo è stato inaugurato nel 2002 e ha riscosso un immediato successo; strategica la collocazione in una zona commerciale e di servizi (a breve distanza c’è il centro sportivo del gruppo Benetton “La Ghirada” con campo da golf e da rugby), proprio accanto all’asse viario tangente alla città che consente rapidi collegamenti con gli aeroporti S. Giuseppe (un chilometro) e Marco Polo di Venezia (15 chilometri) e con la rete autostradale (il casello Treviso Sud della A27 per Belluno e Cortina è a 3 chilometri e in pochi minuti si raggiunge in direzione opposta allo snodo di Venezia-Mestre).
Il Terraglio è l’asse di collegamento tra Venezia e Treviso aperto da Napoleone nei primi anni dell’Ottocento per raggiungere dalla laguna veneta Pontebba e la via per l’Austria.
Non si è voluto creare una finta villa veneta, riproponendo però alcuni temi caratteristici delle storiche dimore: l’assetto longitudinale Sud-Nord del fabbricato ben discosto e parallelo al Terraglio; un asse d’ingresso centrale e perpendicolare, un edificio formato da un corpo principale e da due ali che avanzano all’estremità.
Anche i materiali usati sono quelli della tradizione: intonaco finito a coccio pesto (polvere di laterizio macinato e steso con la calce) per le due ali e intonaco di calce e sabbia di campo per il corpo centrale.
Il grande zoccolo che fascia il piano terreno è rivestito da una pietra dorata che porta un tono caldo al basamento dell’edificio.
Anche per i percorsi esterni sono stati utilizzati materiali evocativi (ma riattualizzati) di soluzioni tradizionali: non la classica ghiaia, ma un conglomerato di ghiaino impastato con resine.
Particolare la copertura dell’edificio (“alleggerita” dal grande nastro vetrato orizzontale del terzo piano) perché l’attacco al grigio cielo invernale risulta mitigato da una soluzione che nel colore e nella forma ricorda i tetti arrotondati delle Basiliche Palladiane e le cupole delle Chiese venete ricoperte in piombo; una soluzione, in effetti, tecnologicamente all’avanguardia perché il tetto è ventilato al suo interno ed è stato realizzato in un nuovo materiale di brevetto tedesco (una lamiera in lega di zinco e titanio che ricorda il piombo).
Il grande edificio sembra così “meno pesante”, perché la massa muraria si ferma ai tre primi livelli fuori terra e perché non incombe sulla strada, separata da una grande area verde (che corre tutto intorno all’edificio comprendendo piazzole di parcheggio con manto erboso per 200 auto) delimitata dalla tipica fila di platini parallela al Terraglio.
Il cancello centrale ha una funzione solo scenografica perché gli ingressi sono sulle due vie laterali.
Dal punto di vista tecnologico la realizzazione è stata particolarmente impegnativa perché il livello della falda acquifera si trova ad appena un metro e 40 sotto il piano di campagna, mentre lo scavo – su una superficie di 4.500 metri quadrati – ha raggiunto una profondità di 7.50 metri.
La parte scavata forma una grande vasca con intercapedine che comprende oltre alle fondamenta dell’edificio anche il piazzale antistante nel quale sono stati ricavati i due piani dell’autorimessa da 100 posti (dotati di impianto antincendio automatico con sprinkler e relative riserve idriche), i servizi e la parte impiantistica (magazzini, centrale termica, centrali frigorifere).
Una stazione di pompaggio nell’intercapedine garantisce al complesso di non affondare!
Un grande taglio verticale segnala l’ingresso principale e percorre con una grande vetrata il centro della facciata per dare una certa immagina vitale nella visione notturna. L’ingresso automatizzato è stato risolto con una porta esterna curva scorrevole abbinata a una seconda porta interna che garantisce sempre un taglio termico acustico.
Ristorante e Centro Congressi e, sul retro, il Centro Fitness hanno propri ingressi autonomi con relativi parcheggi.
Il “Maggior Consiglio” offre 120 tra camere e suite volutamente differenziate nello standard di servizio e quindi nelle tariffe, un Centro Congressi dotato di una sala polivalente da 500 posti (la più grande della città) abilitata a pubblico spettacolo, il ristorante-pizzeria aperto al pubblico con una grande cucina capace di sostenere la banchettistica, un Centro Benessere di altissimo livello dotato anche di una grande piscina, la comodità di parcheggi (200 posti) e garage (100 posti). Le aziende, le associazioni di categoria e culturali hanno già trovato in questa struttura un preciso punto di riferimento, sia per l’immagine che per la flessibilità di impiego.
L’Albergo è stato inaugurato nel 2002 e ha riscosso un immediato successo; strategica la collocazione in una zona commerciale e di servizi (a breve distanza c’è il centro sportivo del gruppo Benetton “La Ghirada” con campo da golf e da rugby), proprio accanto all’asse viario tangente alla città che consente rapidi collegamenti con gli aeroporti S. Giuseppe (un chilometro) e Marco Polo di Venezia (15 chilometri) e con la rete autostradale (il casello Treviso Sud della A27 per Belluno e Cortina è a 3 chilometri e in pochi minuti si raggiunge in direzione opposta allo snodo di Venezia-Mestre).
Il Terraglio è l’asse di collegamento tra Venezia e Treviso aperto da Napoleone nei primi anni dell’Ottocento per raggiungere dalla laguna veneta Pontebba e la via per l’Austria.
Non si è voluto creare una finta villa veneta, riproponendo però alcuni temi caratteristici delle storiche dimore: l’assetto longitudinale Sud-Nord del fabbricato ben discosto e parallelo al Terraglio; un asse d’ingresso centrale e perpendicolare, un edificio formato da un corpo principale e da due ali che avanzano all’estremità.
Anche i materiali usati sono quelli della tradizione: intonaco finito a coccio pesto (polvere di laterizio macinato e steso con la calce) per le due ali e intonaco di calce e sabbia di campo per il corpo centrale.
Il grande zoccolo che fascia il piano terreno è rivestito da una pietra dorata che porta un tono caldo al basamento dell’edificio.
Anche per i percorsi esterni sono stati utilizzati materiali evocativi (ma riattualizzati) di soluzioni tradizionali: non la classica ghiaia, ma un conglomerato di ghiaino impastato con resine.
Particolare la copertura dell’edificio (“alleggerita” dal grande nastro vetrato orizzontale del terzo piano) perché l’attacco al grigio cielo invernale risulta mitigato da una soluzione che nel colore e nella forma ricorda i tetti arrotondati delle Basiliche Palladiane e le cupole delle Chiese venete ricoperte in piombo; una soluzione, in effetti, tecnologicamente all’avanguardia perché il tetto è ventilato al suo interno ed è stato realizzato in un nuovo materiale di brevetto tedesco (una lamiera in lega di zinco e titanio che ricorda il piombo).
Il grande edificio sembra così “meno pesante”, perché la massa muraria si ferma ai tre primi livelli fuori terra e perché non incombe sulla strada, separata da una grande area verde (che corre tutto intorno all’edificio comprendendo piazzole di parcheggio con manto erboso per 200 auto) delimitata dalla tipica fila di platini parallela al Terraglio.
Il cancello centrale ha una funzione solo scenografica perché gli ingressi sono sulle due vie laterali.
Dal punto di vista tecnologico la realizzazione è stata particolarmente impegnativa perché il livello della falda acquifera si trova ad appena un metro e 40 sotto il piano di campagna, mentre lo scavo – su una superficie di 4.500 metri quadrati – ha raggiunto una profondità di 7.50 metri.
La parte scavata forma una grande vasca con intercapedine che comprende oltre alle fondamenta dell’edificio anche il piazzale antistante nel quale sono stati ricavati i due piani dell’autorimessa da 100 posti (dotati di impianto antincendio automatico con sprinkler e relative riserve idriche), i servizi e la parte impiantistica (magazzini, centrale termica, centrali frigorifere).
Una stazione di pompaggio nell’intercapedine garantisce al complesso di non affondare!
Un grande taglio verticale segnala l’ingresso principale e percorre con una grande vetrata il centro della facciata per dare una certa immagina vitale nella visione notturna. L’ingresso automatizzato è stato risolto con una porta esterna curva scorrevole abbinata a una seconda porta interna che garantisce sempre un taglio termico acustico.
Ristorante e Centro Congressi e, sul retro, il Centro Fitness hanno propri ingressi autonomi con relativi parcheggi.
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Lungo la storica via del Terraglio, alle porte della città, l’insegna “Maggior Consiglio” segnale un grande e moderno complesso alberghiero destinato a riqualificare l’offerta di ospitalità di Treviso.Il “Maggior Consiglio” offre 120 tra camere e suite volutamente differenziate nello standard di servizio e quindi nelle tariffe, un Centro Congressi dotato di una sala polivalente da 500 posti (la più grande della città) abilitata a pubblico spettacolo, il ristorante-pizzeria aperto al pubblico...
- Year 2000
- Work started in 1999
- Work finished in 2000
- Client Brefin Group S.r.l.
- Status Completed works
- Type Hotel/Resorts
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