CONCORSO DI PROGETTAZIONE NAZIONALE PER L’ADEGUAMENTO LITURGICO DELLA CATTEDRALE DI ACERRA

Acerra / Italy / 2010

0
0 Love 2,812 Visits Published
Attraverso le sue architetture, la chiesa ha sempre saputo rivolgere la sua attenzione alla comunità dei fedeli modellando spazi di grande qualità e dando differenti risposte nell’evoluzione di stili e linguaggi. Questo anche perché da sempre architettura e liturgia hanno vissuto in uno stretto rapporto di reciproco stimolo ed ausilio; una corrispondenza spesso modificata dal tempo, a seguito di cambiamenti avvenuti nella società civile, nella ricerca ecclesiale e nel modo dell'uomo di relazionarsi a Dio. Si è tenuto conto nelle scelte progettuali che non ci si trovava di fronte ad un santuario o ad una chiesa votiva, ma ad un luogo dove si celebra l’eucaristia nel giorno del Signore e si amministrano i sacramenti per la vita della comunità locale; quindi l’esigenza del luogo non è solo funzionale ad una comunità convocata, ma è strettamente collegata al rito. Coscienti che la celebrazione di un rito non è affatto semplice e lineare, perché mette insieme in modo simbolico una dozzina di codici come la parola, i gesti, il tempo, la musica, i ministranti, l’iconografia, ecc., si è cercato di individuare delle scelte progettuali che fossero espressioni, simbolo di una identità collettiva, seppur consapevoli che il tema dell’adeguamento liturgico dell’area presbiteriale della Cattedrale di Acerra, ha un grado di difficoltà elevato all’interno di una edificio con un valore architettonico oramai consolidato; dunque risulta fondamentale l’impegno per una rilettura contemporanea del contesto esistente cercando di ri-portare in superficie l’anima dei luoghi e rendendo il più possibile leggibili e tangibili, le tracce del tempo. L’organizzazione dell’insieme del progetto manifesta questo intento, modulando lo spazio e la luce per mezzo di un espediente semplice ed elegante quale quello di posizionare l’altare al di sotto della cupola divenendo “tramite tra cielo e terra” e ridandole centralità focale. Attraverso questa soluzione la capacità iconica dell’architettura è utilizzata al meglio delle sue possibilità: la relazione navata-presbiterio si amplia spazialmente. L’altare che un tempo campeggiava oltre le due balaustre, rette da colonne monocrome (che verranno musealizzate – poiché la loro ricollocazione nella sede originale risulta impossibile secondo i canoni del Concilio Vaticano II) torna a essere una mensa nobilitata protetta superiormente dai quattro evangelisti. La scelta di musealizzare le antiche balaustre deriva dalla considerazione che un luogo "sacro" deve rispettare la dinamica etnico-ecclesiale, favorendo un passaggio dall'estraneità alla prossimità e non presupponendo una comunità già fatta (Mons. R. Tagliaferri). Deve prevedere un cammino di avvicinamento che metta a contatto, che annulli le distanze. Lo spazio "sacro" non deve ghettizzare, escludere, separare, identificare, ma aprire sul diverso, dialogare col mondo. "Deve essere un luogo, come scrive Louis I. Kahn, per chi non vi entra mai, per chi vuol starvi vicino senza entrare, e per chi vi entra".
0 users love this project
Comments
    comment
    user
    Enlarge image

    Attraverso le sue architetture, la chiesa ha sempre saputo rivolgere la sua attenzione alla comunità dei fedeli modellando spazi di grande qualità e dando differenti risposte nell’evoluzione di stili e linguaggi. Questo anche perché da sempre architettura e liturgia hanno vissuto in uno stretto rapporto di reciproco stimolo ed ausilio; una corrispondenza spesso modificata dal tempo, a seguito di cambiamenti avvenuti nella società civile, nella ricerca ecclesiale e nel modo dell'uomo di...

    Project details
    • Year 2010
    • Status Competition works
    • Type Churches
    Archilovers On Instagram