“CONCORSO PER LA REALIZZAZIONE DI UN’OPERA D’ARTE PER LA CASERMA DEI VIGILI DEL FUOCO DI GARDOLO”

La ricerca di questo risultato, attraverso l’analisi del luogo e quindi dello spazio, della luce e della forma, ha portato alla realizzazione di un bozzetto, in scala 1/7, che ha inteso rappresentare gli elementi prima citati, attraverso l’utilizzo di materiali assolutamente naturali, quali il ferro (proveniente dalla terra) e il vetro (temprato dal fuoco), azzurro a simboleggiare l’acqua e rosso per il fuoco. L’esigenza di raccogliere tutti questi elementi in un’unica opera ha condotto all’idea di realizzare una sorta di grande lembo di terra attraversato dall’acqua e dal fuoco. La terra viene rappresentata da una grande tavola (180 x120 cm) di metallo pigmentata e cosparsa di colature di saldatura: è proprio dalla terra che si estrae il metallo. Il vetro è la materia che meglio si presta a rappresentare la luminosità del fuoco e la trasparenza dell’acqua: ed è proprio attraverso il fuoco e l’acqua che si realizza e lavora il vetro. Il posizionamento dell’opera è ipotizzato nell’ampia piazzetta antistante l’edificio, quasi a segnarne l’ingresso, centralmente, in modo da consentire un’ampia visibilità dell’opera stessa e dell’edificio e senza alterare in alcun modo l’architettura del complesso edificato, diventando un “unicum”. Questo segno, quasi un obelisco, semplicemente ancorato, con dei tasselli a scomparsa, alla base pavimentale della piazzetta antistante l’edificio va a costruire e completare così l’architettura del monumento che diventa polo attrattore del luogo. Il “monumento” diventa percettivo. Lo spazio all’intorno ci permette ri-vivere, ri-sentire, momenti, fatti e persone. La latenza geometrica dell’opera vuole essere non solo espressione artistica ma anche espressione di sentimenti. Nell’opera, quindi sono contenuti i segni e i simboli, elementi essenziali dell’immaginario dell’uomo, elementi capaci di creare un’apertura al di là del tempo e dello spazio.