Piazza Kennedy | Paolo Cogotti

Ravenna / Italy / 2010

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ANALISI URBANA E SPUNTI PROGETTUALI Il progetto di Piazza Kennedy, oltre che dalle esplicite richieste dell'Amministrazione Comunale, nasce dalla collocazione dello spazio da progettare all'interno di un sistema urbano articolato in un percorso costituito da piazze e vie cittadine che creano con armonia e proporzione un continuo alternarsi di pieni e vuoti, che, come in una partitura musicale, dettano il ritmo per chi percorre il centro storico di Ravenna. RITMO e PROPORZIONE, PIENI e VUOTI, queste le sensazioni scaturite da un primo sopralluogo. Il rapporto tra l'edificato e i vuoti urbani ci riporta alla storia della città in generale e in particolare alle origini della piazza oggetto del concorso; il vecchio quartiere ebraico demolito da vita allo spazio di piazza Kennedy senza che il tempo gli renda giustizia, segregandolo ai giorni nostri alla destinazione di parcheggio per molto tempo. La MEMORIA di qualcosa che è esistito e che il tempo ha spazzato via, costituisce un altro tassello del nostro mosaico. L'architettura della piazza ci ha spinti ad ulteriori riflessioni. Forme e stili differenti convivono in uno spazio che risulta per certi versi austero, per altri incompiuto ma sicuramente privo di una connotazione di piazza visto e considerato che questa destinazione è stata acquisita per sottrazione di un volume e non attraverso una vera e propria stratificazione o pianificazione urbana. Ne scaturisce un’ immagine non finita che ci riporta alla dimensione dello scavo archeologico dove si percepisce la sottrazione di qualcosa che ha tolto da un lato e ha dato dall'altro, ridisegnando un vuoto urbano in attesa di un volto riconoscibile. L'analisi storica si sovrappone, con dichiarata semplicità, al desiderio di recepire uno spunto dal legame tra la città e la tradizione musiva; una sovrapposizione che trova un parallelo nel rapporto tra il vuoto e il pieno, tra il COLORE e il BIANCO/NERO, e in generale nel contrasto tra ciò che “è” e ciò che “è stato”, tra PASSATO e PRESENTE. Questo gioco si è prestato facilmente a divenire il filo conduttore della progettazione, offrendoci la possibilità di individuare nel mosaico lo spunto e nel contrasto tra due differenti temi il richiamo alla storia. IL PROGETTO Partendo da quanto specificato nel paragrafo precedente il percorso progettuale ci ha indotti a seguire una strada chiara e piuttosto netta. −La rievocazione dell'isolato demolito viene evidenziata nelle intenzioni progettuali sia nella percezione diurna degli spazi che in quella notturna. Da qui la scelta di dare un volume, seppur minimo (circa 40 cm di altezza), al sedime del vecchio isolato che risulta staccato da terra e che grazie ad una specifica illuminazione anche nelle ore notturne acquisisce una propria identità e autonomia. Questa nuova presenza volumetrica all'interno dello spazio piazza diventa per noi il riferimento al passato, alla MEMORIA, e rivestendosi di una TEXTURE monocromatica si trasforma in una piattaforma da cui poter osservare il contesto e su cui galleggiano le funzioni principali ovvero le sedute e la loggia/contenitore dei servizi di trasporto e di eventuali piccole attività commerciali (edicola, bar ecc). La piattaforma gestisce anche i flussi pedonali che attraversano la piazza e grazie a rampe di collegamento rende accessibile lo spazio per chi provenga da qualsiasi direzione. La TEXTURE della pavimentazione –la trama - prende origine dalla facciata del Palazzo del Mutilato con il quale dialoga riprendendone il ritmo e la scansione della pilastratura principale. −L'orientamento. Il progetto si attesta alla facciata del Palazzo Rasponi delle Teste che diventa un riferimento per l’ordito di questo nuovo tappeto urbano e si riappropria della valenza architettonica legata non solo alla presenza scenica ma anche ad un puro formalismo con il quale il progetto, seppur in chiave contemporanea, si confronta. Dal ritmo della facciata scaturisce il disegno della pavimentazione su cui si poggia la nostra piattaforma, in modo che naturalmente l'ampiezza del di-segno sia adeguata ai PIENI e ai VUOTI della facciata stessa. Quindi l'architettura diventa generatrice del disegno urbano e la piazza lo specchio in cui quell'architettura può riconoscersi. −Il riferimento al mosaico. La pavimentazione su cui si poggia la nostra piattaforma è costituita da più materiali e colori che prendono spunto proprio da alcuni dei tanti esempi della tradizione musiva ravennate. Da qui nasce l’accostamento tra il laterizio, la cui posa in opera consente di ricamare diverse soluzioni esecutive, il conglomerato bituminoso colorato, che nella sua omogeneità e compattezza si contrappone al disegno più tradizionale del laterizio, il manto erboso che spezza il ritmo dell’orditura e lo specchio d’acqua in cui convergono tutti gli altri materiali che ne diventano il fondale. L’orditura primaria del mosaico nasce, come già specificato, dalla facciata del Palazzo Rasponi delle Teste, mentre quella del laterizio si trasforma in una orditura secondaria con l’intento di dare al progetto una maggiore complessità. −La predisposizione ad eventi e manifestazioni. La piattaforma diventa una sorta di area pedonale protetta ma anche uno spazio versatile adatto a qualsiasi tipo di evento (mercatini, fiere, concerti o spettacoli teatrali….); negli schemi inseriti nella tav 01 sono indicate alcune soluzioni per la disposizione di “palchi” e “platee” o banchi per il commercio ambulante. −L’illuminazione non è solo parte integrante del progetto; l’anima notturna della piazza non è altro che il riemergere dell’isolato ebraico dalle pagine della memoria. Il “pieno” si riprende il proprio spazio grazie alla luce radente che lo eleva e lo stacca dal suolo lasciando la possibilità di intravedere e rievocare vecchi scenari e offrendo la possibilità al cittadino di riappropriarsi degli antichi percorsi. La pavimentazione monocromatica assolve il compito di rendere la rievocazione del passato simile ad una foto in bianco e nero senza lasciare spazio ad eccessi o a protagonismi stilistici fini a se stessi. I percorsi principali di attraversamento e le aree attrezzate con sedute sono sottolineate da proiettori incassati a pavimento. Lo spazio di pertinenza del Palazzo Rasponi delle Teste è illuminato in parte dall’alto con corpi illuminanti sostenuti da pali in acciaio Cor-ten e in parte dall’illuminazione radente che corre lungo il bordo della piattaforma. La presenza delle alberature e la luce dall’alto contribuiscono a ricostruire una visuale di scorcio del prospetto dell’edificio come previsto dalla percezione originaria all’epoca della sua costruzione. Infine la parte centrale della piazza e l’asse Piazza Duomo- Piazza del Popolo sono illuminate dall’alto per far si che i colori e i materiali dell’ordito risaltino maggiormente rispetto alla monocromia della piattaforma. - La loggia. L’unica emergenza architettonica è costituita da un elemento leggero in acciaio bianco, contenitore delle funzioni richieste esplicitamente dal bando, ovvero la sosta per i mezzi pubblici, un’ edicola già esistente ed eventuali altre piccole attività. Il modulo e la forma della loggia prendono origine dalla trama della pavimentazione trasformandola anche in questo caso in un rapporto dicotomico tra pieni e vuoti sia in elevato che in pianta. L’ingresso al Palazzo del Mutilato diventa generatore di un asse visivo per chi sopraggiunge nella piazza attraverso il trasporto pubblico. I tagli della copertura non sono soltanto un riferimento planimetrico ma anche un’occasione per alleggerire la struttura e la sua presenza nella piazza.
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    Project details
    • Year 2010
    • Status Competition works
    • Type Public Squares
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