Piazza Verdi-La Spezia

La Spezia / Italy / 2009

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Uno “square-garden” per la città del III Millennio La città è ripartita E così ogni secolo (per gli ultimi tre) Spezia ha trovato motivazione per rimettersi in gioco, preparandosi al futuro; ma la storia delle città, non sempre collima con la vicenda umana, così i processi di trasformazione spesso impiegano troppo a delinearsi perché l’uomo li colga completamente. L’800 è stato caratterizzato dalla nascita dell’Arsenale e dell’Umbertino Il XX secolo è stato segnato dall’espansione ad Est della città, superando i ristretti limiti imposti dalla natura e acquisendo allo spazio urbano, la piana di Migliarina. Il III Millennio si apre con il Piano Strategico e le grandi trasformazioni: l’assetto viario, il Waterfront e le strutture per il diporto che ripensano il rapporto città-mare, il rafforzamento della dimensione turistica e culturale, il riutilizzo delle aree militari, determinanti per i nuovi destini. Nel processo virtuoso, innescato dalla crisi, Spezia si ripensa: ora è la volta di Piazza Verdi, cuore della città: se Sant’Agostino è la piazza storica della nobiltà, e Piazza Beverini è quella dei “poteri”, Piazza Chiodo è la piazza aulica, Piazza Brin è la piazza del quartiere operaio, Piazza Europa quella della città moderna, Piazza Verdi segna il legame tra le due città: quella ottocentesca e quella novecentesca, luogo di rappresentanza per eccellenza. Ma questo ruolo è oggi fortemente limitato. L’inquinamento acustico, le automobili, hanno ridotto potenzialità e aspettative della piazza: non solo luogo di incontro, ma anche delle manifestazioni pubbliche, delle solenni riunioni cittadine, oggi “sfrattate” verso Piazza Europa, non rispondente alla raccolta solennità che la città ricerca per i suoi momenti topici: si può solo immaginare il senso di intima vita cittadina che trasmetteva Piazza Beverini. In piazza Verdi sono soprattutto i giovani ad aver resistito: è il luogo di ritrovo delle giovani generazioni, che utilizzano la scalea delle Poste come naturale seduta; il progetto intende enfatizzare questo ruolo della piazza, moltiplicare le possibilità di utilizzo da parte delle giovani generazioni anche in senso simbolico. Il lucido disegno urbano è incentrato sulle assiale: l’asse Est-Ovest dall’Arsenale giungeva in Piazza Verdi, sulla facciata del Politeama, stabilendo un ideale rapporto tra la città della Tecnica e della Produzione, e la città dei teatri (il Politeama, inaugurato con l’Aida nel 1880). L’asse va ripristinato: è determinante per capire la città e della sua genesi; occorre sacrificare i pini, perché “innaturali” alla storia della piazza stessa. Ma da notare la coincidenza che vede il campanile di San Giovanni, emblema di Migliarina, su questo asse, a sottolineare il percorso che dalla porta dell’arsenale, per Piazza Verdi, giunge a Migliarina, seguendo Spezia nella sua espansione. Attenzione merita l’asse di Via del Torretto, originariamente stretto tra collina e linea di costa: questo asse, che attraversava diagonalmente il sito, ci pare rappresentare la sintesi della sua genesi: intendiamo riproporne la lettura nel progetto. La proposta progettuale 1. “square-garden” per in centro cittadino 2. “square-garden” per ricordare gli “Illustri Spezzini” che hanno fatto grande la cultura della città 3. “square-garden” per ricordare il suo titolare: Giuseppe Verdi. Sono questi i tre assunti che caratterizzano la proposta, convinti che topologia e topografia possano essere dati connotativi dello spazio urbano; del resto, aveva ragione Lewis Mumford, quando diceva che “la città, quale si rivela nella storia, è il punto di massima concentrazione dell'energia e della cultura di una comunità. In essa i raggi irradiantisi da parecchie sorgenti di vita sono messi a fuoco guadagnando in significato ed efficacia sociale... nella città, edifici, monumenti, testimonianze permanenti arricchiscono la memoria vivente”. La natura dell'attuale “geometria” della Piazza, con una pronunciata dimensione longitudinale, nonché la naturale divisione in tre parti anche in ragione della viabilità trasversale che attualmente vi si attesta, legittima, appunto, una lettura in tre parti: due “testate” e una parte centrale (corrispondente al Politeama). Da questa possibile tripartizione, consegue la proposta di sottolineare funzionalmente queste aree della piazza, dando loro forma e connotazione diversa. Ciò, nel rispetto della permanenza della viabilità longitudinale, marginandola sul lato a valle, evitando quell'assialità che oggi la rende protagonista. 1. E' vero che Spezia dispone di importanti aree verdi, ma è altrettanto vero che piazza Verdi, dalla demolizione del Politeama ha assunto le caratteristiche di un “largo” urbano; la presenza dei tipici alberi di arancio sarà aumentata, a “compensazione” del sacrificio dei pini. 2. Riconosciamo al progetto l'occasione solennizzare gli “uomini illustri” della storia antica e recente di Spezia, di coloro che hanno concorso a costruire l'identità culturale e l'immagine distintiva della città. Grave sarebbe scadere nel monumentalismo e proprio per questo timore il Maestro che sovrintende al progetto artistico (da sempre impegnato in una personale ricerca sulla rappresentazione umana), ha inteso realizzare un simbolico avvicinamento tra “Illustri Spezzini” e cittadini, riproponendo un dialogo quotidiano, fuori dal tempo e dallo spazio. Così gli “Illustri Spezzini” si raccolgono in una quinta curva, che raccoglie le tensioni che la distribuzione delle altre tre opere, nel vasto spazio della piazza, genera. 3. Nel “terzo” centrale della Piazza, si propone una struttura coperta, una “membrana celeste”, di potenziale valenza teatrale, una Urban Hall. Qui sarà collocata la parte maggiore dell’opera scultorea, dedicata alla musa di Verdi e a Verdi stesso: una scultura di valore iconologico riassuntivo; questo “richiamo” scultoreo alla Musica e a Verdi costituirà il motivo dominante della proposta dal punto di vista plastico. In definitiva, la nuova piazza, non sarà più uno “spazio da percorrere”, ma piuttosto uno “spazio organico” artisticamente modellato, capace di suggerire una nuova importante vita di relazione: grazie alla “membrana celeste”, oltre ad offrire una “condizione psicologica” avvolgente, sicura, potrà essere vissuta anche in giorni uggiosi, (consentendo sempre la programmazione degli eventi cittadini), anche nelle ore serali, per la suggestiva illuminazione, inoltre la “membrana celeste” nelle ore notturne potrà diventare schermo, per accogliere proiezioni e scenografie mobili, librate nel cielo della vita serale. La pavimentazione complessiva della piazza è pensata in due diversi materiali, una pietra nobile (santa fiora o pietra etrusca) uguale a quella delle sculture, lavorata in due modalità, che verrà utilizzata, in finitura fine, nella parte centrale, e finitura più grossolana, per disegnare i 17 archi di cerchio, che ricorderanno, con l’incisione del titolo, le opere di Verdi. l’altra di più modesta finitura ma omogenea per colore, per la parti laterali. Le sculture: un luogo d’incontro fra presente e passato, verso il futuro Il “racconto plastico” si colloca sinuosamente sulla superficie della piazza, dialogando con l’asse di via del Torretto, suggerendo una lettura dinamica della composizione. La figura di Giuseppe Verdi emerge plasticamente da un primo gruppo di Muse, figure allegoriche delle Arti, particolarmente, Talìa, Melpòmene, Tersicore, Euterpe (musa della Musica e della Poesia lirica). Sul pavimento della Piazza, come Onde che si propaghino dalla figura di Verdi, i Titoli delle sue grandi Opere: un “memorial” per non dimenticare. Nel suo insieme la nuova Piazza Verdi, sarà il luogo dell’incontro fra presente e passato, verso il futuro; dove i cittadini si sentiranno più uniti col passato e proiettati verso il futuro, accompagnati da personaggi e da valori lirici universali; protetti, in alto, da una copertura così esile che li spingerà a guardare in alto, verso il cielo. E dialogare con la bellezza.
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    Project details
    • Year 2009
    • Client Comune della Spezia
    • Status Competition works
    • Type Public Squares
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