Casa M | pierluigi molteni

Progettista: Arch. Pierluigi Molteni Collaboratori: Iotti+Pavarani Architetti Il progetto prevedeva la ristrutturazione di un fabbricato precedentemente destinato alla conduzione di un fondo agricolo e suddiviso in una parte abitativa più antica ed in una parte destinata a stalla e ricovero attrezzi e macchinari di più recente costruzione. Il fondo agricolo su cui sorge la preesistenza è in posizione isolata, senza alcun riferimento visuale con altre costruzioni vicine, in un contesto naturale di grande pregio. L’insieme versa in grave stato di degrado ed abbandono. La proprietà committente era costituita dai nuclei familiari di due fratelli, imprenditori nel campo della vendita di alimenti biologici, e da quello d’origine dei genitori. Il progetto si proponeva di applicare principi di bioedilizia, sia per quanto riguardava i materiali da costruzione utilizzati e le relative finiture, sia per le dotazioni impiantistiche, in un’ottica di ottimale utilizzo delle risorse e di contenimento dei consumi energetici. Si voleva inoltre garantire il più stretto contatto possibile con l’intorno naturale non solo in termini di interrelazione visiva e funzionale tra interno ed esterno, ma anche di corretto inserimento ambientale del nuovo edificio. Gli interventi esterni previsti, messi a punto con la consulenza di associazione naturalistiche, erano volti a preservare e valorizzare il contesto naturale costituito dal fondo agricolo esistente e dall’annesso macero, allargando il campo di interesso ad un ambito più allargato rispetto alla semplice scala edilizia. Il critico stato di conservazione dell’edificio preesistente, lo scarso valore costruttivo , storico e formale della parte più recente, le nuove esigenze abitative, l’intenzione di applicare tecniche e materiali evoluti hanno consigliato la completa sostituzione, consentendo l’adozione di un linguaggio formale contemporaneo ma al tempo stesso scrupolosamente attento al contesto. La volumetria preesistente, come prevedeva la normativa edilizia, veniva scrupolosamente rispettata, approdando però ad un organismo edilizio completamente rinnovato la cui articolazione rispettava logiche interne completamente opposte alla precedente organizzazione produttiva: apertura e massima permeabilità con la parte esterna privata a valle, dove si aprono le viste migliori e l’esposizione è più favorevole; chiusura a monte, verso il lato di ingresso al corpo di fabbrica.