Piazza e valle della Pietrosa | ERMANNO CORSARO

PROLOGO Urbanistica o Architettura? poesia o razionalità? ...... Bisognava che io sapessi cosa significasse progettare una intera zona in stato di abbandono (posta nel cuore del territorio urbano), deturpata nei prospetti da edifici di speculazione, a ridosso di parti di storia o dei racconti di auspici "LA PIEVE DELLA FONTE", ove un vescovoilluminato dalla speranza disse di scavare per dissetare: e l'acqua sgorgò e tuttora fuoriesce a testimonianza della vita e del tempo, caparbiamente perpetua. Ora, intorno solo sterpaglie, silenzi, desolazione, speculazione: LA VALLE DELLA PIETROSA. E' importante per comprendere la moralità progettuale dell'intervento, che io racconti la mia prima giornata a Lanciano in questa "pietrosa": arrivai con un bisogno lacerante di comunicare, volevo che quel luogo comunicassae, incidendo sugli strati più profondi del pensiero, dei sentimenti, delle passioni, ogni suo stimolo, tutte le sue storie, i suoi dolori, le angosce, i trionfi o le glorie come sue vocazioni. Lasciai la macchina tra le erbacce, lo stereo che suonava ed io con lo zoom per fissare non le immagini, ma racconti dai colori delle pietre, delle erbacce: volevo costringere il luogo ad amarmi. L'INTERVENTO ..... Sicuri che la qualità della vita dipende anche dalla qualità dei servizi e dalla "Architettura", dalla riqualificazione, dal rispetto e dalla vocazione dei luoghi urbani, nostro obiettivo era rispondere a queste esigenze, reinterpretando semplicemente il luogo e la vita quotidiana dei cittadini di Lanciano, con particolare interesse per i giovani, ma non meno per chi da pendolare vive e vivrà a Lanciano per studiare e lavorare. Potevano essere ipotizzate attrezzature di immediata ricettività tipo alberghi o residences con annessi servizi, ma ci è sembrato più opportuno rispondere prima alla ricreatività dei cittadini di Lanciano o a quella di una giornata da pendolare o da turista, che riscopra un piacere del luogo realmente definito e qualificato. Era ovvio a tal fine ridisegnare semplicemente nel rispetto delle forme e delle funzioni gli spazi da affidare e far vivere, godendoli, ai pedoni con belle piazze, che da sempre sono state e saranno la definizione spaziale architettonica e non superflua, nè tanto meno effimera, del luogo e della sua naturale vocazione alla funzione ed alla forma. ........ LA PIAZZA DELLA PIETROSA Le forme definiscono le strutture elementari degli spazi, connettendo emotività da sensazioni proprie, che il tempo storicizzato e reinterpretato dalla fantasia, intesa come ulteriore approfondimento dello scontato nell'ambito della passiionalità, racconta con limpidezza. La forma serena, vocazionale di un porticato alto 8 metri con pilastri da cm 80 per reggere semplicemente fioriere e passeggiata, curvo a tre punti viene dissacrato dalla rotazione di un corpo esterno, il portico della "Fontana", e l'acqua della fontana bagna la pavimentazione floreale, di cotto e pietra serena fra maioliche policrome ed ottoni lucidi a specchio, purificandoli ad espiazione del peccato del godimento. L'ovale ellittico nella sua pacata emotività è una "gabbia" però improvvisata trafitta da una rampa, che non violenta la piazza, ma ne procura ad essa e per essa un godimento sensuale completo, vera emotività sensoriale. Il gazzebo su di essa è contattabile nella sua denunzia di cultura estranea.