Casa Romanelli | DAKkSTUDIO Carmine di Cicco

Rapolano Terme Siena / Italy / 2011

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Relazione L’idea progettuale di casa Romanello parte dal concetto di rudere come paradigma di riferimento e come elemento ricorrente nel paesaggio Toscano. Il presupposto prioritario dell’intervento è dunque nell’assunzione del ‘valore’ dei ruderi e delle rovine, di cui la ‘materia segnata’ rappresenta la fisicità. “Rudero”, come scrive Cesare Brandi “sarà dunque tutto ciò che testimonia della storia umana, ma in un aspetto assai diverso e quasi irriconoscibile rispetto a quello precedentemente rivestito.” (Cesare Brandi, Teoria del restauro, Torino 1963; ed. 1977, p. 30). Con tutto ciò, questa definizione nel passato e nel presente resterebbe monca se la particolare modalità dell’esistenza, che nel rudero si vede individuata, non si proiettasse nel futuro con la deduzione implicita della manipolazione e della trasformazione dell’idea in manufatto. Il concetto di rudere come linea guida per la definizione della forma dello spazio della casa, prende spunto dalle numerose presenze sul territorio di nuclei abitativi contadini oramai diroccati, che oggi definiscono lo skyline toscano. Preesistenza sul territorio In questo senso la scelta linguistica del progetto è stata quella di usare metodi costruttivi tradizionali, ponendo l’attenzione alla storia, ma con soluzioni richieste dal committente, e nel rispetto delle norme dettate per le aree agricole, in cui sono indicati la semplicità strutturale, il tetto a falde e i materiali del luogo. Si manifesta in tal modo la valenza ambientale che connota il progetto, per la sua compenetrazione col paesaggio, la precipua aderenza tra costruito e contesto. Torre che identifica un luogo Rudero L’architettura si integra con l’intorno, trovando in forme e colori della natura lo spunto per una definizione spaziale e cromatica in armonia con il succedersi delle ore del giorno e delle stagioni. L’edificio si mimetizza con i colori del luogo, come un rudere tende a reintegrarsi con la terra, tornando a far parte dell’ambiente, non a caso i principali materiali usati sono infatti la pietra locale, legno, la terracotta delle tegole. La muratura esterna di pietre sbozzate a mano è montata a secco. La pianta aperta , dialoga selettivamente con il suo intorno: aperta alla calma del bosco, alla ricca vegetazione, ma chiusa ai rumori esterni al brusio delle auto che sfrecciano sulla Siena Bettole. L’elemento ordinatore, il punto di partenza di tutto l’edificio è la torre in pietra, che si rapporta direttamente con la nostra tipicità del paesaggio toscano. Orientata in modo da rapportarsi organicamente alla morfologia del terreno e alle forze presenti nel luogo, come ad esempio il vento che attraversa la piana, la torre rispetta anche le esigenze della committenza in cerca di silenzio e privacy, evitando la vista verso la SS e smorzando il rumore che essa produce. Infatti, nella vallata del Sentino, chiusa su tre lati, soffia da Ovest un vento molto forte che investe in pieno la costruzione e simbolicamente lo squarcia, scopre la struttura portante, facendone apparire l’anima. L’abitazione è quindi volutamente aperta su quel versante come se il vento l’avesse erosa, portando via le pietre della facciata, e rafforzando l’idea del rudere. Disintegrata la scatola muraria, setti verticali e orizzontali, definiscono una sequenza di spazi articolati in continuità ambientale e funzionale,consentono l’armonica convivenza delle destinazioni d’uso e una totale osmosi tra interno ed esterno. Le grandi vetrate, che scomparendo nel muro, permettono una maggiore compenetrazione tra il bosco circostante e l’interno che è suddiviso sostanzialmente in tre settori: la grande zona living, un secondo spazio più basso e sfalsato rispetto al primo, con l’area relax dove è collocato un camino in pietra. L’ultimo settore è la camera da letto anch’essa dotata di camino. Le proporzioni sono interpretate riflettendo lo stile di vita di chi ci abiterà. Questa proposta progettuale volge a migliorare qualitativamente il luogo quale era in origine, basti pensare all’edificio presente ora su quell’area con una cubatura di 1500 mc, in cemento prefabbricato e con pannelli di copertura in ondulina, che la committenza poteva anche decidere di mantenere. La scelta di sostituirlo, perdendo quasi il 50% del volume, è senza dubbio uno sforzo da premiare. L’intervento si fa promotore di questo sforzo, rispettando il luogo e la sua storia, eliminando la bassa qualità dell’oggetto esistente. L’apporto per questo edificio che guarda indietro, alle tradizioni e ai valori della storia, e al presente, per quei valori presenti sul territorio sotto forma di opere aggredite dal tempo che le ha rese affascinanti, vuole aggiungere un tassello che valorizzi e connoti il luogo e lo spazio in cui si trova. fotomontaggio Fotomontaggio Distribuzione funzionale interna La distribuzione funzionale prevede al piano terra un grande soggiorno pranzo, una sala con il camino leggermente sfalsata rispetto al pranzo, un corridoio con un bagno di servizio e una camera da letto con cabina armadio e un bagno. Una scala in legno conduce ad un locale sottotetto, non abitabile. Dall’ingresso principale si può accedere per mezzo di una scala al locale tecnico interrato, che conterrà tutti gli impianti: impianti idraulici : geotermia, recupero delle acque , solare; ed elettrici: fotovoltaico integrato con la rete. Il garage o fienile è previsto a quota -0, 40 cm rispetto al piano di calpestio, questo perché consente una migliore gestione come deposito o come parcheggio per l’auto e di accedere attraverso il locale tecnico direttamente in casa. Si è preferito utilizzare la parte interrata per comodità. La parte soprastante farà da sottotetto non accessibile. All’esterno del locale tecnico interrato si prevede uno scannafosso con accesso dove è più facile, non attraversando gli ambienti abitativi , la gestione delle macchine e la manutenzione. Le pareti di perimetro sono previste con doppio cappotto termico, rivestimento in pietra a secco all’esterno e rivestimento in cartongesso all’interno per uno spessore complessivo di circa 60 cm. Le finiture interne sono : parquet in legno di quercia, controsoffitti in cartongesso con lana di roccia, tinteggiatura a calce bianca . L’ impianto di riscaldamento è a pannelli radianti gestiti da un bollitore riscaldato con una pompa calore geotermica, e in parte da un doppio pannello solare posto sulla copertura. Gli impianti elettrici sono a norma di legge. La sistemazione esterna come si evidenzia negli elaborati grafici è molto naturale riprende nelle sue linee la morfologia del terreno e le essenze saranno di tipo autoctono , il tutto per dare un impatto zero sull’ambiente circostante.
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    Project details
    • Year 2011
    • Work started in 2006
    • Work finished in 2011
    • Status Completed works
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