I Colori del Sacro

La chiesa, storicamente intesa come luogo di preghiera e culto, conserva in ogni tempo la suggestione dello spazio costruito ad arte per esaltare e celebrare la ritualità ad esso legata, rimanendo sempre immagine e simbolo religioso. In tal senso, nell’allestimento delle opere di Marcello Mariani per la Mostra “I Colori del Sacro”, si è inteso recuperare la chiesa di San Domenico come contenitore ricco di suggestione e misticismo che gli derivano dalla presenza di molteplici visuali prospettiche sapientemente costruite per esaltare gli oggetti di culto. In questo spazio, l’allestimento interviene con una maglia di piani indipendenti che sottolineano l’esposizione, separandola formalmente dal volume spaziale storicizzato senza negarlo. Si è voluto valorizzare il carattere autonomo delle tele dando loro una dimensione quasi scultorea, sospendendole nello spazio secondo un ritmo in stretto rapporto con la scansione degli elementi architettonici del contenitore: le opere sono state collocate agli altari ed ai pilastri, canonici punti d’esposizione degli arredi sacri, ma sono state contemporaneamente decontestualizzate grazie alla creazione di un piano parallelo agli elementi architettonici, sì da utilizzare il fuoco d’interesse creato dall’architettura mantenendolo però separato. La grande croce occupa la navata centrale, ma staccandosi da terra, anch’essa sospesa su un piano indipendente inclinato e ruotato, permea lo spazio della chiesa, rompendo gli assi prospettici dati ed invitando ad una diversa fruizione dello spazio. La visione delle opere di Mariani, legate allo spirito ed alla sacralità della Terra e dell’Uomo, rinnova la funzione di luogo preposto allo Spirito ed al Sacro che il contenitore chiesa aveva perso.