Expo 2015 - Padiglione Svizzera | Luciano Palmiero

L'uovo, che è proprio ciò da cui nasce ogni singolo individuo, è da sempre simbolo potente dell'universale, e porta in se sia l'origine da cui tutto proviene che la ciclicità dell'eterno ritorno. Immagino spazi che vivono la presenza umana, si trasformano con essi ,la luce cambia ,l’atmosfera si fa più intensa. L’idea, individua nella concezione specifica della comunicazione visiva il mezzo imprescindibile per rendere oggettiva l’immagine del tema scelto. Gli elementi che generano la forma e lo spazio del progetto sono rintracciati nell’origine generatrice del pianeta: L’uovo. Metafora di vita ed energia, da dove tutto si genera. Immagino uno spazio fatto di vuoti, che diventano pieni quando sono attraversati e vissuti. L’impianto generale viene pensato come un giardino sospeso, quattro elementi di grande impatto iconico si proiettano nelle diverse direzioni quasi a determinare un orientamento nell’incertezza dei valori e della conoscenza, generando un ambiente di sospensione e di instabile equilibrio. La precarietà visiva delle parti diventa il motore scenico per rappresentare il tema principale dell’esposizione “ FEEDING THE PLANET, ENERGY FOR LIFE. Immagino piani inclinati che trasmettono il senso del transito, la sosta diventa sospensione nell’ombra generata da superfici che si sfiorano. La struttura si completa nello spazio ipogeo, dove tutte le funzioni vengono disposte in modo naturale, seguendo proiezioni e flussi generati dai corpi in elevazione, una rampa-giardino ne permette il collegamento, ponendosi come foresta transitoria che prepara i visitatori alla scoperta delle possibilità interattive offerte dall’organizzazione dello spazio espositivo che si propone con una diversa visione ed approccio alla conoscenza della vita ed al suo sviluppo. Immagino il profumo dei materiali, come ricordo dell’esserci stato. Cooperazione e Sviluppo nell’alimentazione. La Svizzera si propone come nuovo intermediario, fulcro centrale nell’organizzazione di partenariato mondiale, neutrale portatrice di una nuova linfa che vede nella partecipazione collettiva, nell’ascolto dell’altro il nuovo modo di porsi per rintracciare i percorsi possibili verso la salvezza. Immagino uno spazio come un paesaggio, senza porte e senza scale. Il visitatore verrà sollecitato dai possibili percorsi individuati dal progetto che vengono alimentati da superfici dinamiche, esperienze tattili ed audiovisive. Suoni, profumi e colori saranno generati e proporzionati in funzione del peso numerico dei visitatori, l’esperienza sensoriale sarà percepita e metabolizzata, lasciando un segno, una traccia profonda nell’individuo. Immagino uno spazio da poter percorrere ad occhi chiusi, seguendo i profumi della struttura. La pelle interna dei corpi in elevazione si trasforma con le persone, il visitatore contribuisce alla mutazione della tessitura originaria. Superfici sensibili al tatto, al calore umano. La pelle esterna di film fotovoltaico, assicura l’autosufficienza energetica all’intero padiglione. Immagino un’architettura che intrappola il cielo e ne libera un pezzetto con ogni persona che lo attraversa. Le spirali tendono verso l’alto, cercando nel moto ascendente di arrivare al punto stellare del progetto, l’immortalità come sogno realizzabile attraverso la cura del se, dell’altro, del nostro pianeta.