L'impronta dell'Acqua | Michela Rizzo

Concorso per la riqualificazione di Piazza Ferdinando di Savoia a Peschiera del Garda (Verona). Peschiera del Garda (Verona) / Italy / 2011

0
0 Love 1,142 Visits Published
L’idea di progetto L’acqua. La storia di Peschiera ci fa comprendere quanto la città sia strettamente legata al tema dell’acqua. Politicamente, geograficamente e morfologicamente l’innesto fra il paese e il lago è onnipresente per chi visita la città. Il leitmotiv acquatico non abbandona mai la vista di chi attraversa il paese. L’acqua sorprende appena usciti dal casello autostradale e accompagna durante il percorso che porta verso il centro. Siamo rimaste profondamente affascinate da questo panorama, portandolo con noi, anche solo mentalmente, all’interno, dove per ovvie ragioni l’acqua, i canali e il panorama lasciano spazio ai vicoletti dell’ “entroterra”. Una volta arrivate in piazza però, abbiamo avuto modo di notare, anche attraverso la documentazione tecnica fornitaci, che il tema acquatico scompare solo apparentemente. La piazza è infatti attraversata per tutta la sua lunghezza da una linea latente, rappresentata dall’interramento della vecchia darsena. Abbiamo scoperto che l’acqua, anche se in maniera simbolica percorre la piazza in tutta la sua lunghezza senza abbandonarla mai. Il primo tema che ci ha quindi suggestionate e portate a riflettere è quello dell’elemento naturale acqua, che sia fisicamente che simbolicamente scava il materiale e lascia un segno profondo, un impronta. A tal proposito le origini preistoriche di Verona ci sono subito tornate alla mente. La provincia di Verona è fortemente legata al tema del fossile, che parallelamente alla vocazione acquatica di Peschiera, diventa anch’esso richiamo per il turismo. Il legame fisico fra Peschiera, zona lacustre, e Bolca, zona a vocazione decisamente montana, probabilmente è latente, ma visto il forte richiamo che i due possono vantare dal punto di vista turistico, ci siamo spinte più avanti ricreando un filo rosso che fosse una vera e propria traccia da lasciare come impronta visiva. Collegando quindi il tema del ritiro delle acque lacustri, attraverso la darsena interrata presente in maniera latente, a quello del ritiro delle acque tropicali, che hanno poi lasciato un forte tesoro in termini di presenze fossili, abbiamo fatto emergere a livello di pavimentazione una gigantesca ammonite, che diventerà segno e impronta sul terreno. L’acqua torna anche fisicamente in superficie, attraverso vasche e fontane. Entrando a Peschiera lungo il tragitto che porta dall’autostrada al centro del paese si è costantemente accompagnati, sulla propria destra, dalla presenza del lago. Allo stesso modo, volevamo creare un motivo simile anche lungo il bordo della piazza, per poter permettere ai passeggeri che si trovassero a percorrere il sito in automobile, di avere sempre presente il motivo dominante, per poi riprenderlo reale e naturale in corrispondenza del ponte dei Voltoni. I centri – fuochi. Un’altra riflessione che abbiamo avuto modo di mettere in atto entrando in piazza, è stata quella di notare come l’attuale destinazione d’uso non consenta allo spazio di acquistare un carattere. Carattere che generalmente si identifica nella creazione di nodi, elementi di interesse, che determinano scorci e delineano una riflessione unitaria permettendo allo spazio progettato di acquisire un immagine propria. Le potenzialità sono già determinate dal contesto: Piazza Ferdinando di Savoia era originariamente piazza d’armi, quindi nodo strategico e militare, di cui rimangono tracce anche oggi. Essendo già presente un forte potenziale, l’intervento richiede quindi che vengano creati dei punti d’interesse, dei fuochi appunto, che diano origine a punti di vista particolari al fine di esaltare al meglio il patrimonio esistente. Ecco quindi che l’intervento diventa non solo opera, ma anche strumento con una funzione precisa: creare lustro e risalto a ciò che già esiste. I percorsi. Presupporre che l’esistente sia già un patrimonio da esaltare, impone che ciascun elemento rintracciabile nello stato attuale venga acquisito, rielaborato e restituito con un potenziale ancora maggiore. Come già fatto con l’elemento acqua, con il contesto architettonico, con nodi e punti di vista, anche i percorsi esistenti diventano in questo caso materiale su cui lavorare. Abbiamo quindi identificato delle direttrici che ci hanno permesso di definire diversi gradi di importanza e diversi tipi di flussi. Focalizzati questi ultimi sono state identificate funzionalità che a questi potevano essere deputate. Questo ci è servito anche per poter definire delle destinazioni d’uso precise che andassero a zonizzare l’area oggetto d’interesse. Il flusso principale è quello pedonale che dal centro scende attraverso via rocca, e determina il primo segno grafico a pavimento, dividendo in due la piazza. La seconda arteria di svincolo si identifica nella strada carrabile che da via XXX maggio si snoda verso il ponte dei voltoni. Questa strada è fondamentale per assicurare l’arrivo di tutti i mezzi, e secondariamente per assicurare lo svincolo verso i parcheggi. Inoltre è proprio questa strada che attraverso il suo sviluppo definisce uno dei bordi della piazza. Il terzo percorso che abbiamo deciso di esaltare è quello che da Via Ottellio porta verso la piazza. Questo snodo è fondamentale e importante perché configura un flusso meno statico e più funzionale. Durante il sopraluogo ci siamo accorte che la piazza è anche svincolo destinato al collegamento con l’entroterra di Peschiera, tanto più nel momento in cui la nuova progettazione della piazza tende a spostare l’asse di interesse del centro storico cittadino verso la Piazza d’Armi. Quindi si è cercato di esaltare anche quel tipo di flussi, che al di là della funzione archetipa della piazza tenderanno ad usare questo spazio solo come parcheggio o come tappa intermedia di collegamento fra altri punti di partenza ed altre mete. Se già nell’attuale questo tipo di frequentatori tende a sfruttare dei punti tangenziali per poter economizzare gli spostamenti, la progettazione puntuale e attenta di questo svincolo tende proprio ad articolare gli spazi anche a funzioni apparentemente meno nobili. La progettazione La piazza. La configurazione della piazza prende quindi origine dai temi sopra elencati. Possiamo procedere all’analisi del progetto vero e proprio attraverso la cronologia di quei nodi che diventano punti attrattori e creatori di nuove visuali. I tre centri generatori sono collocati in corrispondenza di tre punti nodali, da noi identificati, i quali oltre ad avere funzione generatrice, assumono contemporaneamente una forma propria, ovvero si configurano come oggetti reali e tangibili. Il primo punto è posto in prossimità della curva che si determina sulla strada carraia che da via XXX maggio porta verso il ponte dei voltoni ed incontra il sagrato. Qui l’elemento nodo si concretizza in una vasca d’acqua, origine poi di una fontana ancor più grande posta poco più in là. Il centro del cerchio che forma la vasca diventa un vero e proprio snodo perché attraverso la sua posizione conclude fisicamente il sagrato e diventa punto di vista preferenziale per la facciata della chiesa, determina inoltre il punto di partenza del motivo grafico posto in corrispondenza della pavimentazione della piazza. E’ proprio quest’ultima che in corrispondenza del sito archeologico diventa il vero e proprio luogo di sosta e socializzazione. Qui attraverso una definizione cromatica diversificata dalle pavimentazioni si crea un luogo i cui utilizzi sono molteplici. L’emergere del fossile che ci riporta simbolicamente alla darsena interrata permette alla pavimentazione di arricchirsi di un ulteriore motivo. Dai nodi generatori si dipartono infatti delle curve che vogliono ricordare le spire di un ammonite. Le stesse striature del guscio vengono riprese attraverso un particolare trattamento della pietra che permette di ottenere, tramite l’accostamento di diverse colorazioni un particolare effetto dogato. Le curve vengono riprese metodicamente in più porzioni della piazza trasformandosi da elemento in pietra ad aiuola ricoperta di tappezzante verde o rosso. In corrispondenza della grande vasca d’acqua rettangolare le spire del fossile interrompono la continuità del materiale trasparente, con degli intarsi verdi all’interno della forma geometrica. Il secondo nodo generatore viene identificato nella porzione d’angolo che da via Ottellio porta alla piazza. Questo elemento creerà uno snodo in un punto defilato rispetto alla piazza vera e propria, ma fondamentale per quanto riguarda i flussi: farà infatti da svincolo, “piazzetta” di collegamento per i pedoni che provengono dalla stradina, per quelli che vengono dal parcheggio, e in previsione futura, per coloro che verranno dall’albergo. In questo punto infatti convergono la maggior parte dei flussi tangenziali: quei passaggi pedonali che dal parcheggio e dal futuro albergo tendono all’entroterra. E’ prevedibile infatti che non tutti i flussi di passaggio prevedano di essere dedicati alla funzione di stasi della piazza, bensì vi saranno degli utilizzatori che si troveranno ad essere solo fruitori di passaggio. Ci sembrava naturalmente ovvio definire uno spazio anche in questo senso. Anche in questo caso l’elemento genera delle spire che riprendono l’ammonite fossile, declinandole anche qui come verde e pavimentazione. Il terzo nodo, l’ascensore – faro. Il bando di concorso prevede che si crei un collegamento fisico dal livello della piazza a quello pedonale del ponte dei voltoni. Il terzo nodo è stato creato in corrispondenza di questo punto. Se il primo nodo si concretizza in una vasca d’acqua, il secondo in una piazzetta di svincolo, il terzo, diventa un elemento di riconoscimento per la piazza stessa. Abbiamo progettato in questo spazio un elemento di collegamento verticale che si configura in un ascensore panoramico in vetro, abbracciato esternamente da una scala in acciaio. Questo per permettere a tutti i tipi di mobilità di poter approfittare del notevole paesaggio che dal livello pedonale del ponte si può godere sui canale. Questo elemento, già molto scenografico nel suo essere attraverso lo studio della sua configurazione acquisisce sfaccettature ulteriori rispetto a quelle che potrebbe avere essendo solamente un elemento di collegamento verticale. Le fermate previste per l’ascensore sono quelle al livello della piazza e al livello del ponte. Qui, una passerella connessa alla scala a chiocciola e con materiale analogo, collega il pianerottolo di sbarco al camminamento in quota. Il pianerottolo e la passerella diventano contemporaneamente collegamento e belvedere, infatti attraverso questo passaggio in quota si potrà accompagnare lo spostamento dalla scala al ponte, con la vista della piazza da una parte e del canale dall’altra.
0 users love this project
Comments
    comment
    user
    Enlarge image

    L’idea di progetto L’acqua. La storia di Peschiera ci fa comprendere quanto la città sia strettamente legata al tema dell’acqua. Politicamente, geograficamente e morfologicamente l’innesto fra il paese e il lago è onnipresente per chi visita la città. Il leitmotiv acquatico non abbandona mai la vista di chi attraversa il paese. L’acqua sorprende appena usciti dal casello autostradale e accompagna durante il percorso che porta verso il centro. Siamo rimaste profondamente affascinate da questo...

    Project details
    • Year 2011
    • Status Competition works
    • Type Public Squares
    Archilovers On Instagram