Acafè | Daniela Colli

Acafè è ubicato nell’atrio monumentale della stazione di Roma Termini definito dalla sinuosa copertura denominata ‘dinosauro’, posizionato nel luogo di flusso continuo dei viaggiatori che passano a migliaia dai binari alla città. L’obiettivo del progetto era quello di superare l’idea di realizzare un normale bar, ma creare un luogo di incontro che si prefigurasse come un intervento capace di restituire una nuova identità allo spazio preesistente. Collocato in un ambito storico monumentale il bar doveva essere un oggetto capace di dialogare ed essere al contempo protagonista, il nastro si stacca dal pavimento e dal mezzanino diventa banco, scocca, soffitto: crea lo spazio architettonico, funzionalità e design, il nastro contiene climatizzazione ed illuminazione creando un microclima ideale per coloro che vogliano sostare e consente di raggiungere anche l’area estrema verso la vetrata della stazione. La volumetria spaziale attraverso una fluidità ricercata e spinta accompagna la clientela e ne modula l’utilizzo temporale, la differenziazione dei momenti in funzione del tempo a disposizione degli utenti è sostanziale in un luogo dove la velocità e la mutevolezza dei flussi dei viaggiatori condiziona l’attività di vendita. Il bancone lungo 24 metri si evolve per offrire alla clientela un caffè veloce, uno snack nell’area pick o un momento di relax nella zona dei tavoli completamente proiettati nel flusso viaggiatori della stazione, tra la grande libreria e la biglietteria. Al senso di fluidità spaziale partecipa l’uniformità e il colore rigorosamente bianco adottato per i vari materiali, corian per la scocca, vetro retroverniciato per i rivestimenti verticali, laminato per i tavoli, legno per le sedie e pelle per gli sgabelli; l’acciaio inox satinato è utilizzato nelle parti tecniche La sensazione percepita è quella di un luogo assoluto, di un involucro neutro e unitario dominato dai contrasti delle superfici bianche lucide e opache, dalle luci e dalle ombre. La scocca costituisce l’elemento di richiamo visivo dalla galleria centrale della stazione, attira la clientela con la sua forma spaziale, genera curiosità spinge il pubblico a leggere il volume nella sua interezza. La grafica è parte integrante dell’architettura, la parete esistente rivestita in laminato specchiante grazie al gioco grafico delle sagome delle persone si trasforma in segnaletica direzionale per convogliare il flusso degli utenti verso il ristorante ubicato al piano mezzanino. L’illuminazione esalta le volumetrie creando un’atmosfera di intrattenimento, la qualità dell’insieme, attraverso l’uso creativo di flussi e stazionamenti associati a comunicazione e cibo, servizi utili e di immagine, protezione del clima e bisogno di scambio, trasforma l’area in un luogo sociale.